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Autore: eian    08/02/2013    4 recensioni
Un virus che colpisce i telepati, mortale per i vulcaniani, si sta diffondendo sul pianeta Cetacea e rischia di propagarsi per l'intero quadrante, con effetti devastanti. L'Enterprise del capitano Kirk deve indagare sulla possibile origine sintetica del virus e il suo legame con una sperduta località su Vulcano.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Nuovo Personaggio, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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stavolta ve lo prendete com'è, non riesco a rileggerlo! Siate clementi...

12. Alghe miwari

Il canalone terminò, aprendosi in una meravigliosa distesa sottomarina.
Il fondale sabbioso era ricoperto da un'enorme, ordinata coltivazione di alghe nere, lucide come plastica e alte circa un metro, che fluttuavano dolcemente alla corrente; al di sopra passavano branchi di pesci di tutte le dimensioni e colori, come farfalle su un campo fiorito, compreso un gruppo di grossi cetacei che stazionavano giocando oziosi.
Ovunque un'intensa tonalità di azzurro e raggi solari leggermente obliqui che penetravano dalla superficie donavano al paesaggio un aspetto da favola.
Tra le file di alghe, simili a filari di viti, si trovavano alcune decine di cetaciani che lavoravano senza particolari attrezzature, a parte una muta leggera e delle zavorre alle caviglie per poter camminare sul fondale.
Ad intervalli regolari si avvicinavano a delle torrette diffuse un po' ovunque, attaccavano una mascherina e ci respiravano dentro per qualche minuto, per poi tornare al lavoro.
Da un lato della coltivazione si trovavano alcune strutture nella tipica architettura locale: bolle di materiale trasparente leggermente iridescenti si  susseguivano, unite da piccoli corridoi azzurri come un enorme filo di perle subacquee.
Kirk non aveva mai visto niente del genere: era uno spettacolo mozzafiato. Beh, era per queste cose che era entrato nella Flotta Stellare, no? Alla ricerca di strani e nuovi mondi...
Dopo una breve ricognizione si diresse verso una zona di stazionamento, dove si trovavano altri piccoli natanti monoposto ed enormi veicoli da carico.
Dalla trasmittente arrivò il segnale di una chiamata.
- Salve, benvenuto alla Miwari-ta, come posso aiutarla? - chiese una voce spumeggiante in inglese standard.
- Salve, sono James Kirk, vorrei visitare la vostra bellissima piantagione. Non ho un appuntamento - rispose il capitano.
- Un momento, prego -
Una musica delicata e dalle tonalità esotiche riempì l'abitacolo nell'attesa.
- capitano Kirk! Quale onore averla tra noi! - esclamò una voce maschile - prego, entri nella camera di compensazione alla sua destra, verrà svuotata e ripressurizzata in pochi minuti -
Kirk manovrò abilmente il subpod nella camera indicata, dove si era aperto un grosso portello stagno che si richiuse dietro di lui.
Quando l'acqua defluì Kirk scese sul grigliato del pavimento, che lasciava il pavimento sufficientemente asciutto per i suoi stivali.
Un cetaciano dai capelli turchesi e abbigliamento formale lo raggiunse da una porta a vetri laterale: il gemello manager, riconobbe Kirk.
- Capitano, che gradita sorpresa! Io sono Delia - esclamò quello, allungando una mano delicatamente palmata.
- vedo che sapete chi sono!  - Rispose il capitano, ricambiando la stretta forte e decisa.
- La sua fama la precede. Lei è il capitano dell'Enterprise, l'astronave della Flotta Stellare che sta coordinando gli sforzi per debellare il terribile virus che sta opprimendo il nostro pianeta. Cosa la porta da noi? -
Kirk era un esperto di schermaglie e aveva un ottimo intuito per la gente: il tipo, che avrebbe venduto sua madre per un incremento delle vendite dell'un percento, era sinceramente stupito di vederlo. Dunque probabilmente non era coinvolto.
 - Avevo bisogno di una pausa, volevo visitare il pianeta e ho visto la vostra pubblicità: le immagini erano così interessanti che mi hanno attratto - non disse che amava le alghe miwari, nel remoto caso gli proponessero una degustazione - spero possiate mostrarmi qualcosa, anche se non ho un appuntamento -
- Ma certo! Anche se stiamo per chiudere la giornata lavorativa sarò lieto di mostrarle io stesso la piantagione -
Dopo avergli offerto una strana tisana dal sapore gradevole lo condusse ad un veicolo anfibio rosso brillante e attraverso la camera di pressurizzazione si ritrovarono a sorvolare la coltivazione, che da vicino era ancora più stupefacente, mentre il suo cicerone forniva informazioni e dati sulla produttività.
- Facciamo quattro raccolti in un anno solare standard, che corrisponde a circa due cicli di rivoluzione di Cetacea attorno a Lambda Aurigae -
- La quarantena vi sta danneggiando le vendite? - chiese Kirk.
