Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: InuYuriLove99    11/02/2013    3 recensioni
I nostri eroi dopo aver sconfitto Naraku decidono di fare un viaggio verso il continente e con l'aiuto di un Signore da loro aiutato in precedenza riescono ad imbarcarsi su un Vascello.
Il mare scatenerà In Inuyasha(che lo dico subito è una donna nel mio racconto, anche se questo non cambia niente del suo carattere o di quello che ha fatto nell'Anime) vecchi ricordi.
Si scopriranno le origini di sua madre e il perché tra tante donne suo padre si sia proprio innamorato di lei.
Antiche creature che riposavano negli abissi però non vorarnnoc he questo segreto venga ricordato e cercheranno di elimarli. Kagome dimostrerà il suo amore, Sango e Miroku metteranno alla prova la loro fedeltà e il piccolo Shippo dovrà dimostrarsi più coraggioso di quanto è mai stato se vorranno rimanere con il loro più grande amico.
"C'è un audace marinaio che attendo dentro al cuore.Non sò nulla di quell'uomo, Ma ho bisogno del suo amore."
Genere: Avventura, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
Poche settimane dopo che persero Inuyasha in mare riuscirono a giungere a Singapore.
La loro meta era l’India e prendendo un'altra nave sarebbero giunti in poco tempo al porto di Chennai.
Anche se dopo la perdita di Inuyasha volevano tornare in Giappone.
Inuyasha aveva sconfitto Naraku, aveva distrutto la Sfera dei quattro spiriti! Non riuscivano a credere che fosse morto in modo così stupido, per colpa di un marinaio ubriaco.
Tutti piansero a lungo, ma nessuno  si disperò più di Kagome. Per le prime due settimane smise di mangiare e di dormire, riprese solo quando fù allo stremo delle forze e dopo che Sango e Miroku insistetterò affinché continuasse a vivere.
“Inuyasha non lo vorrebbe!” “Così non lo riporterai da te!”
Dicevano ogni giorno, ma Kagome ormai...
Giunserò a Singapore quando il sole era ormai tramontato, tutto assumeva una luce scura e peccatrice.
Donne per le strade che vendevano il loro corpo, taverne traboccanti di marinai ubriachi fino al midollo e dovunque canzonaccie della peggior specie.
E ovunque si poteva udire...
“Yo-oh-oh and a bottle of rum!!!”

Miroku, Sango, Kirara e il Piccolo Shippo non capivano nulla di quella strana lingua per questo fu’ Kagome a dover contrattare il viaggio e l’alloggio alla taverna.
Scelsero la taverna più tranquilla che trovarono.
Dai piani di sopra cadevano birra e Rum, Si ritrovarono per loro sfortuna sotto un getto di quella cascata d’alcool quando varcarono la soglia.
Si trovarono inzuppati di quel liquido dolciastro, avrebbero voluta farsi un bagno, ma purtroppo in quel luogo l’igiene era poco considerata.
Dentro era peggio che all’esterno, tutto era illuminato da diverse lampade ad olio.
Tutto era un rumore. Grida, canti, suoni poco piacevoli.
Tutti stringevano boccali con la mano sinistra e una donna molto formosa nella destra.
Era il culmine della perdizione, tutti ubriachi. Uomini che smettevano di essere uomini e diventavano bestie.
Forse avrebbero dovuto comprarsi degli abiti di quel luogo, con i loro non si sentivano tranquilli.
Qualcuno  provò ad avvicinarsi a Kagome, ma Miroku la tirò a sé e si diressero subito verso il proprietario della locanda.
Pagarono in fretta l’oste e salirono al secondo piano nelle loro camere.
Non avevano abbastanza soldi per quattro camere separate e poi non sarebbe stato sicuro per le ragazze dormire da sole in quel luogo.
La stanza era il massimo della rusticità...
Un letto Semi Matrimoniale, un materasso sul pavimento di legno marcio.
Una lampada ad olio quasi del tutto consumata e un armadio con un anta rotta.
Miroku sospirò.
“Bè, non è di certo una reggia. Ma dovremo accontentarci.”
Miroku si stese sul piccolo materasso, Sango, Shippo e Kagome invece si strinsero nel mini letto matrimoniale. Kirara si accuccio sulle loro Gambe trasmettendogli un po’ di calore, visto che la coperta lacerata di cui era provvisto il letto scaldava come un gatto delle nevi. (... .-. Sorry.)
Il sonno di Kagome fu tormentato da terribili incubi.


