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Autore: Amelie5397    07/02/2013    1 recensioni
E se da un'amicizia nasca qualcos'altro? Se un ragazzino petulante spunta nella vita come un uragano e ti cambia tutti i tuoi progetti, tutti i tuoi piani, tutte le certezze che ti eri creato in tutta una vita? Cosa faresti? Beh, questo è il caso di Jeremy, il biondino solitario la cui vita venne totalmente cambiata da Joey, un ragazzo tutto sbrilluccicoso e troppo colorato per i suoi gusti.
Spero vi piaccia, e buon proseguimento:3
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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...quando ebbe spalancato la porta si presentò un ragazzo un po’ più basso di Jeremy, dagli occhi castani, i capelli castani con dei leggeri riflessi giallo oro scompigliati e teneva in mano una chitarra classica. La nonna lo accolse in casa sorridendo e con un gesto cercò di attirare l’attenzione di Jeremy. -Jeremy, questo è Joey, il suo vero nome è Joseph, ma si fa chiamare così perché non gli piace. Joey, ti presento mio nipote Jeremy, sai anche lui suona la chitarra, quella elettrica però.- Jeremy si alzò dal divano e si diresse verso il ragazzo che sostava ancora in piedi sulla porta. Allungò una mano per un saluto, il quale venne ricambiato con entusiasmo dall’altro. Jeremy si presentò ed in seguito si presentarono anche tutti gli altri. La nonna spiegò che Joey era un ragazzo che si era appena trasferito dall’Irlanda con la sua famiglia, ha 18 anni appena compiuti e quando ha saputo che il nonno suonava la chitarra si è precipitato nella loro casa per avere un piccolo aiuto, anche se a quanto pare se la cavava già molto bene ed inoltre aveva anche una bella voce. La nonna invitò Jeremy a salire nella sua camera e portare anche Joey e provare a fare qualcosa insieme con la chitarra dato che anche lui aveva portato la sua. Jeremy obbedì alla richiesta e salì sopra invitando il ragazzo a seguirlo. Jeremy rimase un po’ perplesso dallo stile del ragazzo, aveva diciamo la mania di tener conto degli abiti delle persone che lo circondavano, e Joey lo incuriosiva parecchio. Jeremy quel giorno indossava una magliettina leggera aderente a maniche corte di colore bianco che lasciava intravedere il fisico asciutto e un paio di jeans strappati anch’essi aderenti, un paio di scarponi alti neri, una catena alla vita che ricadeva sul fianco destro, un braccialetto giallo con dei sonaglini, al collo portava una collanina con il segno della pace e due anelli. Invece Joey sembrava essere tutto l’opposto di Jeremy, indossava un paio di jeans chiari, una maglietta a maniche corte verde, un paio di converse anch’esse verdi, un girocollo d’oro, aveva anche lui come Jeremy l’orecchino, portava inoltre un foulard giallo legato ad un passante dei pantaloni e fu proprio quello che attirò l’attenzione di Jeremy. Giallo. Foulard. Ci piace. Dopo un paio di minuti passati scrutando l’abbigliamento del ragazzo, Jeremy si sedette sul lettino vicino alla finestra, quella era diventata la sua stanza ogni volta che voleva andare a stare in quella casetta in compagnia dei nonni, e fece accomodare il ragazzo su una sedia nascosta sotto la scrivania. Tirò fuori dalla custodia la sua chitarra e la mise sulle gambe, e lo stesso fece il ragazzo. -Beh, vediamo che sai fare.- Disse Jeremy come se già sapesse che non poteva essere sicuramente più bravo di lui. Joey, sorridendo, mise la mani sullo strumento e cominciò a suonare i primi accordi di “Bohemian Rapsodie” dei Queen. Jeremy inizialmente pensò che non ci volesse chissà quale talento per mettere un paio di accordi in fila, ma dopo un po’, osservandolo, si accorse con quanta calma suonava quello strumento, come se fosse la cosa più facile di questo mondo, sorridendo e continuando a strimpellare come se niente fosse. Joey, si bloccò nemmeno a metà melodia e chiese a Jeremy cosa ne pensava. Jeremy in un primo momento non rispose, stava pensando ad una buona risposta non troppo dolce ne troppo acida come al suo solito. -Uhm, non male.