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Autore: Pontomedusa    07/02/2013    2 recensioni
Quando la costruzione della piramide è solo agli inizi, qualcuno attira l'attenzione del Sacro Imperatore Souther. E' coraggioso, sadico e con un certo talento per l'omicidio...ed è una giovane donna.
Forse Souther ha trovato chi potrebbe fargli battere il cuore?
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Raul, Souther
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Birds of a feather'
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È tutto sbagliato.

Mi rigiro tra le lenzuola, mentre la luce filtra dalla finestra.

Non ho voglia di alzarmi, e rischiare di rivederlo. Cosa potrei dirgli?

Non ho neanche voglia di alzarmi, e rischiare di non rivederlo. Perché muoio dalla voglia di stare di nuovo con lui.

Ecco. Mi è venuta una specie di personalità multipla.

A quanto pare, fare sesso con lui mi ha trasformata in una specie di topolino col batticuore.

Sapevo che non ci saremmo fidanzati, credevo di riuscire a gestirlo. In fondo, quando cercavo di sedurlo, il gioco mi divertiva.

Adesso, non mi diverte più.

Lo voglio ancora (forse ancora di più adesso che so com'è), ma lo vorrei anche in un altro modo. Vorrei che...mi amasse?

Brava, Azusa. Innamorarsi dell'Imperatore Senza Cuore. Un genio.

Be', di sicuro questa soddisfazione non gliela do. Non gli farò capire che lo amo, che vorrei qualcosa di più...prima di tutto, perché non voglio essere umiliata. E poi, perché sarebbe il modo migliore per allontanarlo da me.

No.

È un gioco. E io continuo a giocare, Seitei.

 

 

Gli ufficiali di ritorno dai confini settentrionali sono al mio cospetto per aggiornarmi sulla situazione.

Sembra che sia tornata la calma, e che Raoh abbia rinunciato alle sue mire sui miei territori, almeno per il momento.

Un movimento presso la porta cattura il mio sguardo. È Azusa che, appena entrata, si ferma sulla soglia, e si appoggia mollemente allo stipite. I cordini della casacca allentati, tanto per cambiare, i calzoni aderenti, il corpo rilassato e sensuale che sembra un'offerta.

Per me.

Uno degli ufficiali che stanno facendo rapporto segue il mio sguardo, la vede, e assume un'espressione lubrica. I suoi colleghi seguono il suo esempio, e decisamente più nessuno è in grado di terminare la relazione. Ma Azusa sembra non accorgersi nemmeno di loro; tiene lo sguardo fisso su di me, quello sguardo di fuoco liquido, solo per me.

Per me.

Sì, la voglio ancora. E devo averla, adesso.

Abbiamo finito, qui?”

Gli ufficiali ritornano temporaneamente all'ordine, almeno per il tempo necessario a essere congedati. Uscendo, nessuno di loro riesce ad evitare di lanciarle almeno un'occhiata, ma lei non li degna di uno sguardo. Continua a tenere gli occhi su di me.

Il Seitei non ti ha convocata, confettino!”

Mi fa omaggio del suo sorriso malizioso.

Chiedo la grazia di essere ricevuta comunque, Sacro Imperatore.”

Anch'io sorrido.

Accordata.”

Chiude la porta con un colpetto del piede, praticamente in faccia ai soldati che dovrebbero fare la guardia all'ingresso, e che invece erano presi ad ascoltare il nostro scambio di convenevoli.

Di nuovo quel sorriso malizioso, quello sguardo di fuoco, mentre cammina verso di me, sciolta, sinuosa, sensuale.

Si siede a cavalcioni su di me, poggia la bocca sul mio collo, succhia piano, appoggia le mani sul mio petto...

No, confettino, no. Così, sei troppo vicina al mio segreto.

Per interromperla, mi alzo e contemporaneamente la sollevo, caricandomela su una spalla. Lancia un gridolino deliziato, e quando la deposito sul letto, mi guarda, gli occhi scintillanti di pagliuzze dorate.

Senza mani, Seitei?” Mi chiede, provocante.

Senza mani, confettino.”

