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Autore: chiara05    11/02/2013    3 recensioni
storia Klaroline ambientata nel 1862 a Mystic Falls. Caroline una ragazza umana di 17 anni ha una missione nella vita, uccidere il vampiro Klaus. Ma presto tra i due scoppierà una passione che renderà molto difficile il suo compito.
Dal 2 capitolo:
"Dopo qualche attimo di sgomento la ragazza tentò di colpirlo ma lui, con un movimento fulmineo, si portò dietro di lei e la bloccò con le sue braccia.
«Non hai speranze contro di me, amore» le sussurrò all'orecchio stringendola più forte. Il cuore di lei batteva all'impazzata e aveva il fiato corto come se avesse corso una maratona.
«Scoprirai che sono piena di sorprese» gli disse tentando di tirarli un calcio che lui schivò. A causa di questo movimento lo spacco della gonna aveva messo in mostra la sua gamba soda e Klaus, senza riuscire a controllarsi, aveva cominciato a disegnare cerchi immaginari su quella parte di pelle morbida e nuda con le dita. Adesso anche lui aveva il fiato corto. Caroline si sentiva in paradiso e all'inferno contemporaneamente. Da una parte voleva che la accarezzasse per sempre, dall'altra desiderava che la lasciasse per poter adempiere al suo compito"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline, Forbes, Damon, Salvatore, Klaus, Stefan, Salvatore
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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UNA COSA SOLA
 

Kluas stava impazzendo. Caroline, che stava ancora dormendo, continuava a torturarlo inconsapevolmente con il suo profumo e la sua pelle calda. Erano sdraiati entrambi sul fianco destro e lui, tenendola stretta, si lasciava solleticare dai suoi capelli. Senza riuscire a trattenersi il vampiro le scostò le ciocche bionde dal viso e cominciò a lasciarle una moltitudine di piccoli e leggeri baci sulla guancia e sul collo.

La ragazza si svegliò con un sorriso.

«Buon giorno, amore» le disse lui sul collo «Non volevo svegliarti ma non sono riuscito a resistere. Sei troppo bella»

«Puoi svegliarmi così quando vuoi» gli rispose lei girandosi verso di lui «E sei bellissimo anche tu». Si allungò verso Klaus e lo baciò. Non era mai stata lei a cominciare il bacio, era stata baciata e aveva ricambiato i baci, ma non aveva mai preso l'iniziativa. Per un secondo temette che l'Originale potesse trovarla troppo sfacciata, ma a giudicare dalla rapida e appassionata partecipazione del ragazzo era stato un timore senza fondamento.

Ben presto lui si ritrovò sopra di lei. Con il gomito sinistro si reggeva sul materasso per non schiacciarla con il suo peso, la sua mano destra le teneva ferma la testa per rendere il contatto delle loro labbra e delle loro lingue più intenso e profondo. Perdendo ogni controllo Caroline esplorò il corpo di lui. Gli accarezzò il petto, l'addome, la schiena e le spalle possenti. La mano del vampiro dal suo viso si spostò lungo il fianco facendola gemere silenziosamente. I loro cuori accellerati battevano all'unisono. La mano di lui proseguì lungo la coscia fino ad afferrarle dolcemente il polpaccio e portarle la gamba a cingergli il bacino. Lei sentiva i suoi muscoli delle spalle guizzare ad ogni movimento, lo strinse di più a sé. Quando il tocco di Klaus arrivò al seno la ragazza sussultò. Non era mai stata toccata in quel modo e si sorprese nel trovarlo piacevole e di volerne di più. Ma quello era stato il segnale per l'Originale che era ora di fermarsi.

«Dovresti vestirti adesso o non riuscirò a mantenere la mia promessa» le disse affannato.

«Quale promessa?» gli domandò riprendendo a baciarlo.

«Non volevi che ti raccontassi qualcosa di me, amore?» ricambiò i suoi baci «Possiamo sempre rimandare» non aveva nessuna voglia di staccarsi da lei.

«No voglio conoscerti» replicò lei sorridendo. Potevano sempre continuare dopo quella meravigliosa attività.

Un po' controvoglia Klaus di spostò per permetterle di alzarsi. Si sedette sul bordo del letto e cercò di isolare i suoi sensi per non sentire il fruscio della camicia da notte che scivolava sul corpo nudo di Caroline.

