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Autore: Kilian_Softballer_Ro    11/02/2013    1 recensioni
Una normalissima ragazzina, dal soprannome esotico, prende parte a una gita in montagna altrettanto normale...O forse no?
Verrà catapultata in un mondo che non si sarebbe mai aspettata nemmeno di immaginare, in compagnia di....No, questa è una sorpresa.
Crossover su:
- Sonic
- Il Signore degli Anelli
- Pokemon
E altri che vedremo in seguito. Buona lettura!
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-         I Nazgul! I Nazgul sono qui!
Mi ci volle qualche secondo per riprendere coscienza di dove fossi e di cosa dovessi fare. Tirai fuori la spada dal fodero e mi buttai in mezzo alla mischia. Angela mi seguiva brandendo un bastone dotato di lame.
In realtà non sapevo davvero cosa fare. Ero piombata in una battaglia impossibile da combattere, perché il Nazgul si limitava a volare sopra le tende fuori dalla portata di qualsiasi colpo, e non c’era traccia di fanti o cavalieri intorno a me. I bambini mi sciamavano intorno urlando, ma in mezzo alle grida riconobbi una voce conosciuta.
-         Esme! Esme!
Mi voltai. Beverly, Ginny e Eragon stavano correndo verso di me, schivando i marmocchi. Quando furono vicini, Bev mi gridò: - Dobbiamo raggiungere subito il centro dell’accampamento! Sta succedendo un casino laggiù!
-         E i bambini? – Urlai io di rimando.
-         Ci penserò io, andate! – Anche se non capivo come Angela sarebbe riuscita a tenerli tutti al sicuro, corsi via insieme agli altri.
In quei pochi attimi, mentre correvamo, notai che anche alcuni dei ragazzini più grandi sembravano venire nella nostra stessa direzione. Tutti, me compresa, impugnavano una spada o qualcosa di simile, tranne Ginny che stringeva la bacchetta. La confusione era a un livello altissimo, ma il peggio doveva ancora arrivare.
Piombare nella parte principale del campo fu peggiore di quanto credessi. Lì sì che c’erano dei soldati. Ed erano ovunque.
Non feci in tempo a voltarmi che uno di loro, armato di spadone, mi saltò addosso. Più per fortuna che per altro, riuscii a schivarlo, ma finii a terra. Quello cercò di nuovo di infilzarmi, ma sentii la voce di Ginny che urlava: - Impedimenta!
Il tizio fu spedito a pochi passi di distanza e cadde a terra, giacendo poi immobile. Io riuscii a rialzarmi, strinsi con più forza la spada e mi ricongiunsi al gruppo.
-         Quanto sei brava a usare quella spada? – Mi urlò Beverly in mezzo al frastuono. Al nostro fianco, Eragon mormorava qualcosa che dovevano essere imprecazioni.
-         Meno di te di sicuro!
-         Allora siamo nella merda!
-         Siete protette, state tranquille! – Sentimmo urlare la voce del Cavaliere. – Vi ho eretto delle barriere magiche intorno, ma fate attenzione, non pareranno tutto!
Manco a farlo apposta, un altro soldato ci venne addosso prima che riuscisse a finire la frase. Con un impeto che non so neanch’io da dove uscisse, alzai la spada, che incrociò la sua con un cozzare assordante. Lui, un uomo ben più alto di me, scoppiò a ridere sardonicamente, cercando di colpirmi di nuovo e vedendo come schivavo.
-         Balla, balla novellina, presto sarai il mio spiedino.
Una delle poche cose che mi fa incazzare anche normalmente è che qualcuno mi chiami “piccolina” o “novellina”. Perciò dire che mi infuriai è dire poco. Insieme alla rabbia sentii che mi arrivava anche un’ondata di energia, grazie alla quale riuscii a calare un fendente esattamente sulla spalla dello spadaccino, facendolo crollare.
Tutti i sensi sembravano essere aumentati di qualche grado di potenza. Nonostante il rumore, sentii che qualcuno mi stava cercando di colpire da dietro e mi voltai, trafiggendolo. Avevo mirato al ventre, ma scoprii che si trattava di un nano, e perciò lo avevo colpito alla testa. Quella visione normalmente mi avrebbe dato alla nausea, ma quella parte di me sembrava essersi spenta.