Si lascia sfuggire un gemito, non so se di piacere, eccitazione o delusione, poi alza le braccia sopra la sua testa, afferrando i decori scolpiti della testata del letto. La spoglio, e comincio a percorrere il suo corpo con le labbra. Pelle bianca e morbida, segnata qua e là dai lividi delle battaglie, muscoli tonici, rassodati dagli allenamenti. Mi soffermo fra le sue cosce, e i suoi gemiti sono così eccitanti, che continuo finché non la sento venire. E poi, mi sdraio su di lei e la penetro.

Mentre mi muovo dentro di lei, le mordo piano il collo, quel collo bianco e profumato...lei non resiste più, le sue mani si sciolgono dalle volute di legno e toccano la mia schiena, sento le sue unghie che affondano nella mia carne. Va bene così, confettino, questo posso lasciartelo fare, e bastano pochi colpi ancora per sentirla godere di nuovo, sotto di me, e così vengo anch'io, dentro di lei.

Mi lascio andare sopra di lei mentre riprendiamo fiato, e per un attimo mi sembra di sentire il suo cuore che palpita contro il mio, due cuori perfettamente speculari che battono all'unisono.

Questo pensiero mi fa tornare in me, e mi stacco bruscamente da lei. Azusa sobbalza leggermente, mi lancia un'occhiata in tralice, dopodiché si gira su un fianco, dandomi le spalle. Dopo pochi minuti, dal ritmo regolare del respiro, direi che si è addormentata.

L'istinto mi dice che non dovrei guardarla dormire, la ragione mi dice che non ho nulla da temere, l'amore mi è sconosciuto, sono insensibile ai sentimenti. Ma a vederla così, non resisto, mi sdraio dietro di lei, vicino a lei, e affondo il viso nei suoi capelli, fino a sentirne il profumo.

Miele. Miele e cannella.

Decisamente, è stata una pessima idea. Mi stacco da lei con un movimento rapido e violento, troppo violento, perché la sveglia.

Si gira verso di me, mi lancia un'occhiata indecifrabile, quindi si alza, recupera i suoi vestiti, li indossa.

Solo quando è vestita, mi lancia uno dei suoi sorrisi peccaminosi.

Buonanotte, Seitei.”

E in un attimo, è sparita.

 

 

Ricognizione. Già la parola è noiosa. L'attività è noiosa ancora di più. Girare la città in cerca di spie, sicari, o chissà cos'altro.

Quando addestro i soldati, almeno, con il lavoro riesco a distrarmi un po'. Fare la ronda, invece, mi lascia un sacco di tempo per pensare.

Per pensare a Souther. A quanto lo voglio. A quanto mi fa impazzire. Lo facciamo praticamente ogni notte, certe volte anche di giorno a dire il vero, eppure non sono mai sazia di lui. Il sesso mi è sempre piaciuto, non lo nego, ma mai con nessuno era stato così.

Anche se non mi bacia.

Anche se non mi permette di toccarlo.

Sospiro. Uno dei soldati che mi accompagnano mi guarda di sottecchi.

Qualcuno comincia a sospettare qualcosa? Siamo discreti nel senso che lo facciamo sempre con la porta chiusa, e nulla più. Quando siamo insieme in pubblico, ci comportiamo esattamente come prima. Ossia, riflettendoci, come due persone che si desiderano da morire.

Ora che ci penso, è possibile che gli altri ufficiali e i soldati pensassero che fossimo amanti anche prima che lo diventassimo davvero. Ma prima, non c'erano prove a supporto di un qualunque pettegolezzo. Adesso, all'improvviso, mi sembra che sia dannatamente evidente e che solo un idiota non se ne accorgerebbe.

Questo di sicuro non farebbe bene alla mia reputazione. I soldati mi rispetterebbero ancora, se sapessero che vado a letto con l'imperatore? Mah, chissà. Forse mi rispetterebbero ancora di più.

Sono così immersa nei miei pensieri che non mi rendo conto di quello che mi succede intorno. È Toshi che salta giù da cavallo, corre dietro alcune rocce e, dopo alcuni rumori, ne riemerge con un uomo, ferito e sanguinante, da una parte, e un fucile dall'altra.

L'ho addestrato bene. Troppo bene, forse. Ha scoperto e neutralizzato un attentatore mentre io pensavo alle mie pene d'amore.

