Capitolo 2:
Incontri/Scontri in corridoio
Questa giornata è già
iniziata maledettamente male. Credo di aver battuto la testa non so quante volte, ogni spigolo sembra richiamare il mio
povero cranio.
Dopo essermi inchinata per
raccogliere una matita e aver dato una testata al banco, mi sono convinta che
oggi sarei dovuta restare a casa.
Ma è quando la mia amica
mi dà per sbaglio un colpo in faccia con l’anta del suo armadietto ed impreco nel bel mezzo del corridoio, che tocco veramente
il fondo.
«Styles!»
Mi chiama ridendo quel cretino di Malik, «Hai il naso
tutto rosso e gonfio, sei quasi più carina del solito.»
Dà il cinque a quel cretino del suo amico Liam e
continua a sbellicarsi dalle risate. Solo io non lo trovo divertente,
ma patetico?
Ok, è un patetico carino,
ma è comunque un patetico deficiente che crede di
essere figo con quei capelli. E quel ghigno. E quel
fisico perfetto che si ritrova.
Arg, maledizione, l’ultimo
punto va cancellato senza alcuna pietà dalla mia mente, ho
preso troppe botte.
«Hai fatto qualcosa ai
capelli Malik?» Chiedo retoricamente, «Che ne so,
copiato la pettinatura della Barbie di tua sorella o li hai infilati nei cessi
del bagno…» Apro il mio armadietto con rabbia per buttarci dentro i miei libri e
sbuffo dalle narici per scaricare un po’ di stress.
Quando lo richiudo, lo
ritrovo con il viso a due centimetri di numero da me, appoggiato con una mano
all’armadietto accanto e un insopportabile sorriso sulle labbra lisce e
carnose.
Sobbalzo appena, di pochissimo,
solo perché non mi aspettavo che si avvicinasse così tanto.
Non perché la sua vicinanza mi innervosisce, né perché
mi arriva un’ondata del suo buonissimo profumo.
Che poi, dai…buonissimo profumo? Che sto pensando?
Com’è possibile che l’odore di questa scimmia mi piaccia?
«Credi di essere simpatica
Styles?» Mi soffia in faccia, il sopracciglio alzato
e gli occhi insistentemente puntati su di me.
Deglutisco e mi
appiattisco involontariamente contro l’anta alle mie spalle, «Mai quanto te Malik, non potrei mai superarti
in queste tue dimostrazioni di profonda intelligenza.» Rispondo sarcastica,
sperando con tutta me stessa che si allontani da me perché, cazzo, mi imbarazza avere il suo corpo quasi schiacciato addosso. Ed il fatto che sia Zayn Malik a mettermi così a disagio è frustrante.
Sicuramente non dipende da
lui, dipende da me. Ho sempre avuto problemi fin da
piccola a condividere i miei spazi con gli altri, lascio avvicinare solo le
persone a cui sono legata.
Socchiude gli occhi e i
suoi lineamenti si contraggono in una smorfia irritata. Beccati questa Malik, non te l’aspettavi, eh?
Scuote la testa e si
avvicina ancora, fino ad arrivare quasi a sfiorare le mie labbra e causandomi
un mezzo infarto. Che diavolo gli prende? Non si è mai avvicinato così tanto, cosa vuole fare? Resto immobile, ferma,
paralizzata, non riesco a far nulla se non trattenere
il respiro.
«Sei fortunata che sei una ragazza. Ti avrei già
preso a pugni da un bel po’ altrimenti.» Afferma
divertito e sorridendo a mezza bocca, prima di allontanarsi e di lasciarmi,
finalmente, respirare di nuovo a pieni polmoni.
Sento le guance bollenti,
le gambe molli e tremolanti, come se fossero gelatina, e il cuore che pulsa
impazzito nel petto, nel collo, nella testa, nelle orecchie, dappertutto.
«Beh, che aspetti?» Gli
grido alle spalle, per nulla intimorita dalle sue parole, «Se è una rissa che vuoi sono qui.» Mi meraviglio di me, sto comunicando in “scimmiese” anche io, mi sono
abbassata al suo stesso livello, mi manca solo una clava in mano.
Lui si volta di nuovo per
esaminarmi con un misto di divertimento ed eccitazione negli occhi. Sembra
quasi ammirato dal mio coraggio. La cosa, per inciso, non mi lusinga neanche un
po’, non so che farmene della sua ammirazione.
Non lo sopporto proprio.
Perché poi deve andarsene in giro con quell’aria arrogante e quei jeans fin
troppo calati sui fianchi? A nessuno interessa la marca dei boxer che indossa, men che meno a me. È stato un puro caso
il fatto che io abbia letto “Calvin Klein”, non volevo farlo.
Si lecca le labbra – e per
puro istinto i miei occhi seguono quel gesto come calamitati – e sorride
un’ultima volta, «Hai fegato Styles.
Peccato che a me piaccia battermi ad armi pari, non ci sarebbe gusto.»
