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Autore: ashelia_96    09/02/2013    2 recensioni
Dal primo capitolo :" [...]Il primo Settembre si avvicinava velocemente e, per alcuni abitanti di quella casa, stava per arrivare il momento di partire per l'ultimo anno ad Hogwarts. Ginevra, la figlia minore, sarebbe dovuta partire in ogni caso, ma ciò non valeva per Hermione Granger: fu proposto a lei, a Ron ed a Harry di recuperare , ma solo lei aveva accettato. Ronald avrebbe lavorato per George al suo negozio di scherzi - aveva bisogno di una mano, viste le condizioni in cui era- invece Harry avrebbe iniziato direttamente il corso di formazione per diventare un Auror.
Dispiaceva a tutti e tre doversi dividere per un anno intero, sopratutto per Ron ed Hermione: finalmente, dopo sette lunghi anni di attesa, si erano dichiarati ed ora stavano insieme da circa due mesi. Si erano finalmente confessati i sentimenti che provavano l'uno per l'altra, circa un mese dopo quel fatidico bacio. Molti diranno che fossero troppo lenti di comprendonio, ma per loro due tutto ciò era naturale. "
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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1 Settembre 1998, La Tana - Stazione di King's Cross

 


Era arrivato. Il giorno della partenza - ovvero l'1 Settembre- era arrivato. Il giovane Ronald aveva dormito poco e niente; i suoi pensieri erano focalizzati al momento così tanto temuto da lui: la partenza di Hermione per Hogwarts.

 Nei giorni passati si era maledetto svariate volte per non avere accettato la richiesta della professoressa McGranitt, ora preside della millenaria scuola di magia.  A quanto ne sapeva, dopo la battaglia , la neo dirigente aveva preso in mano la situazione e, dopo un primo momento di esitazione, aveva intrapreso le opere di ristrutturazione del Castello che aveva riportato gravi danni durante i combattimenti. Ora , secondo i giornalisti del Profeta, la scuola era tornata al suo "vecchio aspetto", come se quella guerra non avesse provocato nessun effetto ad essa. 

Era sì felice per come fossero andate le cose ad Hogwarts - aveva passato lì sei anni della sua vita e rappresentava la parte spensierata della sua adolescenza, dopotutto- però non riusciva a credere che il luogo che gli aveva fatto conoscere la sua attuale ragazza gliela portasse via per un lungo anno.  L'idea di vedere Hermione, sola in quell'immensa struttura, magari con qualche ragazzo  come McLaggen che la infastidisse, gli faceva ribollire il sangue dalla gelosia; come avrebbe potuto resistere?No, decisamente no, non voleva assolutamente che Hermione tornasse ad Hogwarts.
Per non contare, poi, che alla stazione vi sarebbero stati i genitori della sua ragazza. Avevano acconsentito , dopo che l'incantesimo della memoria che la figlia aveva fatto loro fu sciolto, alla sua permanenza per quell'estate alla Tana, ma non volevano rinunciare a salutare la figlia il giorno della partenza. Ovviamente non sapevano mica che la loro tenera bambina ora aveva un ragazzo - cioè lui- e non sapeva cosa fare in loro presenza; Lavanda, l'unica ragazza che aveva avuto prima di lei ,non l'aveva nemmeno presentato ai suoi genitori. 

Passò così quella notte , girandosi nel letto ripetutamente, come se avesse la sua vecchia copia de " Il libro Mostro dei Mostri" attaccato alle sue spalle. Harry era lì, sdraiato nel letto accanto al suo, che ronfava tranquillo.

<< Come Miseriaccia fa ad essere così tranquillo?! In fondo anche Ginny sta per partire, e non la vedrà mica tutti i giorni!>>

Pensò stranito, non senza lanciare uno sguardo di pura invidia in direzione dell'amico; riusciva sempre a rimanere più tranquillo di lui, anche in quelle situazioni.  Per l'ennesima volta si girò, le lenzuola erano ormai attorcigliate intorno alle sue gambe, mettendosi in posizione supina. Quei pensieri tornarono ad affollare la sua mente, rendendolo più triste di prima. Voleva solo dormire un po', anche se non mancava molto all'alba; non voleva che Hermione lo vedesse con delle grandi occhiaie la mattina dopo.  Si girò per l'ennesima volta, questa volta a pancia sotto, tirò un grosso sospiro e, finalmente, riuscì ad addormentarsi. 


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Era una mattina  abbastanza mite per il clima abituale inglese, l'orologio  Babbano che si trovava appeso ad una parete della stanza semibuia segnava le nove e Ron dormiva beato: aveva la borca semi-aperta, un braccio penzolava fuori dal bordo del letto e il suo subconscio gli faceva sognare la sua ragazza. 