Era di nuovo sulla nave, c’erano di nuovo la luna e le stelle di quel fatidico momento.
Ma sulla nave a parte lei non c’era nessuno.
Si guardò intorno, tutto era silenzioso. Nemmeno il vento muoveva le vele del vascello.
 Non seppe mai cosa la spinse a guardare oltre il parapetto levigato dal quale mesi prima era caduta colei che amava.
Guardò, non c’era nulla, si sporse ancora le sembrò di vedere qualcosa brillare.
Non era una stella che si rifletteva su quell’oscuro oceano. Era qualcos’altro.
Si sporse ancora di più, il bagliore assumeva un colore violaceo, Impossibile!
Non poteva...non poteva essere lei! La sfera dei quattro spiriti brillava sul fondo di quell’oceano.
Allungo una mano.
Era così vicina, poteva averla. Con quella poteva fare qualunque cosa.
Avrebbe potuto riavere Inuyasha. Doveva averla!
In un attimo cadde, l’acqua la avvolse e quando riuscì a riemergere tutto il paesaggio era cambiato.
Il mare era diventato rosso, un rosso che le entrava nelle ossa, che contaminava il suo animo.
La nave era diversa, adesso era composta da ossa, le vele fatte di cartilagine mummificata si scuotevano ad un vento che portava con sé odore di pianto e disperazione.
Il vento si fece più forte, e Kagome fù trascinata sott’acqua da un enorme onda.
Provò a risalire ma l’acqua la gettava continuamente sotto.
Sbattè braccia e gambe, cerco di urlare, chiamare aiuto ma dalla sua bocca non usciva alcun suono e l’acqua ormai le aveva riempito i polmoni.
Improvvisamente sentì tutte le forze abbandonarla, ancora qualche spasmo colpì i suoi arti e poi si lasciò cadere in quel mare rosso.
‘Senza Inuyasha, non voglio più vivere…’
Pensò chiudendo definitivamente gli occhi.
Improvvisamente il mare sembrò prosciugarsi, e lei si ritrovò su una spiaggia che si estendeva a perdita d’occhio.
Tossì cercando di sputare tutta quell’acqua.
Si alzò barcollando e si guardò intorno, Da certi punti di quell’immensa spiaggia si ergevano bizzarre costruzioni nere ma si sorprese ancora di più quando alzò lo sguardo.
In quel cielo si mostravano tutte le costellazioni di cui avesse sentito parlare e molte altre ancora, la cosa che la soprese di più fu vederle muoversi.
Si muovevano come se fossero vive qualcuna si fermo a fissarla.
Kagome cominciò a camminare ,senza distogliere gli occhi dal Cielo, verso una di quelle grottesche costruzioni.
Mandò un grido di disgusto quando vide, accasciato su un trono, o quello che ne restava, uno scheletro.
Sul corpo aveva resti di sontuosi vestiti e sul capo portava una corona.
Gridò quando una mano le si posò sulla spalla.
Si allontanò di pochi metri per poi voltarsi a controllare chi l’avesse toccata.
Di fronte a lei c’era un ragazzo sui 15-16 anni.
Aveva de capelli neri, lunghi fino alla vita ed incredibilmente lisci.
Il suo viso era magro e il suo corpo slanciato. Gli occhi erano spaventosi, la sclera era gialla e l’iride rossa riluceva maligna.
“Ciao.” Disse il ragazzo di fronte a lei, la sua voce era fredda e seppur le avesse sorriso lei non si sentiva per niente rassicurata.
“Chi sei tu?” gli chiese Kagome spaventata.
“Tzeentch” rispose lui atono.
‘Tzeentch’ pensò Kagome, aveva letto di lui sul libro di mitologia.
Era un dio in cui credevano gli uomini nei tempi antichi, il dio del mutamento, della manipolazione e della stregoneria. Doveva stare attenta.
“Cosa cerchi da me?” Chiese poi Kagome cercando di darsi un certo contegno.
“Voglio proporti un accordo.”
“Che genere di accordo?”
“Ti interessa?” gli chiese di rimando Tzeentch avvicinandosi a lei.
“Che genere di accordo?” Ripeté Kagome guardinga.
Tzeentch ridacchiò.
“Ti sei gettata in mare. Perché lo hai fatto?”
“Credevo di aver visto un oggetto a me familiare.”
“La sfera dei quattro spiriti…già. Se non sbaglio sei stata tu a distruggerla, non guardarmi così, le voci girano.
E quindi perché , sapendo, che quella non era la vera sfera, hai rischiato la vita per prenderla. Cosa te ne sarebbe venuto?” Chiese con un sorriso beffardo il Dio.
Kagome interdetta abbassò lo sguardo.
“Io, io volevo...”
“Volevi  riportare in vita una persona a te cara. Un classico.” Disse quasi annoiato avvicinandosi allo scheletro e incominciando a giocherellare con la corona.
Kagome si indispettì a quell’affermazione.
“Per te amare fino alla fine è una cosa noiosa!?”
Il Dio si voltò verso di lei.
“Non intendevo questo, semplicemente trovo noiosa la facilità con cui posso esaudire il tuo desiderio.”
A quelle parole Kagome sobbalzò.
“Tu puoi riportarla in vita?!” chiese mentre una piccola speranza si accendeva nel suo cuore.
“Già, io posso.”
“Ma…cosa vuoi in cambio?” Kagome aveva ormai imparato che nessuno regalava favori, specialmente di questa portata.
“Oh, niente di chè. Ti chiederò il mio compensò quando tu sarai completamente soddisfatta.” Disse ghignando.
No. Era troppo sicuro di sé. Non le aveva nemmeno detto cosa voleva.
Lei avrebbe tentato di tutto per riavere Inuyasha ma affidarsi completamente ad uno sconosciuto, seppure un Dio era troppo rischioso. Questa volta Miroku e Sango avevano ragione. Inuyasha non avrebbe mai approvato.
“No.”
“Come prego?” chiese il Dio vivamente sorpreso.
“Ho detto che non ci stò. No!”
Tzeentch si fece scuro in volto e le si avvicinò pericolosamente.
“Cosa vuol dire che non ci stai?”
“Non correrò un simile rischio.”
Il Dio assunse un espressione furba, ma non riuscì a nascondere una certa preoccupazione.
“forse non l’amavi tanto come dici…”
Kagome si raddrizzò e lo guardò dritto negli occhi.
“Io Amavo Inuyasha più di chiunque altro, e se non mi imbarco ina così pericolosa tratta è solo per rispetto a ciò che era! E se non sbaglio questo è il MIO sogno quindi Addio!”
Kagome vide il Dio Infuriarsi, urlò e poi prese fuoco per poi scomparire in una nuvola di fumo rosso.
Improvvisamente la sabbia sotto i suoi piedi si mosse e cominciò ad inghiottirla.
In pochi istanti fù completamente sepolta e quando ormai non le rimaneva più alcun fiato, Aprì gli occhi.


