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Autore: Illa_    08/02/2013    1 recensioni
Sangue. Nuova vita. Creatore?
Ma di che diavolo stava parlando?!
Delilah era confusa, disorientata.
Non sapeva cosa fare e come farlo. 
Ma negli anni avrebbe imparato ad essere quello che è, avrebbe imparato a essere un Vampiro.
Genere: Azione, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Everything looks better when the sun goes down.






 

Milano, Italia. Giugno 2010




 

Un lamento giungeva dall’altra stanza, interrompendo il lugubre silenzio di una fresca notte d’estate, dove tutto poteva ancora succedere.

Una figura vagava in un bilocale poco spazioso al 16° piano, dove con passi silenziosi si aggirava per gli stretti corridoi, fremendo.

Era una ragazza, o forse qualcosa di più.

Nel palmo della mano stringeva diversi pezzi di vetro, segno di una recente infrazione da una finestra.

La ragazza sorrideva soddisfatta mentre stringeva il pugno, lasciando che calde gocce di sangue colassero sul pavimento.

Poi, tutto d’un tratto lasciò la presa, facendo tintinnare i vetrini sulle piastrelle dorate del corridoio.

Un suono che rimbombò in tutto il piccolo appartamento, aumentando i lamenti della stanza accanto.

Guardandosi in giro circospetta, la ragazza continuò il suo cammino verso la stessa stanza, allungandosi dallo stipite della porta per sbirciarne il curioso contenuto.

Una bambina, neonata a dire il vero, faceva capolino sul grande letto matrimoniale posto al centro della stanza.

Con un guizzo dello sguardo la ragazza notò le lenzuola bianche intrise di sangue.

E’ fresco, pensò osservandone il colore rosso acceso.

Poi notò una giovane donna con lunghi capelli neri, stesa supina accanto al letto, in un’altra pozza di sangue che si diradava poco a poco.

Ma alla vista di quell’orrore la ragazza non scappò come avrebbe fatto qualunque altro essere umano.

Sorrise e si avvicinò alla bambina, mentre i suoi occhi cambiavano colore.

Da un azzurro acceso, l’iride diventò completamente rossa, come il sangue sul letto.

I canini si allungarono, prendendo una forma tutt’altro che naturale.

Ma mentre la ragazza si preparava ad attaccare, un tonfo dietro di lei la fece girare di scatto, sibilando fra i denti.

< Sei arrivata tardi, bambina >

Un ragazzo alto, con pelle ambrata e un fisico scolpito la osservava divertito dalla porta.

< Ho già fatto io tutto il lavoro! >

Esclamò soddisfatto, leccandosi le labbra insanguinate con lo stesso sorriso stampato in faccia.

Ma la ragazza non rispose.

Si accucciò come un felino sul posto, sibilando fra i denti con un espressione truce.

< Ti hanno mangiato la lingua? >

Continuò lui, per nulla intimorito dalla reazione della ragazza.

< Vattene >

Sibilò lei fra i denti.

< Io dovrei andarmene? Sono arrivato per primo, bambina. Non lo vedi?>

Rispose lui, indicando la donna sul pavimento mentre scoppiava in una fragorosa risata che non fece che aumentare i lamenti della neonata.

< Smettila di chiamarmi bambina o giuro che ti staccherò la testa. >

Rispose lei minacciosa.

< Ma è quello che sei. Quanti anni hai? >

Continuò lui imperterrito, non resosi conto che la ragazza non aveva nessuna voglia di fare conversazione.

< Diciassette. >

< No, non intendevo questo. Intendo, da quanto tempo hai diciassette anni? >

Continuò il ragazzo, cercando di analizzare la figura accucciata in posizione d’attacco che gli si poneva davanti.

< Non sono affari tuoi. >

Rispose lei, con la gola riarsa che le bruciava per la sete.

Doveva nutrirsi adesso.

< Oh..Io invece credo di si. >

Rispose lui in tono sicuro, mentre le si avvicinava lentamente.

