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Autore: Valeriagp    08/02/2013    5 recensioni
Attenzione! Spoiler sulla 5a Stagione.
Merlin ha cercato Arthur ogni momento delle sue innumerevoli vite. Ormai rassegnato a non vederlo mai più, un viaggio in Metro gli cambierà la vita.
Primo capitolo ispirato ad una fic breve letta su Tumblr mesi fa, di cui purtroppo non ho mai più trovato l'autore.
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Merlino, Parsifal, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: Lemon | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
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- Questa storia fa parte della serie 'A Thousand Years and Back'
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Nota dell’Autrice:

Prima di continuare la storia, voglio ringraziare la mia fantastica amica Ginevra, che mi sta sostenendo molto con questo racconto, mi ha incoraggiato a scriverlo e con cui confronto costantemente idee e possibilità... Alcune delle cose più emozionanti che avete letto o leggerete in questa storia sono derivate da sue idee!

Grazie tesora, sai che sei l’altra faccia della medaglia per me, la Arthur del mio Merlin <3 TVB

Valeria


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L’ascensore si muoveva silenzioso, salendo fino al 5°, 6°, 7° piano, fino a fermarsi all’ultimo ed 8° piano.


Merlin e Gwaine seguivano Arthur in silenzio... dopo la sua affermazione di essere un agente segreto, nessuno aveva più aperto bocca, evidentemente in attesa di arrivare all’appartamento e di poter fare ulteriori domande.


Arthur era grato per questo momento di pausa... doveva riordinare le idee per spiegare ai ragazzi cosa fosse esattamente che faceva. Perché effettivamente non era una questione semplice...


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Merlin pensava di aver visto Arthur in tutte le situazioni, luci, ruoli possibili ormai, e non credeva gli fosse possibile trovarlo più assolutamente irresistibile di quanto già pensasse. Ma si sbagliava.


Immaginarlo nei panni di uno 007 dalle capacità sopraffine, in giro per il mondo ad infiltrarsi nelle organizzazioni criminali più temibili del globo, aveva fatto salire la sua “irresistibilità” a livelli inauditi. Merlin non era nemmeno sicuro di essere in grado di guardarlo in faccia di nuovo senza dichiarargli il suo amore imperituro e sbatterlo (che Arthur fosse d’accordo o no) sulla più vicina superficie, orizzontale o verticale che fosse.


Meno male che ci fu il viaggio in ascensore che gli diede qualche secondo per calmarsi, e che nell’ascensore con lui e Arthur c’era Gwaine, e non voleva imbarazzarsi davanti al suo amico facendo gesti sconsiderati.


Quando l’ascensore si fermò, e loro 3 si diressero alla porta che era evidentemente dell’appartamento di Arthur, Merlin aveva riguadagnato coerenza e la sua reazione alla spiegazione del suo amico sarebbe probabilmente stata quasi normale. Ce la poteva fare.

In fondo aveva nascosto i suoi sentimenti per il suo Re per tanti anni, e doveva farlo di nuovo in questa nuova vita: niente di diverso da quella vecchia, almeno sotto questo punto di vista.


Entrarono nell’appartamento di Arthur, che era un meraviglioso ed enorme flat. La parete di fondo era costituita da un’enorme vetrata, con una vista mozzafiato: Big Ben e il London Eye campeggiavano a breve distanza dall’appartamento.

L’arredamento era tutto sui colori del bianco e del cremisi. Aveva un salone enorme, con cucina a vista: al centro della cucina c’era un’isola di un materiale lucido rosso, che Merlin non riusciva ad identificare. Tutti gli altri mobili della cucina erano bianchi, il che creava un forte contrasto. Il frigorifero era rosso come l’isola al centro dell’ambiente.


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...guardando verso la cucina, Gwaine pensò: “Chissà se c’è del cibo in quell’enorme frigorifero rosso?”...


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Nel salone c’era un tappeto cremisi che ricopriva il parquet di legno beige chiarissimo, al centro del salone campeggiava un tavolino completamente di cristallo, ed accanto al tavolino due divani beige disposti ad angolo in modo da creare una sorta di spazio “cinema” davanti al monitor che a Merlin sembrava grande almeno 60 pollici.


Alle pareti non c’erano foto, solo dei dipinti molto stilizzati. Merlin ebbe un tuffo al cuore quando riconobbe la sagoma raffigurata in uno dei dipinti: l’isola di Avalon con la torre al centro, ed una figura maschile di spalle sulla riva opposta del lago, che guardava verso la torre. La figura maschile ricordava molto Merlin stesso...


