Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Alkimia    08/02/2013    6 recensioni
[CONCLUSA]
***SEGUITO di "A series of unfurtunate events"***
Ognuna delle opzioni possibili è rischiosa e potrebbe danneggiare Nadia. Per non parlare dell'altra faccenda in ballo: qualcuno vuole distruggere la Terra... tanto per mantenersi nel solco della tradizione.
Nadia è in America per cercare, insieme allo S.H.I.E.L.D, un rimedio ai danni provocati dall'energia della pietra. Loki è prigioniero sul pianeta dei Chitauri ma ha ancora dei piani. Eppure, ancora una volta, troppe cose non vanno come lui sperava. Vecchi nemici tornano da un passato lontano che lui continua a rinnegare, costringendo gli Avengers a tornare in campo; episodi e sentimenti inaspettati lo porteranno a dover decidere da che parte stare. E non è detto che la decisione finale sarà quella giusta...
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Loki, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'A waltz for shadows and stars'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo ventesimo
Lese-majesty


«Ho promesso a Steve che l'avrei accompagnato al cinema, vuole vedere qualcosa in 3D. Sarebbe troppo indelicato se lo portassi a vedere l'Era Glaciale 4?» domanda Nadia dopo aver dato un'occhiata alla programmazione dei cinema della zona.
Tony scrolla le spalle. È passata una settimana da dopo il party e non c'è stato nessun cambiamento sostanziale...
L'espressione ''dopo il party'' è convenzionale, è quella che lui e gli atri hanno deciso di adottare secondo tacito accordo quando occorre riferirsi a Nadia e Loki e al loro definitivo avvicinamento. O come diamine lo si voglia chiamare – è Rogers quello bravo a trovare termini alternativi carichi di delicatezza.
Nessun cambiamento sostanziale se si esclude il fatto che ora lui deve vivere sapendo che il tizio che lui non avrebbe mai più voluto vedere se non a distanza di diversi anni luce dalla Terra, è vicino, molto vicino, troppo vicino a una ragazza a cui vuole bene. Ma Pepper gli ha detto che non ci deve rimuginare troppo su, altrimenti impazzirà, gli verrà un esaurimento nervoso e ne farà venire uno anche a lei.
Ovviamente il monito di Pepper è più o meno retorico. Nemmeno lei digerisce l'idea del ''dopo il party''. Nessuno la digerisce. Non digeriscono il presente e non digeriscono il futuro verso il quale quella situazione è proiettata. Tony continua a non fidarsi dei piani di Thor, non perché non creda alla totale buona fede del biondone, ma perché ormai dovrebbe essere chiaro che con Loki i piani non funzionano mai. Hanno difeso la Terra dalle sue mire e non sono riusciti a tenerlo adeguatamente a distanza dalla ragazza, perché lui poteva salvarla e loro no.
Tony non sa quale faccia di questo schifosissimo cubo di Rubik debba fargli più rabbia.
Probabilmente la parte in cui è costretto a rendersi conto che quello del ''dopo il party'' non è nemmeno il loro più grande problema. Anzi, che in ultima analisi non è nemmeno un problema vero e proprio ma potrebbe diventarlo.
D'accordo, non deve pensarci, l'esaurimento nervoso sarebbe un problema ben più serio viste le circostanze.
«Fossi in te non uscirei con Capitan Granita» dice Tony. «Credo che ti voglia con sé solo perché se gira con una ragazza le altre lo lasciano in pace. Cosa ci troveranno mai le donne in lui comunque non lo capisco».
«Sei solo invidioso perché è più alto di te».
«Grazie, Colombina, grazie tante».
No, decisamente nessun cambiamento sostanziale. Va bene così, è meraviglioso, se si concentra può persino pensare che non sia successo niente.
«Ehi, aspetta. Non esci con me e Jane?» chiede Pepper. Ha organizzato un'uscita con la dottoressa Foster, da quando l'ha vista così sola e spaesata al party ha tipo deciso di diventare la sua migliore amica. È sempre stata una donna empatica, la sua Pepper, ma se non si risolve questa situazione dei rettori Arc presto partirà per una missione umanitaria in India o deciderà di allestire un rifugio per cani randagi nel garage; l'inoccupazione non le giova per niente.
«Devo proteggere Steve dalle groupies» risponde Nadia. «E poi credo che... insomma, penso che Jane non si senta del tutto a suo agio con me».
Certo, non dev'essere bello uscire con la ragazza del tizio che vuole distruggere il tuo ragazzo. Lo capisce bene lui! Ok, ok, deve smettere di pensarci.
«Però dovreste invitare Nat» aggiunge la ragazza. «Se hai smesso di detestarla, intendo».
«Certo che ho smesso...» borbotta Pepper. Chissà se è vero, chissà se la signorina Potts si è fatta passare il trauma lasciatole da ''Natalie Rushman''.
A parte la stranezza della cosa in sé, Tony spera che Natasha Romanoff non possa partecipare a un'uscita tra ragazze perché impegnata in sedute di sesso, vodka e tenerezza insieme a Clint Barton. Si sente ancora un po' in colpa per non essere riuscito a fermare Thor la settimana scorsa e averli interrotti, quei due devono sfogarla questa benedetta tensione sessuale accumulata, altrimenti potrebbero diventare una fonte di energia per le armi del nemico.
Ok, forse anche questo era un pensiero da evitare.
Tutti pensavano che dopo l'esplosione di Boston, dopo che due agenti dello S.H.I.E.L.D. erano morti, il buon vecchio Nick Fury si facesse il culo per cercare di venirne a capo... che poi, non è colpa sua o del suo reparto. Non è colpa di nessuno. Anche se nessuno vuole ammetterlo, c'è solo una cosa che resta da fare: aspettare che quei figli di puttana facciano la prima mossa, è inquietante e chissà quanto tempo ci vorrà prima che succeda, dato che i reattori Arc sono stati smantellati e...