«Dovresti aiutarmi ad allacciare il corsetto. Non ci riesco da sola» proruppe lei timidamente. Senza dire una parola l'uomo andò verso di lei e la aiutò a vestirsi.

«Devo aiutarti anche con l'acconciatura?» le domandò attorcigliandosi una ciocca dei capelli sciolti sul dito.

«Non lo so. A te come piacciono?» si sentiva una ragazzetta sciocca. Adesso chiedeva ad un maschio come doveva acconciarsi i capelli? Lei era una cacciatrice, non doveva chiedere niente a nessuno.

«Sciolti. Ma sei stupenda in tutti i modi, amore» la ragazza si sentì sciogliere. Non le importava più niente se era una ragazzetta sciocca.

 

 

Klaus la portò nella sua stanza. A parte lui non entrava nessuno in quella camera. Era il suo rifugio, il suo angolo di tranquillità. Si sedette sulla poltrona vicino alla scrivania di mogano e guardò Caroline mentre esplorava il suo mondo.

La ragazza si sentì immediatamente a suo agio. L'ambiente era molto ampio e luminoso grazie alle numerose finestre che circondavano le pareti. Era un insieme di legno e blu che trasmetteva pace e tranquillità. Nella parte destra del locale si trovava un grande letto a due piazze, forse a tre piazze, Caroline non fu in grado di valutarlo immediatamente, un grosso armadio, la toletta, una vasca da bagno e la scrivania. Il lato sinistro della camera era praticamente uno studio d'arte. C'erano tele dipinte ovunque. Erano davvero magnifiche.

«Dipingi?» gli domandò osservando i quadri. Lui annuì. La sua intenzione era solo quella di mostrarle la sua stanza e i suoi dipinti. Ma vederla lì nel suo mondo fece scattare qualcosa dentro di lui. Voleva davvero che lei lo conoscesse, non aveva mai desiderato qualcosa così intensamente, a parte fare l'amore con lei ovviamente.

«Sono nato a Mystic Falls nel 834. Poco temo dopo che la mia famiglia si fu trasferita qui dall'Inghilterra per sfuggire all'epidemia che aveva già ucciso uno dei miei fratelli»

«Ma come hanno fatto a trasferirsi qui? Queste terre non erano ancora state scoperte»

«Mia madre era una strega. Al contrario di quello che pensa la maggior parte della gente l'America non era abitata solo dagli Indigeni, ma anche da branchi di licantropi e clan di streghe. Aveva un'amica, una strega Bennett che le consigliò di venire qui dove non c'erano malattie e carestie».

«Tua madre era una strega? Allora anche Rebakah»

«No» la interruppe lui «Si può essere o vampiri o streghe, non entrambi. I vampiri sono abomini della natura, le streghe serve di essa. Lo sarebbe diventata se non fosse stata trasformata da suo padre»

Caroline conosceva già quella parte della storia. Di come Mikael Mikaelson avesse ucciso i figli per trasformarli in esseri letali e invincibili per vendicare il figlio Herry ucciso dai vicini che adesso, la ragazza, aveva scoperto essere licantropi. Aveva un senso, per distruggere degli esseri sovrannaturali anche loro dovevano essere qualcosa di più che semplici umani.

«Suo padre?» aveva notato che il ragazzo non aveva usato l'aggettivo nostro.

«Si. Mikael non è mio padre. Mia madre aveva avuto una relazione extraconiugale da cui sono nato io. Credo sia per questo che i miei genitori non mi hanno mai amato. Mia madre mi vedeva come un errore di percorso, l'evidenza della sua debolezza. E Mikael, bé credo avesse notato la mia somiglianza con il capo del clan dei licantropi. O forse mi odiava semplicemente perchè non ero quello che lui desiderava»

«E il tuo vero padre?»

«Non mi ha mai degnato di uno sguardo» in tutti quegli anni aveva imparato a mascherare il dolore e il dispiacere nel sapere che le persone che avrebbero dovuto prendersi cura di lui lo avessero sempre disprezzato.

«È per questo che Mikael ti da la caccia? Perchè non sei suo figlio?» essendo un membro delle famiglie fondatrici Caroline conosceva i rapporti tra il capostipite degli Originali e la sua prole.

