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Autore: anqis    07/02/2013    5 recensioni
“Hai messo qualcosa in faccia oggi?” mi chiede a brucia pelo.
Cosa? “Eh?”.
“Rispondimi”, l’aria calda fuoriesce dalla sua bocca riscaldandomi le guance. Nonostante tutte le schifezze che mangia, anche il suo alito sa perennemente di menta fresca. Dolce.
“Un po’ di fard..”.
“Non metterlo, mi da fastidio” pronuncia serio, con le mani nel cappotto scuro.
“Scusami?” chiedo più stupita che infastidita.
Tentenna un attimo, un tenue rossore colora le sue guance. Sarà il freddo? “Ti copre le lentiggini e mi da fastidio” spiega distogliendo lo sguardo.
Faccio una smorfia. “Sai che odio le mie lentiggin..”
“A me piacciono invece! Sai, io ci passo il tempo ad unirle a farci strani disegni!” dice, ma si blocca all’ultimo, imbarazzato dalla strana e improvvisa confessione.
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Little Things.



You can't go to bed, 
Without a cup of tea, 
And maybe that's the reason why you talk in your sleep 
And all those conversations 
Are the secrets that I keep 
Though it makes no sense to me

- Louis , Little Things. 

 
 
Mi lascio cadere pesantemente sulle coperte.
Ho appena finito di leggere Jane Eyre per la terza o quarta volta se non sbaglio. Forse è il caso di andare a comprare qualche nuovo libro, anche se sinceramente sono a corto di soldi. Tutto pur di trovare qualcosa che mi distragga, in questi giorni ne ho davvero bisogno, soprattutto a scuola. Allison è particolarmente cattiva in questi giorni, dopo che Niall le ha parlato in quel modo e ha anche rifiutato l’invito al suo party di domenica, sta mostrano il peggio di lei. Urla, insulti, armadietto rotto, libri per terra e stracciati, non credo di aver mai vissuto periodo peggiore. Forse mi sbaglio, dico così ogni fine mese. Anche se devo dire che l’assenza di Niall peggiora le cose, in questa ultima settimana mi sta evitando, forse non lo fa apposta ma non passiamo più tanto tempo insieme come una volta. Che si stia stancando di me? Niente glielo impedisce.
Sospiro affranta. No, non mi devo lasciare coinvolgere più di tanto da questa cosa, assolutamente no. Niall è un buon amico, ma come prima sopravvivevo senza di lui, posso continuare a farlo ora. I giorni in mensa trascorsi da sola, i pomeriggi in biblioteca da sola e le mie lezioni di violino mi hanno insegnato a riempire la giornata senza accorgermi di quanto tempo passi da sola, e un semplice amico non può rovinare anni di esperienza. Non posso in alcun modo lasciarmi influenzare troppo dalla sua presenza, in questo modo dimostrerei quanto sono debole.
Tuttavia, non è semplice. Niall è entrato a far parte della mia vita senza difficoltà, è apparso come la neve nel giorno di Natale. Una notte ero sola, la mattina dopo mi sono ritrovata il giardino cosparso di neve e lui di fronte alla porta che mi sorrideva e mi gridava di aprire la porta per non farlo congelare. Quando mi aveva chiesto di dargli delle ripetizioni, non pensavo facesse sul serio. Ero arrivata alla conclusione che fosse uno dei soliti scherzi che organizzava lui e i suoi amici contro di noi, gli sfigati. Poi ho scoperto, che non hanno mai fatto cose del genere e che erano tutte dicerie che mettevano in giro per mantenere la loro immagine di popolari ribelli. Che grande minchiata, gli ho detto e lui si è limitato a scrollare le spalle sorridendomi come solo lui sa fare.
Non è facile abituarmi e allo stesso tempo non lasciarmi influenzare da lui. Da quando passiamo il tempo insieme, tutto mi sembra più.. vero. Prima di incontrarlo, pensavo di vivere le giornate separata dal mondo da una lastra di vetro che mi teneva lontana dagli avvenimenti che mi circondavano, con la fregatura di poter però vedere ciò che non potevo vivere. Era strano, ma non me ne facevo un problema. Poi è arrivato lui, con quella camminata saltellante, quel non so che di stralunato. Con quell’espressione innocente in volto e quell’aria da chi proviene da un altro mondo, pronto a scoprire quest’altro nuovo. Non sono riuscita a trattarlo male, dopo anche diversi tentativi. Impossibile resistere all’entusiasmo che riesce a porre in ogni cosa, a quei due occhi vivi e quella risata coinvolgente. Rideva lui, rideva l’intera mensa della scuola. Era così, sconvolge in modo positivo ogni cosa che lo circonda.