«Sono un genio!». Tony scatta in piedi e ghigna, guardando un punto indistinto fuori dalla vetrata, contemplando il profilo di un'idea che si delinea pian piano dentro la sua mente.
Pepper e Nadia si scambiano uno sguardo perplesso.
«Sono un genio e dovrei prendermi a schiaffi per non averci pensato prima!» esclama. «Perché non ci ho pensato prima?».
Salta oltre il divano con un balzo, segue il filo del suo stesso ragionamento, camminando a caso per la stanza, fino a quando non diventa perfettamente lineare.
«Certo, certo, si può fare. È così semplice...».
Nadia arriccia il naso e si accosta a Pepper,
«Pensi che ci dirà che succede prima o poi?» domanda a voce bassa, come se temesse di farlo uscire da quello che deve sembrarle uno stato di trance.
«Non si sa. A volte parla da solo per ore».
Tony si volta verso le due donne, con le braccia aperte come un teatrante in attesa dell'applauso. Oh, come possono applaudire se non le ha ancora messe al corrente di quello che ha pensato?
«Riportiamo qui i rettori Arc per il progetto sulle energie sostenibili» spiega. «Apparentemente faremo tornare tutto come prima, ma le macchine saranno in un luogo ben preciso, controllate dallo S.H.I.E.L.D. notte e giorno. Se è quello che i nostri amici che giocano a nascondino vogliono, allora che vengano a prenderli»
«Una trappola?» borbotta Nadia, scettica. «Non ci cascheranno mai»
«Dici, Colombina? Fino ad ora non sono riusciti a far funzionare le loro diavolerie, hanno bisogno di quell'energia, gli serve e immagino che faranno di tutto per venirsela a prendere, ma saremo noi a prendere loro»
«Ci sono dei rischi» fa notare Pepper.
«Certo che sì, ma è più rischioso restare qui ad aspettare che quei bastardi trovino un'altra fonte di energia e ci colgano di sorpresa». È così semplice e perfetto, e Nick Fury sarà d'accordo con lui e quando questa follia sarà finita gli altri Avengers lo ringrazieranno. E poi, quando questa gatta da pelare sarà archiviata, potranno rispedire Loki nell'iperspazio.
… e poi shawarma per tutti!

*

Nadia si chiude la porta dell'attico di Tony alle spalle. Sta ancora rimuginando su quello che ha detto il suo amico.
Hanno chiamato Fury e lui ha detto che si può fare, che è una mossa azzardata ma che nessuno è mai riuscito a fargliela sotto il naso. A parte Loki, con il Tesseract, e la quasi distruzione dell'elivelivolo e un altro paio di cose... ma poi hanno recuperato la partita.
Tony si è anche raccomandato di non dire niente a nessuno, di organizzare la cosa nella massima segretezza perché ha il sospetto che ci possa essere qualche spia, qualcuno dall'interno che fa il doppio gioco. Fury naturalmente ha alzato di qualche ottava il tono di voce specificando che è impossibile, che non ci sono talpe nello S.H.I.E.L.D, sarebbe estremamente paradossale e altamente improbabile. Ad ogni modo, lui e Tony sono rimasti d'accordo sul tenere la cosa segreta, domattina si vedranno con gli altri Avengers alla base dello S.H.I.E.L.D e, in attesa che i reattori Arc tornino al loro posto, organizzeranno un piano per dare un definitivo calcio in culo a quei bastardi.
Sì, può funzionare. Nadia vuole proprio sperarci.
Il suo appartamento è silenzioso e buio.
Tutte le sere va a cenare di sopra, sistematicamente quando riscende nel suo appartamento ci trova Loki; il più delle volte lui se ne sta fuori al balcone, diritto come un fuso a osservare la città. Cioè, Nadia è certa che non osservi propriamente la città, che stia lì a pensare a qualcosa.
I pensieri di Loki le fanno paura, per questo non gli fa mai domande.
Forse se potesse restare lì sarebbe un po' meno indispettito. Ma spostare in pianta stabile la residenza del dio degli inganni all'interno della Stark Tower è una cosa che Nadia sa di non poter fare, non può pretendere che Tony accetti anche quello e che Loki ronzi a pochi metri da Pepper se Nadia non è lì con lui.
Che poi, da una settimana, lui si prenda la libertà di comparire tutte le sere, neanche fosse Edward Cullen, è una faccenda che Nadia non riesce ad arginare. La compagnia di Loki non le è mai dispiaciuta, nemmeno in momenti meno rosei e quando si sveglia con il piede giusto è un ottimo compagno di conversazione e se conversa con lei – o  è dedito ad altre cose più piacevoli – va da sé che non può anche occuparsi dell'assassinio dei padroni di casa.
La ragazza supera il corridoio e arriva nel salotto. Lì c'è un po' di luce, la piantana è accesa e riflette un riverbero giallastro sulla superficie dei mobili. E Loki è sul divano e sembra una specie di gigantesco pipistrello.
Sta leggendo a testa in giù, con le spalle sulla seduta del divano e le gambe lunghe sollevate in alto sopra la spalliera, reggendo il libro sopra il viso, così preso dal testo che ha tra le mani da non accorgersi di lei, e forse nemmeno della posa assurda che ha assunto. Meriterebbe davvero che gli si scattasse una fotografia.  
Lei lo raggiunge e si siede sul lato opposto del divano. Il dio le rivolge uno sguardo rapido, poi ritorna a leggere. Nadia arriccia il naso e si sporge a guardare la copertina del libro.
