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Autore: bethelimit    07/02/2013    1 recensioni
'Non dovresti essere qui.' dissi ansimando dallo spavento.
'Non dovrei..' rispose con una voce bassa e roca.
Solo Dio sa che effetto mi fece.
'..Ma sono qui.' continuò passandomi una mano sul viso.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Salita in camera, presi il telefono e composi il numero di Emily.

'Mia?' rispose quasi subito.
'Ciao Emy, come ti è andata?' le chiesi a bassa voce.
'Abbastanza bene, mi ha fatto solo la predica. A te, piuttosto?'
'Una settimana di punizione. Le passerà, prima o poi.'
'Oh..Ora devo andare, ci vediamo domani, Mia. Un bacio, ti voglio bene.'

La salutai e chiusi la chiamata stendendomi sul letto.
Chiusi gli occhi e mi venne in mente il ragazzo di quella mattina. Ripensai al suo sorriso, così bello ma così strafottente.
Scossi la testa cercando di non pensarci, mi girai su un fianco e abbracciando Twinky, la mia tartarughina di peluche, mi addormentai.

Verso le quattro e un quarto mamma mi venne a svegliare. Dovevo accompagnarla a fare la spesa.
Mi alzai, andai verso lo specchio e mi resi conto che avevo ancora quei vestiti impregnati di frullato e caffè. Una smorfia comparve sul mio volto.
Aprii la porta della mia stanza gridando a mia madre che sarei andata a farmi una doccia e così feci.

Dopo essermi vestita, pettinai i capelli e misi un filo di mascara. Presi borsa e telefono e scesi.
'Finita la sfilata?' mi chiese mamma picchiettando un piede a terra, visibilmente contrariata.
Forse ci avevo messo più di dieci minuti.
'Eccomi.' disse Josh correndo giù per le scale.
Alzai gli occhi al cielo e andai in macchina.

'Vai a prendere le uova e il pane.'  mi disse mamma indicandomi il reparto.
Anuii e mi avvicinai al reparto con il carrello.
Il telefono iniziò a squillare, lo presi dalla borsa ma feci troppo tardi.
'Se aspettavi un secondo di più ti avrei risposto.' dissi con una voce da bambina fissando lo schermo del telefono.
'Sei per caso matta?' una voce familiare mi fece alzare lo sguardo.
'Di nuovo tu.' dissi alzando gli occhi al cielo.
Era il ragazzo di quella mattina.
Notai che mi stava guardando dall'alto al basso.
Mi sorrise e arrossii visibilmente, se ne accorse e fece una risatina squotendo la testa.
'Ehm..Scusami, devo andare a prendere il latte.' dissi in preda al panico, cercando di distogliere lo sguardo da lui. Lo superaii e mi avviai verso il reparto 'latticini'.
Sentivo ancora il suo sguardo su di me. Girato l'angolo mi appoggiai ad una colonna sospirando.
Non dovevo predere il latte, ma mi serviva una scusa per andarmene.
Mi affacciai per accertarmi che non fosse più lì, così mi avvicinai di nuovo al carrello e andai verso mia madre.

'Mia, dov'è quello che ti ho chiesto?' mi chiese mia madre guardando nel carrelo, ancora vuoto.
'Io l'ho..Ecco, non l'ho trovato.'  le risposi con un sorrisetto.
Scosse la testa e poggiò il resto della spesa nel carrello.
'Dov'è Josh?' le chiesi poi, notando che mio fratello non era più con noi.
'In macchina.'


Tornammo a casa e mi rifuggiai di nuovo in cameria mia, ascoltando i cd allo stereo e 'ballando' in giro per la camera.
Decisi di dare una sistemata, sembrava di stare in un magazzino. Una volta finito mi sedetti a terra sul tappeto, guardandomi intorno soddisfatta. Gattonai fino all'armadio e lo aprii e con molta concentrazione, mi misi a scegliere i vestiti da indossare il giorno dopo a scuola.
Scelsi un paio di jeans attillati, un maglione bordeaux e le vans dello stesso colore.
Mi diressi poi verso la borsa dove avrei dovuto mettere tutti i libri da portare per poi lasciarli nell'armadietto. Preparai tutto e mi misi un pò al pc, per rilassarmi.
Prima che me ne accorgessi, si fecero le otto e scesi giù per cucinare.
Finii di mangiare e andai dritta a letto. Ero sfinita, anche se non avevo fatto nulla di stancante.

