Film > Le 5 Leggende
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Autore: ibegyourhate    11/02/2013    7 recensioni
«Sei solo invidiosa, Eileen Heat» sibilò. In quel momento, avvertii un brivido di freddo percorrermi il corpo.
«Perché mai dovrei esserlo, sentiamo?» sbuffai, preparandomi alla risposta insensata che mi avrebbe comunicato di lì a poco.
«Perché nessuno crede in te.» un sorriso beffardo gli occupò il viso.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Cinque Guardiani, Jack Frost, Jamie, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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avvertimento: capitolo di transito.

09; Bittersweet

 

 

Non fu un bacio intenso, di quelli che perdurano.
Il mio primo bacio, all'età di duecentosessantasei anni, che mi era stato dato da un ragazzo che ne aveva cinquantacinque più di me, fu tutto tranne che intenso.
Mi scostai subito, spaventata.

Avevo tanta, tanta paura, anche se era completamente irrazionale.
Perché avevo paura? Non mi ero accorta di essere innamorata di lui.
Avevo tenuto per troppo tempo a freno ciò che provavo, e lì avevo ceduto. Il sentimento ormai era incontrollabile, bruciava forte nel petto, come se lo avesse improvvisamente squarciato.
Appena mi ero accorta di provare un minimo di affetto nei confronti di Jack, lo avevo subito nascosto dentro di me, dove credevo potesse essere al sicuro, che potesse morire col passare dei giorni semplicemente facendo finta di nulla.

E invece eccolo lì, il mio amore per lui, inaspettato e forte.
Il cuore batteva talmente forte che dovevo tenerci una mano sopra per paura che scappasse.
Rimasi impietrita a guardarlo, rendendomi conto solo più tardi che stava aspettando una risposta, e che dovevo dargliela nell'immediato futuro.
La verità era che la mia mente non era pronta. C'era Kurtis da sconfiggere, una nuova realtà con cui convivere, troppe cose stavano cambiando nel momento sbagliato.
Faticavo a fidarmi ciecamente di una persona, ma Jack mi aveva appena baciata.
Mi domandavo perché l'avesse fatto. Insomma, più o meno una settimana prima mi riempiva di insulti.

Chi poteva aspettarsi che ricambiasse?
«Ho paura» mormorai. Forse non mi avrebbe neanche sentita se non fossimo stati così maledettamente vicini.
«Di cosa?» nella sua voce, bassa quanto la mia, regnava la paura. La paura di aver fatto qualcosa di sbagliato, la paura che potesse perdermi.
Non potevo perdonarmi una cosa simile, ma r
iuscire a trovare una risposta in quel momento era la cosa più difficile che avessi mai fatto.
«Oh..» bofonchiò, come se si fosse reso conto di qualcosa. «Scusami, io non.. mi dispiace..» si allontanò da me, da un momento all'altro sarebbe rotolato via dal letto.
Eppure non so cosa mi prese, quando raccolsi tutto il coraggio che avevo in corpo e decisi di baciarlo, stavolta senza tirarmi indietro.
Non sapevo dove fosse finita la mia paura, il mio orgoglio, o la mia goffaggine.
Sapevo solo che c'era Jack, e mi bastava.
Avvertii tutta la soddisfazione da parte di entrambi per aver ottenuto ciò che desideravamo da tempo, non mi impaurii quando mi resi conto di essere felice.
Jack si scostò per primo, tirando un sospiro di sollievo.
«Pensavo che avessi tentato di uccidermi» confessò, ridendo.
Fu la cosa più stupida a cui pensare, ma nella mia testa diedi ragione a Dentolina e a quanto ogni giorno idolatrava i denti di Jack.
Il problema era che io non mi soffermavo solo sui suoi denti, ma sul suo perfetto sorriso.

