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Autore: Karrysmiles    08/02/2013    3 recensioni
Daphne Ludson e Logan Holse avevano appena firmato il loro patto con la morte.
Sopravvivere ricevendo fama e fortuna o morire e mantenere i propri principi?
-Congratulazioni, siete stati scelti come tributi per i 72esimi Hunger Games, ora stringetevi la mano!- esclamò lei.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai con molta fame, mangiai un po' di frutta secca, poi decisi di andare alla ricerca di altro cibo. Portai tutto con me in caso decidessi di spostarmi,
coltellini tra le mani, zaino in spalla ed ero pronta. Passavo tra gli alberi con passo palmato, per non spaventare le prede e per non attirare tributi. Continuavo
a guardarmi intorno. Uno scoiattolo. Tirai un coltellino prendendolo sulla schiena. Esclamai vittoria,  lo raccolsi e lo infilai nella tasca esterna dello zaino,
fortunatamente era impermeabile. Mi si illuminarono gli occhi, funghi. Ai piedi di un'albero trovai tantissimi funghi. Li raccolsi.
Velenoso, velenoso, velenoso, velenoso. Sbuffai. 
Tra una quantità immensa di funghi velenosi ne trovai cinque commestibili. Ne mangiai la metà di uno per calmare lo stomaco ancora affamato e infilai
anch'essi nello zaino. Notai un grosso pappagallo dal piumaggio verde acceso, un verde che ricordava molto le foglie degli alberi dell'arena. Allungai il mio
braccio verso il pappagallo e lui ci salì come fosse un ramo. Lo scrutai con attenzione, lui fece lo stesso con me grazie ai suoi enormi occhi ambrati. Il
piumaggio prese il colore della mia giacca nera e quelle piume così accese diventarono di un color carbone. Improvvisamente volò via e il piumaggio riprese
il color foglia lasciandomi una piuma sulla spalla. Avevo già visto quel pappagallo, è un fidenero del nord, nel nostro distretto quando eravamo piccoli ci raccontavano storie sui pirati ed ogni rispettabile pirata ne possedeva uno sulla sua spalla. Naturalmente erano storie inventate ma le capacità del pappagallo narrate in esse erano più che vere.
Un fidenero del nord oltre a ripetere le parole altrui, essendo un pappagallo, può mimetizzarsi prendendo il colore dell'oggetto su cui è
poggiato. Esattamente come un geco. La cosa più interessante era il suo sangue, una goccia e ogni tua ferita si rimargina. Purtroppo era talmente raro che nessuno aveva il coraggio di fargli del male, in più il suo poco invitante becco affilato pronto ad entrarti in un occhio non favoriva.
Stavo tornando nella mia buca quando sentii delle urla continue e vicine. Mi nascosi dietro un'albero come una furia, cominciai a tremare mantenendo il
coltellino ben saldo nella mia mano. Vidi la ragazzina del 12 correre senza meta, il ragazzo dell'11 la stava rincorrendo con una spada in mano. D'istinto
tirai con tutta la mia destrezza un coltellino nella nuca del ragazzo. Non so perchè lo feci, forse perchè lei era solo una dodicenne.
La bambina mi vide, mi lanciò uno sguardo riconoscente con i suoi grandi occhi color fuliggine.
Mi avvicinai al corpo del ragazzo, lei indietreggiò, aveva paura di me.
-Corri via- le dissi con uno sguardo deciso. 
Annuì e così fece, vidi la sua figura scomparire poco dopo fra gli alberi. Ripresi il mio coltellino. Rimasi incantata da quella spada, sarebbe potuta tornarmi
utile? la presi in mano facendo in modo che la luce riflettesse su di essa, il sangue sulla punta affilata era ancora fresco. Per quanto sia affascinante non
sarebbe a mio vantaggio tenere altre armi nell'arena. Decisi di lasciarla tra le mani del ragazzo dell'11 e tornai nella mia buca.
Altro che perla, ero il bruco del distretto 4
Si fece sera, al calare del sole la temperatura non calò di molto così  decisi di non usare i fiammiferi per accendere un fuoco. Forse l'avrei usati per cuocere
quello scoiattolo prima o poi, altrimenti lo sarebbe marcito. Se accendessi un fuoco però mi troverebbero subito e per me sarebbe la fine dei giochi.
Qui un'errore vale la vita. 
Mi sporsi dalla buca per vedere i decessi. Anche la ragazza dell'1 è andata, il ragazzo del 2, la ragazza del 3 e il ragazzo dell'11 che ho ucciso oggi.
Che strano pensare: ho ucciso. Chissà dove si trovasse Logan, se fosse al sicuro, se fosse ferito. Nelle due sere dopo di morti poco e niente, solo la ragazza
del 7. Mi svegliai con la gola secca, presi il mio contenitore, vuoto.
Sbuffai.
Coltellino in mano, contenitore nell'altra e ripresi a camminare verso il lago. Riempii tutto il contenitore di acqua, ne bevvi anche un po', era fresca.
Sentii dei passi alle mie spalle, mi girai di scatto quando la ragazza del 2 mi si buttò addosso.
Rotolammo sulla riva del fiume mentre lei si dimenava con violenza, riuscii a colpirla ripetutamente sul viso con dei pugni, puntavo alle tempie ma si muoveva
troppo velocemente. La bloccai sotto di me, sfilò il coltellino dalle mie mani  e mi fece un profondo taglio sulla gamba. Gridai dal dolore. Dopo averle tolto il
coltellino tentai di infilzarla ma si spostò. Ormai entrambe in piedi mentre tentava di prendermi il coltellino, lo fece cadere in acqua. Strabuzzai gli occhi, si
buttò in nel lago per recuperarlo, la seguii a ruota. Arrivai al fondale, l'acqua salata del lago causava un bruciore agli occhi offuscandomi la vista, riconobbi lo scintillio della lama e afferrai il mio coltellino, mi accorsi di non aver preso abbastanza aria, infilai il coltellino fra i denti e nuotai facendomi forza con entrambe le braccia. Arrivata in superficie feci un lungo respiro, mi guardai intorno, la ragazza del due stava galleggiando con la faccia rivolta nell'acqua, morta. Dalla mia bocca uscii un lamento, l'acqua salata donava bruciore anche al taglio inflittomi poco prima dalla ragazza del 2. Uscii dall'acqua a tentoni e senza forze, recuperai il mio  zaino e corsi con la poca energia rimastami fino alla buca quando mi imbattei in qualcuno. Cademmo entrambi a terra, impugnai il mio coltellino mi misi a cavalcioni su di lui e quando stavo per trafiggergli il petto mi fermai di botto.
-Logan- dissi facendo cadere il coltellino dalla mano. 
-Daph- disse lui guardandomi negli occhi.
Lo abbracciai, i miei occhi erano sbarrati, ansimavo dalla corsa fatta poco prima e dal terrore.
Mi accarezzò i capelli cercando di calmarmi.
-Ehi bellezza- disse lui.
Sentimmo un rumore, entrambi scattammo. 
-Meglio non rimanere qui, seguimi- dissi io per poi riprendermi il mio coltellino che cadendo si era infilzato nel terreno. 
Lo portai nella buca. 



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                                                                                                      -Karrysmiles  
                                                                                                                                                            Spazio autrice piccola nota:
                                                                                                                                                                   Penso abbiate capito che il *
fidenero
                                                                                                                                                                    del nord
non esista! pura invenzione,
                                                                                                                                                                    ringrazio chi segue la storia, ciao! 



 
  
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