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Autore: reggina    10/02/2013    1 recensioni
Olga, Tatiana, Maria, Anastasia: quattro granduchesse, quattro giovani ragazze che la guerra e la rivoluzione hanno trasformato in giovani donne.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista, Guerre mondiali
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"La guardi e, involontariamente, la immagini vestita con un sarafan: con maniche di mussola innevate intorno alle mani, il pluridecorato corpetto di pietre semipreziose e un kokoshnik con le perle tradizionali sulla sua fronte bianca. È allegra e vivace ma non si è ancora svegliata completamente alla vita.Nascoste in lei sono le forze immense di una vera donna russa."

(Sofie Orimosofova su Maria Nikolaevna)

1918

Le strade della fredda Siberia sono terribili quando la primavera le risveglia. Non asfaltate e fangose.

La terra non riesce ad assorbire tutto il ghiaccio che si scioglie.

I cavalli non ce la fanno. Devono essere cambiati più volte.

Trainano un carro semplice. Sul carro viaggiano gli zar deposti.

Maria Nikolaevna, accovacciata sulle assi di legno, scende dal carro e si avvicina alla mamma.

Alessandra ha uno sguardo assente ed inerme.

Con devozione Maria fa da mamma alla sua mamma. Le riaggiusta le coperte che le sono scivolate sul grembo; la rimbocca come se fosse una bambina.

Uno di quei bambini che alla giovane granduchessa piacciono tanto. Uno di quelli che ha preso dalle braccia delle loro mamme per ricoprirli di baci.

Dice di volere quindici figli, Maria. Di voler sposare un soldato.

Lo zar ha sempre sorriso a quell'idea sicuro com'è che la sua terzogenita sarà un'ottima mamma.

La chiamano "l'angelo dei Romanov" in famiglia.

Nicola ha perfino avuto timore che le potessero crescere le ali. Si è rallegrato quando, bambina, l'hanno scoperta a rubare i biblichen dal boudoir della zarina.

Risale sul carro, accanto ad Anna Demidova e al Dottor Botkin.

Le dita sono così rigide e fredde che deve strofinarle a lungo prima di riuscire a muoverle.

Trema.

Il Dottor Botkin le sistema il suo cappotto sulle spalle. Sono spalle forti, spalle di ragazza.

Maria ha la forza di suo nonno Alessandro. Per questo Alessandra l'ha voluta con sè.

Per questo le quattro grandchesse hanno deciso che doveva essere lei ad andare.

Mosca? Volgograd? Altre zone sperdute della Siberia?

Nessuno sa dove siano diretti.

A Mosca si dice vogliano fare un processo allo zar.

Maria alza i suoi bellissimi occhi blu, "i piattini di Maria" li chiamano i cugini, sul viso stanco del padre.

Come sono lontani i tempi della guerra! Le visite a Mogilev, quartiere generale dell'armata imperiale russa!

Vorrebbe ancora scrivere quelle lettere al suo papà. Quelle nelle quali si firmava, scherzosamente, "Signora Demenkov".

Nicola fa un sorriso sghembo a sua figlia.

Il viaggio prosegue. Li fanno salire sul treno.

Maria caccia una mano nella tasca del cappotto del Dottor Botkin. Ha sedici rubli e diciassette copeche. Anastasia glieli ha dati per il viaggio.

Non hanno segreti lei e Anastasia. Tutto quello che gli altri non sapevano è cenere per sempre.

Maria e Anastasia hanno bruciato i loro diari prima della partenza verso l'ignoto.

È terribilmente stanca. Ancora una volta è vittima della sua devozione.

Quella devozione che l'ha quasi ammazzata durante la rivoluzione. Nei giorni delle rivolte in cui si è spesa senza ritegno e senza sosta.

Una ragazza di diciassette anni unico sostegno della madre.

L'ha accompagnata nella gelida notte russa quel tredici marzo di un anno fa. La zarina e la ragazza che passavano per le file delle truppe rimaste fedeli per spendere parole di incoraggiamento.

È la più forte Mashka. L'ultima dei suoi fratelli a prendere il morbillo.

Credevano tutti che sarebbe morta. Ma il destino vuole diversamente per lei.

Ekaterinburg!

Così lontana dall'amata San Pietroburgo. Dalla Neva. Da Carskoe Selo.

Sono tutti ostili qui. Non è come a Tobolsk dove il commissario Pankratov conversava piacevolmente con lei. Con Maria bella e civettuola.

I membri del soviet degli Urali perquisiscono tutti. La granduchessa. Gli zar deposti.

Maria è così stanca, così spaventata, così sola, così forte.

I capelli dorati formano delle onde setose sul suo viso di bambina. Glieli hanno rasati a zero dopo la malattia e stanno ricrescendo in fretta.

In fretta.

Proprio come Maria prega facciano Anastasia, Olga, Tatiana ed Alessio.

Sono rami di uno stesso tronco loro. Non possono stare separati.

Non importa se con le sorelle dovrà dormire sul pavimento. Se dovrà cedere quell'unico letto ad Alessio.

Lei, la figlia indesiderata, si trova ad essere l'unico sostegno di un regno che sta andando in rovina.


**** *****

Biblichen: wafer alla vaniglia.

Nikolai Dmitrievich Demenkov era un ufficiale della giornata nella sede dello zar. Maria, che nelle lettere lo chiama Koljia, si innamorò di lui. Sferruzzò una maglia per lui quando fu mandato al fronte e parlarono diverse volte al telefono.

Eugene Botkin era il medico dello zarevic Alessio. Anna Demidova una cameriera rimasta fedele ai Romanov. Tristemente noti per aver condiviso il tragico destino dei Romanov nel massacro di Ekaterinburg.

   
 
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