Era di nuovo su quel letto, in quella sporca stanza della locanda.
Si riuscivano a sentire le grida dei marinai che facevano festa.
Il suo respiro era corto e la fronte era coperta di sudore di sudore.
Prese un respiro profondo e si alzò a sedere.
“E’ stato solo un sogno...”
Si massaggiò la fronte e si girò versò gli altri.
Dormivano tranquillamente.
All’improvvisò sentì un vuoto, un enorme vuoto nel cuore.
‘Forse se avessi accettato adesso Inuyasha sarebbe qui con me...’ Pensò prima di scoppiare in lacrime.
Pianse per un po’ finchè Sango non le posò una mano sulla spalla.
“Oh, scusami ti ho svegliata.” Disse Kagome tentando di asciugarsi gli occhi.
“No, no. E’ tutto a posto.” Disse lei sorridendole e stringendola.
Sango la cullo per qualche minuto, poi cominciò a canticchiare una ninnananna.

                                                                    “ Aloha-oe, aloha-oe,
                                                                    ikeona ona noho ikanipo
                                                                        starai con me...
                                                             Ahoi ah oh, e un dì ti rivedrò...”

Kagome sfogò il suo pianto sul petto della sua migliore amica, fino a che non finì le lacrime.
Stavano per rimettersi a dormire quando si sentì il fragore di un esplosione.
Anche Miroku e Shippo si svegliarono.
“Cosa stà succedendo?!!” chiese il monaco preoccupato.
Uscirono tutti in fretta e furia e si accorsero che la gente per le strade urlava e scappava terrorizzata. Il porto e metà della città erano in fiamme.
Cominciarono a correre e si trovarono di fronte a degli uomini armati fino ai denti, nel sento che tra i denti avevano coltelli e uno una cerbottana.
Pirati.
Li attaccarono e riuscirono a tramortirli ma se ne trovarono di fronte molti altri e presi dalla lotta non si accorsero di qualcuno che gli si avvicino da dietro.
Qualcosa come una corda si attorciglio al collo della povera Sango lasciandola solo quando fu svenuta.
Poi quella stessa corda colpì prima Miroku e Poi anche Shippo e Kirara.
Quando Kagome caddè a terra prima di svenire vide qualcuno avvicinarsi a loro e guardarli con due grandi occhi ambra, poi solo il buio.



SPAZIO AUTRICE

Scusatemi per il ritardo, ebbi ospiti e  non potessi scrivere. x3
La canzone, o mini canzone di Oggi è stata tratta dal film Lilo e Stich :

http://www.youtube.com/watch?v=QthcOtzz5q4
Magari la prossima sarà una di Nemo, e sapete cosa centra Inuyasha con Nemo? Una beneamata Cippa! Anzi facciamo una cosa, perchè non mi dite quale canzone volete che si canticchi in questa fan fic da capitolo a capitolo? ;) Eh, eh eh???
Spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto, a risentirci presto e recensionte.
No davvero, recensionate...vi prego *si inginocchia* vi supplico. Q^Q
   
 
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