Ad un tratto il sonno del giovane rosso venne interrotto da qualcosa che  stava sfiorando la sua guancia, andando poi a finire , inevitabilmente sulle sue labbra.

" Mmm.. Hermione... Non partire, voglio che tu continui a baciarmi..."
 
Mugugnò  confuso dai fumi del sonno. Tese le labbra verso di lei, andando a toccare del pelo al posto delle labbra della sua ragazza. 


<< Ma che cosa..? >
 
Aprì  di scatto gli occhi, trovandosi  davanti non la chioma riccia e gli occhi castani della Grifondoro, ma dei piccoli occhietti...  

"AIUTOOOOOOO!" 

Quel grido riecheggiò per tutta la casa, facendo svegliare chi ancora  era nel mondo dei sogni. Ron balzò dal letto, come se davanti a lui vi fossero degli Schiopodi Sparacoda davanti a lui, facendolo finire a terra tremante per lo spavento appena preso. Il sedere gli faceva un male assurdo, ma la sua attenzione fu attirata da delle  risate vicino a lui: George , Ginny e Harry - si era svegliato con quel grido - stavano ridendo per l'espressione che aveva fatto. 

" Ahahahahahah, Ron, fratellino caro,  hai paura di una Puffola Pigmea?" 
 
Chiese la sua amabile " sorellina" con le lacrime agli occhi. Ron fulminò con lo sguardo la rossa davanti a lui, per poi scrutare cosa ci fosse sul suo letto: Arnold, la Puffola Pigmea di Ginny , giaceva sul materasso, non consepevole dello spavento che gli aveva fatto prendere.

" Ma sentitelo! 'Hermione, non andare, voglio continuare a baciarti!' Che sogni fai, eh, Ronnie?  " 
 Harry  scoppiò nuovamente a ridere, non senza ricevere un'occhiata di rimprovero da parte del migliore amico. 

" Però George ha ragione. Ron, capisco che tu ed Hermione vi siate messi finalmente insieme dopo 7 anni, ma potresti conte-..."

" Che succede qui?" 

Tutti e quattro si ghiacciarono  sul posto, girandosi lentamente verso quella voce. Hermione era poggiata sullo stipite della porta, vestita di tutto punto, con l'aria di chi  era pronta ad affrontare un lungo e pericoloso viaggio. 

Non appena vide Ron a terra e Arnold sul letto del suo ragazzo, capì a cosa fossero dovute le urla del rosso. Sospirò rassegnata: ormai era un'abitudine quasi quotidiana quella di sentire le grida di Ronald  riecheggiare per tutta la Tana per gli scherzi scemi che faceva George; povero Ron.  Abbozzò un sorriso intenerito, notando l'espressione di totale paura nei suoi occhi, poi gli si avvicinò e l'aiutò ad alzarsi. Avendo capito che aria tirasse, Harry, Ginny e George decisero di togliere il disturbo, ma prima di andarsene, il ragazzo dall'orecchio mancante ghignò in modo derisorio. 

" Attento, Ronnino, ricordati cosa stava per dire Harry!" 

E, con la sua tipica risata marchio Weasley, lasciò i due soli. Hermione guardò il suo ragazzo confusa.

"Cos'ha detto Harry?"
 
Chiese, mentre i due andavano a sedersi sul bordo del letto. Il giovane Weasley arrossì di botto, pensando a qualsiasi modo per sviare quel discorso imbarazzante. 

"Ehm.. Le solite prese in giro, sai com'è... Oggi parti e non ci vedremo per un bel po'," sospirò triste. "Hanno quindi pensato di... Farmi uno scherzo, ecco." 

Non ci voleva un genio per capire quanto avesse dovuto dormire Ron: quei cerchi scuri sotto agli occhi erano la chiara prova di ciò che pensasse. Le dispiaceva molto lasciarlo da solo, sopratutto ora che si stava riprendendo dalla perdita subita in battaglia, ma si era ripromessa che se fossero rimasti in vita, lei avrebbe finito i suoi studi. Hermione Granger voleva dimostrare che , a discapito di ciò che i così detti "Purosangue" sostenessero, una Nata Babbana potesse veramente cambiare le carte in tavola nella comunità magica: voleva lottare per coloro che erano esclusi dalla società perché diversi, per coloro che venivano trattati come se fossero degli schiavi. Ottenere un buon voto ai M.A.G.O., quindi, era un primo passo verso il suo obiettivo. 

"I-io... Ron, mi dispiace che tu sia triste..Credimi, non voglio che tu stia in questo stato.." 

Una mano della ragazza andò a sfiorare con le dita quelle occhiaie, come se con quel gesto potesse farle sparire con un sol tocco.