< Per quale motivo dovrei confidarmi con te? Sei uno sconosciuto. >

< Perchè credo proprio di essere il tuo creatore, Delilah. >

FLASHBACK

Chelsea, Londra. Dicembre 1943. Pieno svolgimento della seconda guerra mondiale.

< Corri! >

Gridò un ragazzo con voce strozzata, guardando la sorella più piccola che esitava con le lacrime agli occhi.

Le aveva appena chiesto di abbandonarlo, il che in quegli anni di guerra significava la morte certa, e la ragazza lo sapeva.

Doveva avere circa 20 anni o giù di li, ma il suo viso contratto dal dolore ne dimostrava molti di più.

Le sue gambe erano intrappolate sotto le macerie del soffito della metropolitana, appena crollatagli addosso.

Prima dei bombardamenti, centinaia di migliaia di bambini londinesi erano stati evacuati nelle vicine località di campagna.

Il resto della popolazione trovò riparo, durante i bombardamenti, nelle stazioni sotterranee della metropolitana.

Purtroppo quella volta, alcuni dei rifugiati non erano stati cosi fortunati come speravano, e una delle bombe era caduta proprio sopra alla metropolitana, luogo ritenuto sicuro fino allora.

< Deli, ti prego, SCAPPA! >

Urlò ancora tutto ad un fiato, sentendo che la pressione sulle gambe svaniva, mentre piano piano ne perdeva la sensibilità.

< Non posso.. >

Rispose la ragazza, singhiozzando.

< Non posso Lou.. Ti prego.. >

Continuò, mentre lacrime copiose le scendevano sul viso.

< Si che puoi. >

Delilah sussultò, mentre si girava di scatto per capire a chi appartenesse la voce che aveva appena udito.

Ma non vide niente.

Sentì solo una doppia puntura al collo, e poi tutto svanì.

Quattro ore dopo, Delilah si risvegliò sul tetto di un edificio, ad almeno 100 Kilometri dal luogo dei bombardamenti, lo potè notare dal suono lontano delle bombe che si infrangevano a terra.

La prima cosa di cui si accorse fu la mancanza di dolore.

Da due anni ormai, ovvero dall’inizio della guerra, non aveva fatto altro che scappare, cercando di sopravvivere come meglio poteva.

I tagli, le ustioni, gli sfregi erano diventati parte di lei.

E ora, guardandosi le braccia bianche e lisce come la seta, non riusciva a credere ai suoi occhi.

Si sentiva rinvigorita, piena di energie e… Affamata.

Ma al momento non seppe spiegarsi perchè i suoi piatti preferiti, che le venivano alla mente quando il cibo scarseggiava, non le facevano più gola come un tempo.

Poi un pensiero interruppe la sorpresa del momento.

< Lou.. >

Disse la ragazza a bassa voce.

< LOUIS! >

Ripetè, questa volta urlando a squarciagola.

< No.. >

Sussurrò piano.

Ma per quanto si sentisse affranta, i suoi occhi rimasero secchi, senza la minima traccia di una lacrima.

Non capiva il perchè di tutto questo. 
Come era arrivata li? A chi apparteneva quella voce? E soprattutto, perchè sentiva in sè la forza di dieci leoni messi assieme?

Poi con la coda dell’occhio scorse un bigliettino accanto a se. 

Se lo rigirò fra le mani, e lesse.

” Siccome ho notato che sei un piagnisteo unico ti avviso che non puoi piangere ora come ora. Se non ti nutri non hai liquidi in corpo. E con liquidi intendo sangue. Buona nuova vita, non sprecarla. Il tuo Creatore xx “

Sangue. Nuova vita. Creatore?

Ma di che diavolo stava parlando?!

Delilah era confusa, disorientata.

Non sapeva cosa fare e come farlo. 

Ma negli anni avrebbe imparato ad essere quello che è, avrebbe imparato a essere un Vampiro.

  
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