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Autore: Celeste9    07/02/2013    1 recensioni
Il vostro sogno è lavorare con gli One Direction? Leggendo le testimonianze di alcune figure professionali che hanno avuto a che fare con loro, cambierete idea. O forse no.
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Questa è una raccolta di OS umoristiche che ho scritto in una notte insonne in cui avevo bisogno di buonumore. ATTENZIONE: sono racconti leggeri, senza pretese, che contengono doppi sensi e allusioni sessuali. I fatti descritti sono di mia invenzione e non intendono dare rappresentazione veritiera del carattere di questi ragazzi, né offenderli in alcun modo.
Credits: i titoli sono versi delle canzoni degli One Direction.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Qualche abbassamento di voce, qualche bernoccolo (Harry aveva il vizio di cadere dal palco), qualche sbronza da smaltire: questo era il massimo che mi era capitato da quando ero medico degli One Direction, niente d’importante, dunque, finché non arrivammo in Germania.

Il loro manager mi venne a cercare in preda alla disperazione.

-Celeste, vieni! Stanno male… tutti e cinque!

Quando entrai nella stanza, cercai di fare un rapido quadro della situazione: Harry stava seduto per terra, visto così non sembrava sofferente, Liam era appoggiato al muro con un fianco e ogni tanto emetteva qualche gemito, Louis aveva la faccia sprofondata in un divano e strillava, Zayn sembrava il più grave perché si stava contorcendo su una sedia tenendosi la pancia. Uno, due, tre e quattro… un momento! Dov’era Niall? Strani rumori provenienti dal bagno mi rivelarono che era lì dentro e che stava vomitando. Lo raggiunsi, gli tenni la testa, cercai di confortarlo. Ben sapendo quanto mangiava temetti che ci sarebbe voluto molto tempo prima che gli si svuotasse lo stomaco, ma per fortuna era mattina e fece abbastanza presto. Il vero problema era che non riusciva a tenere dentro neanche un bicchiere d’acqua, così decisi di intervenire con un antiemetico, ovviamente non per via orale.

-Niall, rischi la disidratazione, è importante che tu prenda questa medicina e non per bocca.

-Non penserai che mi lascerò ficcare qualcosa nel sedere, vero?

-O lo faccio io o lo faccio fare da qualcun altro, tipo… Zayn.

-Faccio da me- s’infilò docilmente la supposta e lo portai in camera.

-Il vomito dovrebbe cessare immediatamente, bevi più che puoi e più tardi verrò a vedere come stai.

Tornai di sotto e capii che se volevo occuparmi con calma degli altri, dovevo prima liberarmi di Louis.

-Tommo, calmati, sono qui. Cosa c’è?

Tolse le mani dalla faccia e gridò

-Aiutami! Sono cieco!

I suoi occhi erano gonfi, totalmente chiusi e ricoperti da una secrezione giallastra.

-Credo sia congiuntivite; adesso ti darò una bella pulita e poi metteremo del collirio antibiotico.

Gli passai delicatamente sull’occhio destro una garza imbevuta di acqua bollita. Naturalmente strillò, anche se avevo avuto la premura di lasciarla intiepidire e quando ebbe di nuovo la visuale libera mi fissò nauseato.

-Quanto sei brutta, era meglio quando non ci vedevo.

Per tutta risposta gli cacciai la garza incandescente sull’occhio ancora da pulire; stavolta l’urlo di dolore era pienamente giustificato.

-Il mio occhio! Il mio fantastico occhio azzurro! Rimarrò orbo e le fan ti odieranno per questo!

Gli misi il collirio senza troppi complimenti e lo feci filare in camera sua perché cominciavo a essere seriamente preoccupata per Zayn: aveva il ventre gonfio e lamentava delle fitte fortissime all’addome.

-Saranno stati i cavoli… o i crauti…o la birra… o tutte queste cose insieme- confessò.

Provai a rassicurarlo, mentre gli massaggiavo la pancia:

-Non è niente, solo un po’ di aria in eccesso. Dovresti cercare di liberarti.

-Cosa?

-Scorreggiare Zayn, scorreggiare, quello che fai in continuazione quando siamo in camera insieme.- intervenne Liam.

-Sì però non qui- dissi preoccupata- prendi questo carbone vegetale, vai nella tua stanza, apri la finestra e liberati.

Mentre si allontanava, non potei fare a meno di pensare che pareva Pumbaa con quel ciuffo ritto e la serie di flatulenze che lasciava dietro di sé. Poi un altro pensiero attraversò la mia mente: Harry non aveva mai cambiato posizione e non aveva mai fiatato. E se fosse stato lui il più grave ed io non me ne fossi accorta? Per dirla con Louis, le fan mi avrebbero ucciso se gli fosse capitato qualcosa.

In quel momento Liam si lamentò, notai che sudava freddo, neanche lui si era mai mosso e così mi preoccupai.

-Dove ti fa male?- gli chiesi.

-Non posso dirtelo: è imbarazzante!

Harry parlò per la prima volta:

-Dai, faglielo vedere. Non devi vergognarti: è una donna, ma è anche un medico!

-Ma sì- continuai- se hai un problema intimo non ci sono problemi, per me è come vedere un braccio.

-Non è lì che mi fa male, ma dietro-confessò.

Dietro? Allora lo Ziam esisteva davvero! Rimasi quasi delusa quando proseguì nella spiegazione del suo malessere.

-Ho fatto una lampada, ho messo la crema solare dappertutto. Poi però ho infilato gli slip tra le chiappe per abbronzarmi anche il sedere e senza protezione mi sono ustionato.

Allargai con cautela l’elastico della tuta per dare un’occhiata: il sedere era rosso vivo, ma non presentava vesciche, dunque non era poi così grave. Gli detti una crema:

-Adesso vai in camera, metti questa medicina nella zona interessata e te ne stai a pancia sotto senza vestiti finché non ti senti meglio. E chiudi la porta a chiave… non si sa mai.

Congedato Liam, mi sedetti accanto a Harry.

-E tu? Che cos’hai?

-Ho un problema che mi tormenta da un bel po’: quando mi sei vicina ho continue erezioni.

Sorrisi.

-Non c’è problema.

E curai Harry Styles ogni sera per tutta la durata del tour.

  
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