Il ragazzo fissò per qualche secondo il disegno, dimenticandosi di dove e quando fosse, perdendosi nei suoi ricordi di quante volte era passato davanti a quel luogo, girandosi sempre a guardare verso quello che una volta era il lago (e che poi diventò semplicemente una valle attorno alla collina), sempre con l’inconscia speranza di vedere il suo Arthur uscire dall’acqua per riunirsi con lui.

Non sapeva se essere imbarazzato o felice, che Arthur si fosse fatto realizzare un dipinto simile, come per avere una parte di Merlin all’interno della sua casa.


Arthur seguì lo sguardo di Merlin, e questi lo vide arrossire leggermente, nonostante avesse rapidamente girato la testa per nascondere la sua espressione. A questo punto Merlin era confuso, non sapeva che pensare: Poteva essere che anche Arthur...? Ma no, era impossibile, lui non aveva mai dato segnali che potesse provare qualcosa di simile a quello che provava Merlin.

Il ragazzo si scosse dai suoi pensieri, perché Arthur li aveva invitati a sedersi sul divano, chiedendo se volevano qualcosa da bere. Gwaine, con il suo solito “savoir-faire”, aveva risposto “Perché, da mangiare non hai nulla?”


Allora Arthur, con gesto fulmineo, gli aveva lanciato una mela prendendola dalla fruttiera che era in un angolo del bancone della cucina, e quando Gwaine la afferrò al volo e la addentò in un solo movimento, Arthur gli disse “Vedo che anche in questa vita non sei cambiato: hai sempre fame e adori le mele!”

I tre ragazzi si misero a ridere allo stesso momento, mentre Gwaine con la bocca piena disse “Adoro anche donne e birra, e anche quello non è cambiato, mio Re!”


“Merlin, tu vuoi qualcosa?” disse Arthur. Merlin rispose con un sorriso “Solo dell’acqua, grazie Arthur”. “Non ti ci abituare eh? Che sia io a servire te! Ora che ti ho ritrovato finalmente ho di nuovo il mio servitore!” Merlin lanciò un cuscino che era sul divano nella direzione di Arthur, e ovviamente lo mancò di molto. “Tutti questi secoli e ancora la tua mira non è migliorata, eh?” disse Gwaine.


Arthur porse un bicchiere d’acqua a Merlin con un sorriso dolce sul volto, che Merlin ricambiò abbassando gli occhi. Il giovane si lasciò cullare dalla piacevolezza dell’avere i suoi amici accanto e si rilassò, pronto ad ascoltare quello che Arthur aveva da raccontargli.


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Arthur prese fiato ed iniziò a raccontare.

“Visto che ho sempre saputo chi io fossi, ho anche immaginato che se ero di nuovo su questo piano di esistenza, ci doveva essere un motivo... probabilmente la nostra terra aveva bisogno di me. Ho quindi deciso di votare la mia vita a prepararmi alla mia missione, che sapevo prima o poi si sarebbe presentata.


Sono sempre stato molto indipendente dalla mia famiglia, fin da ragazzino, sempre più maturo della mia età, quindi a 16 anni mi sono arruolato e ho iniziato a prepararmi per il mio destino, qualsiasi esso fosse.


Mi sono addestrato ed allenato con costanza e persistenza, non ero nuovo alla vita militare vista la mia vita a Camelot. I miei superiori mi hanno subito notato, ed ho iniziato ad avanzare nella gerarchia militare molto rapidamente. A 20 anni ero già Capitano, ed intorno al mio 21esimo anno di età venni contattato dai Servizi Segreti per via dei miei meriti sul campo.

Acconsentii ad entrare a far parte della Military Intelligence, ed una volta dentro, mi vennero affidate missioni delicate, che di nuovo misero in evidenza le mie capacità ed i miei meriti. Era come se la strada mi si preparasse davanti passo dopo passo.


Dopo circa 3 anni di servizio nell’Intelligence, fui contattato da un certo Mr.Williams, che si presentò come 'Consulente di Sua Maestà la Regina'. Ovviamente ho pensato per prima cosa allo scherzo, ma le credenziali di questa persona erano ineccepibili, ed ho accettato di incontrarlo.

In realtà non ho mai visto Mr. Williams, con lui ho solo parlato al telefono, in tutti questi anni. Ho però incontrato il suo assistente, che mi ha spiegato perché ero stato contattato.

La mia vera identità è nota alla famiglia Reale.”