- Il ragazzo sentite quelle parole sfoggiò un sorriso che partiva da un orecchio all’altro e ringraziò con entusiasmo il povero Jeremy che lo osservava sempre con aria perplessa non capendo cosa ronzasse in testa a quello strano ragazzo. Joey, a quel punto chiese a Jeremy di suonargli qualcosa. Jeremy allora decise di far vedere come si suonasse una chitarra al novellino, e adesso che il suo egocentrismo aveva preso possesso della sua persona, prese la chitarra e accennò ad una melodia che aveva composto lui, stava anche scrivendo il testo da accompagnare ma ancora non aveva finito il lavoro. Joey, non avendo mai sentito quella melodia gli chiese di chi era, ignaro che Jeremy ne fosse l’autore. Quando questo gli chiarì le idee spiegando che era un lavoro uscito dalla sua testa, il ragazzo rimase a bocca aperta. -Sarebbe bellissimo poter scrivere una canzone, ma non ne sono capace. Complimenti Jeremiah.- …Jeremy accennò un lieve sorriso per il complimento ma non gli piacque ciò che disse prima, tutti potevano scrivere una canzone, bastava mettere l’impegno e soprattutto il cuore. O quanto meno lui faceva così. Immaginava qualcosa che desiderava avere o provare o qualcosa che aveva vissuto e lo trasformava in parole e rime. Certo, non era sicuramente un’impresa facile ma si poteva fare. -Niente è impossibile, ci vuole intelligenza.- Ed a queste parole pensò ad una frase di Audrey Hepburn “Nothing is impossible. The word itself says I’m possible.” Sì, a volte gli venivano in mente queste citazioni, poiché era molto informato su donne e uomini che avevano forgiato uno stile negli anni che hanno preceduto la sua nascita. E Audrey Hepburn era una di quelle donne che aveva uno stile che lo affascinava, come Coco Chanel, Valentino, Versace e tanti altri. In quella stanza era tutto un po’ troppo silenzioso, così Joey propose di andare a fare un giro per prendere un po’ d’aria fresca e di portare le chitarre così avrebbero suonato in un bel posto tranquillo e rilassante. Jeremy, non avendo altro da fare, accettò l’invito anche se non mostrava segni di divertimento o altro. Bensì neutrale. Si mise le cuffiette alle orecchie, scese sotto, avvertì la famiglia e uscirono insieme di casa. Fecero un bel pezzo di strada tra alberi e cespugli fino ad arrivare ad un laghetto nascosto nel bosco. Proprio di fronte vi era una panchina di legno dove decisero di accomodarsi per rilassarsi un po’ e fare buona musica. Passati un paio di minuti, Joey, per rompere quel silenzio agghiacciante che li accompagnava da quando furono fuori dalla casa, chiese a Jeremy di parlare un po’ di se, per curiosità e conoscersi meglio. -Vuoi sapere qualcosa su di me? Non ho una vita interessante. Chitarra, vestiti, tracolle e giallo. Lavoro come barista in una discoteca, però lo sanno solo i miei nonni e adesso anche tu, quindi tieni la bocca chiusa. Voglio viaggiare e lasciare questo posto a dir poco schifoso ma i miei me lo impediscono finché non diventerò un avvocato, ma possono continuare a sognare.- Joey, che ascoltava attentamente parola per parola, rimase un po’ perplesso e dispiaciuto che Jeremy non avesse ciò che desiderasse. Diciamolo a 20anni puoi fare tutto, sono gli anni all’insegna del divertimento, delle pazzie con gli amici. Ma Jeremy non conosceva tutto questo, era sempre rinchiuso in quell’ampolla di vetro, controllato a vista dalla famiglia, nonostante fosse grande e vaccinato. -Beh, raccontami di te, invece.- Disse Jeremy per cercare di sviare dal discorso della sua vita, quella era la prima cosa che gli saltò in mente. Joey, accennando un sorriso cominciò a raccontare dei suoi hobby e della sua vita in Irlanda. -Beh, ho appena finito il Liceo e adesso il mio sogno e poter creare un gruppo. Avevo avviato questo progetto con i miei amici lì, però adesso sono qui e non frequentando molti posti non saprei come iniziare. Il mio colore preferito è il celeste e ho una fissa per i foulard, lì lego sempre ai pantaloni, sono troppo carini. Uhm, poi adoro tingermi i capelli di colori stravaganti, adesso ho semplicemente i riflessi biondi e ho rifatto il mio colore castano chiaro, ma prima di arrivare qui avevo i capelli neri con il ciuffetto celeste. Mi piacevano tantissimo ma i miei mi hanno fatto rifare il mio colore perché dicevano che le persone qui potrebbero non gradire queste stramberie. Ma a quanto vedo anche tu li hai tinti, quindi posso benissimo rifarli come prima.