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Autore: I am in love with a train    11/02/2013    0 recensioni
Premettiamo che questa è la nostra prima storia. Parla di cosa potrebbe succedere a quei tre uomini (che noi ovviamente stimiamo ma che amiamo prendere per il culo all day long u.u) se lasciati soli e allo sbaraglio. Billie ha comportamenti di un bimbo di 5 anni, Mike è la brava e buona mammina che accontenta tutti, e Tré è... Trè. Non sforzatevi a trovare un briciolo di senso in questa nostra opera (??) perchè non ne ha. We hope you enjoy it u.u!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Bene, ecco a voi il secondo capitolo. Vorremo precisare una cosa che ci siamo dimenticate: la storia è ambientata a casa del nostro caro Mike :3 e vorremmo ringraziare tutte quelle buone e brave persone che hanno letto la nostra storia, siamo onorate di ciò *O* se poi ci lasciaste anche una recensione (positiva o negativa che sia) ne saremmo ancora più felici :) ci piacerebbe venire a conoscenza di ciò che pensate in merito alla nostra storia, e sapere anche se c'è qualcosa che va migliorato :)
Ora vi lasciamo al nuovo capitolo, "buona" lettura! ^_^


LA MATTINA DOPO…
Billie si svegliò presto, fresco e riposato; ma siccome non aveva voglia di alzarsi si risistemò meglio tra le braccia dell’amico, che inconsapevolmente aveva adempito al compito di cuscino per tutta la notte. Rimase così per un po’, cullato dai sui “bei” pensieri, quando venne distratto dallo scricchiolare del letto sotto ai movimenti del biondo, che si stava svegliando.
Iniziò allora ad allentare la presa dalle spalle di Mike, almeno per dargli la possibilità di respirare.
“Yawn…… Dove… sono?” Gli occhi azzurri del bassista si dischiusero, aprendo al più piccolo le porte del paradiso: sarebbe rimasto ore ad osservarlo.
E mentre Billie iniziava a perdersi nel suo mondo di frutta candita e confetti rosa, Mike tentava di divincolarsi dalla stretta ferrea di quest'ultimo, che, nonostante si fosse allentata, non accennava a lasciarlo.
“Uhm… Cosa?”
“Billie cosa… COSA CI FAI NEL MIO LETTO?!” Urlò spaventato il biondo.
“Cosa… ma… ma… COSA CI FAI TU PIUTTOSTO NEL MIO LETTO??!” Il moro mollò velocemente la presa dalle sue spalle, fingendo stupore.
“IL TUO LETTO?! Ma che diavolo…?! BILLIE JOE ARMSTRONG, come ho fatto ad addormentarmi qui?!” Gridò ancora più forte Mike, alzandosi di scatto e scaraventando l’amico contro la testiera del letto, alla ricerca di oggetti contundenti con i quali avrebbe potuto colpirlo la sera prima, senza trovarne traccia ovviamente. In compenso trovò un interessantissimo paio di jeans giallo fosforescenti appartenenti sicuramente a quello che ora si contorceva sul letto fingendo il suo più completo dolore; in fin dei conti, i suoi gusti hanno sempre lasciato a desiderare…
“AHI, mi hai fatto male, cattivo!!” Piagnucolò Billie nel tentativo di far calmare l’altro e cercando di farlo avvicinare per farsi consolare a causa del colpo alla testa che aveva appena preso, ma che aveva ovviamente finto.
“Ufff… Scusa… Ma ora spiegami… cosa ci faccio io QUI???” Disse il bassista, abbassando il tono della voce.
“Io non lo so…… mi stavi raccontando una storia… sai quella che mi piace taanto??” Chiese il vocalist con fare mellifluo.
“Sì… ma va avanti!”
“Beh… e poi non so! Io mi sono addormentato!! Non so tu come abbia fatto a finire nel mio letto… Senti non so tu, ma io ho fame, scendiamo a fare colazione?” Come se nulla fosse successo, si alzò e si diresse verso la porta, voltandosi non appena si accorse che Mike non lo stava seguendo.
“Ma che…?! Come puoi saltare da un discorso all’altro in questo modo??! Comunque d’accordo, scendiamo, ma poi noi due facciamo i conti!!”
“Ok… se lo dici tu…” Rispose il moro, soffocando una risata.
