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Autore: Meky e Amber    29/08/2007    0 recensioni
Luna, luogo magico e misterioso; lassù vivono delle persone dai capelli d’argento e gli occhi azzurri. Magnifici boschi d’argento e fiori color dell’oro… lì nascerà un’avventura che porterà una ragazza, per metà terrestre, nel suo viaggio verso l’ignoto. Fra assassini, una setta politica all’attacco contro Maila, la città del re, una misteriosa pergamena custodente strani codici vi ritroverete catapultati in un soffice sogno fatto d’argento lunare e stelle. Sogni d’oro
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo IX

La pergamena

Piccola lotta… “amichevole”…

 

 

 

I tre ragazzi seguirono Almair all’interno del palazzo reale.

Tutte le dicerie sentite a Guya, il paese di Ludwy e Majorit, non erano abbastanza per descrivere lo splendore che regnava all’interno del palazzo stesso. L’ingresso era enorme, con ai lati colonne di marmo bianco che formavano delle volte a crociera enormi; i muri erano bianchi e vi erano incastonate delle finestre con un arco a tutto tondo nella parte alta. Il pavimento era di marmo bianco, con nel passaggio principale, pietre di un blu intenso, che Ludwy identificò come lapislazzuli, al posto del tappeto.

La forma del palazzo era a cerchio, con all’inizio un pezzo rettangolare (l’ingresso). Seguendo il percorso di lapislazzuli arrivarono davanti a due muri che si avvicinavano, con un portone nel loro incrocio fatto totalmente d’argento; all’interno vi era una stanza con al centro una scala che sembrava di cristallo blu; nel perimetro circolare, vi erano delle porte più piccole rispetto al portone, sempre in argento, che portavano a stanze secondarie.

Il gruppo salì la scala, che percorreva la torre principale dell’edificio imponente. Dopo una quarantina di gradini (la scala era attaccata per un lato al muro e saliva in una chiocciola molto larga), giunsero al secondo piano, da cui, per mezzo di enormi vetrate di vetro blu molto chiaro, si poteva godere di un panorama della città mozzafiato. Quel piano era l’inizio degli appartamenti reali: lì vi erano la sala del trono imponente, perché formata dalle due torri collegate da una serie di ponti sospesi grazie ad archi rampanti, la stanza da ballo, la biblioteca e molte altre; molte stanze erano nella torre parallela a quella in cui si trovavano, e molti ponti collegavano le due torri, senza contare che la torre gemella era raggiungibile solo attraverso quei ponti. Anche per questo, le due torri sembravano un tutt’uno da lontano.

Almair li condusse nella torre gemella; per raggiungere la sala del trono era necessario andare nell’altra torre e salire una decina di scalini per arrivare alla sala del trono. Il ponte, essendo ad un’alta altezza, era coperto da vetrate trasparenti, sorrette da colonne di ferro bianco, attaccate alla ringhiera dello stesso materiale e colore.

Ludwy si bloccò per alcuni istanti, incantata dal paesaggio sottostante: le case erano piccole da lassù, per non parlare del groviglio colorato degli alberi e della foresta che avevano attraversato; visto da così in alto il fiume sembrava un semplice ruscello

“Certo che da quassù si vede proprio tutto” pensò la ragazza raggiungendo il gruppo.

 

Salita la rampa di scale, Almair bussò ai battenti della sala del trono. Il re era già stato avvisato da un maggiordomo, arrivato prima di loro grazie al teletrasporto, usato solo per esigenze veramente importanti, come guerre, pericoli imminenti e informazioni simili. Il portone d’argento, con le decorazioni di fiori d’oro, si aprì grazie a due guardie all’interno. Mentre salivano, Xander aveva spiegato la situazione ad Almair, ed egli, sorpreso, aveva ascoltato senza dire una parola.

La sala del trono era solenne e molto alta; aveva una forma quasi ovale, ed era simile all’ingresso. L’unica grande differenza stava nelle decorazioni: le pareti, fra una grande vetrata e l’altra, erano coperte da arazzi rappresentanti gesta eroiche mitologiche e cavaliere. Il pavimento era totalmente in lapislazzuli, con alcune parti in agata gialla e marmo bianco. In fondo alla sala vi era un trono in ossidiana, ricoperto d’argento, faceva un effetto molto spettacolare e strano; lì sopra, un uomo sull’ormai mezz’età: era il re

-Maestà- disse il generale, inchinandosi davanti al re, seguito dai tre ragazzi –vi porto notizie importanti-

-Parla pure, generale Almair- disse il re, facendo un gesto con la mano.