Non ricevette nessuna risposta dal rosso, lo sentì soltanto avvicinarsi verso di lei, con quello sguardo sperduto tipico dei bambini che si erano persi. Ron le  si buttò tra le braccia, nascondendo la testa fulva nell'incavo tra spalla e collo, un modo come un altro per sentirsi confortato. Hermione non sapeva proprio cosa dire: vedere il suo ragazzo in quelle condizioni, proprio come nei giorni succesivi alla grande battaglia ad Hogwarts, la faceva sentire a disagio; che lui fosse tornato quello di un tempo grazie a lei? Il flusso dei suoi pensieri venne interrotto dall'appena udibile voce di Ron, che aveva finalmente deciso di esprimersi. 

"Scriverai ogni giorno? Ci vedremo per le gite ad Hogsmeade? E... A Natale verrai qui alla Tana... Vero?"

 Quel tono così incerto e speranzoso, quei profondi occhi azzurro-mare che la fissavano in attesa di una risposta, le fecero capire quale risposta avrebbe dato: nonostante avesse promesso di passare le vacanze natalizie insieme ai suoi genitori, Ron aveva bisogno di lei e non voleva deluderlo. 

" Certo che ci scriveremo, Ronald,  anche per quanto riguarda le uscite ad Hogsmeade e per le vacanze, sai che starò con te..." 

Accennò un piccolo sorriso, nella speranza che il suo rosso si tirasse su di morale e ci riuscì: ora Ron sembrava di nuovo il ragazzo spensierato di sempre, con quel sorriso infantile che lo caratterizzava tanto.

 L'ex-Grifondoro si fiondò tra le braccia della sua ragazza con un tale impeto da farla cadere sul letto. Le labbra di Ron erano sulle sue e il cervello si sconnesse da qualsiasi pensiero razionale. Aveva baciato soltanto un'altra persona, Viktor Krum, ma non aveva mai provato così tante emozioni nel baciare un ragazzo. I suoni erano ovattati, non chiari, come se si fossero chiusi nella loro piccola "bolla" di felicità, il loro piccolo mondo. Aveva sognato quei momenti per sette lunghi anni e, ora che li stava vivendo, non le pareva vero; finalmente quell'odioso ragazzino che aveva dello sporco sul naso, aveva capito ciò che provava per lui. 

Quando il rosso si scostò dalle labbra della sua fidanzata, si accorse in che posizione fossero: lui sopra di lei sul suo letto; se qualcuno fosse entrato in quel momento, avrebbe sicuramente frainteso. Entrambi arrossirono fino alla punta dei capelli - per Ron era facile, i capelli li aveva rossi già di suo- proprio come negli anni precedenti: ogni volta che si sfioravano, anche il più leggero e involontario tocco, immediamente le loro gote si coloravano di un bel rosso corallo pieni d'imbarazzo. Erano proprio come dei ragazzini alle prese con la prima cotta - il paragone era molto appropriato, visto la loro storia- che arrossivano al minimo contatto con l'altro.

" Ehm.. F-forse dovremmo scendere, o faremo tardi.." 

Disse Ron, il viso e le orecchie completamente in fiamme. Inciampando diverse volte, il giovane Weasley andò a prendere i vestiti da mettere, sgattaiolando dalla stanza in completo imbarazzo; la giornata non poteva iniziare meglio.
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La stazione ferroviara di King's Cross era -come sempre- affollata. Uomini e donne che correvano indaffarati per non arrivare tardi e di conseguenza perdere il treno. Ogni anno, durante alcuni giorni, le ferrovie si riempivano di gente  molto strana che trainavano dei carrelli con bauli e gabbie di gufi, uccelli rari da vedere durante il giorno. Nessuno di loro sapevano che, all'incrocio tra il binario 9  e 10, vi  era l'accesso per un binario abbastanza speciale, denominato 9 e 3/4. 
Come ogni primo di Settembre, anche la numerosa famiglia Weasley, con l'aggiunta di Harry Potter ed Hermione Granger - erano ormai considerati parte integrante della famiglia- si recavano alla stazione per accompagnare la propria prole all'espresso che li avrebbe condotti alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Quell'anno era un po' speciale, sia perché era il primo anno scolastico in cui mancava Fred a salutare i propri fratelli, ma anche perché quello sarebbe stato l'ultimo primo di Settembre in cui avrebbero dovuto accompagnare uno dei sette fratelli Weasley: Ginny era ormai all'ultimo anno e sarebbe passato molto tempo prima che un altro componente della loro famiglia sarebbe dovuto andare ad Hogwarts. 