I due scesero le scale, Billie con un sorriso soddisfatto stampato sul viso, Mike provando moolta diffidenza verso il suo migliore amico.
“Buoni vero i pancakes?? Vedi che sono capace a fare qualcosa senza far esplodere tutto quello che mi sta intorno o far del male alle persone che passano nel raggio di 100 metri??” La voce impaziente di Billie risuonò nelle orecchie del biondo, e come era arrivata scomparve; era ancora troppo preso dai suoi pensieri e le sue elucubrazioni mentali per prestare attenzione alle frivolezze per le quali lo interpellava il suo amico. Infatti si dovette far ripetere qualche volta la domanda prima che riuscisse a svegliarsi dal suo stato.
“Sì, bravo Billie… bravo…”Il bassista rispose con ancora la bocca piena di sciroppo d’acero e pastella miracolosamente ben cotta: doveva ammettere che erano proprio buoni, a differenza dei soliti “esperimenti” del suo coinquilino, che in effetti finivano sempre con l’esplosione di uno dei suoi elettrodomestici o con la cucina completamente avvolta dalle fiamme (nessuno in quella casa era un grande esperto di fornelli o fuochi vari).
“Eh beh?? Solo bravo?? Ho dato il meglio di me!! E poi non si parla con la bocca piena, maleducato!!” Lo sgridò l’altro girandosi, dando sfoggio del  grembiulino a fiori che indossava addirittura con fierezza (Mike ha sempre avuto dei gusti moolto strani).
“Oh scusa mammina…… Ahahah!!” Rise di gusto il diretto interessato, provocando grande irritazione nell’amico, che divenne porpora e spinse forte le unghie nei palmi chiusi a pugni; era facile e divertente farlo arrabbiare, e ancora più bello era vedere le sue reazioni esagerate.
“Ahah, molto divertente. Io non lo dicevo solo per il fatto dell’educazione, ma anche perché quando si parla a bocca piena si rischia di soffocare, e non ho voglia di pensare a un alibi e spiegare alla polizia che non c’entro nulla con la tua morte, a parte per il fatto di averti fatto fare un ultimo pasto da re…”
“Come sei tragico!!”
“No è diverso, io sono realista, e siccome ti conosco…”
“Ma se non sai neanche cosa significa ‘realista’!! Comunque, penso che ora tu sia abbastanza lucido per provare a ripescare nei tuoi ricordi e dirmi cos’è successo ieri sera!” Il tempo dei giochi per il biondo era finito, e ora era curioso di sapere cos’era realmente accaduto.
“Ma te l’ho detto Mickey, non mi ricordo…… Ehi aspetta un momento, perché tu pensi che io ti……Scherzi Michael, vero??”
“Cosa? Ma che dici??.......... beh, forse per un attimo…… ma poi ho scartato subito l’idea!!!” Disse per tentare di discolparsi il bassista, imbarazzato per quello che era andato a pensare a proposito del suo migliore amico. Spostò lo sguardo verso i suoi piedi, per evitare quello di un Billie incazzato nero che stava con le mani puntellate sui fianchi e il viso contrito in un espressione accigliata.
“Mike mi stupisco di te!! Come hai potuto anche solo per un attimo non fidarti di me, il tuo migliore amico!!”
“Senti, mi spiace tanto… Non volevo dubitare di te… Facciamo pace?” Chiese dispiaciuto l’altro, abbozzando un sorriso e porgendogli il suo mignolo.
“Mh…” Il moro mise il broncio, incrociando le braccia e voltandosi con fare altezzoso; Mike allora lo fisso ancora per un po’ di sottecchi, tentando di addolcirlo.
“Daai… Guarda che se non facciamo pace non ti parlo più!”
“No no, ok!” Affermò il vocalist, affrettandosi a porgrgli anche il suo di mignolo.
“Bene! Ora che ne dici se andiamo a cercare Trè?” Domandò il bassista, curioso di sapere che fine avesse fatto il loro terzo componente.
“Ok…… Ma dimmi, da quant’è che ti interessi così tanto di Trè?”
“Forse da quando è diventato nostro batterista nonché componente essenziale del gruppo? E poi perché, a te non importa nulla di sapere che fine abbia fatto il nostro amico?”
“Acuta osservazione” Rispose il moro, dopo un attimo di ragionamento. 
 

  
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