Ed io devo cercare di trattenermi al lasciarmi risucchiare da tutto ciò.
Osservo il soffitto panna della camera, mentre lascio divagare i miei pensieri. Gli impegni, cosa potrei leggere di nuovo, Niall, come scappare dalla furia di Allison, Niall, il saggio di Lettere, Niall, il cibo della mensa, Niall, cosa c’è in televisione, Niall, Niall, Niall..
“Vuoi rimanere lì sdraiata a contemplare le crepe del soffitto aspettando che ti crolli addosso?” Niall. Oddio, mi sembra di sentire pure la sua voce.
Forse sto impazzendo. La mia idea di allontanarmi da lui, dovrei seriamente metterla in atto o finisco per andare di matto seriamente.
“Lucie, dammi qualche segno, dimmi che non sei stata posseduta dal fantasma del gatto che infesta questa casa”. Sento il bordo del letto abbassarsi. Mmh.
Abbasso lo sguardo dal soffitto per volgerlo alla mia destra, dove seduto sulle grosse coperte color cioccolato, Niall mi sta fissando con un sopracciglio inarcato.
“Niall?” chiedo incerta. Forse è davvero frutto della mia immaginazione.
“Mi chiamano così, tu puoi chiamarmi anche stanotte, tesoro” dice facendo spallucce, allungando la “s” in modo provocatorio per imitare il nostro sexyssimo professore di spagnolo. Mrs. Sanchez, un soggetto altamente assaggiabile.
Roteo gli occhi. “Battuta pessima, amigo”.
Ridacchia facendo sobbalzare il letto. Eh sì, non può ridere senza muoversi. Attrae gli atomi nell’aria, facendole scontrare fino a formare nuove molecole. Sì, certo.
Mi metto seduta con le gambe incrociate, fissandolo intensamente. Appena se ne accorge, fa lo stesso. È un nostro gioco, quello che sbatte gli occhi offre la colazione all’altro. Non faccio caso al fatto che lui indossa solo una felpa pesante e i pantaloni spagliati di una tuta, come non faccio caso al fatto che indosso Marley, il mio pigiama anti-stupro. Mi ha visto anche senza trucco, dunque non credo abbia problemi ad affrontare simili orrori. Pochi secondi e sento gli occhi lacrimare, mentre vedo i suoi socchiudersi fino a diventare delle fessure. Ma poco prima che li chiuda, lo fa lui con un sospiro di sconfitta.
“Bene, avevo finito i soldi” dico sbattendoli più volte.
“Che palle, l’altra volta ho pagato io” borbotta.
“Cest’ la vie” gli rispondo abbozzando ad un sorriso. “Che ci fai qui, intanto?”
“E dire che ti ho portato pure qualcosa” mormora con lo sguardo basso. Appena sente la mia domanda, alza gli occhi azzurri. Brillano, diamine. “Ah, non lo so. Stavo camminando e sono passato sotto casa tua, non avendo nulla da fare sono salito a salutarti” dice grattandosi la guancia con una mano infagottata da un guanto.
Rimango a fissarlo in silenzio. “E quello che tieni in mano?”
“Ok, stavo scherzando. Avevo voglia di vederti” ammette senza abbassare gli occhi, dritto nei miei. Per evitare il suo sguardo mi stropiccio gli occhi, fingendo uno sbadiglio.
“Stavo per andare a dormire, io” dico marcando una certa nota di fastidio che in realtà non c’è. Sono felice che sia venuto e quel “avevo voglia di vederti” mi ha completamente messo a K.O. Non ho neanche il tempo di riprendermi, che Niall mi raggiunge e si siede direttamente accanto a me, la sua gamba tocca la mia coscia, la sua spalla leggermente più alta accanto alla mia, gracile e debole al confronto delle spalle larghe allenate. Sento la stoffa della felpa dal pigiama, è freddissima.
“Sei uscito alle nove di sera, con solo una felpa addosso per venire da me?” gli chiedo sconcertata.
Spero una risposta negativa, anche se l’altra parte civettuola di me spera in un sì. Annuisce con la testa mentre un sorriso orgoglioso gli affiora sul viso. Uomini, che credono che combattere il freddo per una fanciulla sia gesto intrepido invece di un atto di completa stupidità e mancanza di coerenza.
Gli prendo il viso tra le mani con un gesto secco, stringo le guance rosse. Sono congelate.
“Sei un coglione” sospiro. Fa una smorfia divertita. “Vieni qua, stupido”.