I miti di Cthulhu. Sul serio?!
Sulla faccia di Loki compare un sorrisetto indecifrabile e lui comincia a leggere a voce alta,
«Ritengo che la cosa più misericordiosa al mondo sia l'incapacità della mente umana a mettere in correlazione tutti i suoi contenuti. Viviamo su una placida isola di ignoranza nel mezzo del nero mare dell'infinito...[*]»
«Sì, molto divertente» borbotta Nadia strappandogli il libro da mano. «Potresti tornare ad assumere una posa normale? Ci sono delle novità»
«Il modo in cui sto seduto non influisce sulle mie facoltà cognitive. Parla»
«Tony ha avuto un'idea, per trovare gli invasori e...»
«Non dirmelo: vuole tendere loro una trappola usando come esca i suoi reattori Arc».
Nadia inclina la testa di lato e sbatte le palpebre,
«Ehm... sì, proprio così».
Loki scuote la testa e allunga una mano verso il libro.
«Ci avevo già pensato» mormora, sfogliando il volume per ritrovare il punto in cui era arrivato a leggere. Per un attimo la ragazza ha la tentazione di farglielo ingoiare, quel maledetto libro.
«Se ci avevi pensato, perché non hai detto niente?» esclama.
«Perché non funzionerà».
Ok, deve calmarsi altrimenti potrebbe venirle in mente di tentare di mettere in pratica le lezioni su come usare la pietra, creare un bella valanga di energia e farla abbattere su Loki – d'accordo, non sa ancora farlo bene, ma la tentazione di provarci è molto forte al momento.
«Si può sapere di cosa stai parlando?» esclama.
«I tuoi eroi non sono infallibili, Nadia» replica lui, calmo da far venire l'ulcera. «Questo di Stark, in particolare, è un pessimo piano. Ma se vogliono tentare, chi sono io per mettergli i bastoni tra le ruote? E comunque ho idea che il tuo adorato mentore non mi presterà ascolto, è eccessivamente fiero delle sue idee».
La ragazza apre la bocca per ribattere, ma sa che Loki ha ragione: Tony non metterebbe in dubbio un suo piano per una supposizione del dio – anche se sembra più di una supposizione, a giudicare da quel tono disturbante e arrogante. E comunque, Tony e gli altri hanno già messo in discussione un bel po' di cose da quando Loki è tornato fino ad ora, il fatto stesso che ora lui si trovi lì con lei ne è la prova.
«Forse però, se la tua teoria è così ben fondata, Fury ti ascolterebbe» osserva lei.
Loki si da una spinta e si piega su un fianco tornando ad appoggiare i piedi sul pavimento. Si alza dal divano e si avvicina alla vetrata del balcone.
«Fury, dici?» sussurra, pensieroso. «Mi pare che il direttore Fury ultimamente mi stia dando decisamente troppo credito, non trovi?».
Nadia si volta a guardarlo, con le braccia poggiate sulla testata  del divano. Ha ragione, Fury gli sta concedendo fin troppo spazio di manovra, non ha nemmeno fatto sentire la sua vociona autoritaria quando Loki ha smesso di passare le serate alla base dello S.H.I.E.L.D. Considerando quanto sia andato su di giri quando Loki è ricomparso, settimane prima, considerando quanto lo trovi minaccioso e preoccupante, è strano che non stia prendendo nessun tipo di provvedimento per provare a tenerlo al guinzaglio; e poi c'è sempre quella faccenda dell'averli mandati a spasso da soli, in giro per New York, come a voler incoraggiare un loro avvicinamento o qualsiasi cosa fosse.
Loki volta la testa, guardano la ragazza con la coda dell'occhio come se si aspettasse una risposta.
«Sì, è vero» gli dice lei meccanicamente.
«Stanno macchinando qualcosa, lui e Thor, ne sono certo». C'è astio in fondo alle parole di Loki. «Ma non è da Thor architettare piani e non c'è niente che Fury potrebbe pensare di fare da solo. No, qui c'è di mezzo quel vecchio stolto».
Nadia ha un fremito. Da parecchio non sentiva Loki usare quel tono. Anche quando parla di Thor o si rivolge a lui è estremamente freddo e distaccato, ma quello che lei sente ora non è distacco, volesse il cielo fosse distacco. Quello è odio, un odio così puro e furente che non lascia spazio al distacco e di certo nemmeno alla guarigione. Ogni parola che Loki pronuncia con quel tono è corroborata da un fiotto di sangue che Nadia sente fuggirle dal cuore: lei non può fare niente davanti alla grandezza di quella brutalità.
Il dio chiude gli occhi e lascia andare un respiro che evidentemente stava trattenendo. La ragazza lo raggiunge, sente quasi un'aura di gelo spandersi dall'alta figura di Loki in piedi contro le luci della città che ronza di vita e corrente elettrica ai loro piedi. Dovrebbe farle paura, avrebbe sempre dovuto farle paura, ma non è mai stato così. Lo circonda con le braccia e gli posa una guancia tra le spalle. Loki ha un leggero fremito quando lei stringe leggermente l'abbraccio.
«Quando dici vecchio stolto, ti riferisci a Odino? Quello che mi ha riportato indietro dall'aldilà?» domanda la ragazza, calcando con enfasi le ultime parole.
«Mi riferisco a quello che non fa mai niente per niente. Ha salvato anche la mia di vita, molto tempo fa, e anche in quel momento lo ha fatto per uno scopo che nulla aveva a che fare con l'amore che millanta di avere per me. Non fossi stato il figlio di Laufey, mi avrebbe lasciato a morire tra i ghiacci di Jotunheim».