- Non molto, il nostro mercato è per lo più locale, sul pianeta; esportiamo solo circa l'un per cento del prodotto, abbiamo rallentato leggermente la produzione per evitare l'eccedenza e stiamo accumulando una piccola scorta per quando riapriranno le esportazioni -
"Avido bastardo " pensò Kirk "questo venderebbe davvero sua madre per quell'uno per cento! Questo però significa anche che non ha alcun interesse nella diffusione del virus, anzi, la quarantena danneggia i guadagni"
Rientrarono nelle strutture simili a bolle di sapone e Delia lo accompagnò a visitare i laboratori, stanze e stanze di attrezzature piuttosto avanzate.
- Non sono uno scienziato, ma mi sembrate piuttosto ben organizzati! -
- Ci teniamo al passo, è necessario. La parte della ricerca è tenuta da mio fratello, è lui il biologo!  È convinto che il futuro sia nelle coltivazioni biologiche e quindi studiamo i metodi per evitare concimi e repellenti artificiali: è difficile mantenersi competitivi in questo modo -
Il tono del cetaciano era perfettamente neutro, ma Kirk capì che Delia non approvava lo spreco di risorse a favore dell'ambiente.
Entrarono in una enorme bolla trasparente; Kirk vide all'esterno il branco di cetacei neri giocare scivolando sulla copertura tra una miriade di bolle multicolore.
All'interno si trovavano grandi  vasche piene di liquido gelatinoso, contenenti piccole piantine di alghe nere a vari stadi di grandezza; operai e tecnici di specie diverse lavoravano tra le vasche.
- Questo è il vivaio - disse Delia - normalmente le alghe si piantano direttamente sul fondale esterno, ma questo obbliga ad usare radicanti e repellenti artificiali, mentre così le piantine vengono tenute nelle vasche fino al raggiungimento di una grandezza che le mette relativamente al sicuro, per poi essere trapiantate a mano. Ovviamente questo aumenta i costi - aggiunse con una piccola smorfia che non sfuggì al capitano - parzialmente recuperati dal mancato utilizzo delle altre sostanze -
Kirk si guardò attentamente attorno, captando lo sguardo insistente di un tecnico che preparava delle sementi; appena ne incrociò lo sguardo quello si voltò, tuttavia continuò a sentirsi i suoi occhi addosso mentre attraversava la sala verso una porta dal lato opposto.
 - Qui è dove effettuiamo gli incroci e le selezioni, ottenendo varianti speciali coperte da brevetto -
La porta metallica era pesantemente blindata e chiusa da una serratura elettronica a codice e carta magnetica; telecamere a circuito chiuso riprendevano l'ingresso e un grosso cetaciano armato piantonava la porta.
Kirk lo fissò, riconoscendo un volto noto: uno dei scagnozzi che li avevano attaccati all'alloggio di Tepam.
"Bingo!" Pensò tra sé, distogliendo lo sguardo.
Quello tuttavia non diede segno di averlo riconosciuto, e il capitano era ragionevolmente sicuro che fosse proprio così: gli aggressori non erano riusciti a vederli in faccia e probabilmente non avevano idea di chi fossero in realtà.
Delia strisciò una carta magnetica e digitò un codice troppo velocemente perché potesse leggerlo ed entrarono nell'ambiente interno.
La luce era fioca e la temperatura spiacevolmente più bassa.
Sulla sala dove si trovavano si affacciavano alcune porte a prova di contaminazione biologica dotate di oblò e da ciascuna di esse si irradiava una luce azzurrognola.
Sui display di alcune di esse spiccava la scritta "sperimentazione in corso, vietato l'accesso" in inglese standard e in un'altra lingua dagli strani caratteri, evidentemente cetaciano.
Da una di queste stanze uscirono due biologi, impegnati in un'accesa discussione che rasentava il litigio vero e proprio.
- Ho detto che faremo così! Il livello di contenimento è più che sufficiente!- esclamò quello che Kirk riconobbe come Celia, il gemello ecologista.
 - Devo ricordarti cosa è successo l'ultima volta?- rispose l'altro biologo, prima di accorgersi del visitatore e interrompersi bruscamente.
- Celia - chiamò il fratello con un leggero tono di avvertimento - ti presento il capitano James Kirk, dell'astronave Enterprise -
Kirk fu certo di cogliere la paura, se non proprio panico nello sguardo del  cetaciano dai capelli bianchi, anche se quello fu veloce a nasconderlo; tuttavia il linguaggio corporeo non era affatto rilassato.
Si fece avanti con la mano tesa e il suo sorriso più disarmante sulla faccia
- Salve! Mi spiace per l'intrusione a fine turno, ma suo fratello è stato così gentile da offrirmi una visita guidata -
Il biologo gli strinse frettolosamente la mano, ritraendola immediatamente.