Continuai a combattere, senza fermarmi un secondo. Per ogni nemico che abbattevo, un altro mi raggiungeva alle spalle e faceva la stessa fine del primo, qualsiasi arma impugnasse: spada, lancia, bacchetta magica, bastone, semplici zampe. Ero talmente carica di energia che probabilmente avrei avuto bisogno di un interruttore per spegnermi. E a mano a mano che il tempo passava, la mia rabbia non calava di una tacca. Ero una furia.
Oltretutto nessuno riusciva a ferirmi seriamente, grazie alle difese di Eragon, e questo mi rendeva ancora più distruttiva mentre gli altri crollavano.  Non mi era mai piaciuta granché l’espressione “macchina per uccidere”, ma più tardi avrei convenuto che non potevo descrivermi altrimenti.
Stavo ancora duellando quando la voce si fece sentire. In quell’istante, tutti, nemici e alleati, si bloccarono, e un fremito di paura si diffuse fra le nostre file.
Era bassa e profonda, ma aveva anche una nota stridula dentro di sé, ed emanava potenza al solo sentirla. Fu come se la mia energia si dissolvesse,lasciando il posto al panico. La voce si propagò per tutto l’accampamento, innaturalmente amplificata, e nel momento in cui la sentii io avvertii i muscoli sciogliersi, come se dovessi farmela addosso dalla paura.
-         Spero che l’assaggio che vi ho dato dei poteri delle mie schiere vi sia piaciuto. Ora si ritireranno, ma lasceranno morte e distruzione. Era solo un avvertimento, per farvi conoscere la vostra stupidità nel credere di potermi battere. Io sono L’UNICO. Nessuno fra voi può sconfiggermi. Molti non riescono a sconfiggere nemmeno i miei più umili servitori, quindi perché tentare? Quindi i miei seguaci se ne andranno, ma io al posto loro vi lascio un consiglio.
-         Non continuate nella vostra follia. Unitevi a me, e forse sarò clemente. Altrimenti otterrete solo perdite. E si sa…..nessuno vuole perdere, mai.
Dopodiché, chiunque fosse, scoppio in una risata tanto malefica da farmi gelare il sangue nelle vene, poi scomparve. E insieme ad essa anche i nemici. Così. Da un momento all’altro, sul campo rimasero solo i miei compagni. Sui volti di tutti vedevo lo stesso terrore che probabilmente loro vedevano sul mio. Molti erano a terra ,e come scopersi con grande stupore, io pure. Non mi ero neanche accorta di essere caduta, durante quel discorso malefico.
Mi alzai faticosamente ma, prima che potessi fare qualsiasi passo, qualcosa di vagamente somigliante a un tornado mi finì addosso.
-         Bev…Bev mi stai stritolando – balbettai cercando di liberarmi dalla presa delle sue braccia.
-         Hai sentito quella roba? Hai sentito?
-         Sì, purtroppo ho sentito.- Risposi in fretta, per non scendere nei dettagli. -  Dove sono gli altri?
-         Non lo so, in tutto quel casino li ho persi di vista….Ma dico, come faceva a parlare così? Mi è sembrato….Mi è sembrato di stare per farmela sotto!
Felice che fosse stata lei a tirare in ballo l’argomento, replicai: - Anch’io. Ma credi che fosse proprio…”il nemico” – mimai le virgolette con le mani – o qualche trucchetto dei loro stregoni?
-         Mi sa che era proprio lui. Non ho mai sentito di una magia che facesse un effetto del genere. – Come temevo. Con tono lugubre chiesi:
-         Sai cosa significa questo?
-         Ho paura di saperlo.
-         Significa che se volesse potrebbe spazzarci via come dei granelli di polvere.
Ci guardammo in silenzio per un minuto, terrorizzate da questa idea, poi Beverly sospirò. – Andiamo a cercare gli altri.