-È meglio se sia lui a narrarvi tutto, Maestà- disse indicando Xander

-Bene- Xander si fece avanti –Qual è il tuo nome-

-Xander Gaier- rispose facendo un profondo inchino. Il re annuì

-Il nome non mi è nuovo- disse sua Maestà –Parla-

Il ragazzo fece un silenzioso e profondo respiro, ed iniziò la lunga spiegazione; il re rimase impassibile per tutto il tempo, pensando ed ascoltando. Quando ebbe finito, sua Maestà non proferì parola

-E la pergamena originale- disse infine l’uomo –come mai ce l’hai tu?-

-Mio padre, l’ex generale, l’aveva in custodia, ma poi è stato ucciso e me l’ha affidata. Sono stato costretto a fuggire, o mi avrebbero trovato-

-Ma i nomi dei traditori, chi li ha aggiunti?- chiese il re.

-Questo non lo so…-

-Forse vostro padre- mormorò pensoso sua Maestà. A Xander venne una folgorazione. Certo! Era stato suo padre a scrivere i nomi dei traditori! Per questo erano venuti ad ucciderli, solo che il padre non aveva fatto in tempo ad avvertirlo perché era morto prima… E poi la sua fuga disperata alla ricerca di un luogo sicuro… l’odio e la rabbia l’avevano accecato, non facendolo ragionare… -Comunque consegnami la pergamena, le guardie penseranno a scovare i traditori. Ora andate a riposarvi. Una guardia vi condurrà nelle vostre stanze- I ragazzi uscirono dalla grande sala

-Almair, secondo voi ha mentito?- chiese il re. Pensoso, l’altro fece segno di no

-Non credo. Inoltre hanno la pergamena e sembra tremendamente originale; poi il ragazzo assomiglia a suo padre…-

-Senza contare che io stesso avevo ordinato all’ex-generale d’indagare su questi presunti traditori…-

-Maestà!- Un messaggero entrò nella sala di corsa, facendo un veloce inchino –Un gruppo di persone armate sta facendo irruzione nella città! Riescono ad usare anche la magia e possiedono strani veleni e oggetti-

-Alchimisti…- disse Almair guardando il messaggero

-Almair, ordina di bloccare l’armata. Se è come penso, molto probabilmente si tratta di quei traditori…-

-Bene- Il generale fece cinque passi senza voltarsi, poi si voltò ed uscì di corsa verso la caserma; ma fuori dalla sala incontrò Xander, con Majorit e Ludwy dietro di lui che arrivavano correndo dal ponte sospeso

-Mi credete ora?- chiese incrociando le braccia –Mihjod e il suo seguito stanno arrivando per la pergamena-

-Mihjod? Quel Mihjod?- chiese sorpreso Almair

-Si, proprio il figlio del Consigliere Lydos. Il consigliere è quello che comanda la gilda, anche se, da quello che ho visto l’ultima volta, i due stavano combattendo per il primo posto…-

-Una falda nel gruppo-

-Questo potrebbe aiutarci a fermarli…-

-Aiutarci?? No no, il campo di battaglia non è un posto per ragazzini- Xander si mise le mani sui fianchi

-Io non sono un ragazzino, so come muovermi, sono penetrato nella base nemica è ho potuto vedere ciò che bolliva in quel posto; so persino che tipo di alchimia usano- L’uomo fece un sorriso furbo, poi mise una mano sulla testa del ragazzo

-Sei uguale a tuo padre. Sei proprio degno di essere suo figlio- L’altro ricambiò il sorriso

-Devo prenderlo come un complimento?-

-Non saprei…-

 

Ludwy osservava dal ponte sospeso l’avanzare distruttivo dell’esercito di Mihjod e del Consigliere Lydos. La gente era stata avvertita, e tutti si trovavano dalla parte opposta della città con le cose più preziose che possedevano. Majorit era accanto a lei: per ordine di Xander nessuna delle due poteva uscire dal palazzo reale. Naturalmente l’intrepido figlio dell’ex-generale aveva insistito per poter partecipare anche lui alla lotta, così da poter vendicare finalmente la propria famiglia. Inoltre aveva un piano.