«No. Mi da la caccia perchè ho ucciso Esther. Mia madre» come gli era saltato in mente di raccontarglielo? Adesso lei sarebbe fuggita da lui.

La ragazza smise di respirare, quale essere spregevole poteva uccidere la sua stessa madre?

«Perchè?» gli chiese. Sicuramente c'era una spiegazione, doveva esserci una spiegazione.

«L'amante di Esther era un licantropo. Quando da vampiro ho ucciso la mia prima vittima il gene della licantropia si è attivato. Sono un ibrido. Un vero mostro. Mia madre ha fatto un incantesimo per incatenare il lupo che è in me, per indebolirmi. In uno scatto d'ira l'ho uccisa, le ho strappato il cuore dal petto» smettila di blaterare stupido idiota. Se ne andrà. Continuò a pensare Klaus, ma non riusciva a fermarsi voleva che lei lo vedesse per chi era realmente.

«I tuoi fratelli lo sanno?» la voce di Caroline era incredibilmente ferma, in fondo era una cacciatrice, era abituata a gestire situazioni complicate.

«No. Se lo sapessero mi odierebbero. Non possono saperlo. Sei l'unica a cui io l'abbia mai confessato. Ho raccontato a tutti che fu Mikael ad ucciderla» contro ogni logica la ragazza si sentì lusingata di essere l'unica persona a conoscere la verità. Ma questo non cambiava il fatto che il suo Klaus fosse un assassino, un mostro. Proprio come le aveva detto Stefan.

L'ibrido non staccava gli occhi da lei. Cercava di decifrare ogni suo movimento per capire se l'avrebbe persa per sempre.

La bionda ricordò cosa le aveva raccontato Rebekah sull'importanza della fiducia per l'Originale.

«Te ne andrai?» il tono del vampiro era angosciato mentre le poneva la domanda.

«Ti sei sentito tradito, per questo l'hai uccisa» riflettè Caroline. Quando lui annuì continuò «Io...io non ti giustifico, ma ti capisco. Vedi mio padre è morto quando io ero piccolissima, non ho nessun ricordo di lui. Sono cresciuta da sola con mia mamma. Noi due eravamo come una cosa sola» gli raccontò con un sorriso amaro «Ma poi improvvisamente, da un giorno all'altro ha smesso di volermi bene. Non mi parlava nemmeno più. Finchè un giorno mi ha preso e mi ha abbandonata davanti ai cancelli della tenuta Salvatore, senza dirmi una parola, senza spiegazioni. Se ne è semplicemente andata e non è mai più tornata» la ragazza camminò fino a trovarsi davanti a lui.

«Per un po' l'ho odiata perchè non mi amava. Avevo trasformato il dolore in rabbia. Faceva meno male così. È stato solo grazie a Stefan e Damon che sono riuscita a sorridere di nuovo» passò una mano tra i suoi capelli color miele. Lui appoggiò la testa sulla sua pancia mentre lei continuava ad accarezzarlo.

«Non te ne andrai?» le chiese in un sussurro. Come poteva andarsene? Lui aveva bisogno di lei come lei aveva bisogno di lui.

«No. Non me ne andrò» a queste parole vide tutti i muscoli dell'uomo rilassarsi visibilmente.

«Vieni qui» la prese e la fece sedere sul suo grembo. Le aveva raccontato tutta la verità e lei era rimasta lì con lui. La baciò dolcemente sulla bocca, poi scese sul collo stuzzicando la tenera pelle dietro l'orecchio e il punto sensibile tra la gola e la spalla. Lei rabbrividì, non era mai stata così in intimità con una persona. Lui si staccò da lei, c'era solo un'ultima cosa che doveva fare per accertarsi che lei lo accettasse. Mostrò il suo vero viso, quello del predatore.

Caroline passò le dita sulle vene in rilievo che contornavano i suoi occhi rossi, la guardava intensamente, con amore. Quando lui schiuse le labbra sfiorò i canini allungati, erano eleganti. Con la punta del polpastrello verificò se erano affilati. Lui capendo le sue intenzioni si immobilizzò per non ferirla. Quando lei lo baciò si sentì invadere dalla gioia. Per la prima volta si sentì accettato per quello che era e non si sentì solo. Tornò a concentrarsi sul collo di lei. I canini le graffiavano leggermente la pelle.