*La mattina dopo*

La sveglia suonò alle sei in punto, mi alzai e con gli occhi ancora chiusi dal sonno, mi preparai per andare a correre.
Uscii di casa e la fredda aria mattudina mi punse in viso come piccoli aghi.
Misi le cuffiette e iniziai a correre molto lentamente aumentando la velocità gradualmente.
Passai per la via del centro commerciale, come sempre dopotutto. Guardai lo schermo del telefono per cambiare canzone, continuando a correre, finché non mi scontrai con qualcuno.
Alzai una mano per chiedere scusa e continuando a guardare lo schermo del telefono, mi fermai ad una panchina.
Avevo corso più del solito. Mi tolsi le cuffiette e le poggiai accanto a me. Mi presi il viso tra le mani riprendendo aria.
Guardai l'ora e notai che era ora di tornare. Mi avviai verso casa e in poco arrivai.

Dopo aver fatto la doccia mi infilai i vestiti preparati la sera prima. Mi guardai allo specchio e sorrisi soddisfatta dell'abbinamento che avevo creato.
Presi la borsa e, uscendo di casa, salii in ,acchina con Josh e in cinque minuti arrivammo a scuola.
Parcheggiò davanti a quell'edificio, così nuovo ai miei occhi ma così vecchio. Vecchio, ma in ottime condizioni.
'Cerca di non combinare casini e in bocca al lupo.' mi disse mio fratello sorridendomi.
'Okay. In bocca al lupo anche a te.' gli risposi e facendo un respiro profondo, uscii dalla macchina, chiudendo lo sportello.
Josh si avviò verso l'entrata salutandomi con la mano, sorrisi.
Rimasi imbambolata ad osservare la gente di quella scuola. Spostai lo sguardo sull'edificio. Era rosso, con la scritta 'Brick S.' mi venne in mente di tutto. Spostai poi lo sguardo sulla strada, notando in lontananza i biondi capelli svolazzanti di Emily. Mi sentii sollevata, la raggiunsi e senza dire una prola, ci avvicinammo al cancello.
'Non è male come sembra, posso assicurartelo.' mi rassicurò poggiandomi una mano sulla spalla, sorridendo dolcemente. Mi portò a conoscere un gruppo di suoi amici.
Me li aspettavo diversamente, ma sono tutti simpaticissimi.
'Cosa sono tutti questi gruppi?' chiesi guardandomi intorno.
'Quelli sono i Nerd.' mi disse una delle ragazze, Dejana, indicandomi un gruppetto.
'Quelli i pacifisti.' un ragazzo me ne indicò un altro.
'I ballerini.' me ne indicarono un altro. Guardai incantata quel gruppetto e mi voltai verso Emy che sorrise dolcemente.
'E quelli?' chiesi indicando un gruppo che non mi avevano ancora nominato.
Fecero tutti la stessa smorfia. Mi scappò una risatina e mi tappai subito la bocca con una mano. Sorrisero.
'Tesoro, quelli là neanche da lontano devi guardarli.'  mi disse Dejana, guardai gli altri e annuirono tutti in segno d'approvazione.
'Quelli si credono i padroni del mondo e a capo del gruppo c'è Mike con la sua squadra di basket.'


Mi guardai intorno, avevo capito più o meno le cose. Decisi di farmi un giro per la scuola. Emy si offrì di farmi da guida, ma le dissi di voler andare da sola perché notai che parlando con uno di quei ragazzi, le compariva uno di quei sorrisi da lasciarti imbambolato.
Mancava più di mezz'ora all'inizio delle lezioni. Entrai e mi vennerò i brividi. Forse era l'adrenalina, forse la paura, forse il fatto che non ci fosse nessuno apparte qualcuno di quei ragazzi che chiamano 'nerd', o forse l'aria gelida che filtrava dai condizionatori posti sul soffitto. Misi le mani in tasca e camminai guardandomi intorno.
Mi avviai di nuovo verso l'uscita. Quel posto mi metteva i brividi.

