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Autore: Boli    10/02/2013    2 recensioni
Ho la bocca piena di cibo, giurerei di essere riuscita a mischiare un bignè e un crostino, totalmente noncurante dell’accostamento dei sapori, quando sento quella voce.
La sua voce.
Mischiata ad altre quattro. Ma la riconoscerei mischiata ad altre migliaia.
Lo inquadrano.
E’ famoso, con stuoie di stupide oche che urlano non appena uno di loro gli tocca la mano. Ce l’ha fatta. Un senso di odio misto a disgusto mi pervade, mentre gli occhi mi iniziano a pizzicare.
Lui è li, intoccato da tutto ciò che è successo, e io qui, devastata e distrutta. Non lo trovo giusto.
Ora è in primo piano.
“I’ll be coming back
For you
Back for you”
Indica con una mano le telecamere mentre canta queste poche parole. Ha un tatuaggio sul polso.
Una piccola A.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stamattina la sveglia è stata più presto del solito, causata da adorabili marmocchi urlanti in giro per i dormitori. Come tutte le mattine scendiamo e facciamo colazione, ma oggi niente lezioni, oggi è il giorno di apertura agli aspiranti genitori. Queste giornate di solito vengono fatte i giorni di feste più importanti, come il primo maggio o il santo della città. Viene più gente, ma mi viene da pensare “se vuoi un figlio vai a adottarlo un giorno in cui hai la mattinata libera?” ma vabbè.
Passano coppie su coppie, alle quali i bambini sistemati a modo sorridono a trentadue denti, i corridoi sono tappezzati di piccoli nanetti sorridenti. Io invece sto in disparte apparecchiando già per il pranzo, chi mai vorrebbe una quattordicenne. Dicono che i bambini sopra i dieci anni in orfanotrofio sono ormai piccoli delinquenti, e questo è uno stupido pregiudizio che preclude a molti bravi ragazzi una prospettiva di un buon futuro. Devo apparecchiare per un centinaio di persone all’incirca, forse riuscirò a passare un’oretta se faccio con calma.

Ma mi ritrovo a metterci di più. C’è una coppia abbastanza vecchia per gli standard che continua a fissarmi, e spesso mi ritrovo a contraccambiare lo sguardo, cosa che mi distrae molto dal mio noioso compito.
Sono entrambi abbastanza pasciuti, biondi e con gli occhi verdi lui e azzurri lei, vestiti in modo molto bizzarro. Lui indossa dei pantaloni beige a quadretti microscopici, calzini bianchi e mocassini marroni, che riprendono il colore del gilet portato sopra la camicia giallo tenue sovrastata da un cappello che ricorda molto la fantasia dei pantaloni. Lei invece porta una camicetta azzurro tenue  rimboccata dentro una gonna bianca portata all’altezza dell’ombelico con una riga blu in fondo. Ai piedi porta degli zoccoli di legno con i calzini, e in testa una sorta di cuffietta della stesso colore della camicia, e al braccio ha appesa una borsa di tela. Continuano a fissarmi e la cosa mi da abbastanza fastidio. Mi sento come se mi deridessero.
Quando una coppia (molto più giovane) esce dall’ufficio di Rita, loro entrano dandomi la possibilità di mettere le forchette in santa pace.
Quando ne escono tengono in mano un plico di fogli con aria trionfante, mi sorridono e se ne vanno ondeggiando intorno a quel gran gonnellone. La situazione non mi piace, e inizio ad avere paura per Camilla; voglio dire non mi piace in senso buono perché potrebbe essere adottata, e sarebbe una cosa fantastica, ma dovrei lasciarla e ci rimarrei molto male.
Lascio la tavola apparecchiata per metà e corro subito da lei.

-Novità?- le chiedo preoccupata.

-Piacevo a un paio di coppie, ma non so se si concluderà qualcosa.- dice con un tono misto a eccitazione e scuse.

-Ah ok, ora vado a sentire Pepe su come va.- e me ne vado.

-Allora campione?- gli chiedo entusiasticamente.

-Credo nulla, qualcuno mi ha guardato ma nulla di più- racconta triste –Te?-

-Lo sai che non vado da nessuna parte senza di voi- gli dico abbracciandolo.

E mi sussurra un “
men
omale” tra i capelli.
Comunque, anche questa faticosa (faticosissima) giornata riesce a trovare una fine. Dopo cena mi sto alzando per andare a far mettere in fila tutti quanti per lavarsi i denti quando mi sento afferrare per una spalla.

-Ally?-

-Si Rita?-

-Ti volevo chiedere se a te piace stare qui-
mi dice conducendomi nel suo ufficio.

-E me lo chiedi? Certo che si!- ma non è ovvio?

-Siediti- non mi piace la sua espressione, sembra che debba dirmi qualcosa di davvero brutto.

-So che te sei molto affezionata a questo istituto, ma te cosa pensi che farai in futuro? Non hai una buona preparazione scolastica, e anche volendo qui dovrei assumerti in nero e potremmo incappare entrambe in problemi…- continuava a snocciolare un terribile elenco. D’un tratto entro in trance: ha ragione; cosa sarà della mia vita, di me? Non posso restare qui per sempre, dovrò lavorare, ma come potrò se non sono mai andata a scuola?

-…e quindi avevo pensato che potrebbe essere una buona soluzione per te-

-Certo certo lo penso anch’io- dico riemergendo dall’abisso nel quale ero entrata, non sapendo a cosa stavo dicendo che ero d’accordo.

-Verranno domani a parlare con te. Ora va’ a riposarti, domani sarà una giornata importante- dico ancora di si senza sapere a cosa.