La maggior parte degli adulti era andata avanti, ma Harry, Hermione e Ron erano fermi a contemplare l'enorme treno rosso - L'Espresso per Hogwarts-  che già sbuffava enormi quantità di fumo, pronto per l'imminente partenza. 

"Non ti sembra strano, Harry? Non dovremo salire su quel treno."

 Chiese il rosso al suo migliore amico, tenendo ben stretta al mano della sua ragazza con la sua. 

" Beh, amico, vedila così: non avremo più nessun compito da fare, nessun professore che ci perseguita e, sopratutto, nessun pericolo mortale." 

Il giovane "Salvatore" sorrise in modo ironico, un modo come un altro per spezzare la tensione. 
 
" Sentite, voi due, dovrei essere io quella felice di non avervi tra i piedi a scuola. Non dovrò più farvi copiare perché ho degli amici e il mio ragazzo, " Lo sguardo si fermò, timido, verso Ron " che sono così pigroni da non riuscire a scrivere nemmeno una pergamena! "

  Quella piccola  affermazione  fece ridere il Trio, facendo venire a galla i ricordi di quei 6 anni passati insieme  a combattere qualcosa più grande di loro. 

" Ehi, non è vero , io non  sono pigro!"

 Ron incrociò le braccia indispettito, facendo un adorabile broncio; era un vero e proprio bambinone troppo cresciuto.  

" Dai, su, Re Weasley, è quasi arrivata l'ora di lasciar salire la tua giovane pulzella sulla sua bella carozza e farla tornare al suo castello."

 L'allusione ad una fiaba Babbana era palese, ma non per Ronald Weasley.  Con uno sguardo più che confuso, seguì il suo migliore amico e la sua ragazza verso il fondo del treno, dove il resto della famiglia stava salutando Ginny. 
Tutti i loro compagni di Casa erano lì, che si ritrovavano dopo un lungo periodo di pausa. C'erano tutti: Neville, Dean, Seamus, Calì, Luna e... Lavanda. Improvvisamente la stretta della mano di Hermione si fece più salda, come a marcare il territorio, facendo capire a quella oca giuliva che Ron Weasley ora era il SUO ragazzo.  Dopo un primo momento fatto di saluti, abbracci e le solite chiacchere, gli studenti iniziarono a salire sul treno, lasciando Ron ed Hermione da soli. 

" Allora, mi scriverai al più presto, vero? Voglio sapere tutto, anche se quella piovra di McLaggen prova a metterti le mani addosso. "

 Non lo dava a vedere, ma il giovane rosso aveva una gran paura che qualcuno ci provasse con la sua ragazza quando lui era lontano chilometri e chilometri da lei. 

"Non ti preoccupare, Ronald, ci rivedremo presto, molto presto; la gita ad Hogsmeade non è così lontana, dopotutto. " 

La riccia sorrise, mentre accarezzava  gli dolcemente il dorso della mano con il pollice. Ron sperava che fosse così, già sentiva la mancanza della sua So-tutto-io preferita. 

" Beh, allora a presto, miss 'è leviòsa, non leviosà'. " 

Le loro labbra si unirono, tagliando fuori il resto del mondo. Quel bacio era dolce ma allo stesso triste, consapevoli del fatto che non ce ne sarebbero stati per molto tempo.  Ad un tratto, un coro di fischi d'apprezzamento li interruppe, facendoli voltare verso uno dei finestrini vicini a loro. 

" Dean, mi devi 10 Galeoni! Weasley si è finalmente messo con la Granger! " 

Gridò Seamus, con un sorriso trionfante che sapeva molto di 'ce ne avete messo di tempo'. Anche Lavanda stava osservando la scena, livida di rabbia. Ron non poté fare a meno di distogliere lo sguardo, a disagio per quella situazione, mentre Hermione sorrise trionfante; finalmente quella stupida oca aveva avuto ciò che si meritava. 

"Ora vado, Ron, ci vediamo. "

Disse Hermione, sciogliendo con riluttanza le dita intrecciate a quelle del ragazzo e, per un'ultima volta, dandogli un veloce bacio. 

<< Forse, dopotutto, non passerà molto, prima che io riveda di nuovo quell'insopportabile secchiona.  >> 
Pensò il rosso, mentre il treno si allontanava velocemente dalla stazione. Hermione gli sarebbe mancata veramente tanto. 






N.D.A

Secondo capitolo, con particolari avvenimenti: la partenza di Hermione. Credo che a tutti sembri strano , come è capitato a me, di vedere salire sull'Espresso per Hogwarts solo una dei nostri tre eroi, e con quel piccolo spezzone tra i tre aveva proprio l'intenzione di enfatizzare questo punto.  Spero che piaccia a voi quanto piaccia a me. :) 

Alla settimana prossima!
  
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