Tiro su le coperte infilandomi sotto e con un’occhiata lo invito a fare lo stesso. Un attimo titubante mi osserva, il cipiglio nervoso in fronte. È una di quelle smorfie tenere che fanno sciogliere le ragazze, il bello è che lui non è neanche consapevole di questo. Stupido ceppo irlandese, davvero, non lo sopporto.
“Allora?” dico impassibile con le coperte ancora alzate. Non è la prima volta che stiamo insieme sotto le stesse coperte, con tutti i film che abbiamo visto durante le nostre sere. Nostre sere, ok non devo esagerare.
Finalmente si decide a sbloccarsi, con fare impacciato si toglie le scarpe da ginnastica umide dell’odore delle foglie e della rugiada e con slancio, si fa spazio nel piccolo letto da una piazza. Ci stiamo a stento.
“Niall, hai i piedi congelati!” grido scalciando leggermente.
“Ho capito, ma evita di giocare a calcio con i miei testicoli, grazie” risponde senza riuscire  a trattenere una risata gutturale. Gli tiro uno scappellotto in testa.
“Non puoi capire, stavo morendo di freddo” balbetta dopo un po’.
Questa volta lo guardo in viso, a pochi centimetri dal mio. La pelle diafana è ancora più chiara del solito, il rossore intorpidisce le sue guance dandogli un tocco di colore, mentre le labbra pallide non del solito rosa pesca tremano a scatti interrotti. Mi piacerebbe tanto potere riscaldare anche quelle.. No. All’improvviso sento il calore affluire nelle guance e prima che lui lo possa notare, gli prendo il viso e lo abbraccio, nascondendolo nell’incavo del mio collo. Signore, non posso fare certi pensieri proprio di fronte a lui.
“Lu..Lucie, mi stai soffocando!” mugugna, nella voce un sorriso.
“Zitto che ti sto riscaldando, dovresti essermi grato” ribatto.
La sua risata soffocata mi fa rabbrividire leggermente, mentre sento il solito profumo di muschio circondarmi. Dannazione.
“Comunque, cos’avevi in quel sacchetto?” chiedo nel tentavo di apparire calma.
“Ah, sì” mormora. Silenzio. “Per te”.
Grazie genio, non mi dici molto così. “Cosa?”.
Silenzio, ancora. “Niall..”
“Okok, è che se ti dico cosa c’è dentro mi cacci dal letto a forza di calci solo per farmeli prendere e sinceramente non mi dispiace affatto rimanere stretto in questa posizione, anche se non respiro per i due quinti” ammette con un altro sospiro sulla pelle.
Se continua così con questo fiato, finisco per imbavagliarlo.
“Niall” pronuncio il suo nome con fare serio.
“Solo se mi prometti che rimaniamo così” bofonchia, questa volta è lui che fa presa sulle mie braccia che lo circondano, stringe con delicatezza. I suoi capelli morbidi mi accarezzano..
“Ora ti alzi e mi prendi ciò che mi devi dare” gli ordino con un debole tremolio. Se non lo faccio alzare prima che se ne va svengo o brucio. Preferirei dunque evitare di morire per combustione a causa di un ragazzo. Gli tiro un calcio quando non lo vedo muoversi, ma lo evita sgusciando veloce giù dal letto.
“Sei davvero acida per essere una ragazza”.
Ignoro la frecciatina mettendomi seduta, mentre lui rovista nel sacchetto. Dopo un po’ tira fuori un pacco biscotti, facendomi scappare un sussulto. Caramelle, grassi, brutta..
“So perfettamente che non riesci ad andare a dormire senza aver bevuto prima un the’ e allora pensavo di poter portare qualcosa per accompagnarlo. Sono i tuoi preferiti, no? Cioccolato e cocco” dice stirando le labbra in un enorme sorriso che oscura la lampadina che illumina la stanza.
Deglutisco costringendomi in un sorriso. “Grazie Niall, non dovevi, ma ho già mangiato con mia madre stasera e sono pienissima..”.
Il sorriso scompare con il calarsi delle sopracciglia. “Con tua madre? Non ho visto nessuna luce accesa e non è mica in viaggio di affari a New York?” mi domanda con fare sospettoso.
Merda, me n’ero dimenticata di averlo informato.
“Sì, beh, ho mangiato.. quello che mi ha preparato mia madre, sai mi ha lasciato una teglia intera di lasagne che credo basterebbero a sfamarmi per un anno intero” mento con discretezza. Dimmi che ci è cascato, dimmi che ci è cascato..
“E non me ne offri neanche un po’?” chiede tornando tra le mie coperte.
Sollievo. Rido. O almeno, cerco di farlo.
