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Autore: H o p i e    09/02/2013    1 recensioni
Hyuri, una ragazza italo-coreana, perde i genitori all'età di tre anni e viene subito dopo portata in un orfanotrofio. Da qui nessuno l'adotta, a causa del suo carattere vivace o almeno finché, all'età di 10 anni, non si presenta una famiglia che subito di innamora dei suoi tratti coreani, uniti ai suoi capelli rossi e ai suoi occhi verdi.
Fin da piccola ha avuto l'abitudine di scrivere tutti i suoi pensieri su un diario, il suo unico amico.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: G-Dragon, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sono passati cinque anni da quando sono stata adottata. Ora ho 15 anni e quell'insopportabile di Ji Yong ne ha 18. Già, lo considero ancora insopportabile, la mia prima impressione non sbaglia mai. Come se non bastasse continua a chiamarmi "sorellina" e vorrebbe che lo chiamassi "fratellone", bah.
Ho anche una sorella in questa famiglia, solo che ha una casa tutta sua e adesso è in viaggio negli USA. Si chiama Dami e ha 23 anni. Con lei invece vado d'accordo, è simpatica e, anche se la vedo poche volte, le sono affezionata.
Ancora non ho amici, ho solo quel diario, che scrivo una volta ogni tanto. Mi chiedo che senso abbia avere un diario a cui confidi tutto e che non ti può nemmeno dare dei consigli, è straziante sotto questo punto di vista.
Fisso il mio diario e lo sfoglio leggendo alcune pagine scritte in precedenza. Da piccola scrivevo veramente sciocchezze...
Ho smesso di scriverci quando avevo 13 anni. Non facevo altro che scrivere cose come cos'ho mangiato a pranzo, cos'ho fatto a scuola e, ad ogni pagina, scrivevo quanto mi stesse antipatico Ji Yong. Una cosa ripetitiva e noiosa. Afferro violentemente le pagine scritte, intenta a strapparle, ma mi rendo conto che non sarebbe stato giusto. Quello era tutto ciò che faceva parte del mio passato e del mio essere bambina. Strapparle non avrebbe senso, quindi meglio lasciare tutto lì. Metto il mio diario sotto il cuscino del letto. Ricordo com'era la stanza appena ero arrivata qui. Pareti bianche, letto con coperte leggerissime - che si apprestarono subito a sostituire con coperte più pesanti - sebbene facesse ancora freddo e un armadio molto grande, almeno per quanto sarebbe potuto sembrare visto da una bambina di 10 anni.
Ora, a dispetto di prima, le pareti sono di un celestino chiaro, c'è una scrivania con sopra un computer portatile, uno specchio che permette di guardarmi dalla testa ai piedi, un lampadario molto carino, una bajour e una libreria piena di libri.
Sono felice di trovarmi in questa famiglia, mi piace davvero tanto. Certo, se non fosse per Ji Yong mi piacerebbe di più, ma questi sono dettagli...
Oggi è una bella giornata di sole e sarei felicissima se non fosse per una cosa.
«Hyuri...» una voce stanca e assonnata mi chiamava da dietro.
«Mh?» mi volto seccata verso la porta semi-aperta da un qualcuno che sembra uno zombie con la voce da morto.
«Dobbiamo andare a... » il tutto fu interrotto da uno sbadiglio così largo da poter intravedere l'esofago guardando l'apertura della bocca anche a metri e metri di distanza.
«Sì, ho capito ho capito. Certo che un po' di entusiasmo potresti mettercelo. » rispondo sbuffando afferrando la mia cartella scolastica.
«Ma io ho sonno...»
«Hai diciott'anni e ancora fai questi discorsi?» esco dalla stanza e gli afferro il braccio trascinandolo «E poi pretendi anche che ti chiami "fratellone". Piuttosto sembra che sono io quella più grande che deve badare a tutto. »
Arriviamo davanti alla porta di casa e, dopo aver salutato nostra madre, usciamo di casa e ci incamminiamo a piedi verso la scuola dato che era poco distante.
Già. Nostra madre. Sebbene all'inizio non fu facile, con il tempo sono riuscita a chiamarla "mamma". La stessa cosa vale per "papà". Ricordo come fosse ieri quando ero convinta che mi avessero adottata solo per il mio particolare colore di capelli e di occhi, ero davvero piccola.
«Piuttosto che lamentarti e sbadigliare in continuazione dovresti essere felice dato che tutte quelle cornacchie che ti ronzano attorno continueranno a sbavare guardandoti. » comincio a parlare rompendo il silenzio.
«Umh? Fai la gelosa adesso o cosa?» risponde guardandomi con aria interrogativa.
«Figurati se sono gelosa. Mi danno semplicemente sui nervi. Mi darebbero sui nervi anche se facessero così con qualcuno che non conosco. E poi scusa, ma a te questo è del tutto indifferente? Insomma... se succedesse così a me tirerei una sprangata in testa a quelle persone!»
«Già, ma a te non succede.» risponde con un mezzo sorriso divertito.
«E con questo che vuoi dire? Che non sono desiderabile?»dico fermandomi.
«Non ho detto questo.» risponde fermandosi un po' più avanti di me e guardandomi voltando leggermente la testa.
«Bah. Tanto della tua opinione mi interessa veramente poco. » concludo continuando a camminare «Piuttosto devi iniziare a darmi ripetizioni di matematica visto che tu sei bravo a scuola »
«Insufficienze?»
«Sì.»
Nel frattempo arriviamo a scuola. La prima cosa che noto entrando nel cortile è un ragazzo italiano. Strano vedere un italiano qui a Seoul e, difatti, era contornato da delle ochette starnazzanti.
«Oh, vedo che le tue amichette ti hanno abbandonato.»
Continuo a guardare quel ragazzo e noto che si volta verso di me e che mi sorride. Inevitabilmente divento rossa, quasi come il colore dei miei capelli.
«Non mi importa» risponde voltandosi verso di me e, notando il mio rossore, aggiunge «Ma come? Non dirmi che ora mi abbbandoni anche tu!»
«... Eh?» torno normale e poi aggiungo «Figurati! E poi perché dovrei abbandonarti? Non sono mai stata dalla tua parte. Ora scusami ma vado in classe. » concludo avviandomi svelta verso la mia classe.
È ancora vuota. Faccio in tempo a dire qualcosa al mio caro amico.
Mi siedo al mio posto e apro lo zaino. Caccio fuori il mio diario, lo apro, afferro la mia penna e inizio a scrivere.
 