- Celia, potresti mostrare tu i laboratori al capitano?- chiese Delia - Sono il tuo regno, sicuramente potresti illustrare il lavoro molto meglio di me -
- Mi spiace ma ho un delicato esperimento in corso, non posso assolutamente spostarmi -
Kirk colse l'occhiata interrogativa che gli lanciò il collega e dedusse che non era affatto vero.
- Desolato capitano, ma devo lasciarla -
Con un rapido cenno del capo si allontanò, seguito dal suo collaboratore.
- Capitano, sono costernato. Normalmente non si comporta così, ma ultimamente è un po' sotto stress - disse Delia, sincero.
- Non si preoccupi, sono abituato agli scienziati! Vedesse il mio medico di bordo, in questi giorni... È intrattabile! Cosa turba suo fratello? - chiese con leggerezza.
- Ad essere sincero, di preciso non lo so. Credo che come biologo e naturalista questa epidemia lo sconvolga, oltre alla paura del contagio che sta affliggendo un po' tutti, anche se da noi non è ancora arrivata. Inoltre so che ha un esperimento molto importante in corso, ma onestamente io non ne capisco nulla.  Venga, le faccio vedere il resto della struttura -
Lo guidò fuori dalla saletta fredda e crepuscolare.
La porta si richiuse con uno scatto di chiusure robuste e Kirk sentì un brivido lungo la schiena; se fosse legato alla differenza di temperatura o ad una sgradevole sensazione non seppe dirlo.

Chekov guidava abilmente la navetta stealth con cui avevano deciso di compiere la missione di recupero, per evitare sgradevole pubblicità.
Snarll giaceva semi-arrotolato sul suo sedile, in una posa che nessun umano avrebbe trovato comoda per ronfare, letteralmente, come invece stava facendo il tenente.
Tarantino, invece, stava analizzando le planimetrie del complesso di ricerca.
- Claudio, dobbiamo proprio ascoltare questa roba? – gemette Chekov.
-  Credevo che i russi amassero la lirica! – rispose Tarantino, mentre il terzo “vincerò” della romanza pucciniana scaturiva dagli altoparlanti, sovrastando in potenza le voci degli ufficiali per tutto il tempo che il tenore riuscì a tenere la nota.
- Meraviglioso! – esclamò Snarll, rivelando di non dormire affatto come invece la sua posa aveva lasciato supporre – Vastarev è decisamente il più grande tenore di tutti i tempi, anche se io personalmente preferisco Wagner a Puccini –
- Non saprei, anche Caruso sembra che fosse veramente eccezionale, peccato che le riproduzioni arrivate fino ai nostri giorni non gli rendano affatto giustizia – rispose Tarantino.
- Una grave perdita – commentò Snarll con sincero rimpianto.
- Non ci credo! Snarll, come fai a conoscere la lirica terrestre? – esclamò Chekov.
- La mia razza ha un udito sensibile e adora la musica; la lirica terrestre ha conosciuto punte di rara perfezione e quando Claudio me l’ha fatta conoscere l’ho subito amata! Anche se i tenori terrestri sono scenicamente così poco credibili… - sospirò teatralmente, facendo ridere gli altri due.
-  Claudio, da che zona dell'Italia vieni, di preciso? - chiese Chekov .
-  Dalla Toscana, se sai dov'è, anche se la mia famiglia è originaria del Sud-
-  Firenze, giusto? Una volta ho visitato le principali città, un'esperienza incredibile! Tutta quell'arte, e l'archeologia. Son contento che le guerre Eugenetiche l'abbiano risparmiata, sarebbe stata una grave perdita per l'umanità -
-  Non posso che concordare. Dopo la Grande Crisi agli inizi del ventunesimo secolo e la rivoluzione che ne è seguita abbiamo rischiato di perdere molti monumenti importanti, ma gli italiani amavano troppo il loro patrimonio artistico e si son fermati di fronte ai musei piuttosto che di fronte agli sbarramenti antisommossa! Siamo davvero uno strano popolo...-
-  Avete della musica fantastica - commentò Snarll, mentre Vastarev attaccava con “Un dì all’azzurro spazio” dell’Andrea Chenier.
-  Per non parlare della cucina! Lasagne... - aggiunse Chekov con aria sognante.
-  Non hai provato la parmigiana di mia nonna! - replicò Tarantino.
-  Cos'è? - chiese Snarll, sempre curioso delle civiltà aliene.
- È un piatto che si fa con le melanzane, il sugo e il formaggio. Si fanno friggere le fette...- si lanciò Tarantino.
- Verdure? Orrore! -  lo interruppe sinceramente disgustato il felinoide.
Chekov scoppiò a ridere, inserendo i codici di accesso e attraversando lo scudo anticontaminazione.
Il pianeta apparve all'improvviso in tutto il suo azzurro splendore.

  
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