Le due ragazze videro le guardie reali nascoste dietro un’abitazione imponente, con contro-incantesimi in fialette per contrastare l’alchimia del nemico; tutto stava andando come aveva previsto il ragazzo… Eppure Ludwy era contrariata. Certo, lei non sapeva combattere, ma voleva vendicarsi per la morte del padre! Era combattuta tra l’obbedire a Xander e lo scendere a combattere; Majorit, dal canto suo, preferiva di gran lunga rimanere lassù, lontana dal pericolo…

Finalmente, le guardie reali sbucarono dal loro nascondiglio e la battaglia iniziò. Le grida si alzarono e le fialette iniziarono a volare, mentre il rumore dell’acciaio contro l’acciaio scalpitava nell’aria; i corpi iniziarono a colpire e ad essere colpiti, il sangue iniziò a dilaniare il terreno candido. Non stava andando proprio come aveva previsto Xander… Qualche guardia era già caduta, mentre altre si tenevano le ferite, ma anche sull’altro fronte era quasi la stessa cosa. All’improvviso i traditori si divisero e scomparvero nelle viuzze accanto a loro, lasciando le guardie spiazzate

-Non fatevi accerchiare!- esclamò Almair alzando la spada al cielo –Verso il palazzo!-

Non era difficile da capire dove volevano arrivare i nemici, e dall’alto le due ragazze vedevano gli uomini della gilda avvicinarsi alle torri sempre più velocemente

-Accidenti!- esclamò Ludwy –Se non troviamo un modo per fermarli entreranno!- Majorit la fissò preoccupata, poi sorrise

-Ho un’idea- disse prendendole la mano –Seguimi!-

Le due corsero a perdifiato giù per le scale, mentre Majorit le spiegava il piano. Era rischioso metterlo in atto, ma era l’unico modo per dare il tempo al gruppo alleato di arrivare… Si fermarono per alcuni istanti nella caserma, alla ricerca di fialette contro-incantesimo

Le due si appostarono davanti al portone d’ingresso, e iniziarono a posizionare davanti all’ingresso alcune fialette, legate insieme da un po’ di polvere da sparo. In poco tempo, gran parte del gruppo nemico era davanti a loro

-Non osate fare un passo di più- esclamò Ludwy, cercando di mantenere la voce ferma –o farò esplodere tutti voi! Vi è chiaro?!-

-Cosa credi di fare, ragazzina?- chiese uno avvicinandosi, seguito da altri sei. Majorit accese un fiammifero e lo fece cadere sulla polvere da sparo. In fretta, le due ragazze si ripararono e tutte le fialette posizionate esplosero addosso agli uomini, che iniziarono a strillare con gli abiti completamente in fiamme.

-Piccole insolenti…- ringhiò un uomo, avvicinandosi. Senza farsi scoraggiare, le ragazze iniziarono a gettare le fialette rimaste su chi tentava di avvicinarsi, ma alla fine finirono e in piedi erano rimasti ancora Mihjod e una quindicina di persone, composte da chi si era rialzato quando aveva finito l’effetto delle fialette e da chi non era stato affatto colpito.

-Che farete ora, ragazzine?- chiese Mihjod incrociando le braccia infuriato –Uccidetele!- Ludwy e Majorit estrassero due spade, prese nella caserma, e si prepararono a ripararsi alla bell’e meglio sotto gli attacchi nemici

-Questo te lo scordi!- esclamò una voce alle spalle dell’uomo

-Xander!- esclamarono le due contente. Con la spada sguainata, colpì due uomini che tentavano di fermarlo

-Vi avevo detto di rimanere dentro!- disse Xander rivolto alle due

-Ma sarebbero entrati!- si difesero. Alle spalle del ragazzo apparve il resto delle guardie, capitanate da Almair

-Non fateli entrare!- esclamò il generale.

-Fossi in te fermerei i tuoi uomini…- disse Mihjod –o farò del male a queste due ragazze. Non riuscirete a proteggerle, dovreste uccidere tutti i miei uomini, compreso me- Xander si morse il labbro: aveva ragione. Le due si guardarono poi, come una sola persona, spinsero giù dalle gradinate tutti quelli troppo vicini con un calcio, e corsero dentro il palazzo chiudendo il portone in faccia ai primi che tentavano di rincorrerle. Mihjod si fece avanti e, aiutato da alcuni uomini sfondò il portone, facendo in tempo a vedere con la coda dell’occhio, grazie alla porta spalancata, le due ragazze che salivano le scale. L’uomo entrò per rincorrerle, mentre tutti gli altri bloccarono le guardie

“Accidenti!” pensò Xander mollando fendenti a destra e a sinistra, cercando di farsi strada fra la gente “Ludwy! Majorit!”