15 ottobre 2006
Caro diario,
da quanto che non ti scrivo.
Ora ho trovato finalmente un valido motivo per farlo.
In cortile ho visto un ragazzo, è carino.
È anche italiano, quindi non si stupirà più di tanto nel vedere la mia genetica.
Il punto è che mi ha sorriso.
Un ragazzo...
... mi ha sorriso.
Non mi era capitato mai, se non con Ji Yong, ma lui è ovvio che mi sorride:
sorride sempre!
Invece questo ragazzo non lo conosco nemmeno, eppure mi ha sorriso.
Mi ha sorriso.
Mi ha sorriso.
Mi ha sorriso.
Ma cosa mi prende?
Da quando mi esalto per così poco?
Oddio.
Lui non mi interessa mica.
È solo un ragazzo italiano, tutto qui.
 
Hyuri
 
Sento dei passi e rimetto subito il diario nello zaino. La persona appena entrata è nientepopodimeno che lui, quel ragazzo.
 
"Caro diario, perché il cuore mi batte così velocemente?"
 
 
Il mio angolino:
 

Prometto che dal prossimo capitolo tutto sarà migliore. Adesso la storia è banale, ma questo è solo l'inizio (:
Come avete ben capito questa storia è  sviluppata nel 2006. Wow, salto nel tempo 8D
Beh, spero vi piaccia ^^ 
Grazie per aver letto!


Ji Yong
   
 
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