«Si» mormorò lei semplicemente. Klaus la morse. Il sangue di lei era il più delizioso e dolce che avesse mai assaggiato. Gli fluiva nella gola riempiendolo e saziandolo. Caroline si era aspettata che sarebbe stato doloroso, ma tutto quello che provava era un inatteso piacere nel nutrirlo, nel donargli sé stessa. Gli apparteneva, adesso era parte di lui. L'ibrido la afferrò per i fianchi spingendola maggiormente verso di lui, lei gli afferrò la testa per impedirgli di allontanarsi. Quando lui si ritirò lei produsse qualche verso di protesta, non era ancora pronta a separarsi da lui.

Senza dire una parola Klaus aprì un cassetto della scrivania, estrasse un pugnale e si procurò un taglio alla gola. Non l'aveva mai fatto, certo aveva trasformato qualche persona ma non aveva mai condiviso il suo sangue per il puro piacere di farlo. La ragazza vedendo il rivolo rosso che colava sul suo petto si affrettò a bere il suo sangue con una bramosia che non sapeva appartenerle. Passò la lingua sulla scia cremisi che gli macchiava il corpo. Lui chiuse gli occhi e un suono profondo e gutturale uscì della sua gola quando lei si dedicò alla ferita sul collo. Bevve avidamente fino a quando il taglio non si fu rimarginato. Si guardarono negli occhi, quelli di lui erano lo specchio della lussuria che dimorava in quelli di lei. Si baciarono di nuovo mescolando il sapore del loro sangue che gli era rimasto sulla lingua. Entrambi realizzarono che adesso erano una cosa sola.

 

* * *

 

Damon guardò l'orologio spazientito. Sarebbe sicuramente arrivato in ritardo. Aveva un appuntamento con Rose per discutere il piano da attuare con Megan Fell, l'amica di Emily Bennett, che avrebbe potuto aiutarli a trovare il Grimorio.

«Dove stai andando?» gli domandò uno Stefan sospettoso.

«Cosa ti fa pensare che io stia andando da qualche parte?»

«Ti conosco Damon. Cosa succede?» adesso era arrabbiato. Non aveva superato il rancore che gli era rimasto appiccicato a dosso la sera prima dopo la conversazione avuta con Caroline, e suo fratello certamente non stava facendo niente per aiutarlo in quella difficile situazione.

«Assolutamente niente fratellino. Te l'ho già detto» avrebbe voluto dirgli la verità ma non poteva, era il suo fratellino e voleva proteggerlo.

«Quindi non hai intenzione di dirmi cosa sta accadendo vero?» Stefan era deluso credeva che suo fratello fosse cambiato nei due anni passati in Europa.

«Non hai niente da fare oggi? Sei diventato più petulante di una zitella» gli rispose il moro prima di andarsene lasciando il giovane Salvatore lì da solo e imbambolato. Quest'ultimo prese una decisione, c'era solo una cosa che avrebbe potuto fare. Chiedere aiuto a suo padre.

 

 

* * *

 

Come per la maggior parte della giornata Giuseppa Salvatore si trovava nel suo studio.

«Ho bisogno del vostro aiuto, padre» affermò Stefan dopo aver ricevuto il permesso di parlargli.

«Tuo fratello è finito nuovamente nei guai? Che se la cavi da solo, non riceverà niente da me» gli rispose suo padre con il solito tono freddo e incolore.

«No padre. Si tratta del Grimorio Bennett. So che voi siete contrario ad utilizzarlo e che avevate dato a Damon il compito di occuparsene a suo rischio e pericolo, ma mio fratello è distratto e da solo non posso trovarlo»

«Distratto? Non ci si poteva aspettare niente di meno da quello» Stefan non voleva parlare di Damon, inoltre l'istinto di difenderlo era forte e non voleva rischiare di far alterare Giuseppe, senza di lui non poteva riuscire nel suo intento.

«Mi aiuterete? Sono fermamente convinto che sia l'unico modo per salvare Caroline».

«Sono arrivato alla conclusione che sia davvero l'unico modo» aveva contato sull'aiuto del suoi informatore misterioso, ma questo era sparito nel nulla. Probabilmente era morto riflettè. Il suo tono non aveva perso il gelo ma le sue parole colpirono suo figlio, era davvero affezionato alla giovane bionda.

