Fanfic su attori > Josh Hutcherson
Segui la storia  |       
Autore: j3yinlove    10/02/2013    0 recensioni
quella sera non dovevo lavorare, ma Margaret aveva il figlio con la febbre alta e mi chiese di sostituirla!
Io non conoscevo ancora molta gente nella "grande mela", vivevo lì da soli 4 mesi; quindi non avevo di meglio da fare!
Fare una sera in più da barista non mi avrebbe sconvolto la vita, almeno non quanto quell'inaspettato incontro.
Lui era scontroso, impertinente e fin troppo affascinante per permettermi di dargli corda. Ero una barista squattrinata che viveva in un monolocale in un piccolo quartiere che avrebbe fatto ribrezzo persino agli scarafaggi, e dai suoi vestiti lui sembrava di un altro mondo! Feci finta di niente e continuai il mio turno! Ma lui aspettò a quel tavolo per tutta la sera prima di rivolgermi la parola!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Threesome, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
<< Grazie… per il caffè! È veramente buono! Sai forse  è il primo vero caffè che prendo qui a New York>> dissi sorseggiando un caffè che assomigliava incredibilmente a quello italiano invece che quell’acqua sporcata con il caffè.
 
<< Allora… come mai sei andata via dall’Italia?>> mi domandò a bruciapelo
 
<< Beh andata vi non è il termine giusto, sono letteralmente scappata! Ahahahaahaha>> buttai il mio bicchiere 
nel cestino vicino a noi.
 
Allungò il braccio verso destra… seguii la linea del braccio fino a scorgere una bellissima panchina sotto due alberi ricurvi su essa! Era inverno la neve che formava un tappeto faceva molto appuntamento romantico organizzato nei minimi dettagli…. Ma non era così
<< Si perché no!>> ribattei alla sua domanda mentale con un bel sorriso.
 
<< E perché? Nel senso, non voglio contestare la tua scelta, io amo l’America, e sono stato anche in Italia ed è bella anch’essa , la domanda vera e propria e… come hai fatto a lasciare famiglia e amici?>>mi invitò a rispondere con sincerità.
 Cosa che no avevo mai fatto. 
A tutti dicevo che sentivo la necessità di cambiare aria, ma con lui non so perché, desideravo dirgli tutto quello che mi passava per la testa.
 
<< Alle volte un sogno ti porta lontano dalla tua casa e dalla tua famiglia>> risposi lentamente, come se  dubitassi della mia stessa frase.
 