“E va bene, mi vendicherò finendo tutto io il pacco di biscotti”.
“Antipatico”.
Ride. Potrei stare ad ascoltarlo per ore e non mi stancherei. È una delle poche cose che riescono a farmi sentire bene.
“Comunque, dimmi un po’ cos’hai fatto in questi ultimi giorni”.
“Come se ti interessasse davvero” mormoro, senza nascondere la nota acida. Infondo, non mi ha filata per niente questa settimana, poi spunta dal nulla con un pacco di biscotti per farsi perdonare. Mi giro dal bordo opposto del letto, offesa.
“Dai, Lucie, non fare la bambina” sbuffa lui, ma sono perfettamente consapevole che sta sorridendo divertito. Sussulto, quando sento le sue mani circondarmi le spalle e stringermi. Affonda il viso sulla mia schiena, sento perfettamente il suo naso sulla nuca, accarezzarmi. Reprimo una risata, soffro il solletico come ogni persona normale della terra anche io.
“Tanto so che non ti interessa” continuo però imperterrita. Devo dargli una piccola lezione.
“Invece sì” afferma, senza mollarmi.
Sospiro affranta. “Certo, per poi parlarne con i tuoi amici e prendermi in giro”.
Di scatto, mi volta verso di sé. Mi fissa serio con i suoi occhi chiari. I miei capelli stesi sull’intero cuscino, sfiorano le sue guance.
“Questo è assolutamente falso”.
Arrossisco a causa dell’intensità che emana il suo sguardo. “Io non posso saperlo”.
Stringe la presa, senza però farmi male. “Invece sai che non è vero. Non potrei mai, e dico mai, parlare ai ragazzi di quello che ci diciamo. Uno, perché non capiscono, due perché sono cose fin troppo personali” sussurra, invadendomi del suo profumo fresco. “Le nostre conversazioni, sono come dei segreti per me. Anche se non hanno senso”.
Ci guardiamo negli occhi, in silenzio. Non sbatte ciglio, sembra quasi non voler rompere il contatto e mi sorge il dubbio che prima mi abbia fatto vincere di proposito.
Infine sorrido, sconfitta. “Scusami, Nialler. Ti credo, credo ad ogni tua singola parola”.
Incurva le labbra, soddisfatto. “Brava”.
Sgranocchia rumorosamente i biscotti prima di allungarsi sulla mia collezione di DVD della Disney. “Cosa ci guardiamo stasera? Cenerentola?” propone.
Faccio una smorfia. “Non mi è mai piaciuta la fiaba di Cenerentola.”
“Come mai?”
“Diciamo che all’età di 11 anni capisci che è una fregatura colossale per l’intero mondo femminile. 1, è impossibile che una scarpa vada bene solo al piede di una ragazza, 2. impossibile che Cenerentola, ragazzina malnutrita sia capace di correre più veloce del principe – a meno che sia grosso e grasso come sua padre, 3. il principe azzurro non si innamora di Cenerentola, ma del suo aspetto e quell’illusione che si lascia alle spalle quando scompare. Scommetto che se mai ci sarà un seguito, divorzieranno” spiego.
Un attimo ammutolito, scoppiare a ridere a bassa voce. “Un seguito in realtà c’è e Cenerentola e il principe continuano a vivere felici e contenti” replica a sua volta, la bocca cosparsa di briciole che cadono sulle lenzuola del mio letto.
“È una fiaba, non la realtà fortunatamente” sospiro sorvolando il soffitto con sguardo perso, “pensa se tutti i principi fossero superficiali come lui.”
“È solo una stupida favola” ripete Niall a sua volta, “Ma ti assicuro che ci sono le eccezioni alla regola” aggiunge a bassa voce, parlando quasi tra sé e sé.
Mi costringo a tornare alla realtà, mi sono lasciata trasportare dai pensieri come mia abitudine. “Che ne sai tu? Giullare di corte, non puoi capire” dico dandogli una spinta amichevole sulla spalla.
Niall ride, “Se fossi un giullare di corte farei battute divertenti. Sono un principe, non vedi la mia bellissima chioma bionda?” si passa una mano tra i capelli scompigliandoli selvaggiamente. Lo guardo e mi rendo conto che è bellissimo comunque, indipendentemente da come si sistema i capelli.
“Biondo tinto” borbotto.
“Ma pur sempre biondo” ribatte senza smettere di sorridermi beffardo.
È davvero un principe, e invidio con tutta me stessa la ragazza che salverà dall’ira del drago o della strega cattiva. Tuttavia al momento, posso approfittarne io.
“Dai principe artificiale, scegli un film che non ho sonno.”