«Bene padre. Ditemi cosa devo fare»

 

 

* * *

 

Caroline e Rebekah stavano facendo una cavalcata nelle distese d'erba fuori dalla proprietà dei Mikaelson. La vampira quella mattina aveva sentito la conversazione tra suo fratello e l'umana. Era rimasta sorpresa dalla confessione di Klaus. Non dalle sue parole, conosceva già la verità sulla morte di sua madre, aveva capito tutto semplicemente guardandolo negli occhi quando secoli fa aveva raccontato a lei e ai suoi fratelli cosa fosse successo a Esther. L'aveva odiato per un po' ma poi aveva capito le sue motivazioni ed era andata avanti. L'eternità era lunga da passare da sola. Era rimasta colpita della facilità con cui si era aperto con la ragazza e di come lei lo avesse accettato. Sapendo cosa si provava a perdere la propria madre aveva deciso che avrebbe aiutato la sua nuova amica a fare pace con la sua.

Quando arrivarono davanti al negozio di tessuti di Liz Forbes Caroline capì a cosa era dovuta quella gita a cavallo.

«Bekah» le disse seria «Dimmi che non mi hai portata qui per farmi parlare con mia madre»

«Non posso dirtelo. Sarebbe una bugia»

«Rebekah Mikaelson» urlò «Ma come ti è venuto in mente?»

«Non c'è bisogno di urlare Care» la rimproverò la vampira «Ho solo pensato di darti una spinta per fare quello che desideri fare. E non mi venire a dire che non vuoi parlare con lei perchè ti ho vista mentre la spiavi»

«Apprezzo il pensiero ma non è una scelta che spetta fare a te»

«Avanti. Cos'hai da perdere?» le chiese dolcemente. Caroline ci pensò. Cosa aveva da perdere? Non avevano nessun rapporto, anche se fosse andata male non avrebbe avuto niente da perdere. Prese un respiro profondo ed entrò nel negozio.

 

Liz Forbes capì chi era non appena varcò la soglia. Avrebbe voluto sentire un brivido, della sorpresa, qualsiasi emozione. Ma non riuscì a provare niente.

«Salve» le disse timidamente sua figlia.

«Cosa volete?» le rispose gelida «Non ho nient'altro da dirvi. Tutto quello che sapevo l'ho già detto a Mr Salvatore»

«Giuseppe è stato qui?» domandò la ragazza incredula.

«No mi riferivo a Damon Salvatore. Non posso aiutarvi ulteriormente» cosa ci era andato a fare Damon li? E di cosa stava parlando? Avrebbe voluto domandarglielo ma aveva cose più importanti da chiederle.

«Io non sono qua per chiedervi nessun aiuto. Vorrei solo parlare»

«Parlare? E di cosa? Io non ho niente da dirvi ragazzina» si girò dall'altra parte e cominciò a piegare una stoffa color verde.

«Come sarebbe a dire? Abbiamo molto di cui parlare. Noi eravamo unite, eravamo una cosa sola. Voi siete mia madre» Caroline non riusciva a capire.

«Vi sbagliate. Io non ho più una figlia da dieci anni ormai» non aveva ancora finito di parlare ma per la ragazza fu troppo. Sospettava già che sua madre l'avesse rinnegata ma sentirselo dire era un'altra questione. Senza darle il tempo di aggiungere altro uscì dal negozio e dalla vita di Liz una volta per tutte.

 

* * *

 

Damon e Rose erano seduti sul divano a casa della donna per discutere del piano da attuare con Megan Fell. La dimora era piccola ma calda e accogliente. Al ragazzo non sarebbe dispiaciuto passarci più tempo.

«Megan Fell è in visita dalla zia a Charleston, non tornerà prima di domani o dopodomani» gli comunicò la vampira irritandolo più di quanto già fosse. Detestava litigare con Stefan e questo ulteriore problema non serviva proprio. Non avevano tempo da perdere, dovevano agire prima che Caroline si innamorasse irrimediabilmente di Niklaus Mikaelson. Anche se sospettava che fosse già troppo tardi.

«Cosa facciamo adesso?» le domandò.

