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Autore: tina369    10/02/2013    4 recensioni
Dalla storia:
Le sue mani smisero di accarezzarmi e mi fissò con occhi pieni di trepidazione e desiderio.
Di sicuro avevo il suo stesso sguardo.
Lontani pochi centimetri, i respiri affannosi che si mescolavano, gli occhi gli uni negli altri.
"Dio Ally... ti amo"
Il cuore sussultò di gioia e sperai di congelare quel momento per sempre.
Non sapendo cosa rispondere lo attirai a me.
Il nostro desiderio era palpabile.
Volevo chiamarlo ma quello che mi uscii fu solo un gemito di piacere.
"Ally..." mi chiamò, ma suonava più come un avvertimento.
Strinse la presa sul mio corpo e subito arrivò il dolore.
Era imprevedibile, eppure è successo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 1
Ally’s POV
 
Quando l‘acqua gelida mi colpì con violenza la faccia, fui sicura di essermi totalmente svegliata.
Alzai il viso, ancora segnato da piccole goccioline e osservai il mio riflesso nello specchio.
Avevo gli occhi ancora leggermente rossi, i capelli –non era una novità- scompigliati e crespi e un’evidente piega del cuscino sulla mia guancia sinistra a completare l’opera.
Proprio un bel risveglio!
Finii di prepararmi, chiamai mia madre e scesi giù a preparare il caffè.
Mio padre era già uscito per andare a lavorare e, come di consuetudine, aveva lasciato il pacco di biscotti aperto e la tazzina di caffè vuota sopra il tavolo.
Sospirai rassegnata e li riposi al loro posto.
“A che ora passa Adam?”
Il tono divertito di mia madre mi fece voltare.
Come al solito aveva quello strano luccichio che le attraversava gli occhi, ma ormai ci avevo fatto l’abitudine, testarda com’era meglio lasciarle credere ciò che voleva.
“Buongiorno anche a te, mamma” canzonai, ironica, soffocando una risata nel vederla in quel suo pigiama bianco con i cuoricini rosa.
“Allora?” mi chiese, non volendo cambiare argomento e incrociando le braccia.
“Alle otto meno venti” risposi, mentre zuccheravo il caffè e glielo porgevo.
“A che ora torni oggi da lavoro?”
“Alle sette e mezza” disse, un sorriso malizioso che le incurvava un angolo della bocca.
Alzai gli occhi al cielo, rassegnata.
“Quindi sì, avete tutto il tempo per stare soli soletti” mi informò con estrema naturalezza e posando la tazzina ormai vuota sul tavolo.
“Mamma, fra me e Adam non c’è nulla, te l’ho detto un sacco di volte”
Risposi acida, prendendo lo zaino e portandomelo sulla spalla sinistra.
Per tutta risposta mia madre rise di gusto, dirigendosi lentamente sulle scale, per poi fermarsi di botto a metà.
Si girò e mi guardò con uno sguardo indecifrabile.
“Se avete bisogno di…” cominciò, ma io non la lasciai finire.
“Mamma!” la zittii “Ora basta!”
Sentii il sangue ribollirmi nelle guance, mentre la guardavo torva.
Lei invece sembrava ancora più divertita.
Ma insomma, chi delle due era la madre e chi la figlia?!
Non la salutai nemmeno, mi sbattei la porta con forza dietro, facendola tremare.
Quando faceva così proprio non la sopportavo.
Inspirai e l’aria gelida di gennaio mi travolse, facendomi rabbrividire.
Faceva davvero freddo.
Uscii i guanti di pelle nera dalla tasca del giubbotto e li indossai, poi strinsi ancora più forte la sciarpa, in modo che il freddo non potesse trafiggermi la pelle.
Mi andai a sedere sui gradini accanto al cancelletto, dove aspettavo sempre Adam, e cominciai a giocherellare con una ciocca dei miei capelli.
Quando una macchina nera si posteggiò pochi metri di fronte a me, scattai in piedi, pronta a stritolare Adam.
Neanche il tempo di chiudere lo sportello, mi attaccai al suo collo, in punta di piedi.
“Ehi buongiorno” fece lui, il tono di voce divertito.
Sì. Mi era mancato un sacco. Solitamente passavamo le vacanze di Natale assieme, ma per quell’anno era dovuto andare a trovare i suoi nonni, visto che nonna Betty non stava molto bene.
“Mi sei mancato tanto” dissi senza imbarazzo e sentii la sua presa diventare ancora più forte, come se confermasse ciò che avevo detto.
Sapevo che lui non fosse il tipo da dire cose mielose, ormai lo conoscevo troppo bene, anche se con me era diverso.
