Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Artemis Black    10/02/2013    1 recensioni
[SERIE FURIA ROSSA][SEGUITO DI EACH WORD GET LOST IN THE ECHO]
“Basta con questa farsa.” Dissi stanca. I miei occhi cambiarono colore e la donna si spaventò tanto che mi puntò l’arma contro. Con una sfera d’energia bloccai una pallottola che mi aveva sparato e con una sfera di fuoco gli tolsi l’arma dalle mani. Solo che l’arma colpì l’agente ad un polpaccio e la mia sfera si schiantò sulla parete piena di liquori e alcool. La donna corse via dal locale gridando, mentre io sbuffai.
“Ci mancava anche questa.” Dissi. Presi al volo l’agente e lo portai fuori dal negozio prima che si incendiasse del tutto. Era una struttura vecchia e marcia, con una fiammella di fuoco cedette ed esplose.
Atterrai con i piedi sul cofano dell’altro agente che mi guardò sorpreso. Lasciai il suo compare sopra l’auto e gli puntai un dito.
“Dì a Fury che mi deve lasciare in pace.” Gli ringhiai contro.
Nel frattempo il locale alle mie spalle era una pira di fuoco e fumo nero.
(dal primo capitolo)
ALICE E' TORNATA... PIU' INCAZZATA CHE MAI ED E' PRONTA A DARE LA VITA PER SALVARE LOKI.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Loki, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Furia Rossa'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Image and video hosting by TinyPic
The begin of the end 


“Provviste prese, cavalli sellati, armi pronte, mappe prese… possiamo partire.” Disse Clint.
“Dobbiamo aspettare Alice.” Intervenne Thor.
“Giusto… ma dov’è?” chiese.
“Ha detto che sarebbe arrivata.” Rispose il biondo.
“Dobbiamo portarci anche il gattone?” Clint guardò Vaken, che gli soffiò contro.
“A quanto pare… sarà la mascotte.” Alzò le braccia il dio del tuono.
Clint saltò sopra un cavallo e prese le redini. Ricordò che l’unica volta che aveva montato uno di quei quadrupedi era stato da bambino, buffo che gli sarebbe stato utile negli anni poi.
“Non è strano che un puma si lasci ammansire così velocemente?” si stupì l’arciere.
“In effetti si… ma con la lingua antica, è più facile. Gli animali capiscono quello che gli diciamo usando l’antico idioma. È così che mio padre parla a Sleipnir, il cavallo ad otto zampe.” Rispose Thor.
“Otto?! Ma che razza… Aaah lascia stare, il vostro mondo è totalmente diverso dal nostro.” Disse Clint, chiudendo il discorso.
Thor scoppiò a ridere.
“È stessa cosa vale per me, umano.” Aggiunse.
 