Nadia non ci crede. Sa che Loki non sta mentendo, che lui è davvero convinto di quello che pensa quando parla della sua famiglia, di quelli che l'hanno cresciuto insomma, è sinceramente convinto che le cose stiano così; e lei non conosce Odino o altri rappresentati di Asgard, ma è certa che se da quella stessa famiglia è venuto fuori Thor allora non possono essere così male e che molto di quello che Loki pensa sia ingigantito ed esasperato dal suo risentimento.
«Permettimi di avere qualche dubbio in proposito. Stiamo pur sempre parlando della persona che mi ha salvato la vita» conclude. Non si metterà a discutere con Loki di quella faccenda, non adesso. Forse un giorno ci proverà e se ci riuscisse, se riuscisse a strappargli dalla mente quell'enorme ragnatela di odio forse potrebbe...
Non deve farlo, pensa mentre gli occhi le si inumidiscono di lacrime, non deve sperare perché più avrà sperato più sarà terribile vedere quelle speranze dissolversi in fumo il giorno in cui Loki sparirà per sempre.    
Il dio solleva la mano e fa per poggiarla su quelle della ragazza, intrecciate ad altezza del suo petto, ma il cicalio di un sms ricevuto sembra rombare come un tuono nel silenzio denso dell'appartamento. Nadia sussulta e si stacca da lui, frugandosi nelle tasche per recuperare il cellulare.
Quando apre il messaggio, ha quasi la sensazione di aver ricevuto un pugno nello stomaco. È di Mike. Il testo è piuttosto lungo e il tono di biasimo è decisamente lampante malgrado l'apparente ironia:
«Ciao! Non ti ho telefonato per non disturbare, perché devi avere davvero molte cose importanti da fare se sei sparita per una settimana intera. Mi piacerebbe sapere quale buco nero ti ha risucchiata quella sera al party, perché sei scappata via senza più dirmi niente, sarebbe troppo chiedere di vederci per un caffè una di queste sere?».
Dannazione! Stavolta le scuse non basteranno. Mike è sempre stato buono e comprensivo con lei ma questa proprio non se la meritava. Adesso sì che si sente un vero schifo, e come farà anche solo a guardarlo in faccia?
La sera del party, dopo la comparsa di Loki, dopo che lei era scoppiata a piangere sul balcone, era rimasta rintanata in una saletta e poi si era fatta riaccompagnare a casa da un assistente di Tony. Dopo quello che era successo davvero non se la sentiva di parlare con Mike, proprio non sapeva cosa dirgli. Ma da qui a dimenticarsi dell'esistenza del suo unico amico per un'intera settimana ce ne passa!
Come ho potuto essere così orribile?
È costretta a mordersi l'interno della guancia per non mettersi a gridare parolacce rivolte a se stessa.
«Quale altra disgrazia si sta abbattendo su di te, adesso?» borbotta Loki, fingendo un sospiro di sopportazione.
«Mike. Cioè, me stessa che si è dimenticata di Mike. Sono un mostro» borbotta, gettando il cellulare tra i cuscini del divano.
«Lo hanno detto anche di me, che sono un mostro, ma secondo la vostra scala di valori i miei atti erano assai più gravi del non aver fatto una telefonata».
Cosa sta facendo? Si sta mettendo a fare dell'ironia per consolarla e farla sorridere? Se è questo il suo piano, ci sta più o meno riuscendo, ma è comunque una cosa tra il buffo e lo scioccante.
«Un giorno mi farai impazzire, Loki» borbotta, recuperando il cellulare e pensando a cosa scrivere a Mike.  

*

Ora ha un piano.
Non è il piano che aspettava di architettare, non riguarda i suoi sogni di gloria e le sue future conquiste. Riguarda semplicemente il risolvere quella situazione, scovare i nemici della Terra, riuscire a capire chi sono, di quante forze dispongono e cosa hanno in mente.
Sa già che nessuno lo ringrazierà per questo. Che il suo modo di agire non riceverà l'approvazione degli Avengers e di Fury, ma a lui che importa? Tra l'altro, una volta fatta la conoscenza degli invasori, potrebbe persino decidere di schierarsi con loro e rivedere le sue posizioni al riguardo, anche se aveva già scartato questa idea.
No, decisamente non è degli Avengers che gli importa.
Il suo unico rammarico è che la posta in gioco di questa partita è Nadia. Lascerà che divenga uno strumento, la metterà in pericolo – anche se per poco, anche se è certo di poterla salvare e che non arriveranno a farle del male.
Sa che non è un vero e proprio rischio, può persino sperare che lei non arrivi a capire che lui l'ha usata come mezzo per arrivare ai nemici, che semplicemente ai suoi occhi resterà quello che l'ha salvata; e ad ogni modo, Loki sa di non avere scelta, se condividesse la sua idea con gli Avengers loro gli risponderebbero che mai e poi mai permetterebbero a Nadia di fare da esca, figuriamoci! Il dio dell'inganno sa che non c'è altra scelta eppure nessun tradimento lo ha mai turbato tanto. Ma il turbamento non basta a farlo desistere. Dovrebbe essere contento di constatare che non è cambiato niente, che è il dio dell'inganno e che nulla può cambiare la sua natura, ma non prova alcun compiacimento nel prendere atto di questa cosa.
Solo che, per quello che riguarda la ragazza, gli sarebbe piaciuto avere più tempo prima di correre il rischio di perdere il suo affetto, avere l'occasione di riuscire pian piano a portarla dalla sua parte, a sottrarla all'influenza degli Avengers. Ma ormai non c'è più tempo e lei è in pericolo fin da quando è cominciata quella storia.   