- Jeremy ascoltava divertito quella conversazione perché Joey sembrava tutto entusiasta dei suoi hobby e del suo essere “strano”. Aveva sempre quel sorriso stampato in volto come se la vita gli avesse donato tutto ciò di cui avesse bisogno. E pensando ciò scoppiò in una piccola risata. Joey, vedendo il ragazzo ridere, si bloccò ad osservarlo. Jeremy accortosi di essere osservato, si voltò verso di lui e gli chiese se qualcosa non andasse. -Sai, quando sorridi sei molto più carino di quando tieni quel broncio.- Jeremy a quelle parole rimase un po’ shockato e non sapeva cosa dire. Non riceveva spesso dei complimenti, anzi non ne riceveva del tutto, quindi non era preparato a dare una risposta intelligente. -Cosa un po’ sfrontata detta da un ragazzo ad un altro ragazzo, non credi?- Joey scoppiò a ridere ed intanto cercava di mettere in fila alcune parole comprensibili. –E perché mai? E’ quello che penso e poi perché un ragazzo non può dire ad un altro ragazzo che è molto più carino se sorride?- …-Beh, alcune persone non hanno la mente così aperta.- -E tu? Hai la mente aperta?- Jeremy a quella domanda sorrise, non aveva mai incontrato un ragazzo che la pensasse proprio come lui, e questa era una cosa che lo rendeva estremamente felice. -Allora ti spiego come la penso io. Sai quando i tuoi genitori ti spiegavano da piccolo che Adamo ed Eva erano i primi esseri viventi che fossero stati creati e che l’uomo e la donna dovevano stare insieme, per forza? Ecco, per me è una cazzata. Se a me piace una ragazza, sto con una ragazza e se mi piace un ragazzo sto con un ragazzo. Perché non posso stare con chi mi piace, dove sta scritto che uomo e donna devono stare insieme.- Joey ascoltò attentamente il discorso e rimase colpito dalla profondità di quelle parole. Anche lui la pensava così ma non essendosi mai innamorato era neutrale sull’argomento. Diceva che quando fosse stato il momento quella persona si sarebbe presentata davanti a lui e gli avrebbe donato la chiave del suo cuore. Spiegò questo anche a Jeremy il quale sorrise nel sentire tanta semplicità in quelle parole. Sembrava una principessa che aspetta il principe sul cavallo bianco con la piccola differenza che la principessa si era trasformato in un bel ragazzo tanto romantico. -Quindi ancora non hai incontrato la persona che possiede questa chiave? E non hai in mente un tuo tipo/a ideale?- Joey accennò un -no- e disse che questa persona non era bionda, castana o tinta, non aveva gli occhi azzurri, verdi, grigi o castani. Era invisibile, si sarebbe mostrato solo al momento giusto e solo in quel momento lui avrebbe scoperto come fosse fatto. Jeremy rimase colpito, era davvero un pensiero bellissimo, aspettare la persona giusta in quel modo era davvero molto profondo e dolce. Diede un’occhiata all’orario e si accorse che si era fatto un po’ tardi così invitò il ragazzo a rientrare. Joey annuì ed insieme si diressero a casa dai nonni. Quando furono a destinazione, il ragazzo entrò per salutare tutti dato che stava tornando a casa mentre Jeremy era fuori dalla porta seduto sulla sedia a dondolo. Joey dopo aver salutato tutti, uscì e andò incontro a Jeremy e gli disse se gli andava di incontrarsi nuovamente, per adesso conosceva solo lui e voleva stringere amicizia con qualcuno. Jeremy allora prese il braccio del ragazzo, tirò fuori dalla sua tracolla una penna verde e scrisse sul braccio del ragazzo con il suo fare da ragazzo sexy. –Questo è il mio numero darling, quando vuoi mandami un messaggio e sono da te.- Joey fece una piccola risata e annuì con la testa, gli diede un piccolo bacio sulla guancia e se ne andò per la sua strada. Jeremy tornò a casa stranamente soddisfatto da quella giornata, per la prima volta aveva conosciuto una persona che la pensasse come lui, che lo assecondasse e con una dolcezza infinita. Ma ancora lo considerava un semplice conoscente, non un amico ne qualcosa di più. Quella sera la passò a ripensare ai discorsi fatti con Joey, pensò che quello strano ragazzo gli aveva rallegrato la giornata e così facendo si addormentò col sorriso sulle labbra.

Angolo dell'autrice: Eccomi tornata con il secondo capitolo di questa storia ed ecco anche apparire il piccolo Joey. Più scrivo di lui e più lo amo. Cosa succederà tra i due? Amicizia, amore o odio? Chissà, chissà. Continuate a seguirmi, eh. <3 Byeee.
  
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