Un’ultima veloce occhiata a dei libri e sarei partita con Thor e Clint in viaggio per salvare Loki.
Rilessi alcuni incantesimi di guarigione per fissarli meglio a mente, poi riposi i libri sugli scaffali ed uscii dalla libreria.
Fuori, sul retro del palazzo, si era radunato un gruppo di persone per salutarci in vista della partenza. Erano presenti i 4 guerrieri, Odino, Frigga ed Heimdall ed alcuni servi.
I cavalli erano tutti sellati, pronti a partire ed anche Vaken era impaziente di andarsene da quel posto così chiassoso per lui.
Odino e Frigga ci diedero la loro benedizione e poi, finalmente, partimmo.
Montai in sella ad Arrow e così fecero anche Thor e Clint sui rispettivi cavalli. Ci addentrammo nella grande foresta di Asgard, dove si vociferava che ci fosse il passaggio da cui i giganti di ghiaccio una volta entrarono indisturbati nella città.
Con quel portale, potevamo superare il pianeta Terra, Midgard, e ritrovarci a metà dell’albero cosmico, ovvero nella Terra Centrale. Da li saremmo scesi ai piedi del grande albero e poi ci saremmo diretti verso Niflheimr, dove Loki veniva tenuto prigioniero.
“Una volta arrivati nella Terra Centrale, come faremo a scendere?” chiese Clint, mentre proseguivamo a camminare.
“C’è un altro portale, più difficile da trovare.” Risposi.
“E come faremo a trovarlo?” mi chiese Thor perplesso.
“Chiederemo in giro…” risposi alzando le spalle.
“Come chiederemo in giro?!” si stupì Clint.
“Tranquilli, ho tutto sotto controllo.” Risposi.
Arrivammo in un punto in cui i rami degli alberi erano così fitti e bassi, che dovemmo scendere dai cavalli e proseguire a piedi, tenendoli per le briglie. La foresta si faceva sempre più cupa e secca. Fino a che non ci ritrovammo in una piccola radura, dove una cascata si gettava a capo fitto in un piccolo laghetto.
“Siamo arrivati?” chiese Thor.
Annuii con la testa e cominciai a cercare una porta di pietra con delle rune incise sopra.
“Dietro alla cascata c’è una grotta!” mi disse Clint.
Attraversammo il piccolo laghetto a cavallo e passammo sotto la cascata. Dietro di essa si ergeva una grotta imponente, ricoperta di licheni azzurri e rossastri che conducevano ad una porta di pietra gigantesca. Mollai le redini del cavallo e mi accostai alla pietra: varie rune erano impresse sopra, alcune addirittura molto antiche e illeggibili. Ne accarezzai la superficie e lessi a voce alta cioè che c’era scritto: “Tu, viaggiatore di mondi, che porti nel cuore infiniti bagagli; rosso vermiglio è il tuo biglietto, per andare e venire, e la tua mente arricchire.”
Rilessi a mente un’altra volta la frase e la soluzione mi piombò davanti.
“Sangue!” dissi.
“Cosa?” chiese Clint.
Corsi a prendere un’accetta dalla sacca posizionata su Arrow e mi tagliai il palmo della mano.
“Ma che fai?” mi chiese esasperato Clint.
“Il nostro biglietto è rosso vermiglio, ovvero il sangue. Fatevi un piccolo taglietto sulla mano e posizionatela qui, sopra la pietra.” Gli dissi.
Fecero quello che gli dissi, anche se in modo riluttante ed infine prememmo le nostre mani sulla ruvida parete.
Le rune si illuminarono d’oro, la porta scricchiolò, fino a spostarsi e aprire il passaggio.
Il nostro viaggio era finalmente iniziato.
Sentii Clint sospirare e rivolgermi un ampio sorriso, mentre Thor parve preoccupato. Fasciai la mano ferita con uno straccio pulito e così fecero gli altri.
“C’è qualcosa che non và, Thor?” gli chiesi.
“No… è solo che stiamo per attraversare mondi narrati in antiche leggende e ballate, che io non ho mai visto.” Disse.
“Neanche io so cosa ci attenderà, ma se resteremo uniti, niente potrà farci paura.” Gli dissi, poggiando una mano sulla sua robusta spalla.
Dietro di me Clint annuii verso il dio biondo.
“Allora, che stiamo aspettando?” disse, con un sorriso compiaciuto.
Montammo in sella ai cavalli e superammo la porta.
Ci ritrovammo in un’altra grotta, più piccola e meno pretenziosa della prima. La roccia era grigio-verde e non c’erano licheni a ricoprirla, bensì piccoli cespugli giallastri. In fondo, si scorgeva l’uscita illuminata.
Spronai il cavallo ad andare oltre e dopo che l’ultimo di noi attraversò la porta, quella si richiuse con un tonfo sordo. Una volta giunti all’uscita, un sole abbagliante illuminava un’immensa prateria verde acido, che si estendeva per miglia fino a concludersi in una foresta ad ovest e nord, mentre a sud continuava la sua distesa. A est invece, lasciava posto ad una sterpaglia grigia e spenta.
“La cittadina più vicina si trova a nord, dovremmo addentrarci nella foresta.” Dissi, indicando il punto esatto sulla mappa.
Ci mettemmo in marcia e quando arrivammo ai piedi della boscaglia, ebbi un presentimento non molto buono. La foresta era piena di vita: farfalle colorate si posavano su altrettanti fiori sgargianti e dalle forme più strane, piccoli animali simili a scoiattoli si arrampicavano sopra gli alberi e infine un Krypende, animale simile al cerbiatto ma con il manto scuro e chiazze bluastre, ci tagliò la strada.
Gli alberi erano grandi e maestosi, con grandi foglie verdi e rami lunghi e sinuosi. Su di essi spesso crescevano cespugli pieni di bacche viola o fiori blu.
“Non mangiare quelle bacche, sono velenose!” dissi a Thor appena in tempo. Leggere i libri di botanica mi era tornato utile.
Continuammo a camminare per ore, finchè il crepuscolo scese silenzioso, insinuandosi tra le fronde degli alberi.
Ci accampammo vicino ad un ruscello e accendemmo un fuoco. Per cena, Clint catturò due lepri mentre io raccolsi qualche bacca e Thor badava ai cavalli.
Cenammo in silenzio e poi ognuno si ritirò nel proprio giaciglio.
Non avevo mai dormito all’aria aperta e lo spettacolo che si presentava davanti ai miei occhi era da mozzare il fiato: le stelle sembravano tante piccole luci ammassate su una parete blu scuro e brillavano fiere nel cielo. Della luna non c’era traccia, ma ci pensavano loro a illuminare una notte così buia e fredda.
“Non riesci a dormire?” mi chiese Clint, stropicciandosi gli occhi.
“No. Non ho sonno.” Risposi, senza distogliere lo sguardo dal cielo.
“Notti come queste sono difficili da trovare a New York… l’unica volta che ho visto un cielo simile, ero in Russia sui Monti Caucasici mentre tendevo una trappola a dei trafficanti di armi illecite.” Mi disse sghignazzando.
“Lì eri in missione, ma qui sei un semplice viaggiatore…” dissi, volgendogli lo sguardo.
Ci guardammo per un istante negli occhi, scrutandoci a vicenda.
“Perché sei venuto?” gli chiesi. Era una domanda che troppe volte avevo rimandato.
Prese un grande sospirò e girò la testa, mirando il blu del cielo.
“Perché sei mia amica, non ti avrei mai lasciato andare da sola.” Disse.
“E Natasha? Anche lei è mia amica, ma non è qui…” dissi, abbassando gli occhi.
“Lei è… spaventata da tutto ciò, Alice. Non è come te, o come me che riesco a prendere per il verso giusto il fatto che siamo su un altro pianeta collocato su un albero gigantesco chiamato Yggdrasil, su cui sono poggiati tutti i mondi! Fino a poco tempo fa credevo agli alieni verdi con gli occhi grandi, poi scopro che hanno le nostre stesse fattezze, che non vivono su Marte e sono delle leggende. Non è facile da accettare tutto ciò. È come se tutto quello in cui credevi ti crollasse addosso, scoprendo cosa c’è veramente.” Si sfogò Clint.
Quello che diceva era tutto vero, eppure ai miei occhi non sembrava così drammatico e apocalittico. Avevo accettato il cambiamento, ne avevo fatto il mio pane quotidiano per poi trasferirmi in un altro pianeta con la persona che più amavo.
Ai miei occhi, tutto sembrava quasi normale, come se mi aspettassi che il mondo non era solo quello che ci facevano vedere alla tv.
“Hai ragione…” dissi, rammaricandomi.
“E poi perché è sopraggiunto un problema tecnico.” Ammise.
“Problema?” mi preoccupai.
“Non un problema serio… uno di quei problemi che dovrebbero renderti felice, ma in questo momento non so come prenderla.” Disse.
Capii al volo a cosa alludeva ed un sorriso si fece largo sulle mie labbra.
“È incinta.” Sussurrai.
Lui si girò verso di me, poggiando un gomito a terra e trasformando la sua espressione seria, in una più dolce e intimidita.
Nei suoi occhi brillava una luce nuova, mai vista prima d’ora. Era qualcosa che prendeva energia direttamente dal cuore, dall’anima e ne mostrava una piccola parte attraverso lo sguardo.
“Diventerò padre…” disse.
Sorridemmo entrambi, ma qualcosa dentro di me assaporava l’amarezza di quel momento di cui io non avrei mai potuto godere.
Poi entrambi ci sdraiammo a terra e cademmo nelle braccia di Morfeo.
 