«L'ho fatto già troppe volte» risi anche io.
Poi improvvisamente ritornò serio.
«E pensavo che mi odiassi» si morse il labbro inferiore, guardando verso il basso.
«Perché mi hai baciata, allora?» domandai, cercando il suo sguardo. Mi prese per mano. Un contatto quasi impercettibile, tanto che era leggero.
«Non so nemmeno se domani sopravviverò. Tanto valeva provarci» la verità di quelle parole mi travolse.
Pensai che dovevo considerare quella possibilità, ma un istante dopo mi intestardii: lo avrei protetto da tutto, sarebbe rimasto vivo.

Gli strinsi la mano, avvicinandomi a lui. «Tu sopravviverai, non dire fesserie»
Mi raggomitolai tra le sue braccia, facendomi sopraffare dal profumo della sua pelle.
Sarebbe giunta una giornata impegnativa, molto più di quella passata.
E probabilmente, con quella frase volevo convincere più me stessa che lui.


Il risveglio di quella mattina non fu dei migliori. Ormai dovevo abituarmici.
All'inizio udii delle voci in lontananza, ma ero troppo assonnata per avere voglia di aprire gli occhi.
Poi un rumore talmente improvviso che quasi mi fece balzare fuori dal letto.
La porta della mia camera si era spalancata, e Dentolina era entrata repentina nella stanza, seguita dagli altri Guardiani.
«Eileen! Jack è sparit..» la sua voce, che fino a quel momento era stata acuta e forte, si spezzò sull'ultima parola.
Lo sguardo di tutti era puntato su di me e su Jack, anche lui appena sveglio per colpa del frastuono della porta.

Se pochi istanti prima facevo fatica ad aprire gli occhi, lì stavano quasi per uscire fuori dalle orbite. Non ero sicura di sapere il motivo per cui non mi buttai fuori dalla finestra a causa della vergogna.
In pochi secondi Jack analizzò la situazione, sciogliendo il nostro abbraccio e schiarendosi la gola.
Non so chi dei due fosse più rosso.
Era scontato che anche loro avrebbero saputo che io e Jack stavamo praticamente insieme (era surreale pensare una cosa così), ma quella situazione fu forse la più imbarazzante della mia esistenza.
Nord spezzò l'immutabilità di quel momento alzando entrambe le braccia, facendosi spazio nella stanza.
«Congratulazioni!» esclamò, entusiasta.
Solo lì realizzai che Jack aveva trattenuto il respiro per tutto il tempo, espirando.
Intanto stavo iniziando a pensare come funzionasse la maniglia della finestra, cercando in più di spiegare a me stessa il senso di quella scena.
Accennai appena un sorriso, poi Nord ci sollevò entrambi dal letto stringendoci in uno di quei suoi abbracci capaci di soffocare le persone.
Fortunatamente Phil, uno degli yeti di Nord, interruppe quell'inferno, borbottando qualcosa di incomprensibile.
Nord lasciò cadere me e Jack come se non contassimo più niente, facendoci finire sul parquet della stanza.
Colsi l'occasione per alzare lo sguardo e immaginare che reazione avevano avuto Calmoniglio, Sandy e Dentolina. Guardai i primi due, non mi sembravano particolarmente entusiasti, ma mi sorrisero.
Poi posai gli occhi su Dentolina. Mi sorrise anche lei, ma non nello stesso modo in cui mi avevano sorriso gli altri.
Decifrai del dolore nei suoi occhi e appena ne colsi il motivo, troppo evidente per essere solo un'ipotesi, sprofondai nei miei sensi di colpa.

