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Autore: Glory Of Selene    10/02/2013    6 recensioni
C'è solo un viso dietro la maschera di Kakashi?
"Hatake Kakashi. Figlio della Zanna Bianca della Foglia, allievo del Quarto Hokage. Divenuto chunin a sei anni, jonin a tredici. Inventore del famoso Taglio del Fulmine, altrimenti detto Mille Falchi. E…
Conosciamo tutti queste cose, e anche di più, considerando tutte le varie leggende che circolano sul suo conto. Ma a lei, personalmente, sensei. È mai riuscito qualcuno a mettere davvero in difficoltà?
Probabilmente avrebbe mentito.
"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakumo Hatake
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Erano mille. Mille e più. Volavano tutt’attorno a lui, facevano un rumore terribile, lo annientavano; avrebbe voluto gridare, che la smettessero, che lo lasciassero in pace, per una volta.
Erano mille, mille falchi, neri come la notte che, complice, li aiutava a venire a ghermirlo, e contro di loro lui sapeva di non poter fare niente.
Molti ninja preferivano le armi da lancio a quelle corpo a corpo. Le armi da lancio permettevano di uccidere con freddezza, non facevano distinzione tra la persona reale e il bersaglio di paglia, e il lanciatore non si accorgeva neanche del momento esatto in cui la sua vittima esalava l’ultimo respiro. Il gesto delle armi normali, invece, era molto più brutale. Avvertire nettamente la vita del nemico fare resistenza e aggrapparsi a qualsiasi cosa pur di non svanire, e continuare invece a spingere, andare sempre più a fondo, lottare di persona contro quell’anima.
La gente la chiamava Mille Falchi, perché il rumore era quello di uno stormo di uccelli. Lui aveva sempre preferito Taglio del Fulmine, perché odiava quel suono.
Ricoprire la propria mano di chakra del fulmine, far di se stesso un’arma. Chissà quante persone aveva ucciso, in quel modo. Atroce.
Perché di atrocità si trattava. Quando non è lama, non è ferro a penetrare nel corpo di un uomo, mai sei tu stesso, allora è lì che sei brutale. Quando vai ad afferrare con la tua stessa mano l’anima del tuo nemico, e sei tu di persona a strappargliela via, non sei né cecchino né uccisore. Sei la morte stessa. Li avverti tutti, i rantoli della vita che stai massacrando. Uno per uno, finché rimane solo silenzio, e non c’è più nulla nell’avversario che ti si oppone.
Kakashi li aveva sempre sentiti tutti.
Era una ragazzina, giovane quanto lui, ed era bella. Si era sempre stupito di come una parola talmente comune – bella – acquistasse un significato così candido e pulito quando si parlava di Rin. Nemmeno la maschera poteva proteggerlo da quella bellezza, anzi, la peggiorava. Si guardava allo specchio, e vedeva solo il nero, il nulla senza espressione del peggiore tra gli assassini.
Kakashi si dimenava, come preda delle torture più terribili, e quel suono gli rimbombava nelle orecchie. Ogni notte.
Quando nessuno, nemmeno lui stesso, poteva sentirlo, Kakashi gridava perdono.




Ciò che dice l’Autore

Allora, questa storia un pochino si allontana dall’argomento principale della maschera, ma ho pensato che parlando del mondo delle emozioni e dei pensieri di Kakashi fosse impossibile tralasciare una cosa tanto importante per lui.
È difficile parlare di questo evento, perché ancora non si sa bene per quale diavolo di motivo Kakashi abbia dovuto uccidere Rin, e quindi era complicato decidere che emozioni provasse il jonin a riguardo. L’unico sentimento che sono certa che provi è il rimorso; ed è su questo ho basato la flash.
Spero vi sia piaciuta!
Glory.


  
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