Loki sa che la trappola escogitata da Tony Stark non avrà successo perché ha capito quello che gli Avengers e lo S.H.I.E.L.D. sono troppo ciechi per vedere. Si aspettava che Thor ci arrivasse, per un attimo aveva sottostimato la mancanza di cervello del figlio di Odino, per un attimo aveva pensato che, venendo da Asgard, Thor fosse in grado di cogliere certi segnali, ma nemmeno lui è riuscito a mettere insieme i pezzi.
Loki invece sa, è il solo a sapere. Ancora una volta la conoscenza si è rivelata la miglior carta da giocare, un'arma che lo pone al di sopra della forza e del potere che tutti gli altri credono di avere.
Lui ha sempre saputo. Ha cominciato a nutrire dei sospetti fin da quando hanno capito che i nemici avevano ricostruito gli strumenti di Asgard; durante il sopralluogo in quel magazzino i suoi sospetti sono diventati certezze. La conferma l'ha avuta quella sera, alla festa di Stark, è stato lì che ha capito cosa il nemico è riuscito ad architettare, fin dove è stato in grado di giungere. Il piano però lo ha architettato solo qualche minuto prima, e ora la sua mente lo contempla come un'opera d'arte, alla ricerca di ogni possibile sbavatura, di qualsiasi imperfezione.
L'indomani Loki parteciperà alla riunione con Fury e gli Avengers e starà a sentire le loro vane macchinazioni. E poi lascerà che le cose seguano il loro corso. Tremendamente semplice.
Eppure nessun sorriso gli sale alle labbra, mentre se ne sta seduto immobile nella penombra della camera da letto.
Nadia esce dalla doccia con i capelli bagnati che le gocciolano sulle spalle e si ferma a guardarlo.
In un battito di ciglia, il dio dell'inganno si toglie dalla faccia quell'espressione perplessa. Quando solleva lo sguardo sulla ragazza, sente la tenerezza colpirlo al petto come una stilettata. Può deluderla e tradirla, può riuscire ad accettare l'idea di metterla in pericolo, ma in quel momento si sente soccombere.
L'ha già ingannata, in passato, le ha già raccontato menzogne, non le ha mai nascosto l'odio che prova per persone che lei invece ama; e lei ha visto i segni della distruzione che il suo passaggio ha lasciato in quella città, ha visto il suo vero volto in quel magazzino di Boston e mai, neppure una volta, lei ha provato a rifiutarlo. La famiglia che lo ha allevato, il suo padre naturale, gli individui con i quali è cresciuto, coloro che credeva essere la sua gente, non sono mai stati in grado di fare altrettanto.
Le cinge i fianchi con un braccio e l'attira a sé.
Solo un folle rischierebbe di perdere quello che c'è negli occhi di Nadia in quel momento. E a quanto pare tutti i Nove Regni convengono sulla mancanza di senno. E lui si sente un perfetto idiota perché non riesce ad arginare le emozioni che gli stanno facendo accelerare il battito.
Dunque è questa la paura?
«Loki, tutto bene?» chiede Nadia. Oh, dannazione, perché deve essere sempre così brava a leggergli nella testa?
La bacia perché lei non possa vederlo negli occhi, perché non possa aggiungere altro. La bacia perché averla gli costa quasi più che rischiare di perderla.
Quando si stende sopra di lei, per un attimo, l'unico pensiero che riesce a formulare è che è sempre stato un pessimo perdente.
Perché rischiare? Potrebbe dire la verità per una volta, mostrare a quegli stolti degli Avengers tutti gli indizi che non hanno colto, trovare un'altra soluzione. Scegliere da che parte stare, per una volta, scegliere una parte che non sia solo la parte di Loki.
No, non può. Perché lui è il dio degli inganni, e gli dei sono fatti per resistere al cambiamento, a qualsiasi tipo di cambiamento. Resistono al tempo, guardano le stelle nascere e morire. Loro sono fatti per l'eternità e l'eternità è fatta di soli che si accendono e si spengono fino a scomparire nell'oblio.
Mentre Loki si spinge dentro di lei, pensa che non per forza il buio può far dimenticare le luci, che quella luce di certo brillerà dietro le sue palpebre chiuse per molto, moltissimo tempo.

*

«Dunque è questo il piano? Usiamo i reattori Arc di Stark come esca?» riassume brevemente Bruce, giocherellando con gli occhiali.
Steve ha fatto notare che a lui sembra decisamente troppo semplice, ma viene da un'epoca in cui le cose semplici funzionavano a meraviglia e quindi non ha insistito, magari non gli sembra il caso di minare quel poco di speranza che si è riaccesa ora, davanti alla prospettiva di fare qualcosa di costruttivo.
Nadia guarda Loki. Il dio non dice niente; evidentemente, quali che siano le sue teorie, nemmeno lui vuole demoralizzarli, magari pensa che vale sempre la pena di fare un tentativo o semplicemente non ha voglia di mettersi a discutere con Tony, che comunque non gli presterebbero ascolto, come ha detto la sera prima.
Nell'ultima settimana l'ostilità che i Vendicatori provano per Loki è cresciuta. A lui non importa, lei sa che era inevitabile, eppure cerca di non pensarci troppo, sa di non avere il coraggio di affrontare quel pensiero.
«Esattamente. Possiamo senz'altro mettere in piedi un sistema di sicurezza più che efficace» conferma Fury. Lui sembra convinto, se non della riuscita della cosa, quanto meno del fatto che l'idea di base non sia del tutto da buttare via.  
«Come quello che avevate messo in piedi per il Tesseract?» mormora Loki con un ghigno, aggiudicandosi un'occhiata astiosa da parte di Clint finalmente tornato sano, salvo e operativo.