«Non possiamo fare altro che aspettare. Non appena tornerà farò in modo di invitarla per un tè pomeridiano e potremo interrogarla su quello che sa»

«E cosa potremmo fare mentre aspettiamo che Mrs Fell torni a Mystic Falls?» le chiese ammiccando maliziosamente. Un po' di sano sesso era tutto quello che gli serviva per sfogare la frustrazione, e desiderava affondare dentro la vampira dal primo momento in cui si era tolta gli stracci che camuffavano il suo bel personale.

Senza darle il tempo di rispondere si sporse verso di lei e la baciò. Solo le loro labbra si toccavano in quello che era un bacio lento, profondo e languido. Quando si staccarono la vampira scoppiò a ridere.

«Sapevo che lavorare con voi sarebbe stato interessante e divertente. Ma ditemi Damon, come può un cacciatore di vampiri baciarne una?» era genuinamente interessata.

«Nei due anni che ho passato in Europa ho conosciuto tante persone. Umani e non. Ho avuto l'occasione di fare amicizia con dei vampiri e ho capito che non tutti sono da eliminare definitivamente dalla faccia della terra. Inoltre ho avuto il dispiacere di interagire con molti esseri umani che meritavano la morte nonostante non fossero creature della notte. Queste esperienze mi hanno aiutato a crescere e a capire che il confine tra bene e male, giusto e sbagliato non è sempre così netto come pensano mio padre e mio fratello»

«E la signorina Forbes?» gli domandò incuriosita da quella ragazza che al posto di passare le giornate a ricamare e fantasticare sul matrimonio cercava di estirpare il male dal mondo.

«Lei è simile a me» rispose lui sorridendo con affetto «È cresciuta nell'amore e nella gentilezza di sua madre. Ma quando è venuta a vivere con noi ha sperimentato la durezza e la freddezza dei guerrieri. Mia sorella è la perfetta combinazione della donna dolce ed elegante e della guerriera spietata e coraggiosa. È unica»

«Le volete molto bene» constatò con piacere Rose.

«Si è così. Ma ora basta parlare» affermò avvicinandosi nuovamente a lei per avere un altro bacio e, sperava, qualcosa di più. Ma la donna con la sua velocità sovraumana sgusciò via da lui.

«Vado a fare un bagno» asserì semplicemente.

«Da sola» continuò prima che lui si offrisse di insaponarle la schiena «Arrivederci Damon».

Il ragazzo sorrise «Siete sicura che non desiderate il mio aiuto per insaponarvi la schiena?» le parole del ragazzo le giunsero chiare e allusive dall'altra stanza. Uomini pensò alzando gli occhi al cielo sono così prevedibili.

 

 

* * *

 

Rebekah aspettava che Caroline crollasse da un momento all'altro. Erano arrivate a casa Mikaelson e l'umana era rimasta impassibile per tutto il viaggio di ritorno. La vampira aveva provato a farla parlare, a farla sfogare ma l'altra era rimasta fredda come il ghiaccio. Come se non fosse accaduto niente. Rebekah si sentiva in colpa. Era stata lei a spingerla ad avere un chiarimento con Liz, era colpa sua se la sua amica aveva sentito quelle dolorose verità.

«Dov'è Klaus?» chiese Caroline composta. Voleva vedere solo lui. Non sapeva perchè, non era un desiderio razionale, ma tutto quello che desiderava era stare sola con lui, sentire le sue braccia intorno a sé, essere circondata dal suo calore.

«Cosa succede?» in un battito di ciglia l'Originale era lì davanti a lei. Aveva sentito la ragazza che lo cercava mentre stava cercando di decifrare il diario di Emily Bennett con suo fratello Elijah. Capendo che c'era qualcosa che non andava si era fiondato da lei.

Caroline appena lo vide si fiondò tra le sue braccia, nascose il viso tra il suo collo e la spalla e cominciò a piangere. Klaus la tenne stretta accarezzandole i capelli e la schiena nella speranza di darle conforto.

«Shh amore, sono qui. Ci sono io adesso. Sono qui con te» le sussurrò nell'orecchio. Ogni sua lacrima era una coltellata nel suo antico cuore.

Udendo quelle parole Caroline cominciò a sentirsi meglio.