Cosa ne facciamo, Lady Azusa?”

Toshi lo obbliga a mettersi in ginocchio.

L'uomo ha paura, è evidente. Non mi sembra uno degli uomini di Raoh, sinceramente. Mi sembra un pover'uomo che...

Oh, accidenti. Scendo da cavallo, mi dirigo verso di lui. Con il mio atteggiamento professionale.

Allora, amico mio.”

L'uomo mi guarda. Ha un'aria spaventata, è vero, ma sembra anche risoluto.

Non dirmi che avevi intenzione di fare del male al nostro amatissimo Seitei!”

È un animale!” sibila fra i denti.

Oh...”

Piego le gambe, per avere il viso all'altezza del suo.

Non devi dire certe brutte cose sul nostro Seitei, amico mio. Rischi di farci arrabbiare, lo sai?” dico dolcemente.

Ha ucciso il mio bambino!”

Ecco. L'apice di una giornata da schifo.

Il Sacro Imperatore Souther non usa più bambini per la sua piramide, amico.”

Adesso, forse. Sei mesi fa, avete rapito il mio Jimmy. E quando i bambini sono stati liberati, lui non è tornato a casa!”

Scoppia a piangere. E vorrei piangere anch'io.

Il mio lavoro fa schifo.

Quel poco che ho fatto per migliorare la situazione non cancella tutto quello che ha fatto Souther prima. Non cancella quello che Souther è ancora adesso. Non è a conoscenza delle...modifiche che ho apportato alla gestione dei territori conquistati, e se lo sapesse sicuramente non ne sarebbe felice.

Ma anche pensando questo, non riesco a desiderarlo di meno. Non riesco ad amarlo di meno.

Anch'io faccio schifo.

L'uomo non smette di piangere, tuttavia la maschera di dolore che è il suo volto si trasforma in un'espressione di odio, quando mi pianta gli occhi addosso.

E orgoglio.

Il mondo sarebbe migliore, se ci fossero più persone come lui? Se ci fossero meno persone come me? Come...noi?

Ma la mia recita deve continuare. I soldati ci fissano ridacchiando, probabilmente aspettandosi uno dei miei soliti spettacolini. Anche Toshi.

Per gli dei, anche Toshi. Cosa ne ho fatto? In cosa l'ho trasformato?

Sai, amico mio...capisco il tuo punto di vista, ma il mio Imperatore non sarebbe tanto contento se ti lasciassi andare con tutti i pezzi attaccati...”

Torna la paura, nei suoi occhi.

Mi fa pena.

Dimmi, c'è qualcosa a cui non tieni in modo particolare? Puoi scegliere tu cosa ti taglierò.”

Strappami il cuore, strega maledetta!”

Ecco. Il solito eroe. No, il mondo non sarebbe migliore se ci fossero più persone come lui. Sono le persone come lui, idealiste, scervellate, pronte a dare la vita per una convinzione, che permettono a persone come Souther di prosperare.

Le persone come me, pronte a qualunque cosa per sopravvivere, non hanno niente di cui vergognarsi.

Però no, non a qualunque cosa.

A volte, solo a volte, è giusto rischiare per quello che riteniamo giusto.

Lascialo, Toshi.”

Il ragazzo esegue, un po' stupito. L'uomo non accenna neanche a scappare. Ormai è rassegnato. Ma continua a guardarmi con odio e fierezza.

Vattene.”

Lady Azusa!”

I soldati non credono alle proprie orecchie.

Neanche l'uomo, che mi fissa stupito, ma non accenna ancora ad alzarsi.

Vattene, muoviti, prima che cambi idea! E se ti vedo ancora qui, la prossima volta non sarò così generosa.”

L'uomo si alza, si allontana, un po' barcollante, girandosi ogni tanto per lanciarmi un'occhiata stupita.

E voi, cos'avete da guardare? Andiamo!”

Gli uomini ubbidiscono, borbottando e lanciandomi occhiate quasi deluse. Tranne Toshi. Toshi mi guarda con ammirazione, quasi con...gratitudine.

Sì, a volte è giusto rischiare.

 

 

   
 
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