Fanfic su attori > Robert Pattinson
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Autore: QueenVLondon    11/02/2013    3 recensioni
Durante il suo soggiorno in Australia Robert Pattinson decide di approfittare del suo tempo libero per concedersi un giro in bici.
Tuttavia, in seguito ad uno spiacevole imprevisto e l'incontro con un agente tutt'altro che cortese il nostro british actor dovrà rivedere la sua idea di "giornata rilassante".
E se invece nella stessa situazione incontrasse un'agente donna, cosa succederebbe?
Genere: Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutte!
Questa storia prende spunto da uno spiacevole imprevisto capitato appunto a Robert Pattinson ad Adelaide, ovvero la "famosa" multa di cui tutti hanno parlato per giorni.
Il grave "reato" compiuto dall'attore? Essere andato in bici senza mettere il casco.
Al di là dell'aspetto della sicurezza, ho trovato la vicenda molto tenera e ho approfittato di tale fatto per creare questa storia.
Ma veniamo a noi.
In questo primo capitolo ho immaginato che il nostro british actor avesse a che fare con un agente tutt'altro che comprensivo.
Non mi dilungo oltre e vi lascio alla storia!
A dopo per i saluti ed eventuali spiegazioni.




Robert osservò con sommo interesse il  paesaggio circostante e respirò a fondo l’aria calda ed afosa di Adelaide. Forse andare in bici in un soleggiato pomeriggio dove la temperatura sfiorava i 38° all’ombra non sarebbe stata considerata un’idea salutare dalla maggior parte della gente, ma in fondo lui non si reputava appartenente a suddetta categoria.

Senza parlare del fatto che difficilmente sarebbe riuscito a ritagliarsi un intero pomeriggio per sé nelle settimane successive: l’inizio delle riprese del suo nuovo film, “The Rover” infatti era imminente.

L’attore si stava godendo il suo giro, quando si accorse di una volante della polizia locale, che stava reclamando la sua attenzione.

Sospirò. Non era certo la prima volta che un agente lo fermava per chiedergli foto o autografo (o entrambi) per la figlia/sorella/moglie/nipote.

Tuttavia, non poteva certo esimersi dall’obbedire ad un diretto ordine di un funzionario della legge, così rallentò fino a fermarsi sul ciglio della strada.

Scese dalla bici e si tolse le cuffie dell’mp3.

“Salve”,  salutò cordialmente, sfoderando il suo solito sorriso.

L’agente lo fissò con espressione neutra.

Era un uomo sulla cinquantina con indosso una divisa piuttosto logora e pareva di pessimo umore.

“Salve. Favorisca un documento, prego”, disse con tono professionale e un po’ annoiato.

L’attore non se lo fece ripetere e lo porse all’agente con nonchalance.

L’uomo lo osservò per un istante, poi corrugò la fronte.

Robert si preparò all’inevitabile e fin troppo prevedile foto di rito, o simile.

“Mmm… Mr Pattinson. La nostra nuova celebrità”, affermò a denti stretti.

L’attore si irrigidì. Di certo non era la reazione che aveva previsto.

“Se non le arreca troppo disturbo potrebbe togliersi gli occhiali da sole. Siamo all’ombra”, disse con tono ostile.

“Sì, certo”, mormorò, togliendoseli all’istante con fare nervoso.

“E’ a conoscenza del fatto di essere in Australia?”, continuò l’agente.

 “Direi di sì”.

Aveva forse infranto qualche legge?

Era certo di no.

“Beh, allora dovrebbe sapere che la normativa vigente nel nostro Paese prevede l’uso del casco. Dov’è il suo?”

Accidenti.

“Ehm… Non esattamente… Sono mortificato, non mi era stato detto. Ovviamente avrei dovuto informarmi, ma sono arrivato solt…”.

L’uomo lo bloccò subito.

“Sono sicuro che abbia una buona scusa. Come tutti voi”, affermò, irato.

Jimmy Morgan non riusciva a credere alla propria fortuna. Quando era uscito di casa quella mattina aveva immaginato di limitarsi alla solita routine, invece, finalmente la ruota era girata dalla sua parte.

Aveva sempre tollerato poco attori ed altre celebrità, per non parlare del fatto che la notizia dell’arrivo in città di tale soggetto aveva causato la cancellazione del suo show preferito ed infinite chiacchiere su quanto l’inglese fosse bello/fantastico/sexy/favoloso/simpatico da parte di sua moglie e sua figlia.

Adesso finalmente avrebbe avuto la soddisfazione di multarlo e rifarsi almeno in parte del torto ingiustamente subito.

Robert scrutò il volto dell’uomo in cerca di un segnale che lo tranquillizzasse, ma ahilui non né trovo traccia.

Ascoltò le lamentele dell’agente per una decina di minuti, dopodiché accettò di essere riaccompagnato da lui in hotel.

Fra l’altro, si sentì gelare il sangue quando realizzò che praticamente chiunque, per cui anche i suoi amici, ne sarebbero venuti a conoscenza.

Era inverosimile. Se qualcuno gli avesse detto che sarebbe stato multato mentre era in bicicletta non avrebbe evitato di dargli dell’idiota. Ormai era solito collezionare quelle in auto, ahilui era un pessimo pilota, ma se non altro ne era perfettamente consapevole ed ormai ci scherzava su.

Tuttavia…

Essere multato in bici… Era un altro paio di maniche…

Sospirò e iniziò a prepararsi mentalmente alla sua prossima conversazione con il suo BFF, nella quale, ne era certo, l’amico avrebbe riso fino alle lacrime.

Inoltre, non poté fare a meno di pensare che se l’agente fosse stata una donna la situazione sarebbe andata in modo ben diverso…



  
Ben ritrovate!
Spero che il racconto vi abbia strappato almeno un sorriso!
Nel secondo ed ultimo capitolo descriverò ciò che sarebbe potuto accadere se, nella stessa situazione, l'agente fosse stato una donna molto fan di Robert.

Un bacione, a presto
Vale 



 

  
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