E dopo avermi snobbata con quella frase se ne va, lasciandomi sconfitta e
con un diavolo per capello in corridoio, davanti ai compagni che avevano appena
assistito.
Credo seriamente di
odiarlo. Abbiamo sempre litigato e sempre litigheremo,
le cose non potranno mai andare diversamente tra di noi.
Penso sia comunque meglio
appuntarsi mentalmente di non lasciarlo più avvicinare così
tanto a me, per la sua sicurezza.
Mi passo l’indice
sull’angolo dell’occhio destro, scrutando la mia immagine riflessa con aria
critica. Altro che waterproof, il mascara che ho messo si sta impastando tutto
sulle mie guance.
Sospiro e mi sciacquo con
cura le mani nel lavandino, attenta a non sbeccare lo smalto rosa perlato
appena messo.
«Ehi Kris, ci sei domenica
alla festa di Louis?» Mi chiede la mia adepta numero uno, il cui nome al
momento mi sfugge. Sono troppo bella e popolare per ricordare tutti i nomi
delle ragazze che dicono di essere mie amiche, no?
«Naturalmente.» Rispondo
schiacciandomi le tette e tirandole su per rimirarle allo specchio. Sono
perfetta. E ho un seno a dir poco perfetto, grazie anche all’aiuto di un
prezioso push-up.
«Verrà anche Zayn?» L’adepta numero due fa un passo in avanti e mal
contiene il suo entusiasmo all’idea. Credo che quella troietta
sia innamorata di lui già da un bel po’, come quasi tutte le ragazze della
scuola del resto, ma è troppo codarda per farsi
avanti. Non si metterebbe mai contro di me, la sua popolarità non avrebbe
speranze di uscirne viva.
«Penso di sì, ma non ne
sono certa.» Non posso mica sapere tutto quello che fa lui, non sono la sua
babysitter, «Chiediglielo a lui se ti interessa.»
Aggiungo, scrollando le spalle annoiata. Essere la ragazza di Zayn Malik è un vantaggio nel
momento in cui sei invidiata da ogni essere di sesso femminile, lesbiche
comprese probabilmente, ma è anche una seccatura. Non mi piace dovermi
informare sui suoi spostamenti, né doverlo informare
sui miei. Non sono fatta per avere un ragazzo fisso, mi piace essere libera di
poter ammiccare e provarci con chi mi pare. Se ci siamo messi insieme è stato solo per far accrescere la nostra
popolarità, dobbiamo per forza stare
insieme, siamo i ragazzi più belli e invidiati della scuola, è la legge.
L’adepta numero due
arrossisce all’idea di parlare con Zayn, mentre la
terza, la più piccola e appena entrata nel gruppetto, si schiarisce la voce e
domanda timidamente, «Ragazze e se invitassi un
ragazzo del mio anno? Posso?»
Ci voltiamo a guardarle
sconvolte, «Scordatelo cosetta.» Dovrebbe girare con una targhetta del nome addosso, non
posso di certo tenere a mente il nome di una ragazzina del terzo anno, «Lo sai
che la festa è solo per i Senior, i bambocci più
piccoli non sono ammessi, per te facciamo già un’eccezione.» Sostengo
altezzosa, mentre le altre due servette annuiscono per darmi ragione. Ovviamente.
Come potrebbero contraddirmi?
Riprendo la mia pochette
in mano – sì, io giro con una pochette a scuola – ed
apro la porta del bagno per uscire, «Chi vorresti invitare poi, sentiamo…»
Gliel’ho chiesto inutilmente, non conosco nessuno dei ragazzi più piccoli. Loro
conoscono me, io se li vedessi non saprei nemmeno affermare con esattezza se
siano o no studenti della mia scuola.
Già faccio fatica a
memorizzare i nomi dei ragazzi bellocci del mio stesso anno, figuriamoci se
devo tener conto anche dei bambini.
«Harry Styles.»
Arresto di colpo la mia
camminata e l’adepta numero due – o è la numero uno? –
mi viene addosso e sbatte il suo naso sulla mia testa. Peggio per lei, spero le si sia stortato.
«Che cosa?» Chiedo con una
punta di isteria nella voce, convinta di aver capito
male.
«Harry Styles.»
Ripete la piccoletta, leggermente impaurita.
Non è possibile, è una
dannata persecuzione quel ragazzino ricciuto! Dopo essermi venuto addosso questa mattina, dovrebbe pure essere invitato ad una
nostra festa? Col cavolo!
«Il fratellino di Gemma Styles, la sfigata del nostro
stesso anno.» Precisa l’adepta-ho-perso-il-conto-di-quale-sia,
con aria da saputella.
«Guarda che lo so chi è
Harry Styles!» Dico risentita, praticamente
nel bel mezzo del corridoio. Praticamente davanti al
diretto interessato.