«Voglio pensarci io» esclama Thor, battendo il pugno sul tavolo con un entusiasmo di cui nessuno sentiva il bisogno. «Voglio esserci io a fare la guardia alla luce magica di Tony Stark».
«Troveremo senz'altro il modo di farti rendere utile» gli concede Fury.
«Basta che non rompi niente, eh Boccoli d'oro».
Thor scuote la testa,
«No, voglio solo esserci quando quei vigliacchi avranno finalmente il fegato di mostrarsi» aggiunge. «Voglio sentire cosa avranno da recriminarmi».
D'accordo, adesso il dio biondo si sta scaldando e quando è su di giri riesce a essere più impressionante di Hulk.
Povero Thor, tutta questa storia lo sta davvero sfibrando. Nadia vorrebbe trovare il modo di parlargli a quattr'occhi, è da quando Loki le ha detto di sospettare che il dio del tuono stia complottando qualcosa con Fury e Odino che non riesce a togliersi il pensiero dalla testa. Non riesce a credere che Thor permetta che qualcuno complotti alle spalle di Loki perché lui ha sempre nutrito altre speranze, ha sempre creduto nel cercare una soluzione per ricondurre il fratello alla ragione.
«Entro quanto i reattori possono essere qui?» domanda Natasha.
«Anche domani» risponde Fury. «Quindi abbiamo ventiquattro ore per organizzarci».
Hanno concordato che i reattori torneranno tutti alle Stark Industries di New York, ogni cosa tornerà come era prima, e lo S.H.I.E.L.D. produrrà una documentazione ufficiale secondo la quale i rettori erano stati mandati in un'altra sede delle Stark Industries per dei collaudi. Deve sembrare tutto al di là di qualsiasi sospetto, una cosa normale che non abbia puzza di bruciato.
Devono riuscire a incastrare quei brutti bastardi che hanno fatto esplodere il magazzino, e ucciso due agenti, e ferito Clint, e fatto rischiare le penne a tutti loro!
Ripetono un'altra volta tutto il piano, esaminano i dettagli, cercano falle che non ci sono.
Alla fine è tardo pomeriggio quando Fury afferra una ricetrasmittente e si mette a gracchiare ordini, lasciando intendere che per ora loro lì hanno finito, la seduta è sciolta.
Tony sta parlando ad alta voce di andare tutti insieme a cena fuori quella sera. L'idea non è malvagia, considerando che da domani avranno tutti molto lavoro da fare.
Nadia si dirige verso un distributore automatico di bibite per prendere una lattina di coca-cola, l'unica fonte di caffeina presente nel Nuovo Mondo che non le sembri acqua sporca. Ha dormito poco quella notte, si sentiva stranamente agitata e anche quando riusciva a prendere sonno ci pensava Loki a svegliarla.
Loki. Se andasse a raccontare agli Avengers che il dio dell'inganno ha un lato goffamente tenero probabilmente non le crederebbero. Probabilmente non ce l'ha davvero, è solo quello che lei vuole vedere...
E la lattina naturalmente si va a incastrare nelle rientranza prima di cadere nel carrello. Ovvio.
Nadia sbuffa e tira un colpetto al distributore, la lattina si inclina leggermente ma resta sulla rientranza. La ragazza sta giusto pensando di rinunciarci quando sente il tonfo sordo di un pugno contro la parete metallica della macchina.
La lattina cade dalle rientranza e dai carrelli saltano giù anche una bottiglia di aranciata e un succo di frutta.
«Grazie, Thor...» mormora lei, ancora un po' scioccata per il colpo.
Il dio del tuono la guarda in viso e sospira.
«Tu non dovresti essere qui, dovresti essere fuori, con Jane e Pepper, a divertirti come una giovane della tua età» le dice, dispiaciuto come le stesse porgendo delle condoglianze.
«Non angustiarti, Thor. Sono certa che Jane e Pepper si stiano divertendo moltissimo, ma a me non dispiace stare qui»
«Come... come sta Loki?».
Oh, era questo che voleva sapere? Ci voleva tanto a chiedere?
Nadia sorride e batte una mano sulla spalla di Thor. La verità è che Loki sta come sempre, ma non c'è bisogno per forza di farlo presente.
«Lui e Tony riescono a vivere a pochi metri di distanza e il palazzo non è ancora crollato» risponde la ragazza, strizzando l'occhio al dio del tuono. Ok, Tony non ha mai avuto occasione di verificare la presenza di Loki al piano di sotto, ma questo è un dettaglio che non occorre menzionare.
«E tu sei felice?».
A Nadia per poco non scappa la lattina di coca-cola da mano, e sarebbe un peccato visto che Thor ha quasi smantellato il distributore automatico per fargliela avere.
«Diciamo che non mi va di essere pessimista» conclude lei, scoccando un'occhiata eloquente al suo interlocutore, come a chiedergli di non insistere.
«Ehi, biondi, voi due venite?» si intromette Tony, spazzando via le nuvole che quella conversazione stava facendo spuntare all'orizzonte.
«Dove?»
«In giro, poi stasera shawarma per tutti, in onore dei vecchi tempi. Immagino che Thor non abbia ancora visitato la nostra città piena di risorse».

E Loki naturalmente è scomparso. È sparito per tutta il pomeriggio e tutta la sera.
Nadia non pensa sia il caso di fargliene una colpa. Chiedergli di andarsene a zonzo con gli Avengers e poi a mangiare lo stesso shawarma che fu consumato in occasione della sua sconfitta è decisamente troppo.