- note dell'autore.



Non ho avuto il coraggio di guardare l'ultima volta che ho aggiornato.
Mi discolpo dicendo che ho avvertito sin dall'inizio che non avrei aggiornato puntualmente, a parte che non ne sono capace, questo era un progetto che mi è nato di impulso da una idea non strutturata. Scusatemi se vi ho fatto penare molto per questo capitolo, spero comunque che non l'abbiate dimenticato in un cassetto, dato che infondo ho notato participazione da parte vostra. Grazie alle meraviglie che mi hanno lasciato una recensione, le ho lette tutte e mi hanno colpito in particolare quelle ragazze che si sono immedesimate perfettamente nel personaggio. E se sono riuscita a farvi amare qualche difetto, come lentiggini che invece io invidio e non potrò mai avere perchè sono cinese, è stato un piacere. Davvero, voglio trasmettere qualcosa scrivendo.

Non so quando aggiornerò la prossima volta, non ho nemmeno un'idea.
E sinceramente gli ultimi due assoli, quello di Harry e Niall sono quelli più importanti per me, voglio impegnarmi con tutta me stessa.
E ci sarà infine anche il ritornello - sempre se riesco.
Vi lascio, ogni recensione è gradita, dovreste vedere con che sorriso le leggo.

Alice.

 


Grazie a Louis per il meraviglioso sorriso
che ci concede quando canta "conversations".
(e ringraziamo anche alla possente schiena di Harry nella gif.)
   
 
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