«Ah! Finalmente il globo è di nuovo in grado di funzionare!» la alta voce di Nord mi fece distogliere lo sguardo da lei, e meccanicamente tutti ci avviammo nella stanza principale.
Restammo tutti delusi quanto Nord quando, avvicinandoci, notammo che le luci si stavano spegnendo a vista d'occhio.
«Sei sicuro che funzioni?» mormorai preoccupata, avvicinandomi a lui fino a trovarmi di fianco.
«Controllate asse, rotazione, calibrata, tutto quanto!» tuonò il Guardiano della Meraviglia parlando agli yeti.
«Non credo che si tratti di un problema tecnico, Nord» disse Jack sconsolato, alzando lo sguardo verso il globo. C'era solo una spiegazione.
«È impossibile, non può agire così velocemente» rispose Calmoniglio, allarmato.
«Non ci giurerei..» si aggiunse Dentolina.
«Dobbiamo intervenire adesso, o di bambino non ne rimarrà neanche uno!» dissi, sperando che mi prendessero alla lettera. Cosa diamine stavamo aspettando?
«Tutti a slitta!» disse Nord mettendosi il suo pesante cappotto e fornendosi delle sue due spade.
«Ehi, ehi, ehi! Aspetta Nord, non sappiamo neanche dove andare!» esclamò Calmoniglio praticamente inseguendo Nord. Automaticamente, tutti stavamo già facendo la stessa cosa.
«Avere passato notte a cercare informazioni su libri, so dove trovare Kurtis!» quasi sembrava che si vantasse di aver trovato tutte quelle informazioni.
«E ce lo dici solo adesso?!» protestai, sconvolta. Andiamo, aveva voluto fare tutto da solo?
Tuttavia, la mia frase di protesta non fu ascoltata.
Forse per il rumore improvviso provocato da Nord che spalancava il portone che conduceva alla slitta, o forse perché semplicemente non aveva voluto ascoltare.

Infondo, era meglio così, dissi a me stessa. Non era proprio il momento adatto per litigare, e non avevo intenzione di farlo.
Salii sulla slitta di Nord riluttante, prendendo posto proprio dietro di lui.
Jack si sistemò accanto a me. «E' abbastanza pietoso da confessare, ma credo proprio di aver paura di questo affare»
Inarcai un sopracciglio. «Tu? Mi prendi in giro, vero?»
Dalla sua espressione, capii che non mi stava affatto mentendo. Se fosse stato ancora in possesso dei suoi poteri da spirito, di certo non vedeva l'ora che Nord partisse. Ma da semplice umano..
«Benvenuto nel club, amico» bofonchiò Calmoniglio, che si trovava proprio dietro di noi.
Giurai di aver visto le sue zampe tremare, e cercai di nascondere una risata.
«ALLACCIATEVI!» gridò Nord, facendo schioccare le redini delle renne. Ogni volta che si trovava a bordo di quella slitta, era come se andasse in estasi.
«Oh-oh» mormorò Jack preoccupato, un'attimo prima che cominciassimo a sfrecciare tra i tunnel di ghiaccio, o come la chiamava Nord, la pista di lancio, per uscire fuori dal palazzo.
Il percorso fino alla rampa era infatti la parte peggiore.

Le condizioni in cui ci trovavamo erano a dir poco bizzarre: davanti a tutti c'era Nord che urlava yu-huuuu!, pistaaaa, fate largoo! e varie esclamazioni in russo che non ero capace di tradurre.
Dietro c'ero io entusiasta per il viaggio, con Jack accanto che aveva la faccia praticamente verde.
Mi stava stringendo con entrambe le mani il braccio, tanto che stavo quasi per fargli mollare la presa. Mi toccò esitare quando mi resi conto che non era un comportamento poi così gentile.

A ridosso di questa visione c'era Calmoniglio in preda a un attacco di panico raggomitolato tra Sandy e Dentolina. Era talmente spaventato che temevo si sarebbe buttato giù da un momento all'altro.
«Ci siamooooo!» urlò Nord pieno di entusiasmo.
Finalmente raggiungemmo la rampa e la slitta prese il volo, fino a che l'edificio che ci eravamo lasciati alle spalle non si trasformò in un piccolo punto scuro circondato dalle distese di ghiaccio del Polo Nord.