Merlin sgranò gli occhi e iniziò a dire “Ma come....?” quando venne interrotto da Arthur: “Non chiedetemi esattamente come siano venuti a sapere che io sia Arthur Pendragon, antico Re di Camelot. Ma lo sanno. E per questo mi stanno considerando come un loro pari.

Al momento ho accesso a informazioni e risorse che solo la Regina ed i suoi consiglieri più stretti possono consultare. Ho incontrato la Regina in varie occasioni, sempre in gran segreto, e vi assicuro che questi incontri sono stati veramente surreali. Sua Maestà la prima volta che mi ha visto, si è inchinata davanti a me!”

A questo Gwaine rispose: “Come sempre, qualsiasi donna cade ai tuoi piedi!”


Merlin si intromise dicendo: “Ma quindi, Arthur...”

“Mi considerano il successore della Regina, e se qualcosa dovesse accadere prima della fine del Suo regno, che richiedesse la mia presenza in una situazione pubblica, la Regina abdicherebbe in mio favore.”


“Wow... che situazione assurda!! Mi chiedo come abbiano saputo che tu sei colui che viene considerato ‘Il Re del passato e del futuro’...”, disse Merlin, che sembrava sinceramente stupito per quello che aveva ascoltato.


Arthur rispose: “Sospetto che ci sia stato qualcuno che abbia loro suggerito quest’ipotesi, anche se non riesco ad immaginare chi possa essere... magari questo stesso Mr.Williams, che sembra avere delle informazioni molto specifiche su di me.

Non so dirvi altro... ma di fatto l’edificio dove ci troviamo adesso, è una sorta di distaccamento del palazzo Reale, con lo stesso livello di sicurezza e accesso alle informazioni contenute negli archivi ufficiali. Lo chiamiamo palazzo Camelot.

Posso andare a Buckingham Palace quando voglio, vengo ammesso a vista ormai, e posso richiedere udienza alla Regina senza preavviso. Insomma, la mia presenza ed opinione vengono considerate al pari di quelle della Sovrana.”


Nell’ampio salone scese il silenzio... Arthur stava osservando i suoi amici per vedere come avessero preso questa notizia sicuramente sconvolgente.


Merlin, dopo qualche minuto di silenziosa contemplazione, disse: “A tuo parere, Arthur, c’è qualche motivo per cui tu dovresti salire al potere già da adesso? Ossia... si è già palesata la minaccia che ha reso necessaria la tua presenza di nuovo in questo tempo?”


“Non è facile rispondere a questa domanda, Merlin. Intorno a noi ci sono tutti i giorni minacce, che potenzialmente porterebbero alla rovina la nostra terra. Di solito vengono sventate dai servizi segreti, e nulla di più è necessario.

Mi sono trovato anche io in situazioni molto delicate e pericolose che ci hanno fatto sfiorare la guerra aperta, ma finora non è mai servito andare oltre le operazioni standard di antispionaggio. Però magari quella che sarà la vera minaccia del nostro Regno, sta già tramando nell’ombra e si sta solo preparando per poter colpire... In che forma o in che tempi, non ci è dato saperlo. Possiamo solo vigilare costantemente ed essere pronti ad agire.”


Merlin annuì, e si richiuse nei suoi pensieri.


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Non era assolutamente un caso, pensò Merlin, che lui ed Arthur si fossero reincontrati proprio in quel momento. Sicuramente a breve avrebbero scoperto contro cosa e chi avrebbero dovuto combattere... e come in passato, sarebbero stati fianco a fianco, ed ognuno avrebbe protetto l’altro a costo della propria vita, con la differenza che questa volta Merlin avrebbe usato ogni potere a sua disposizione, senza più doversi nascondere.


Qualsiasi cosa accadesse, questa volta Merlin non avrebbe fallito.


Gli dava un senso di smarrimento pensare di poter usare i propri poteri davanti ad Arthur, ed ora anche davanti a Gwaine. Lo stupore che aveva letto negli occhi di Arthur quando aveva usato la magia per risvegliare Gwaine, lo aveva lusingato ed imbarazzato allo stesso tempo, e non vedeva l’ora di vedere di nuovo quell’espressione sul suo volto.


Ed era profondamente orgoglioso che Arthur venisse riconosciuto per quello che era, anche in questa vita dove era virtualmente anonimo.


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Gwaine pensava alla situazione in cui si trovava. Lo emozionava molto pensare che se avesse voluto, avrebbe potuto di nuovo aiutare Arthur nella sua missione di portare la pace ad Albion. La domanda era: lo voleva?

