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Autore: Daphne_Descends    07/02/2013    1 recensioni
Raccolta di one shot, flashfic e drabble incentrate sui personaggi di "Spin".
Momenti mancanti o mai accaduti, desideri e passioni che imperversano nei loro cuori.
[Dal capitolo 23]
Jeremy Weasley si portò un piccolo dito davanti alle labbra e un lampo di divertimento passò nei suoi occhi castani, fissi sul gemello e i due cugini, accovacciati vicino a lui con la stessa espressione malandrina.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU, Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'Turn around - Collection of Hogwarts' life'
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A typical Weasley afternoon [Set 2,2: A lost childhood memory]         Weasley cousins







 

 
Jeremy Weasley si portò un piccolo dito davanti alle labbra e un lampo di divertimento passò nei suoi occhi castani, fissi sul gemello e i due cugini, accovacciati vicino a lui con la stessa espressione malandrina.
Tutti e quattro si chinarono in avanti e scrutarono oltre uno dei folti cespugli del giardino della Tana.
Il caldo estivo era davvero insopportabile in quei giorni e i bambini erano contenti quando venivano lasciati tutti insieme a casa dei nonni Weasley per l’intera giornata. A volte avevano persino il permesso di andare a rinfrescarsi nello stagno in fondo al cortile, o potevano giocare a Quidditch senza preoccuparsi di essere visti dai Babbani. La Tana era un paradiso per tutti loro, soprattutto quando poi si avvicinava l’ora della merenda.
Senza contare che i nonni li lasciavano spesso alle cure dei più grandi, per evitare di stancarsi troppo sotto il sole, e i bambini ne approfittavano per divertirsi senza freni.
Così, per la mancanza di un’attenta e intransigente supervisione, quei quattro erano liberi di cacciarsi nei guai.
Trovarono i loro bersagli senza troppe difficoltà e con un movimento fluido, da esperti, eseguirono un tiro perfetto.
Ebbero appena il tempo di guardare le loro facce sconvolte, prima di scappare di corsa ridendo a crepapelle, seguiti dalle grida delle loro vittime infradiciate.
François scosse la testa esasperato, ma decise di tacere perché sapeva perfettamente di non essere in grado di fermarli. Aveva assistito alla scena con la coda dell’occhio, da quando avevano riempito quei palloncini Babbani fino al lancio finale, come faceva sempre, ma come tutte le volte che aveva provato a dire loro qualcosa, non gli avevano mai dato ascolto. E a quel punto si meritavano pienamente le ripercussioni che ne sarebbero conseguite.
Jasper si limitò ad alzare appena un sopracciglio schiarito dal sole, seguendo per un attimo la loro fuga, per poi rilanciare la Pluffa a Diana, che la afferrò con un’espressione concentrata.
«Voi! Razza di stupidi Troll bavosi!»
Loreen balzò fuori da dietro il cespuglio con aria omicida, nonostante fosse bagnata come un pulcino. I suoi occhi castani lanciavano quasi Schiantesimi e i capelli scarlatti si attaccavano alle guance arrossate dalla rabbia e dal sole.
Céline la seguì, ma il suo sangue Veela riusciva a smorzare l’effetto inzuppato e lei sembrava bellissima lo stesso, sebbene le sue labbra fossero serrate minacciosamente.
Entrambe scattarono di corsa dietro ai quattro colpevoli, che si limitarono a ridere più forte, senza nemmeno fermarsi o guardare dove stavano andando, rischiando di travolgere Samantha, che passeggiava tenendo per mano Kimberly e Jacqueline, intente a raccogliere mazzolini di fiori colorati, che poi si rivelavano essere più erbacce che altro.
«Cos’è successo adesso?» chiese lei, aggrottando la fronte e voltandosi verso il cugino più grande, facendo dondolare la lunga coda bionda.
Loreen e Céline la superarono di corsa, facendosi fissare dalle due bambine più piccole. Jacqueline guardò la sorella con i suoi occhioni azzurri e un mazzo di erbacce in mano.
«Gavettoni» le rispose François, evitando all’ultimo momento che la Pluffa lo colpisse in faccia e lanciando un’occhiata di rimprovero a Jasper che alzò le spalle e indicò Diana, che gli diede un colpo sul braccio, berciando uno “Spione!”.
«Che stupidi» commentò Samantha con disapprovazione, mentre Kimberly aggrottava la sopracciglia e scuoteva la testa, imitando la cugina, con i riccioli rossi raccolti sul capo che molleggiavano con forza.
Jacqueline spostò lo sguardo su Samantha e le tirò la mano per richiamare la sua attenzione «Ho sete» la informò candidamente.
Samantha le fece un lieve sorriso «Va bene, andiamo dalla nonna. Tu, Kim?» chiese voltandosi verso l’altra bambina.
La piccola alzò la testa in un moto d’orgoglio, con le guance arrossate dal sole «No. E non ho bisogno di essere accompagnata! Sono grande, io! Ho otto anni!»
Samantha trattenne una risata alla sua espressione compiaciuta e la assecondò «Giusto. Allora io accompagno Jackie, tu resti con gli altri?» indicò i cugini che giocavano con la Pluffa.
Kimberly annuì con forza, desiderosa di mostrare la sua presunta indipendenza, e Samantha si scambiò uno sguardo divertito con François.