Le due ragazze corsero su per le scale, mentre sotto di loro potevano scorgere Mihjod che si avvicinava a loro sempre più. Arrivarono al secondo piano, negli appartamenti reali. Ludwy gettò un vaso, sopra un piedistallo lì vicino, verso le scale, per rallentare la corsa dell’uomo. Corsero verso la torre gemella, attraversando uno dei tanti ponti

-Correte pure, tanto vi prenderò!- esclamò l’altro dalle scale, facendo due gradini alla volta.

-Ludwy, dove stiamo andando?- chiese ansimando stanca Majorit

-Stiamo salendo in cima… alla torre gemella- rispose l’altra –Ho paura che rimarremo bloccate lassù se non riusciamo a bloccarlo definitivamente!-

-Ma chi me l’ha fatto fare di avere un’idea così stupida!!- esclamò correndo su per un’altra rampa di scale. Dietro di loro Mihjod era sempre più vicino. Alla fine l’uomo prese Majorit per i capelli e la strattonò accanto a lui

-Majorit!- esclamò Ludwy fermandosi

-Ahh!!- urlò la ragazza mentre l’uomo le feriva il braccio e il fianco, e la buttava giù per le scale. Rotolando per una decina di gradini, alla fine, fortunatamente, lei riuscì ad aggrapparsi alla ringhiera col braccio sano

-Scappa giù Majorit!- disse Ludwy rincominciando a correre. L’altra ubbidì, e scese. L’altro seguì Ludwy che, col fiatone, tentava di tenerlo lontano; alla fine la ragazza sbucò su uno spiazzo con un tetto fatto da una volta a crociera: era arrivata in cima. Il tutto ricordava molto la cima di un campanile, se non fosse stato per lo spiazzo che collegava le due torri e l’assenza di campane

-Ora sei in trappola…- disse Mihjod -…e non ti andrà bene come a quella mocciosetta. Tu farai un bel volo giù dalla torre…-

Lei, mordendosi il labbro spaventata, indietreggiò, finché non toccò il bordo in pietra bianca

-Addio…- L’uomo si avvicinò. Ludwy estrasse la spada, ma l’altro, con un semplice tiro della propria, gliela tolse di mano –Quello non è un gioco per bambini, ragazzina-

La prese per il collo, e la tirò su mentre lei si dimenava come una forsennata

-Fermati!- esclamò Xander alle sue spalle; aveva dei tagli sulle braccia e un graffio sulla fronte, mentre le ferite del combattimento con Qampi si erano riaperte. L’altra, approfittando del momento di distrazione dell’uomo, gli morse la mano, costringendolo a mollare la presa. Lei, libera, corse dietro a Xander

-Vai via, Ludwy- gli disse lui dolcemente

-E… e tu?- chiese ancora scossa. I loro sguardi s’incrociarono per qualche secondo, i loro cuori palpitarono all’unisono… e le parole non furono più necessarie

-Vai- Lei scosse la testa con forza

-Voglio rimanere qui con te-

-Ma… non fare la testarda! Vattene!- La ragazza, anche se di malavoglia, corse via.

–E così siamo rimasti solo noi due- disse Mihjod con la spada puntata contro il ragazzo

-Finalmente regoleremo i conti…- rispose il ragazzo nella stessa posizione dell’altro. I due partirono all’attacco. Fin da subito Xander si dimostrò in difficoltà: era ferito e meno forte dell’altro. Le spade s’incrociarono, i colpi dell’uomo erano violenti e spietati, ma il ragazzo riuscì a pararli tutti. Mihjod lanciò un fendente molto violento, che colpì l’altro alla spalla, facendolo indietreggiare; alla fine il ragazzo riuscì a mandare un attacco che colpì l’altro sul fianco. Il sangue del taglio, abbastanza profondo, iniziò a scendere e a macchiare la veste dell’uomo, che non se ne degnò neppure, come se fosse stato un semplice graffietto; ma Xander non si arrese e iniziò a lanciare i colpi quasi alla cieca, colpendolo al braccio destro, quello con cui usava la spada, e una guancia