“Bisogna proseguire verso est, una mezz’oretta e dovremmo essere arrivati!” dissi a Thor e a Clint.
Era tutta la mattina che viaggiavamo, ci eravamo fermati solo per consentire ai cavalli un po’ di riposo.
Poi il paesaggio cambiò: la foresta, ad un certo punto, parve scurirsi e diventare sempre più aspra. Alcuni alberi erano bruciati, la terra era polverosa e non c’erano animali nei paraggi.
Finchè l’orrore non ci si presentò davanti: il villaggio era completamente raso al suolo, solo alcune case erano rimaste in piedi, anche se all’interno erano state logorate dal fuoco. L’aria era pesante, un leggera nebbiolina copriva il cielo e oscurava il sole, facendo passare poca luce.
“Cosa è successo qui?” chiese retoricamente Thor.
“Sembra che qualcuno abbia appiccato un incendio…” disse Clint, esaminando la terra.
No, non poteva essere.
“Dobbiamo cercare qualche abitante!” dissi “Dividiamoci: io proseguo verso nord, voi andate a est e a ovest, ci rivediamo qui tra mezz’ora circa.” Conclusi, poi spronai Arrow ad andare avanti.
Le case erano tutte quasi completamente distrutte e non c’era traccia di un essere vivente.
 
