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Autore: Bibo Swag    07/02/2013    5 recensioni
Questa è la storia di una ragazza, un ragazza umile gentile e dolce di nome Greta ha una vita normalissima purtoppo andrà in contro a tante cose brutte per colpa che ha un padre che si è ribellato contro la mafia.
Quelli della mafia lo vogliono punire rapendo sua figlia e incaricano la missione a Justin
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9
In quel momento, mentre ascoltava quella voce soave e vedeva quelle labbra invitanti muoversi,Justin si rese conto che avrebbe voluto leggere qualsiasi libro esistente sulla faccia della terra.

Tutto, pur di non interrompere quel momento e di non uscire da quella bolla di magia che si era creata fra i due giovani ragazzi.

* * * *

E quella magica bolla rimase chiusa intorno a loro per ore ed ore.
Erano lì quando il Sole sorse alto nel cielo, ed erano ancora lì quando questo stava andando a dormire.



Ma il Sole, il venticello d’estate, il profumo a volte troppo forte dei fiori, non cambiavano i pensieri dei due ragazzi.

Greta e Justin non si erano neanche accorti che durante tutta la giornata non avevano nemmeno toccato un po’ di cibo.

Come potevano pensarci quando erano racchiusi nella loro bolla personale?
Avvolti in quella storia tanto da divorare da cima a fondo il libro.
Tanto da accorgersi solo allora che ormai il Sole stava andando via.


Greta chiuse il libro, stanca dopo aver letto per ore ed ore, ma per niente stanca di essere lì, con lui.


Non fece in tempo ad alzare lo sguardo su di lui, che un borbottio del suo stomaco spezzò il silenzio che si era appena creato.

Justin la guardò e scoppiò a ridere.
Era una risata gentile, fresca e serena.
Sereno come Justin non lo era da un po’.
Ma evidentemente quella giornata gli aveva fatto davvero bene!

E aveva intenzione di ripetere quella giornata all’infinito.
Con lei.


Poi Justin si alzò e di scatto presa la mano della giovane ragazza.
Da lì iniziò una vera e propria corsa fino all’interno della casa.


Arrivarono in cucina presi entrambi dalle risa, allegri e spensierati.
Senza più ricordare perché erano costretti entrambi in quella villetta.
Lei, per essere disonorata e stuprata.
E lui, che l’avrebbe dovuta disonorare.

E invece erano lì.
In cucina, dove non sarebbero dovuti essere, poiché Justin aveva avuto precisi ordini di rinchiudere la ragazza nella sua stanza.
E…

“Le ho preso la mano?” Si chiedeva incredulo Justin.
Ma non era un’ incredulità dovuta alla rabbia o al ribrezzo.
Era imbarazzato.
E lo si vide chiaramente dal suo viso in fiamme quando si ritrovò a fissare le due mani intrecciate.

In quel momento le risa si arrestarono per lasciare una specie di disagio fra i due.
Ma poi con un piccolo sorriso di Greta, Justin si rilassò.


Ma le loro mani non smettevano di essere legate.
Fin quando, anche lo stomaco di Justin parlò.


Allora quelle mani si separarono, desiderose, però di ritornare insieme.

Mangiarono qualcosa frugando nel frigo e fra la dispensa.
Ma quei minuti volarono via.
Forse, c’era qualcosa che li chiamava.


Forse, semplicemente, la loro confidente era arrivata.
E poco dopo, infatti, si ritrovarono stesi su quel prato.

E su di loro lei, la Luna.
E quel posto non si smentiva mai.
L’avevano visto con il Sole, e l’avevano reputato sempre bello.
Ma la notte, con la Luna, era tutto diverso.
Era il culmine della pace, il culmine dei loro momenti.


Greta si voltò verso Justin, steso a pochi centimetri da lei, e vide su di lui il chiarore della Luna.

Era bellissimo.
Pelle chiara, capelli biondi, che facevano da contrasto.
E poi quelle due cose che Greta amava.
Quelle labbra, così carnose ed invitanti.
Sembravano morbide.

“Chissà come sarebbe poterle sfiorare” pensò Greta, perdendosi nell’immaginarle.
Ma poi arrossì violentemente, riflettendo sul fatto che non avrebbe dovuto fare quei pensieri.