"Ma che domande," pensò, "certo che lo voglio". La sua ammirazione per Arthur e per la sua giustezza e nobiltà d’animo gli avevano fatto cambiare vita una volta, e questa volta non sarebbe stato diverso.


L’unica cosa che gli lasciava l’amaro in bocca era pensare che probabilmente non avrebbe rivisto il suo amico e compagno di mille avventure Percival... lui sicuramente avrebbe voluto esserci... Gwaine si rese conto che gli mancava molto il suo compare, e che pensare di rimettersi in gioco senza di lui era comunque meno interessante.


Ciononostante, aveva giurato fedeltà ad Arthur nella sua vita precedente, e il suo giuramento non finiva con la morte, quindi sarebbe stato a sua disposizione anche ora!


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Arthur era perso nei suoi pensieri. O meglio, stava osservando Merlin di nascosto mentre pensava... a Merlin. E a quanto fosse assurdo e allo stesso tempo emozionante vederlo lì, seduto sul suo divano, tutto concentrato a pensare.


Il beige del divano si confondeva con la sua carnagione chiara, e il tutto metteva in risalto i suoi occhi azzurri, mentre la sua maglietta nera evidenziava un bel fisico scolpito che gli donava molto, e che Arthur non gli aveva mai visto nella loro vita passata. Merlin era sempre stato magrolino, in alcuni momenti addirittura troppo magro per sembrare sano... Ma ai suoi occhi era stato sempre perfetto.


Molti dei suoi ricordi gioiosi di quella vita includevano Merlin... c’erano alcuni momenti con Guinevere che ricordava con piacere, ma nella maggior parte dei casi era sempre Merlin il centro del suo universo. In un certo senso, era davvero un peccato che avesse potuto conoscere davvero a fondo il suo amico solo nelle ultime ore della sua vita, e che si fosse reso conto di quanto tenesse a lui solo quando era troppo tardi.


Le sue ultime parole erano state un “Grazie” detto a Merlin, ma avrebbe voluto essere coraggioso e dirgli “Ti voglio bene”, “Ti amo”, oppure “Sei la persona più importante della mia vita”.

Ma in quel momento non ci era riuscito, in primis perché era giunto a queste conclusioni solo poche ore prima ed aveva ancora difficoltà ad accettarlo, e poi perché riteneva troppo egoista dichiarare una cosa del genere sapendo che poco dopo se ne sarebbe andato.


Il fatto che avesse una seconda possibilità con Merlin gli dava alla testa. Era una gioia così grande... Anche se non poteva sapere come avrebbe reagito il suo amico ad una sua dichiarazione. Sapeva che Merlin gli era devoto, e che lo aveva protetto per tanti anni, e questa mattina quando si erano incontrati sembrava essere sconvolto quanto lui... ma Arthur non poteva sapere se fosse solo un’emozione dovuta al rivedere un volto noto dopo centinaia di anni, oppure se ci fosse altro...


Di certo lo avrebbe scoperto prima o poi. Doveva solo trovare il coraggio per fare quel passo.


Arthur fece un salto quando squillò il suo cellulare. Era talmente assorto che ci mise qualche secondo a riguadagnare la calma, prima di capire che forse era meglio rispondere al telefono, visto che era Mr. Williams a chiamarlo.


“Pronto?”

“Buongiorno Arthur. Hai avuto una buona giornata finora?”

“In verità sì, Williams. Perché me lo chiede?”

“Vedo che hai dei nuovi amici con te.”

“Pensavo che non ci fossero telecamere nella mia casa. Faceva parte del nostro accordo...”

“Oh, caro Arthur... non ho bisogno di telecamere per sapere certe cose. Immagino che la gioia di aver incontrato qualcuno che faceva parte della tua altra vita sia enorme.”


Arthur, per l’ennesima volta si chiese come facesse quest’uomo a sapere così tanto di lui... ed evidentemente di Merlin e Gwaine.


Rispose: “Si, ha ragione. Sono in effetti molto felice.”

“Spero che questo non ti distragga dalla tua missione. Ci sono alcuni sviluppi di cui vorrei parlarti, nei prossimi giorni. Ti farò sapere luogo e ora. Ti chiederei di portare i tuoi amici, ma già so che lo faresti comunque...”


Arthur cercò di sopprimere una risata ma non ci riuscì. Quest’uomo, di cui non sapeva praticamente nulla, lo conosceva davvero bene!