Mentre l'ascensore riporta lei e Tony verso l'attico della Stark Tower, Nadia si chiede se verrà mai il giorno in cui i rapporti tra Loki e i Vendicatori potranno essere quanto meno normali. Poi si rende subito conto che è una domanda sciocca e si stringe al braccio di Tony, posandogli la testa sulla spalla.
Tony che ha mostrato il rispetto e la delicatezza degli uomini grandi, non intromettendosi oltre nella faccenda tra lei e Loki.
Tony che ora le cinge le spalle con un braccio e le posa un bacio in mezzo ai capelli.
«Comunque, è dura sapere che non sono più l'unico uomo della tua vita, Colombina» le mormora lui. È arrabbiato, come tutti, per quella faccenda, magari non arrabbiati con lei, ma di certo non si può chiedere loro di essere sereni rispetto a quello che è successo.
«Sei il solito presuntuoso! Non sei mai stato l'unico uomo della mia vita, signor Stark, ci sono anche Steve, Bruce, Clint e Thor» replica lei con una smorfia divertita.
«Può essere, ma ti ho vista prima io!».
Veramente, se proprio vogliamo essere pignoli, Loki mi aveva vista anche prima.
Ridacchiano e l'ascensore si ferma all'ultimo piano. Nadia segue Tony che entra in casa chiamando Pepper. Nessuno risponde.
«Sarà ancora in giro» osserva la ragazza, stringendosi nelle spalle.
«Da stamattina? Strano, dopo pranzo mi ha mandato un sms in cui mi diceva che lei e Jane stavano per tornare a casa». Tony si versa un bicchiere di spremuta d'arancia e cerca con lo sguardo qualche biglietto o qualche messaggio di Pepper.
«Si saranno fermate a chiacchierare da Jane, immagino che due donne che hanno in comune l'avere un supereroe per fidanzato abbiano un sacco di cose da dirsi» suggerisce Nadia.
«Può essere. Jarvis, la signorina Potts è rientrata e poi uscita di nuovo, per caso?»
«No, signore. Non è rientrata da stamattina, né si è messa in comunicazione con me» risponde il robot.
«D'accordo. Chiamala sul cellulare».
Nel vuoto del grande attico risuonano gli squilli a vuoto del cellulare che l'impianto acustico manda in viva voce. Dopo il decimo squillo Tony comincia ad assumere una faccia preoccupata.
Nadia si sente un po' contagiare dalla sua ansia, ma continua a ripetersi che non può essere successo niente, che c'è senz'altro una buona ragione per cui Pepper non è in casa.
«Jarvis, chiama a casa della dottoressa Foster» esclama la ragazza. Certo Pepper sarà lì.
A casa di Jane il telefono squilla numerose volte prima che arrivi una risposta.
«SI? SI, QUI E' L'ABITAZIONE DI JANE FOSTER!». La voce di Thor tuona dall'altro lato della cornetta.
«Santo cielo, Thor! Non urlare» borbotta Nadia.
«Scusa, è che non so bene come funziona questo vostro mezzo di comunicazione...»
«Ehi, ehm... Boccoli d'oro, per caso Pepper è lì con te e Jane?» domanda Tony.
«No, a dire il vero nemmeno Jane è qui. Pensavo che si trovassero entrambe da te».
La ragazza batte una mano sul braccio del padrone di casa, sta per dirgli qualcosa ma il suo cellulare squilla: è Mike. Se lo era dimenticato, di nuovo. Il ragazzo è giù che l'aspetta, erano d'accordo che si sarebbero visti quella sera, dopo cena.
«Non preoccuparti» dice Tony – ma non sembra molto convinto. «Non... sono certo che non è successo niente di grave, provo a rintracciare il segnale gps del cellulare di Pepper, forse lei e Jane si sono solo fermate da qualche parte e hanno perso la cognizione del tempo».
Nadia si sente raggelare. Se così fosse Pepper avrebbe avvisato, sa bene quanto Tony sia paranoico, specie con un pericolo mondiale dietro l'angolo. D'accordo, forse le si è scaricato il cellulare... ma anche Jane non è rientrata, e avrebbero potuto avvisare con il cellulare di Jane. Ok, è probabile che Jane abbia dimenticato il suo telefonino da qualche parte. Ci sono un sacco di spiegazioni che non sono drammatiche e non c'è nessun bisogno di allarmarsi.
Nadia dà un bacio sulla guancia a Tony, gli raccomanda di farle sapere qualcosa appena riesce e scappa via, verso l'ascensore.
Mike è nella sua macchina, con le mani appoggiate al volante. La ragazza lo guarda da lontano e si sente sprofondare. Avrebbe voluto incontrarlo in un momento più calmo, senza avere per la testa preoccupazioni per Pepper e Jane e Loki e la fine del mondo...
«Ehi, ciao» lui la saluta con il suo solito sorriso smagliante, solo leggermente più freddo, poi si tende ad aprirle la portiera.
Proprio non le va di salire e di allontanarsi dalla Stark Tower. Se dovesse succedere qualcosa... santi numi! C'è Tony da solo preoccupato a morte per la sua donna e l'unico essere vivente e pensante in tutto l'edificio è Loki al piano di sotto.
Ma non può dire di no a Mike, proprio non può.
«Ciao Mike» esclama salendo. «Sono contenta di vederti»
«Anche io» risponde lui, mettendo in moto.
«Come stai?»
«Bene. Ho saputo che tornano i reattori Arc alle Stark Industries, l'ho trovata una notizia interessante»
«Sì, immagino... ehm, dove pensi di andare?»
«In un posto in cui si trovi un bar o un pub che non sia affollato. Perché, hai problemi di orario?».