Dopo aver dato un’occhiata intorno a noi, per assicurarci che non ci fossero feriti gravi da soccorrere ( grazie al cielo non ce n’erano: viste le nostre scarse conoscenze del campo di battaglia, avevamo già cincischiato fin troppo), ci avviammo. Non sapevamo dove andare, così ci incamminammo verso la tenda degli strateghi, certe che qualcuno sarebbe pur dovuto andare da loro. Ma  a mano a mano che ci avvicinavamo, la mia preoccupazione aumentava. Fra i tanti feriti e illesi che incrociavamo, non uno era un volto conosciuto. Non uno!
La cosa mi spaventava non poco. Io e Bev non ci eravamo fatte praticamente niente grazie alle difese di Eragon, ma a quanto ne sapevo nessuno degli altri le possedeva. Cosa poteva essere successo a Sonic, Legolas, Elle….e Shadow?
Il pensiero che proprio il mio riccio nero potesse essere ferito, o peggio morto, mi fece saltare il cuore in gola. Mi imposi di pensare positivo, ma quell’idea non se ne voleva andare dalla mia testa.
Finalmente, dopo quelle che mi parvero ore, intravedemmo qualcuno che invece di girovagare come uno zombie, ci correva incontro. Era Knuckles, e liberammo un sospiro di sollievo.
-         Meno male, voi due state bene… - Borbottò quando ci ebbe raggiunto. – Due in più, almeno.
-         Knux, hai visto qualcuno degli altri? Fino a poco fa stavamo combattendo vicini, ma ce li siamo persi. – Chiese Beverly.
-         Non credo di aver visto nessuno, e credo ci sia altro di cui preoccuparsi. Mi hanno appena riferito un po’ di…..numeri. – Rispose lui cupo.
-         Numeri?
-         Prima che quel….bastardo si decidesse a parlare, i suoi soldati hanno combinato un bel disastro. A occhio, come stima, abbiamo perso circa duecento dei nostri.
-         D-duecento? – Balbettai. Certo, io tutta presa dal mio combattimento non mi ero accorta di quello che mi succedeva intorno.
-         Duecento. E questo solo i soldati. Quel maledetto coso volante deve aver fatto di peggio.
-         Il Nazgul? Ma….era nel settore dei bambini, non avrà…
-         Sto andando a controllare. Fate attenzione, potrebbero tornare. – Ci oltrepassò, deciso ad allontanarsi, ma all’ultimo lo fermai.
-         Knux! – Lui si voltò. – Che c’è?
-         Hai visto Shadow da qualche parte? – L’echidna si grattò la testa, già pronto ad andarsene.
-         Ora che ci penso….l’ho intravisto quando ha incrociato il suo battaglione e poi è sparito. Sai com’è, avevo altro da fare.
-         C-certo. Ciao. – Lui si allontanò e io sospirai molto profondamente.
-         Andiamo, Esme, sono sicura che stanno tutti bene. – Cercò di rincuorarmi Beverly, ma vedevo benissimo che stava pensando quello che pensavo io.
A mano a mano che avanzavamo, cominciammo a incrociare sempre più visi noti. Dopo ognuno, la morsa che mi bloccava il respiro si apriva un po’ di più, ma…Shadow  non si vedeva. E per colpa di questo avevo sempre più paura. Finché ad un certo punto Beverly, che mi conosceva come le sue tasche, mi diede un pugno sulla spalla.
- Ah! Che vuoi?
- Guarda un po’ là, zingarella.
Seguii il suo dito e il mio cuore, manco stesse saltando la corda, perse un battito. Poco lontano, ma ovviamente in una direzione totalmente opposta rispetto a quella in cui stavamo andando, vidi una sagoma nera ben conosciuta, vicino ad un’altra bianca.
Dimenticandomi di  tutto, di Beverly, della battaglia, dei feriti che stavo incrociando, mi misi a correre verso di loro, e quando fui a pochi passi, saltai al collo di Shadow senza nessun ritegno.
-         E-esme? – Balbettò lui, lasciando cadere la spada dalla sorpresa. – Esme, mi stai….strozzando….
Sciolsi l’abbraccio e lo guardai con un misto di rabbia e felicità. – Eri introvabile! Pensavo…pensavo che tu fossi morto!