“Un ‘anche tu, Ally’ non guastava, sai?” gli dissi dirigendomi al mio posto, non riuscendo però a nascondere il sorriso.
Rise anche lui.
Quando fummo partiti mi soffermai a osservare il suo profilo, mentre guidava.
Io e Adam siamo migliori amici sin da quando eravamo bambini.
Le nostre mamme erano compagne di liceo e migliori amiche, infatti.
Neanche a farlo apposta, erano rimaste incinta nello stesso anno, anche se io ero nata cinque mesi dopo Adam.
Non solo, le nostre case non distavano molto, quindi siamo cresciuti praticamente assieme, come fratelli, visto che entrambi siamo anche figli unici.
Ma divenuti due adolescenti, le nostre mamme si erano convinte che fossimo segretamente fidanzati. Questo solo perché passavamo la maggior parte del tempo insieme, come due amici normali farebbero.
Ogni volta che si mangiava assieme si mettevano vicine a confabulare guardandoci di sottecchi, come due vecchie comari pettegole.
Chi le capiva era un genio, visto che neanche i nostri padri condividevano le loro strane fantasie.
Congetture a parte, anche volendo non avrei potuto guardare Adam come qualcosa più di un amico… Rabbrividivo solo al pensiero.
Non perché non fosse bello, anzi, era uno dei ragazzi più carini che conoscessi.
Alto, capelli castano scurissimi tendenti al nero sempre spettinati, fisico palestrato ma asciutto e occhi verde giada.
Già, erano proprio quei suoi fantastici occhi a incantare ogni ragazza che gli cadeva ai piedi, e vi assicuro che sono davvero tante.
Ma non solo, anche il suo carattere misterioso e da duro contribuiva ad incuriosire le ragazze.
Insomma, si sa che più un ragazzo sembra voler dire ‘statemi lontano, sono pericoloso’, più noi donne siamo attratte peggio di calamite.
Non è che fosse asociale, questo no, più che altro non era molto propenso a fare amicizia, forse anche per la timidezza che aveva nei confronti del genere femminile.
In fondo gli bastava solo prendere confidenza con le persone e poi si apriva –non del tutto però, io ci sto ancora lavorando-.
Non era facile stargli accanto, soprattutto all’inizio, visto il carattere da cattivo ragazzo che si trovava, ma io ormai so come prenderlo per fortuna.
Posteggiata la macchina, ci dirigemmo verso scuola, già gremita di studenti.
In mezzo alla folla riuscii comunque ad intravedere i nostri due amici: Matt e Julie.
Tirai Adam per un braccio, trascinandolo fino alla colonna vicino all’entrata.
“Buongiorno ragazzi” trillai, felice di poterli rivedere dopo tutte quelle vacanze.
Matt mi sorrise, mentre Julie mi abbracciò affettuosamente.
“Che avete fatto nelle vacanze?” ci chiese sorridendo, mentre aspettavamo il suono della campana per poter entrare.
“Io sono stata a casa con parenti e amici, come ogni anno”
“Io dai miei nonni” rispose Adam, alzandosi il cappuccio della felpa e coprendosi il viso.
Era un peccato nascondere i suoi bellissimi occhi, pensai sospirando.
“Voi invece?” chiesi, conoscendo già la risposta.
“Siamo stati in montagna una settimana… soli” mi rispose la mia amica, soffermandosi un po’ troppo su quell’ultima parola, con sguardo malizioso.
Roteai gli occhi mentre si scambiava un bacio con Matt, uno dei tanti di tutta la giornata.
Julie e Matt stavano insieme praticamente da un secolo.
Si sono conosciuti a tredici anni e dopo un anno si sono fidanzati.
Fino ad ora.
Nonostante siano passati quattro anni non si sono mai stancati l’una dell’altro e le volte in cui hanno seriamente litigato si posso contare sulle dita di una mano.
Si vedeva lontano un kilometro che si amavano davvero e un po’ ero invidiosa del loro rapporto. Sono poche le coppie così affiatate come loro.
La campanella mi distolse dai miei pensieri.
Ci dirigemmo ai rispettivi armadietti- per fortuna non troppo lontani- e prendemmo i libri per la prima ora.
Io e Julie avremmo avuto biologia, mentre Adam e Matt fisica.
Aule diverse, quindi.
Dopo aver strappato con forza Julie dalle labbra del suo fidanzato –succedeva ogni volta che dovevano dividersi- la trascinai fino all’aula del secondo piano.
Ci sedemmo accanto e quando poggiai il libro sul banco Julie si mise a ridere.
“Chi hai intenzione di assassinare oggi?” indicò i miei guanti.
Sorrisi anche io.