“Va bene Williams. Mi incontrerò sempre con il suo assistente giusto?”

“Probabilmente si... Ah, Arthur, dimenticavo. Visto che come ti dicevo ci sono dei nuovi sviluppi, sto iniziando a mettere insieme un team speciale che coordinerai tu per preparare le prossime missioni. La prima parte del team dovrebbe essere lì da te a minuti. La sicurezza di palazzo Camelot è già allertata.”

“Ma, signore, se devo lavorare a missioni così importanti, vorrei essere io a scegliere il mio team! Non è giusto che sia lei a...”

“Pazienza, Arthur. Prima conoscili. Credo che sarai ben soddisfatto delle mie scelte.”


Arthur istintivamente si fidava di quest’uomo.... quindi acconsentì almeno a conoscere gli operativi che Williams aveva scelto per lui.

“D’accordo. Porti i miei saluti alla Sovrana.”

“Non mancherò. Buona giornata Arthur.”


Mr. Williams chiuse la chiamata, ed Arthur guardò i suoi amici che lo fissavano con curiosità. “Era Williams. Ci vuole incontrare nei prossimi giorni per discutere di possibili sviluppi della mia missione. E sta mettendo insieme un team per me. Alcuni operativi dovrebbero essere qui a breve.”


Merlin disse: “Arthur, Williams sapeva di me e Gwaine?”

Arthur annuì, e Merlin continuò: “C’è solo una spiegazione possibile. Questo Williams è uno stregone ed ha la Vista.”

Arthur rispose: “Ci ho effettivamente pensato... come avrebbe altrimenti potuto avere tutte queste informazioni su di me?”


Gwaine disse: “Ma parlando di stregoni, Merlin... fammi vedere qualche cosa! Non mi hai ancora dimostrato quanto tu sia bravo a fare i trucchetti di magia! Finché non lo vedo, non ci credo!”

Merlin prese l’altro cuscino che aveva accanto e lo sbattè in faccia a Gwaine che fece un’espressione ferita ed offesa.


“Che ne dici della mia mira adesso?? Non sono un saltimbanco, Gwaine... e attento a non provocare la mia ira, altrimenti potresti ritrovarti da un momento all’altro tutto verde e viscido e desideroso di buttarti in una pozzanghera di fango!”

Gwaine sbuffò, e incrociò le braccia con fare offeso.


Merlin allora si intenerì, e alzò la mano destra, e mentre Gwaine non stava guardando, fece sollevare il cuscino che nel frattempo era caduto a terra, e glie lo poggiò delicatamente sulle gambe.


Gwaine senza guardare lo scansò con una mano, ancora offeso, e Merlin fece sì che il cuscino sbattesse sulla testa di Gwaine. Allora il giovane si girò dicendo “Ma insomma, la vuoi piant...” e vide Merlin con la mano protesa, gli occhi dorati e un’espressione divertita sul volto, che fece girare il cuscino per aria e lo fece atterrare sul tavolino di vetro di fronte a loro. Il volto di Gwaine si illuminò con un enorme sorriso, e scoppiò a ridere. “E bravo il nostro saltimbanco! Speriamo che i tuoi trucchetti siano all’altezza di una battaglia però...” Gwaine provocò Merlin.


“Come pensi che siate sopravvissuti alla battaglia di Camlann, caro Gwaine?”

“Non dirmi che il vecchietto in cima alle rocce eri tu!!”

“Certo che ero io, mio caro!”

Gwaine allora si alzò in piedi e fece un inchino solenne verso Merlin, dopo di chè gli si buttò addosso sul divano abbracciandolo e dandogli pacche sulle spalle.


Arthur guardò i suoi due amici sorridendo  e scuotendo la testa, in fondo non erano cambiati per niente...


Nel mezzo della battaglia di solletico che era seguita all’abbraccio fra i due, suonò il campanello della porta, ed Arthur si diresse a rispondere dicendo ai ragazzi “Per favore, ora datevi un contegno, credo siano gli operativi di cui parlava Mr. Williams.”


Merlin e Gwaine si ricomposero, ancora rossi in viso, e si rimisero seduti in modo più o meno ordinato sul divano.


Arthur arrivò alla porta e accese il piccolo schermo che era annesso al pannello di sicurezza, solo per esclamare: “Non ci posso credere!” prima di aprire.


Merlin e Gwaine non fecero in tempo a chiedere cosa ci fosse di così incredibile: la porta si aprì ed entrarono Leon e Percival.

  
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