Nadia vorrebbe dare testate contro il cruscotto ma si accontenta di tormentare con le mani sudate la cintura di sicurezza che le preme contro il petto. Fa un cenno negativo con la testa.
«Mi fa piacere che tu mi abbia chiesto di vederci, mi dispiace se sono sparita e immagino che non ne puoi più di tutte le mie scuse, e...».
Il ragazzo fa una mezza risatina,
«No. Come ti ho già detto, trovo che tu sia da ammirare. Non è da tutti reggere la pressione che devi aver retto tu, sai, Stark, gli Avengers e tutto il resto...».
Così è umiliante però. Se almeno lui si arrabbiasse o si mostrasse un pochino risentito...
«Oh, ti prego. Hai tutto il diritto di essere arrabbiato» borbotta la ragazza.
Mike non sembra sentirla, svolta ad un semaforo e continua a guardare la strada. Ok, forse quello è il suo modo di arrabbiarsi.
Nadia sospira pesantemente e cerca disperatamente qualche argomento di conversazione.
«Come sta il tuo amico straniero, quello che ho incontrato al party?» domanda Mike all'improvviso. Lei si sente avvampare: il ragazzo è sempre stato intelligente e probabilmente ha capito già tutto. La voglia di prendere a testate il cruscotto si fa sempre più forte, ma la voglia di controllare il cellulare per vedere se Tony ha saputo qualcosa resta la tentazione predominante.
«Sta... ehm... sta bene...» si ritrova a farfugliare, come una stupida.
«Non mi hai detto da dove viene».
Nadia ha un attimo di vuoto nella testa e si rende conto che formulare una risposta menzognera su due piedi è più difficile di quanto pensasse.
«Europa... Nord Europa» butta fuori dopo qualche istante di stupido silenzio.
Mike arriccia le labbra. «Davvero? Avrei detto molto più a nord».
«Avresti detto l'Artico? Sì, sembra un po' un ghiacciolo, è proprio il suo stile»
«Avrei detto Asgard».
Cosa?
Il cuore di Nadia ha un battito fortissimo e doloroso. Stringe le dita attorno alla cintura e quasi si conficca le unghie nei palmi.
«Mike?... Come hai detto?» dice, la voce che le esce in un unico sussurro spezzato.
«Loki di Asgard, non si può non riconoscerlo, anche se non lo avevo mai incontrato prima di quel party» risponde il ragazzo con un sorrisetto che non somiglia a nessuna delle espressioni che Nadia è abituata a vedergli in viso. «Da come ne avevo sentito parlare lo credevo molto più temibile. O forse sei tu che sei riuscita a domarlo?».
Mike. No, non può essere...
«Chi sei?» sibila Nadia. L'idea di essere stata ingannata per tutto quel tempo, l'idea di aver aperto il suo cuore a qualcuno che non è chi lei credeva le brucia dentro come se ogni respiro fosse fatto di gas venefico invece che di aria.
«Saprai ogni cosa, appena saremo arrivati» conclude il ragazzo.
Lei si volta a guardare dal finestrino. La macchina corre troppo veloce per pensare di scendere mentre è in corsa, ma può provare a farla fermare.
In un gesto di disperazione, si getta addosso al conducente e tenta di strappargli il volante di mano. L'auto sterza violentemente, ma Mike o chiunque egli sia è forte e veloce, le afferra i polsi con una sola mano e la blocca, poi ferma precipitosamente la macchina che si arresta con un sonoro stridore di gomme sull'asfalto.  
Il ragazzo continua a tenerle i polsi con una sola mano, con l'altra tira fuori qualcosa dalla tasca. Nadia non riesce a vedere bene nella penombra, ma è una questione di attimi: qualcosa le punge il collo e l'ultima cosa che sente sono le vene ai polsi picchiare forte nella stretta del ragazzo. Sente le pulsazioni rallentare pian piano, con lo stesso ritmo con cui tutto diventa confuso e offuscato.
Vi troveranno... vi troveranno e ve la faranno pagare... e Loki ti ucciderà...
Loki... Loki.
Quel nome le rimbalza nella mente in piccoli lampi di luce sempre più fioca. Poi anche quello si spegne e resta solo il buio.
 
   


___________________________________________


Note:
[*] = Non chiedetemi perché Loki legge Lovecraft, non c'è un motivo... immagino che si fosse fissato con il libro da quando lo aveva visto in libreria qualche capitolo fa. Immagino che a uno come lui quel genere di storie dell'orrore piaccia molto e la citazione (l'incipit del racconto Il richiamo di Cthulhu) mi sembrava molto azzeccata, soprattutto in relazione a quello che viene dopo.
Ad ogni modo, questo capitolo ha rischiato di essere la mia morte, ma Loki DOVEVA restare Loki, machiavellico e calcolatore malgrado tutto.
Per quel che riguarda il finale... LOKIII'D! ehehe, immagino che qualcuno abbia sospettato. Del resto il fatto che non ci fossero mai stati paragrafi secondo il POV di Mike era già di per sé una cosa sospetta.

Il titolo del capitolo è un po' improprio, tecnicamente significa “alto tradimento”, inteso proprio come oltraggio grave a un'autorità. L'ho scelto perché mi piaceva come il termine rendesse l'idea del profondo tradimento a Nadia, sia da parte di Loki (forse il suo POV è un po' contorto, ma non potevo spiegare tutto in maniera troppo diretta, e in ogni caso sarà ripreso nei prossimi capitoli) che da parte di Mike.

Ci leggiamo venerdì con l'aggiornamento. :)

 Per domande sulla fanfiction o curiosità in generale su la vita, l'universo e tutto quanto: HERE
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Alkimia