Anche se non lo conoscevo da molto, sapevo di potermi fidare, che con lui non c’era bisogno di mentire, nemmeno a me stessa.
<< E non…>> incominciò
<< Si!  È ovvio che mi mancano, alle volte tra il lavoro e la scuola di recitazione… ( guardo l’orologio)… o mio Dio! Sono in ritardo  tra mezz’ora inizia la mia lezione e siamo dalla parte opposta della città! Sono spacciata una sola assenza e perdo tutto! Come faccio>> inizio a strillare isterica camminando avanti e indietro creando un circolo d’aria.
Josh si schiarì la voce.
<< Stai calma. Dov’è la scuola ti ci accompagno io in moto>> mi mise le mani sulle braccia e iniziò a muoverle su e giù. Un po’ per riscaldarmi e un po’ per farmi rilassare.
Sprofondai in un sospiro di sollievo tra le sue braccia.
Ma che stavo facendo? Mi stavo facendo coccolare tra le braccia di uno conosciuto poche ore prima in un pub. Questa  non sono io. Io sono razionale, penso 5 volte una cosa prima di decidere se farla o meno. 
Ma devo ammettere che le sue braccia sono confortanti.                                                       Sento il suo cuore sotto i 4 strati di vestiti.                                                                          Con le braccia mi spinse dolcemente indietro il poco giusto per guardarmi negli occhi.
<< Andiamo, raggiungiamo la mia moto ti porto a casa prendi i libri e andiamo verso la scuola. Okay?>> mi feci cullare dalle sue parole dolci, solo quando arrivammo vicino alla moto mi resi conto che ci tenevamo per mano. La lasciai immediatamente! Evidentemente la allontanai con tanta ferocia da suscitare sospetto nei suoi occhi, ma feci finta di niente.
Mentre salivo sulla sua moto mi ricordai di non aver detto né  la via della scuola, né quella della mia casa/topaia.
Mi vergognai un po’ al pensiero di fargli vedere dove vivevo, ma dovevamo fare in fretta.
<< la scuola è a Times Square dopo il negozio di pellicce, mentre casa  mia è… è li vicino non mi ricordo il nome della via ti dico io dove girare.>> dissi mentre mi infilavo il  suo casco.  Lui sarebbe rimasto sena? Ma non è pericoloso? Bah
<< Ho capito qual è la scuola l’ha frequentata anche un mio amico! Sei pronta?>> la sua voce mi faceva impazzire.
<< ah-ah>> dissi, ero terrorizzata. Non salivo su una moto da dopo l’incidente del mio amico Omar. Me ne avevano regalata una ma avevo deciso di non usarla, anzi la paura aveva deciso per me.
<< Scusa se ti ho fatto una scenata da isterica prima! E che ci tengo veramente tanto a quella scuola, ho fatto i salti mortali per entrarci. È tutta la mia vita!>> gli urlai nell’orecchio mentre sfrecciavamo per le vie. Erano le otto e mezzo e le vie iniziavano a prendere lentamente vita, mentre io ero già sveglia da ore ormai.
<< Figurati. È normale è il tuo sogno no? Me lo hai detto tu; per i sogni si fa tutto!>> replicò
Sorrisi, allora mi stava ascoltando veramente prima. Alzai gli occhi al cielo. Non avevo mai visto il cielo a quella velocità. Era pazzesco.
Mi mancava girare in moto. Mi strinsi più forte alla sua schiena quando prendemmo un dosso. Si avevo paura, ma stavo pian piano ricominciando a vivere.
<< Gira qua! Gira qua!!>> gli urlai a una traversa, lui con prontezza girò ed entrammo nel vicolo della mia casa.
<< Io abito in quel palazzo là giù…>> proferii con vergogna.        
<< eccoci arrivati>>disse
<< Salgo un attimo e scendo subito, giuro!>> gli urlai mentre mi accingevo a salire le scale. 
Salii così velocemente che mi parve di volare, con ferocia aprii la porta e la lascia sbattere più volte sul muro.
Jas alzò la testa solo per assicurarsi che non fosse un ladro, e poi tornò a dormire.
Avvistai i libro sulla scrivania sotto pile di vestiti sporchi di Jas.                                         Li spostai malamente e presi i miei libri, corsi nel corridoio e richiusi la porta a chiave.
Scesi di le scale come le avevo salite e per poco non scivolai. Uscii dal portone correndo. Avevo il fiatone.
Lo vidi ridere.
Dovevo far ridere. Ero ancora col casco (più grande) che mi sballottava a destra e a sinistra con la borsa a tracolla che stava scivolando e al petto stretti forte i miei quattro libri di testo. Dovevo proprio essere buffa perché+ rideva di cuore.
<< ah ah ah! Deve essere bello vedermi sclerare in queste condizioni! Andiamo a scuola che senno arrivo in ritardo!>> gli ordinai con tono scherzoso.
Josh cercò di trattenere le risate ma non ci riuscì! Infilai nella borsa i libri, e attesi che smettesse di sfottermi.
Quando si decise, salii sulla moto e partimmo.
Come potevo fidarmi ciecamente di uno sconosciuto a tal punto da fargli vedere dove abitavo che scuola frequentavo? Lui era così vero e io non  potevo fare a meno di sentirmi una bambina che trova il suo primo amico all’asilo. Un minuto prima non sai nemmeno il suo nome e il minuto dopo è già il tuo migliore amico e sai anche le cose più nascoste del suo piccolo passato.  Mi sentivo così con lui.
Mi sentivo la vecchia me! Quella piccola che si divertiva e rideva sempre.
<> gli ricordai.
<< Tranquilla conosco una scorciatoia, siamo la tra un minuto al massimo! Fidati di me!>> mi rispose con tono dolce.
Fidarmi, io non mi fido nemmeno di me stessa oggi!
Ma improvvisamente sentii la mia voce rispondere un okay.                                           Ero impazzita. Completamente.
Inaspettatamente la moto si fermò davanti all’entrata della scuola.
<< Hai visto? Basta solo fidarsi!>> mi diede un buffetto sulla guancia e mi aiutò a togliere il casco.
Scese anche lui e nell’istante in cui poggiò entrambi i piedi per terra una massa di ragazze urlanti ci accerchiarono.
Flash mi abbagliarono e mani iniziarono a spingere.
<< JOSH JOSH JOSH JOSH JOSH >> urla in ogni direzione. Non capivo più niente.
Lo guardai e lui mi sorrise.
<< JOSH HUTCHERSON TI AMO>> Urlò una ragazza .
JOSH HUTCHERSON  l’attore. 
Oh mio Dio come ho fatto a non riconoscerlo.
Era lui!  
<< ti…. Do… o..ay?>> la sua voce era sovrastata a quella delle mille ragazzine urlanti. Non capii molto di quello che disse.
Salii in silenzio la scalinata e con fare assente mi avviai per la mia strada nei corridoi deserti.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Josh Hutcherson / Vai alla pagina dell'autore: j3yinlove