-         Non dirmi che ti stavi preoccupando per me…. – Sogghignò lui.
-         Certo che ero preoccupata! - Esclamai offesa. Parlavamo come avevamo fatto prima del “bacio”, senza neanche un briciolo di imbarazzo da parte sua (dalla mia ce n’era molto). Poi mi resi conto che stava fingendo, visto che non incrociava mai il mio sguardo ed era rosso in viso, ma ero troppo sollevata per sentirmi confusa. – Ero molto preoccupata!
-         Non ci credo neanche se lo vedo.
-         Ehm…scusate… - La voce di fianco a noi ci fece distrarre. Mi ero completamente dimenticata del riccio al nostro fianco.
Ero quasi certa che fosse un personaggio inventato: non l’avevo mai visto prima. Somigliava molto a Shadow, ma era bianco, con una zona grigia sulla pancia, e aveva gli occhi azzurri. Non aveva neanche le strisce colorate sugli aculei, né una spada. L’unico segno particolare era uno strano aggeggio, a forma di L, appoggiato con due stanghette alle sue orecchie come il paio di occhiali più folle del mondo.
Notandolo, capii perché Shadow si era comportato in quel modo. Chiaramente l’avevo messo in imbarazzo, davanti a quel tipo. Che idiota.
Il riccio nero si schiarì la voce. – Esme, ti presento Soter, il mio luogotenente Estel migliore.
-         Estel? – Chiesi confusa. Mi risultava che fosse una parola elfica, del mondo di Tolkien, ma era assurdamente fuori contesto.
-         Nel gergo del campo, Estel sono tutti i fan-character. – Rispose Soter, con una voce insolitamente profonda, guardandomi con i suoi occhi gelidi. – E, sì, è una parola elfica. Significa “speranza”. A molti sembrava adeguata. In ogni caso, piacere.
-         Pia….piacere mio. – Non c’era un personaggio normale che fosse uno, no, vero?
-         Esme, devo raggiungere i miei soldati. Ti affido a Soter. Lui ti porterà dagli strateghi e loro ti spiegheranno tutto. – D’improvviso, Shadow mi afferrò la mano e mi costrinse a chinarmi. – Se è ancora in piedi, stasera resta nella tua tenda e aspettami. Ti devo parlare. – Sussurrò al mio orecchio.
-         O-okay. – Balbettai. – Fai attenzione.
-         Senz’altro. Soter….mi fido di te. Trattala bene.
-         Senz’altro. – Ripeté lui, serio. Magari era solo un’impressione, ma a me quel riccio bianco preoccupava. IO non mi fidavo.
Con un rapido cenno di saluto, Shadow schizzò via. Probabilmente sarei rimasta tutta la giornata a guardare il punto dov’era sparito, se Soter non mi avesse preso per il polso e costretto a seguirlo…dovunque stesse andando.

Grazie ai Valar ce l'ho fatta. Questo capitolo non aveva voglia di farsi scrivere. E...tutto quello che volevo metterci l'avrebbe fatto allungare ancora di più, quindi ho tagliato fino a qui...però questo vi assicura che il prossimo capitolo arriverà presto. u.u
Allora, Riddler, sei felice?
Voldemort: cosa c'entro io?!
Non Riddle, nasone. RiddleR. The New Riddler. Il creatore di Soter.
In ogni caso, sei felice? Lo so che è appena comparso Soter. Però come ho detto, il capitolo stava venendo troppo lungo è ho dovuto tagliare.....buona parte del prossimo però lo occupa lui! Giuro! E se non mantengo la promessa mi....mi....
Esme: ti inginocchi e cominci a chiedere pietà perché ancora scrivi questi capitoli assurdi?
Può dar....come ti permetti di darmi certi suggerimenti? FUORI DI QUI!
Esme: vai al diavolo! Anzi vai nella tenda con Legolas, che ne esci ancor peggio!
Tu......tu....scusate gente, me ne vado a far morire questa ragazza......TU NON TORNERAI PIU' INDIETRO VIVAAAAAA *corre urlando inseguendo Esme*
  
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