In effetti il fatto che fossero neri e di pelle mi faceva sembrare davvero un serial killer.
Me li sfilai, nascondendoli nella tasca del giubbotto.
In pochi minuti la classe si riempì, rendendo subito l’aria più viziata.
Quando intravidi Chad, il ragazzo più figo della scuola nonché mia cotta da qualche mese- il mio cuore perse un battito.
Dio, era sempre impeccabile.
Capelli castano chiari, pelle olivastra e priva di imperfezioni, occhi azzurrissimi, alto e con un fisico… wow.
Si dirigeva dalla mia parte con fare disinvolto.
Trattenni il respiro quando mi passò davanti, agitata com’ero.
Lo vidi posare la tracolla a terra e sedersi proprio… accanto a me?!
Aspettate, cosa mi sono persa?
Mi girai incredula a fissarlo: Chad non si era mai seduto accanto a me, non solo perché il mio banco si trovava tra le prime file ma anche perché i suoi amici si stavano accomodando all’ultimo. E lui non si separava maidai suoi amici.
Lui si passò tranquillo una mano tra i capelli, come faceva spesso, e mi sorrise.
Ma mi voleva morta per caso?
Sorrisi di rimando, non riuscendo a formulare nessun pensiero logico.
Per tutto il resto della lezione incollai gli occhi a ciò che la prof scriveva sulla lavagna, non capendo tuttavia una sola virgola, intenta com’ero a pensare alla bocca carnosa e seducente di Chad.
 
Dopo tre stressanti ore di lezione, mi diressi con Julie a mensa.
“Ma quindi si può sapere perché Chad si è seduto vicino a te?” mi chiese.
Feci spallucce, io ne sapevo quanto lei.
“Non ti ha chiesto nulla?”
Scossi la testa. “No, però quando è arrivato mi ha sorriso e quando è suonata la prima ora lo ha fatto di nuovo, salutandomi con un cenno della testa”
La mia amica si fermò improvvisamente, lo sguardo pensieroso.
“Se l’ha fatto allora avrà sicuramente qualcosa in mente” affermò poco dopo, guardandomi dritta negli occhi.
Io non sapevo cosa dire.
Mi sembrava strano che uno come Chad avesse un fine in quello che aveva fatto nei confronti di una semplice ragazza quale ero.
Stavo per aprire bocca quando una voce ci interruppe: Matt ci faceva cenno da un tavolo della mensa.
Come sempre aveva già preso il vassoio per Julie, così mi diressi sola a riempire il mio.
Yogurt al caffè, mela rossa e una bottiglietta d’acqua: per niente fantasioso, lo so.
Stavo per afferrare vittoriosa l’ultima mela rimasta, quando con la coda dell’occhio vidi Chad avvicinarsi a me.
Subito dopo però la mia visuale venne interrotta da una figura vestita di nero: Adam.
Mi prese per un fianco, stringendomi bruscamente a lui e trascinandomi fino al nostro solito tavolo.
Lo guardai con sguardo confuso, ma prima di poter dire qualcosa lui mi precedette.
“Si può sapere cosa vuole quello da te?” fece cenno verso il tavolo di Chad.
“Io non… nulla, credo, perché?”
“Credo?” mi fece eco lui, lo sguardo duro.
 “Non mi ha detto niente, non so cosa voglia, ma lo avrei scoperto se tu non ti fossi intromesso” ribattei, tutto d’un fiato.
Adam non si scusò.
“Inoltre…” dissi, ma mi bloccai nel vedere quanto serio fosse diventato.
“Cosa?” fece lui con tono impaziente.
“A prima ora si è venuto a sedere vicino a me, mi ha sorriso un paio di volte e prima di andarsene mi ha salutato” confessai, in un misto di agitazione e felicità.
Adam serrò la mascella, lo sguardo duro, i pugni serrati sul tavolo.
Per alcuni secondi non disse nulla, poi, dopo aver sbattuto violentemente un pugno sul tavolo facendolo tremare, se ne andò, lasciandomi lì, stupita e senza parole.


Spazio autrici
Sì, avete capito bene: siamo due autrici, Lidia e Noemi.
Bè, che dire?
Questa storia è nata quasi per gioco, abbiamo trovato questo sito da poco e, dopo aver letto varie e bellissime storie, abbiamo deciso di scriverne una anche noi :)
Speriamo un sacco vi piaccia questo capitolo, certo siamo ancora all'inizio quindi non c'è niente di che, però lo troviamo comunque avvincente :D
E voi?
Aspettiamo con ansia i vostri pensieri.
P.s Aggiorniamo ad almeno tre recensioni.
Baciuzzi a tutti <3

  
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