-Sei agile per essere un ragazzino…- disse l’uomo indietreggiando un poco

-Mi sono allenato per anni solo per batterti e vendicarmi!- esclamò con occhi di fuoco lui –Non ho intenzione di perdere!-

Ludwy, che non se n’era andata ed era rimasta sulle scale ad osservare si sentì una sorta di vuoto dentro. Il ragazzo partì all’attacco e colpì l’uomo ad una gamba, facendolo cadere per terra; lui gli puntò la spada al collo

-Addio- ringhiò il ragazzo

-NO!- esclamò Ludwy sbucando dalle scale e mettendosi davanti all’amico –Se lo ucciderai non sarai meglio di lui! Non farlo Xander…- Davanti agli occhi supplicanti della ragazza, lui abbassò la spada

-Hai ragione-

-Grazie ragazzina!- disse l’altro alzandosi e colpendola con la spada al fianco, facendola cadere di lato. La spada penetrò nelle carni in profondità e per poco non la uccise

-Ludwy- esclamò il ragazzo sgranando gli occhi, poi fissò furente l’uomo –Tu hai osato colpirla quando ti stava proteggendo…-

-Non mi serviva la sua compassione, e nemmeno le sue lezioncine sull’onore. Nessuno gliel’aveva chiesto-

-Maledetto…- ringhiò a denti stretti puntandogli contro la spada. Da dietro le spalle del ragazzo spuntarono Almair e cinque guardie, che accerchiarono l’uomo

-Ci pensiamo noi a lui- disse il generale –tu pensa alla tua amica-

Lui s’inginocchiò accanto alla ragazza, che si teneva la mano sul fianco sanguinante

-Ludwy…- disse Xander scostandole delle ciocche di capelli dalla fronte sudata –Perché lo hai fatto…-

-Non volevo che ti macchiassi di un’azione così brutta solo per vendicarsi. Anch’io avevo pensato che ucciderlo sarebbe stata la punizione adatta per la mia vendetta, ma poi ho capito che se l’avessi fatto non sarei stata meglio di quell’assassino…- Strinse gli occhi, dolorante

-Ludwy!-

-Xander…- mormorò lei –avvicinati… un attimo… Avvicina…- Senza più riuscire a parlare fece gesto di avvicinarsi al ragazzo. Lui avvicinò il viso e lei, nel suo ultimo atto prima di svenire, lo baciò sulle labbra

-Ti amo…- mormorò la ragazza, poi svenne, lasciando uno Xander sbalordito

-Non mi avrete mai!- esclamò Mihjod, ridestando il ragazzo dai suoi pensieri. L’uomo si trovava accanto al bordo di pietra della cima, accerchiato dalle guardie; per un fortuito caso, lui scivolò e cadde giù, urlando

-Vendetta è stata compiuta, Ludwy…- disse piano Xander, rivolto alla ragazza. Approfittando del fatto che tutti erano occupati a guardare giù dal bordo, baciò a sua volta la ragazza

-Riposa ora, Ludwy…-

 

-Ti ringrazio Xander Gaier, per averci aiutato a catturare il gruppo dei traditori- disse il re, dal suo trono. Il ragazzo con dei cerotti e bende un po’ dappertutto, fece un profondo inchino

-Sono onorato di avervi aiutato, Maestà-

-Per il tuo aiuto, ti consegno una medaglia all’onore- Gli consegnò personalmente il ciondolo placcato d’oro –Ora puoi andare- Inchinandosi e facendo cinque passi senza voltarsi, uscì dalla sala per dirigersi all’infermeria. Lì vi erano Majorit, Ludwy, ancora priva di sensi, i genitori di Majorit e Jonu che, diversamente da come avevano creduto i due, era ancora vivo; quando aveva visto la camera in fiamme era stato separato dalla sala a causa di un pezzo di legno infuocato caduto dal soffitto, ma era riuscito a fuggire dalla finestra senza che nessuno se n’accorgesse. Era poi venuto a sapere del viaggio dai genitori di Majorit, preoccupati come non mai dal biglietto lasciato dalla figlia, e aveva cercato di arrivare a Maila il prima possibile

-Come sta?- chiese il ragazzo all’uomo

-Dorme tranquilla- Lui annuì

-Sai, - disse Jonu, guardando il ragazzo –il re mi ha detto che, se voglio, posso portare Ludwy sulla Terra, da sua madre- Xander sentì un nodo alla gola, ma l’inghiottì.