-Ally Ally! Cosa ti ha detto la Durtley?- Milla mi salta intorno insieme a Pepe.

-Mah, nulla di importante, giusto per organizzarsi con le lezioni-

-Ah ok. Noi andiamo a dormire ci siamo già lavati i denti-
Pepe è molto orgoglioso di questo suo nuovo traguardo.

Ma si sa, la notte si sta da soli e quello è il momento peggiore. Ti ritrovi a pensare su cose che la luce del giorno e la compagnia tengono lontane.
Cosa farò in futuro? Dove andrò? Avrò un futuro? Non ho niente, non ho mai avuto niente e credo che mai l’avrò. Non mi si prospetta niente di buono davanti, solo la speranza di un colpo di fortuna e di essere, tra qualche anno, idonea a adottare Milla e Pepe.
La mattina dopo mi sveglio. Un’ordinaria giornata di un ordinario Marzo senza niente di speciale. Mi faccio una doccia veloce, prima che si sveglino tutti gli altri bambini e che muoversi diventi impossibile, raccolgo in una treccia disordinata i miei indomabili capelli e mi decido a scendere per iniziare a preparare la colazione. Scendo le scale alla mia maniera di quando non c’è nessun piccolino a cui dare il cattivo esempio, ovvero scivolando sul corrimano e facendo un salto alla fine delle rampe.

-Buongiorno Rita!- e sfodero il più smagliante dei miei sorrisi, cosa alquanto bizzarra dopo aver passato quasi tutta la notte insonne a piangere e autocommiserarmi, ma è il momento di reagire.

-Oh buongiorno a te Ally- mi da un bacio sulla guancia- sei scesa anche prima di quanto ti avessi detto, è lodevole ma- e ci interrompe il campanello.

-Va’ in cucina, poi ti chiamo- e mi spedisce di là senza sapere per cosa mi chiamerà.
Riesco a dare un’ultima occhiata all’ingresso prima di entrare in un mondo fatto di cereali e biscotti, e vedo i due tipi bizzarri di ieri.

 

-Ally ora puoi venire- che voce stranamente allegra.

Entro nell’ufficio di Rita più tesa che mai, non so a cosa vado incontro, e i due strani individui che mi sorridono fin troppo affabilmente non aiutano.
-Buongiorno Ally!- dicono in coro con voci sovraeccitate, chissà cosa sta succedendo…che c’entro io?

-Ehm…buongiorno- cerco di riprendermi adottando lo stesso tono.

-Siediti- la mia vicemamma è afona. Bel calo dal modo in cui mi ha chiamato un secondo fa.

Mi dice che dal pomeriggio il numero 18 di Leinster Square, nel Pembridge Palace, non sarà più casa mia.

Mi trasferirò. In Irlanda. Nei boschi di Mullingar. E questi due tizi sono amish, della più piccola comunità rimasta in Inghilterra, sulle rive del lago Slevins.
-E’ la cosa migliore per te- sussurra –ne sono sicura…- no. Non può essere.

Certe volte dire addio è l’unica strada.

Non posso restare qui. Ma non posso andarmene, o perlomeno non so se voglio; ma ormai è già tutto deciso.

-Vai in camera e prepara le tue cose- mi dicono le due donne quasi in coro, porgendomi uno zaino verde più che sufficiente per contenere tutti i miei averi. Un peluche di un orsetto fatto insieme a Camilla, la collanina con incastonato un dentino di Pepe che mi regalò Rita per il mio quattordicesimo compleanno, un paio di pantaloni e due magliette, e per finire il cappotto. Pronta in meno di dieci minuti. O perlomeno sarei.

-Cosa fai?-

-Mah nulla di speciale Milla…-
il pianto mi spezza le parole in gola.

-Cos’è quello zaino?- sembra una mamma che rimprovera la figlia che non si è comportata bene.

Le corro incontro e la abbraccio. Lacrime intrattenibili mi scorrono lungo le guance, esprimendo ciò che vorrei dirle ma non ci riesco, e la sento singhiozzare mentre le inumidisco i capelli.
Pepe sale nella stanza in questo momento, e riesce a capire tutto, e senza una parola si unisce a noi mettendoci le braccia intorno con fare protettivo. Loro saranno la cosa che mi mancherà più di tutti.

-Tornerò, lo giuro, e allora si che non vi libererete più di me- e fingo una risata, ma mi guardano con gli occhi gonfi e senza dire una parola. E, tacitamente decidiamo di scendere al piano di sotto per evitare inutili pianti più grandi di quelli che abbiamo già fatto, e prendo in collo il mio fratellino e per mano la bambina alla quale forse ora non verranno più fatte le trecce.

Mentre passiamo per i corridoi ci guardano tutti, guardando soprattutto lo zaino sulla mia schiena, e c’è chi sorride fraternamente e chi strabuzza gli occhi. Ma c’è anche chi si lascia sfuggire un luccicone.
Bacio i miei moccolini preferiti sulla fronte e torno nell’ufficio.

-Pronta- comunico con un sospiro.

-Bene, partiamo- e quella donna mi sembra improvvisamente più comprensiva.

-Buona fortuna Allyson- Rita mi accarezza una guancia e con le parole strozzate in gola se ne va.


Ciao Londra.

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Buondì!
Che ve ne pare del capitolo?
Secondo me non è un granchè, ma lo reputo comunque migliore del precedente, che mi è venuto proprio male!
Ma nonostante le schifo che facesse, 3 persone hanno messo la storia tra le seguite...vi amo!
Ora vado perchè devo studiare scienze, ma mi farebbe piacere se recensiste, almeno saprei se smetterla di importunarvi inutilmente o continuare.
Recensite peeeeerfavore :)
*Hug*

-Boli

  
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