«Vieni a giocare con noi, Kimmy?» la chiamò lui con un sorriso, fermando la Pluffa sotto il braccio.
Kimberly lasciò l’unico fiore che aveva raccolto, insieme a qualche filo d’erba, in mano alla cugina e corse verso il gruppetto, dove François le diede in mano la Pluffa e lei, con un po’ di fatica, riuscì a tirarla quasi sui piedi di Diana, che si lamentò di quel tiro orripilante e la lanciò quasi in testa a Jasper, che la fulminò con lo sguardo, ma evitò di risponderle per le rime.
«Forza, andiamo a bere» disse Samantha, distogliendo lo sguardo.
Jacqueline le sorrise contenta e si lasciò guidare verso la casa, saltellando allegramente e lasciando che i codini biondi le rimbalzassero sulle spalle.
Proprio quando le due bambine entrarono dalla porta della cucina, da dietro l’angolo sbucarono i quattro combinaguai, con delle espressioni completamente stravolte, le facce sudate e i respiri affannati.
Si accasciarono sull’erba quasi in contemporanea, mentre Loreen e Céline ricomparivano più infuriate di prima, ma sicuramente meno stanche di loro.
«Allora?» chiese acidamente la più grande, con le mani poggiate sui fianchi in una perfetta imitazione di nonna Molly. I vestiti ormai erano solo un po’ umidi e i capelli appena freschi, ma quello non aveva migliorato il loro umore.
«Vi arrendete?» rincarò Céline, incrociando le braccia con una smorfia.
Mike fu il primo a gettare la spugna «Sì, sì, mi arrendo! Ma non fatemi male!»
Steve lo seguì a ruota «Abbiate pietà!» esclamò con una mano sul petto.
Le due sorrisero soddisfatte. Sapevano per esperienza che si sarebbero arresi, lo facevano sempre, alla fine.
«Bene» disse Loreen, facendo schioccare la lingua «E voi?» i suoi occhi si puntarono sugli altri due, purtroppo più testardi di Steve e Mike.
«Mai!» berciò Gabriel, fulminando con lo sguardo la coetanea. Doveva immaginarlo, non era un Grifondoro mica per niente.
«Piuttosto la morte!» aggiunse Jeremy in una delle sue solite uscite melodrammatiche, imitando il coraggio del cugino.
Loreen si scrocchiò le dita, preparandosi alla vendetta, ma a salvarli da morte certa ci pensò nonna Molly, che si affacciò in quel momento dalla porta della cucina.
«Bambini!» li chiamò con il solito tono alto, che avrebbero sentito anche se si fossero trovati a casa del nonno di Karen, dall’altra parte della collina «E’ l’ora della merenda!»
Il tempo sembrò fermarsi, mentre i loro cervelli elaboravano la frase. Poi le esclamazioni gioiose arrivarono tutte insieme e ognuno lasciò perdere la propria occupazione per correre verso la Tana, come un branco di Ippogrifi impazziti.
Si catapultarono in cucina, riuscendo anche ad incastrarsi sull’uscio della porta, e cercarono di accaparrarsi il posto migliore al grande tavolo, già occupato da Samantha e Jacqueline.
Nonna Molly sorrise e recuperò la torta gelato che aveva preparato, posandola al centro esatto del tavolo, sotto gli sguardi impazienti dei nipoti.
Nessuno mosse un muscolo, mentre la donna tagliava in fette uguali il dolce e lo serviva nei piatti con espressione attenta.
C’erano delle regole per la merenda in casa Weasley, una di quelle era che nessuno poteva cominciare a mangiare prima che tutti fossero serviti e la nonna desse il via. Se allungavano anche solo un dito al momento non opportuno, rischiavano di saltare la merenda e nessuno voleva rischiare.
«Bene» cominciò lei, divertita dagli sguardi impazienti dei nipoti «Buon appetito».
I bambini si avventarono sul dolce, chi più chi meno elegantemente, ormai dimentichi di tutto il resto.
Molly sorrise, guardando la tavolata e i suoi piccoli tesori.
Gabriel stava versando il the a Kimberly e Jacqueline, che lo riempivano di chiacchiere su fiori e farfalle.
Loreen, di nuovo completamente tranquilla e affabile, rideva e scherzava con i gemelli.
Steve urlava, cercando di superare il chiacchiericcio del tavolo, per organizzare una partita a Quidditch dopo la merenda, mentre François cercava di convincerlo ad abbassare la voce, sotto lo sguardo divertito di Jasper, che si allungò per rubargli una forchettata di torta.
Samantha e Céline gli lanciarono un’occhiataccia e ripresero a chiacchierare a bassa voce, scambiandosi chissà che segreti con gli occhi che brillavano divertiti.
In quel trambusto, Arthur Weasley si affacciò dal soggiorno, con gli occhiali storti e l’espressione tipica di chi si era appena svegliato.
«Che sta succedendo, qui?» chiese, raggiungendo la moglie.
Molly si limitò ad allargare il sorriso, con un sguardo pieno d’affetto.
«E’ solo ora di merenda».
Era solo ora della merenda Weasley.
 
 
 
 
 
 
 
 
N/A:Visto che nell’ultimo capitolo di “Spin” sono stati nominati Loreen e Gabriel, ho deciso di postare qualcosa su tutti i cugini Weasley, sperando di rendere anche questi personaggi abbastanza famigliari. François e Jacqueline sono stati nominati nel capitolo 6, per chi non se lo ricordasse.
Spero vi sia piaciuta questa shot e spero di leggere qualche vostro commento!
Per quanto riguarda il nuovo capitolo di “Spin”, non so quando arriverà, ci sto lavorando su e spero di non farvi attendere troppo.
   
 
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