In poco tempo, le nuvole coprirono tutta quanta la visione.
Jack e Calmoniglio si erano finalmente calmati dopo essere stati vittima di giri della morte, sobbalzi inaspettati e altre follie poco sicure che la slitta offriva.
«Adesso puoi anche lasciarmi» annunciai, cercando di nuovo di non ridere.
Mi voltai verso Jack, accorgendomi che aveva gli occhi chiusi.
Nel sentirmi pronunciare quella frase, aprì un occhio per metà. Sembrò rendersi conto che non c'era più niente di cui aver paura.

Mollò la presa all'istante, schiarendosi la gola.
«Sì, hai ragione..» borbottò, cercando di fare il duro. Certo, certo Frost. L'importante è esserne convinti.
In circa mezz'ora avevamo viaggiato a velocità altissima, così chiesi a Nord dov'eravamo diretti.
«Oh, Eileen, proprio al momento giusto: siamo appena arrivati» tutto quel che vidi era una pianura spoglia.
«E dove siamo?» domandai nuovamente.
«Deserto Black Rock, Nevada» rispose, senza voltarsi.
Fece sì che atterrassimo, stavolta senza boati o reclami da parte di Calmoniglio.
Non sapevo cosa mi aspettassi di preciso, ma il cielo era nuvoloso e di lì a poco ci sarebbe stato un temporale. La visione di quel luogo era tutto tranne che piacevole.
Stavo per chiedere dove potesse trovarsi Kurtis, poi mi voltai e riuscii ad intravedere una struttura sinistra, alquanto singolare: l'avrei descritta come una torre, ma non distinguevo molto altro.
Un brivido di freddo mi percorse la schiena quando notai che la torre era completamente ghiacciata e che le nuvole scure provenivano proprio da lì. Tremavo solo al pensiero.
Kurtis si stava servendo dei poteri di Jack per aumentare il suo controllo, il suo potere.

All'improvviso, sentii un braccio avvolgermi la schiena.
Non mi tranquillizzai affatto, nemmeno quando Jack mi disse che sarebbe andato tutto bene: oramai non ne ero sicura neanche io.
Impaurita, gli strinsi la mano senza distogliere lo sguardo dall'edificio minaccioso.
«Dobbiamo andare» proclamò Dentolina.
Il fatto che secondo le mie supposizioni l'avesse fatto per interrompere quel momento, mi fece crollare.







*spazio autrice*

aaaaaaaah, molto probabilmente il prossimo capitolo sarà l'ultimo che posterò, con tanto di finale epico. mi viene da piangere. (?)
ma no dai, forse potrei postare un mini-epilogo dopo il finale epico. aiuto, mi sto facendo dei complessi inutili.
come ho già annunciato all'inizio, questo capitolo è di transito, quindi non è che succedano poi tante cose. era per dare il via al finale epico.
finale epico. finale epico. finale epico. mi sto irritando da sola soltanto scrivendo ripetutamente questo termine. poi magari per voi questo famoso finale epico sarà pure una stronzata ahahahah. speriamo di no.
non so in quanto tempo lo scriverò, prima devo vedere la mia pagella.. ah, fioccheranno insufficienze. tuttavia, spero che continuerete a gradire questa storia, nonostante i suoi lati negativi. vi ringrazio davvero per ogni visualizzazione, ogni recensione, ogni parere. grazie.
come in ogni capitolo, vi avverto: ci sono sicuramente delle imperfezioni, errori, ripetizioni e blablablabla che non ho controllato. stavo pensando a una cosa: sareste d'accordo se dopo la fine della storia, postassi una raccolta di flashfic (slice of life) inerenti ad essa...? boh è un'ipotesi ancora remota ahah, deciderò in base alle vostre opinioni e a quanto il trauma di mettere una V su "Completa?" mi sconvolgerà.
vi voglio bene :3
a presto! o meglio, al finale epico!

MI RITIRO LOOOL. Un abbraccio! ♥
Giulia.

  
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