Ma come poteva non pensarci?
Quando le aveva davanti a così poca distanza?
E poi quegli occhi…


Quelle scaglie di nocciola che Greta avrebbe voluto far fondere nei suoi oceani.
Quegli stessi occhi che orano erano immersi nella Luna.

“Chissà a cosa starà pensando” si chiese Greta.

Come poteva sapere la ragazza che Justin stesse pensando a lei? *-*

Non poteva, ma lui lo stava facendo.

* * * *

“Tutto il tempo qui, con lei.”
Questo diceva la mente di Justin.
Era questo quello in cui, segretamente, sperava.


Era davvero cambiato tutto, in lui, da quando l’aveva incontrata.
“Anzi no” rifletteva Justin, “E’ cambiato tutto quando ho visto i suoi occhi intensamente”.

E col sorriso sulle labbra, Justin si voltò verso lei.
Scoprendola a guardarlo.


Greta volse lo sguardo da un'altra parte, consapevole di essere stata scoperta.
Poi decise di prendere in mano la situazione.


-Perché fai quello che ti ordinano di fare?- chiese allora, curiosa di scoprire qualcosa di lui.

Justin aggrottò le sopracciglia, confuso da quella domanda.

-Perché l’ho sempre fatto, loro sono la mia famiglia.-

-Justin…- lo chiamò Greta, cercando di far spostare lo sguardo di Justin sul suo, dopo che il ragazzo lo aveva volutamente spostato da un’ altra parte.

-Si…?- rispose Justin, incapace di darle una brutta risposta.
Una di quelle risposte che di solito dava a tutti quando si impicciavano nelle sue cose.
Ma lei era diversa.
Lui era diverso, ora.

-Loro non sono la tua famiglia! Non hai una madre e un padre, veri?-
Justin la guardò, ormai deciso a non rifiutare l’effetto di calma e fiducia che quella ragazza gli dava.

Ormai, ci era dentro con tutte le scarpe.

-Avevo anche una sorella, se è per questo.-
-E perché non sei con loro?-

Justin chiuse gli occhi –Perché loro non esistono più per me, non hanno fatto nulla per me, per cercarmi, per togliermi dalle mani della mafia, quando questa mi ha portato via da ragazzino.
E si sono rivelati più protettivi loro della mafia che non i miei genitori. -

L’aveva fatto davvero? 
Le aveva detto davvero tutto?

Sì, l’aveva fattoE dallo sguardo che Greta gli rivolse, non si pentì di averlo fatto.


La ragazza timorosa, gli prese la mano delicatamente.
-Io non sicura che i tuoi genitori ti staranno cercando tutt’ora.
Non hai mai pensato che probabilmente, è la mafia ad aver impedito loro di cercarti?-

Justin rimase scosso dalle parole di quella ragazza.
Non ci aveva mai pensato.

-No, ma ormai di loro non mi importa niente.
Se mi volevano davvero bene, mi avrebbero cercato.
Preferisco non avere genitori.-


Greta lo guardò, celando i suoi occhi lucidi.

-C’è qualcuno che invece non li ha per davvero i genitori, e vorrebbe averli.-
Disse distogliendo lo sguardo da lui.


Justin sentì una fitta fortissima al cuore, quando si rese conto di cosa aveva detto.
Senza pensarci due volte si avvicinò a lei e l’abbracciò.

-Scusa, hai ragione tu. Non devo dire così.- tentò di rassicurarla.

Chissà com’era non aver mai potuto vedere la propria mamma.
La stessa mamma che aveva rinunciato alla sua stessa vita, per darne alla luce un’altra. 
Greta.

Ma Justin la sua mamma l’aveva conosciuta, ed ora, sembrava anche mancarle un po’.


Strinse a sé Greta, che intanto si calmava solo grazie a quell’abbraccio confortevole.



-Promettimi che proverai a trovare i tuoi genitori- disse speranzosa lei.

Ed Justin non si sorprese, ormai non lo faceva più, quando, con il cuore in mano, glielo promise.
 
Continua...Ragazze scusatemi se non è un gran che,ma ho la febbre:(( Comunque grazie per chi segue questa storia vi adoro <3
  
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