Al suono della campanella entrammo tutti e Emily mi accompagnò al mio armadietto, fortunatamente attaccato al suo. In mezzo alla confusione, sentii il portone della scuola aprirsi e delle risate maschili provenire dall'entrata. Piano piano il corridoio si svuotò, ma non del tutto. C'erano dei ragazzi, probabilmente quelli di poco prima.
Emily aveva ancora la testa ficcata nell'armadietto metre io cercavo in ogni modo di aprire il mio.
'Mia, io devo andare a storia. Non fare tardi, mi raccomando. Scusami se ti abbandono così, ma devo parlare con il prof.' mi disse Emy allontanandosi piano piano. Le sorrisi.
'Non preoccuparti, tra poco arrivo.' le risposi.
Spostai lo sguardo su quel gruppetto notando con quale facilità aprisserò i loro armadietti, mi girai verso il mio.
'Qual'è il tuo problema, eh?' dissi contunuando a fissarlo come per aspettare una risposta.
Ovviamente non arrivò. Sentii il portone aprirsi di nuovo, spostai nuovamente lo sguardo verso l'entrata.
Era un ragazzo. Qualcuno gli gridò qualcosa e lui sorrise.
Sorrise.
Era lui. Era di nuovo lui. Di nuovo quel sorriso.
Spostò lo sguardo su di me, probabilmente sentendosi fissato. Mi girai di scatto con il risultato di inciampare sui miei stessi piedi e cadere rovinosamente a terra. Mi sedetti prendendo mi il viso tra le mani pregando di poter scomparire nel momento stesso.
Non feci in tempo ad alzare lo sguardo che mi ritrovai il ragazzo davanti. Mi sorrise.
'Tutto bene?' mi disse porgendomi la mano.
Mi venne in mente quando, il giorno prima mi fece cadere. Stavolta però la afferrai.
'Stavo meglio prima.' gli risposi facendo spallucce e voltandomi di nuovo verso l'armadietto.
'Ti serve una mano?' mi chiese.
'No, ce la faccio.' risposi, ricominciando la lotta con quel coso.
'Si, ti prego aiutami o farò tardi.' gli dissi battendo un pugno sull'armadietto.
Rise e lo aprì. Non capii come, ma lo aprì. Lo ringraziai.
'Puoi dirmi il tuo nome?' mi chiese.
'Mia.' risposi timidamente.
'Io sono Justin, piacere di conoscerti, piccola.'
Al suono di quel nomignolo arrossii. Mi coprii il viso con le mani.
'Ora devo andare, ci si vede Justin.' dissi andando a passi veloci verso la classe di storia.
'Non pensi di dimenticare qualcosa?' mi gridò.
Mi voltai e tornai indietro, chiudendo l'armadietto e prendendo il libro di stroria. Mimai un 'grazie' e feci per allontanarmi ma Justin mi bloccò per un polso.
'Non mi riferisco a questo..' disse a voce bassa, tirandomi a se.
Dio.
'..A-a no? E a c-cosa ti riferisci, a-allora?' risposi con una vocetta balbettante.
Si avvicinò al mio viso con il suo e notando il mio rossore in faccia, sorrise. Fece scendere il suo viso sul mio collo, dove lasciò un piccolo bacio. Mi venne un brivido e il mio cervello si offuscò.
Trattenni un gemito. Lo sentii sorridere sulla mia pelle.
'Hai dimenticato il foglietto con le classi segnate..' mi sussurrò. Rabbrividii.
Si allontanò, ma restò con un sorriso da panico sul volto, poi mi porse il foglietto.
'Oh..Em..Grazie..' dissi cercando di riprendere a respirare.
'Non c'è di che, Mia.' mi rispose.
Al sentir pronunciare il mio nome da quella voce roca e a dir poco sexy rabbrividii di nuovo e senza spiccicare parola, mi avviai verso la classe di storia appena in tempo.

Mi sedetti accanto ad Emily con un sorriso stampato in faccia.
'Mia, ma che ti prende?' mi chiese trattenendo una risata.

as long as you love me.


  
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