 

 

* * *

 

Stefan era in giardino. Era notte ormai e il ragazzo stava ripensando agli avvenimenti di quella sera. Lui e suo padre erano andati a far visita a Joshua Gilbert, l'amante di Emily Bennett, per perlustrare la proprietà. In seguito avrebbero cercato delle prove che potessero condurre al Grimorio. I suoi pensieri furono interrotti da un Damon fischiettante.

«Sei di buon umore» constatò il piccolo Salvatore. Hai ragione fratello pensò il moro ancora inebriato dalle labbra di Rose.

«Dove sei stato oggi?» più che una domanda quella di Stefan sembrava un'accusa. Aveva intuito che la felicità del fratello fosse dovuta ad una donna.

«Un po' qui, un po' li» rispose l'altro cercando di eludere il quesito.

«Eri con una donna vero?» il piccolo Salvatore era davvero esasperato. Non riusciva più a sopportare quel comportamento «Certo. È l'unica cosa che ti interessa, correre dietro a qualche gonnella, o meglio strappare qualche gonnella. Se sei tornato solo per dedicarti alle femmine americane potevi startene in Europa» sbottò senza riuscire a contenersi.

Damon era ferito da quelle parole. Come poteva seriamente pensarla in quel modo?

«Sai fratellino, parli come nostro padre» gli disse sprezzante rinunciando ad usare il suo solito sarcasmo. Stefan non era l'unico logorato dalla situazione.

«Sono fiero di assomigliare a lui»

«Il mio non era un complimento»

«Come mai ce l'hai tanto con nostro padre eh? Certo è un uomo ruvido e severo, ma non si merita il tuo disprezzo. È una persona integra con sani principi e valori»

«Oh ma piantala Stefan» lo interruppe il maggiore dei Salvatore prima che suo fratello potesse finire con l'elenco delle qualità di Giuseppe.

«Non ti ricordi la mamma?»

«Certo che la ricordo» mentì il piccolo cacciatore.

«Non essere ridicolo. Avevi solo quattro anni non potresti ricordarla neanche se ti sforzassi. Ma io si Stefan, me la ricordo. Mi ricordo quanto era infelice per colpa sua, di Giuseppe» il volto di Damon era una maschera di dolore. Suo fratello lo fissò senza sapere cosa dire. Quando Sara era morta il maggiore dei fratelli aveva sei anni e aveva patito terribilmente l'assenza di sua madre.

«Damon» cercò di riparare il cacciatore castano ma l'altro se ne andò.

 

* * *

 

Caroline era rannicchiata sulla sedia vicino alla scrivania nella camera di Klaus. Senza neanche rendersene conto era finita in quella stanza legno e blu che le dava una sensazione di calore, di pace.

Quando vide l'ibrido si preoccupò un po'. Si era rifugiata nel suo angolo privato senza chiederglielo. Si sarebbe arrabbiato? Non avrebbe sopportato di litigare con lui dopo quel pomeriggio. Lui avanzò verso di lei. La fece alzare e la spogliò dei vestiti che quella mattina l'aveva aiutata ad indossare. Rimase con indosso sola la sottoveste, negli occhi di lui poteva chiaramente leggere il desiderio, ma da vero gentiluomo tutto quello che fece fu prenderla in braccio e metterla a letto. Ovviamente lui si sdraiò con lei.

«Vuoi tornare a casa Salvatore?» le domandò dopo un po' che la teneva stretta a sé.

«Forse se potessi parlare con i fratelli Salvatore ti sentiresti meglio» stava facendo uno sforzo enorme per pronunciare quelle parole. Se fosse dipeso da lui non sarebbero mai usciti da quel letto.

«No. Voglio stare da sola» rispose lei dopo averci pensato qualche secondo.

Klaus sentì un macigno sul petto. Non lo voleva. Perchè avrebbe dovuto? Perchè quella mattina avevano condiviso il sangue e l'anima? Era in giro da abbastanza tempo per sapere che in questo mondo non c'è niente di sicuro.

Senza aggiungere una sillaba cominciò ad andarsene.

«Cosa fai?» gli chiese lei allarmata afferrandolo per un braccio.