 
Thor tornò indietro dopo neanche un quarto d’ora, poiché il villaggio non era molto grande ed era praticamente tutto distrutto. Dopo poco anche Clint tornò nel punto in cui si erano lasciati.
“Trovato qualcosa?” gli chiese, riponendo l’arco nella faretra.
“Niente. Il fuoco ha lasciato dietro di se solo detriti e cenere…” rispose il dio del tuono amareggiato.
“Beh, aspettiamo Alice o andiamo verso di lei?” chiese infine Clint.
Non appena finì di parlare un ruggito profondo fece tremare la terra. I due si guardarono e poi corsero nella direzione della ragazza.
 
Era piombato dal cielo con maestosità e fierezza, ma nei suoi occhi albergavano malvagità e distruzione. Occhi rossi come il fuoco che fuoriusciva dalle sue fauci. Rossi come i miei… Qualcosa mi attraeva e mi metteva in guardia allo stesso tempo nei confronti di quella bestia.
Ma non era il momento di pensare, ma di agire. Mi spostai appena in tempo, prima che la sua coda si abbattesse su di me. Poi aprii le sue fauci e una folata di fuoco mi investì in pieno.
__________________________________________

Buon pomeriggio!
Avete il permeso di picchiarmi per l'enorme ritardo nell'aggiornare! 
In questo capitolo la storia comincia a prendere piede e il viaggio comincia a tutti gli effetti! Ma mica pensavate che sarebbe andato liscio come l'olio?!
Vabbè, non dico altro, altrimenti comincio a spoilerare xD 
Che ne pensate del banner? :3

ringrazio immensamente le persone che hanno messo la storia tra le categorie: 
Aletheia229 natalie_80 Nemesis_Kali Skylar87 SweetSmile cullen96 veronika87 _Lucrezia97_ alicetta96  Eruanne fan_harry_potter_twilight Flam92 Lady of the sea Mayaserana Soraya Ghilen yuuki_love :D
Vi invito a lasciare una recensione se volete e fatemi sapere se vi è piaciuto :)
A presto, 
Artemis Black
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Artemis Black