-Penso sia una bella cosa. In fondo lì potrà vivere serenamente e…- Si fermò sotto lo sguardo dell’uomo –Cosa c’è?-

-Nulla…- rispose continuandolo a guardare –Grazie per averla portata fin qui sana e salva-

-Di niente… Ma come farà Ludwy a comparire nella vita terrestre se nessuno per sedic’anni l’ha mai vista?-

-Esiste una magia per questo. Trasforma la realtà in una alternativa; in poche parole la sua vita sarà come se non fosse mai vissuta sulla Luna-

-Quindi non si ricorderà nulla di qui?- chiese il ragazzo. L’altro annuì

-È un prezzo da pagare per renderla felice- disse Majorit, che aveva sentito tutto

-Già…-

 

Ludwy si risvegliò nella sala di un ospedale

-Ludwy!- esclamò una voce. La ragazza focalizzò il viso della donna davanti a lei; le somigliava molto e aveva un profumo di fragole…

-Mamma…- mormorò, riconoscendola –dove sono?-

-Sei all’ospedale, cara-

-Sulla Terra?!- La ragazza balzò a sedere –Come ho fatto?! Mi ricordo di aver fermato Xander, sulla torre del palazzo reale, sulla Luna, di essere stata ferita e di…- Al pensiero del bacio arrossì un poco -e di essere svenuta…- La donna aggrottò le sopraciglia

-Cosa dici? Sei rimasta in coma a causa di una caduta per un mese. Devi aver fatto un lungo sogno…-

-Ma… c’eri anche tu… e papà!-

-Oh, lo so che ti manca Jonu- disse lei rattristandosi –ma sappiamo entrambe che è morto- Improvvisamente, come un’onda, migliaia di ricordi entrarono nella mente della ragazza. Una festa di compleanno in compagnia di amici, la morte del padre, una città terrestre, la sua amica del cuore…

-Hai ragione, dev’essere stato un sogno…- disse la ragazza scotendo la testa. Si, era stato tutto un sogno…

 

Cinque mesi dopo…

Ludwy stava camminando per strada, tornando da scuola. Aveva lasciato Maria, la sua migliore amica, pochi isolati più indietro, davanti a casa sua. Si fermò ad un incrocio, facendo passare due macchine quando…

Dietro il muro davanti a lei scorse un viso famigliare. Eppure tutto quello che aveva visto durante il suo periodo d’incoscienza era stato tutto un sogno, compreso lui!

-Xander…- mormorò allungando la mano verso il ragazzo. Lui però, le sorrise e scomparve dietro l’angolo. Lei non lo rincorse come le diceva il cuore; lasciò che le lacrime le scendessero sulle guance, e prese la direzione opposta a quella del ragazzo. Non era stato un sogno, a lei bastava quello… No, non era vero, lei lo amava, gliel’aveva detto, voleva rivederlo, tornare sulla Luna e tutto il resto. Ma non poteva, lo sapeva

-Xander!- urlò rivolta al cielo –Ti amerò sempre!- Alcuni passanti si voltarono a guardarla sorridendo

-Lo so…- mormorò un ragazzo che correva via –Ti amerò per sempre anch’io, Ludwy…-

 

 

…Fine…

 

 

“Guarda mamma!” La bambina alza il dito verso il cielo

“Cosa c’è piccola?” La madre le si avvicina sorridendo

“Guarda la Terra com’è bella! È tutta verde, e a me piace tanto il verde!”

“Lo so piccola, lo so…”

“Mamma, mi racconti di nuovo la storia della ragazza della Luna?”

“Certo cara. C’era una volta, tanto tempo fa, una ragazza di nome Ludwy…”

 

 

Così nacque la leggenda della ragazza della Luna, metà terrestre, metà lunare. La sua storia venne conosciuta da tutti, seguita dall’eroica impresa di aver protetto il re insieme ad altri due ragazzi. E mentre lei guardava rapita dai ricordi e dall’amore, la luna così lontana e piccola sulla Terra, la gente, sul satellite d’argento, sognava e cantava le sue gesta.

Molto probabilmente, dopo quell’avventura, tutti l’avrebbero accettata…

 

  
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