«Faccio come desideri. Ti lascio da sola»

«Ma questa è la tua stanza. E poi io intendevo che voglio stare da sola con te» replicò la bionda come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Come ci si poteva sentire pesanti come il piombo e subito dopo leggeri come una piuma? Al suono di quelle parole Klaus sorrise tanto da farsi venir male alla mascella e si rimise sotto le coperte tornando a stringerla.

«Non sorridi spesso» gli fece notare lei.

«Non ho mai sorriso tanto come da quando ci sei tu» le rispose con la voce dolce come il miele.

«Ci conosciamo da così poco tempo» riflettè lei ad alta voce «Da nemmeno una settimana» come poteva essersi invaghita di lui così velocemente?

«Sai più cose di me della maggior parte delle persone che conosco. E in mille anni di esistenza ne ho conosciute tante di persone, amore. Forse mi conosci persino meglio dei miei fratelli» constatò lui pensando a come quella mattina le aveva confessato di aver ucciso sua madre.

«Perchè con me ti sei aperto e con gli altri no?» anche lei ritornò con la mente alle sue confessioni mattutine.

«Io, io non lo so. È qualcosa che va oltre la ragione» le disse guardandola negli occhi.

«Credo che tu abbia ragione» gli rispose pensando alla sua situazione. Una cacciatrice non si sarebbe mai affidata razionalmente ad un vampiro, o ancora peggio, ad un ibrido.

«In tutti questi secoli avrai viaggiato molto» gli chiese per cambiare argomento. Non voleva pensare a cosa comportava per lei provare certi sentimenti per l'Originale.

«Ho praticamente visto ogni angolo del pianeta» le assicurò lui.

«Parlamene. Io non sono mai uscita da Mystic Falls. Mi piacerebbe conoscere il mondo attraverso i tuoi occhi».

Così passarono la notte tra racconti di città, carezze e baci.

 

* * *

 

Era notte fonda e lei non sarebbe dovuta essere lì. Ma non riusciva a prendere sonno, quello che era accaduto quel pomeriggio l'aveva turbata troppo.

«Sto cercando Mr Salvatore» comunicò all'uomo di guardia ai cancelli.

Fu scortata fino allo studio che odorava di sigari e bourbon.

«Cosa volete?» le domandò Giuseppe con il suo abituale tono freddo che non lo abbandonava mai.

«Voglio vedere Caroline»

«Non potete. È contro il nostro accordo»

«È stata lei a cercarmi e io voglio vederla. È mia figlia Giuseppe» gli disse Liz tra i denti.

«Ti sbagli. È mia figlia da quando avete accettato di affidarmela dieci anni fa. Voi non siete più niente per lei»

«Se fosse così non mi avrebbe cercata»

«Anche volendo, e non voglio, non potreste vederla. È tenuta come ostaggio dai Mikaelson per assicurarsi che non andiamo e uccidere i loro leccapiedi» Liz trasalì. Capì cosa intendeva Damon quando le aveva parlato di salvare Caroline.

«Allora non c'è niente che voi possiate fare per me. Addio» gli disse mentre stava già elaborando un piano per contattare sua figlia.

«A mai più. Conoscete già l'uscita» fu la sola risposta che ricevette.

 

 

Mentre usciva da casa Salvatore incontrò Damon che riconoscendola le andò in contro.

«Cosa ci fate qua? Siete venuta per Caroline?» le domandò appena la raggiunse.

«Si. Oggi è venuta da me. Abbiamo parlato ma non mi ha lasciato il tempo di spiegarle. Devo trovarla e parlarle»

«Sarà un po' difficile. Vive nella tenuta dei Mikaelson» Liz fece caso alle diverse parole che il ragazzo e Giuseppe avevano usato. Per il patriarca era un ostaggio, per il giovane viveva semplicemente lì.

«Lo so ma devo farlo. È mia figlia» gli rispose senza la minima traccia di indecisione.

«D'accordo» disse lui dopo averla esaminata «Vi aiuterò a incontrare mia sorella».






Buon giorno a tutti. A causa degli impegni scolastici ho scritto il capitolo in fretta quindi mi scuso er eventuali errori di battitura o di sintassi. Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Grazie a tutte le persone che hanno messo la mia storia tra le preferite, le seguite e le ricordate. Lasciate un commento per farmi sapere cosa ne pensate. Un bacione alla prossima XD

  
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