Quando i miei occhi
incontrano i suoi, verdissimi e strabuzzati per la sorpresa, penso solo a
quanto vorrei sprofondare sotto terra. Anzi, vorrei far sparire lui, io sono
troppo bella e popolare, il mondo ha bisogno di me.
«Mi fa piacere che tu lo
sappia.» Risponde Harry divertito, infilando le mani in tasca e accecandomi con
il suo sorriso.
Un brivido percorre con
violenza la mia schiena nel sentire di nuovo quella
sua profonda voce – a dispetto della facciata da ragazzino. Sento un vergognoso
ed inspiegabile rossore affiorare sulle mie guance e
per un attimo sono persino tentata di rispondergli. Solo per
un attimo, solo per insultarlo, solo per continuare a sentire la sua voce.
Santo Mascara, questo moccioso mi sta mandando in tilt
il cervello! È già la seconda volta che faccio la figura dell’idiota per colpa
sua e non posso permettermelo!
Sono Kristen
Haywood, la più bella e desiderata ragazza della
scuola e lui è solo un insignificante studente del
terzo anno. Devo ignorarlo, non merita nemmeno di rivolgermi la parola.
Mi mordo il labbro ed alzo il mento con fare arrogante, passandogli accanto
senza dargli alcuna risposta né spiegazione del perché abbia pronunciato il suo
nome.
Una volta allontanatami da
lui, lancio un’occhiata raggelante alla terza adepta, «Scordati di invitarlo.» E per qualche strano motivo, vederla annuire e abbassare
la testa, mi tranquillizza.
***Note dell’autrice***
Piccola modifica nella
storia rispetto al primo capitolo: ho sostituito il personaggio di Louis, il
ragazzo di Kris, con il personaggio di Zayn.
Personaggi:
Ringrazio infinitamente _Breath per
aver commentato, oddio mi hai resa felicissima con il
tuo commento, grazie, grazie, grazie! Spero tu sia ancora disposta a seguirmi e
spero di non averti perso per via di questa lunghissima attesa,da oggi in poi tenterò di aggiornare con regolarità!
Ringrazio poi haroldsjuliet per aver inserito la storia tra le
seguite!
Vi prego ragazze, se leggete fatemi sapere cosa ne pensate, se sto perdendo solo
tempo e faccio meglio a chiudere tutto! Ho bisogno di sapere se questa storia è
davvero una totale cavolata come penso o se vale la pena
continuarla…
Questo è solo un capitolo di intermezzo, di passaggio. Nel prossimo ci sarà lo scambio
e ho già pensato a tutto, a come avverrà. Ovviamente, come ho già detto, è una
storia in stile film americano, ma io mi sto divertendo molto a scriverla,
spero sia piacevole anche per voi leggerla :) Datemi e datele una possibilità.
Grazie a chiunque si
fermerà a leggere e/o commentare e/o aggiungere la storia tra i
preferiti/seguiti/ricordati.
Un bacio!
PuffDebbie
Ps: Volete un’anticipazione del prossimo capitolo?
Eccola qua:
(Kristen)
Mi sento strana, la testa
mi gira come se mi fossi scolata una bottiglia intera di Vodka, eppure sono
sicura di non essermi ubriacata ieri sera.
Mi porto le mani alla
fronte e sospiro ad occhi chiusi. Che cosa ci faccio
qui? Questa non è la mia stanza. Mi sembra di conoscerla, ma non ricordo se ci
sono già stata. Sto sognando? Ho davvero bevuto qualcosa di strano?
Scosto le coperte e quasi
mi viene un colpo quando vedo le mie corte gambe pallide e paffute, ma soprattutto,
quando vedo i miei piedi ricoperti di un orrendo paio di calzini verdi a pois.
Ok, se è uno scherzo è uno scherzo di pessimo gusto. Che è successo alle
mie gambe? Perché sono così corte e…flaccide? Io faccio ginnastica tutti i
giorni per avere delle gambe perfette e sode, che cosa sono queste
mozzarelline?
Se scopro cosa mi hanno
messo nel drink Zayn o quel cretino di Liam giuro che li ammazzo. Devono avermi drogata ieri sera,
per forza, altrimenti come spiegare il fatto che sia
nella stanza di…Santo Mascara, di Gemma! Questa è la stanza di Gemma! Che cosa
ci faccio qui e dov’è lei?
Balzo in piedi in un
attimo e, nel farlo, mi rendo conto di essere
decisamente più bassa del solito. Qualsiasi cosa mi hanno
dato, era bella forte.
Sto per andare verso la
porta, quando qualcosa cattura la mia attenzione: i capelli scuri sulla mia
spalla. Oh cazzo, mi sono tinta i capelli? Dove sono i miei capelli biondissimi?! Perché non riesco a ricordare nulla?
Corro verso lo specchio
con il battito del cuore a mille e la paura di vedermi, ma, prima che possa
raggiungerlo, la porta si spalanca e nella stanza entra un assonnato Harry Styles. In boxer. Solo in boxer. Praticamente
mezzo nudo.