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Autore: Clira    11/02/2013    2 recensioni
Roxanne e Damon si amavano. Prima. Ma poi qualcosa di terribile era accaduto.
Una serata di terrore, una cicatrice. Roxanne viene portata via dai soccorsi e Damon non può fare nulla per salvarla.
Passano gli anni, sette anni e Roxanne torna a Mystic Falls in occasione delle nozze tra Elena e Stefan, ma un altro durissimo colpo la attende: Damon, il suo grande amore, si è sposato. Chi è questa donna? Roxanne è disperata, ma non può dimenticare Damon.
Che cosa accadrà ora che si sono ritrovati? Quali sono i reciproci sentimenti?
In questa storia TUTTI i personaggi sono UMANI!!
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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13  

CAPITOLO 13: “È PIÙ FORTE DI TUTTI NOI”

*21 Marzo, 07.00 …*

DAMON’S POV

Guardavo la mia Rox dormire… era così bella. Non potevo credere di essere stato davvero sette anni senza di lei. Non potevo credere di aver sposato un’altra donna che non fosse lei.

Mio Dio, come avevo potuto? Quella donna che ora dormiva al mio fianco era tutta la mia vita e per poco non l’avevo persa per sempre.

Pensai alla relazione che avevo avuto con Rox anni prima e poi pensai al mio matrimonio con Sage. Le due cose non si potevano neanche mettere a paragone.

Con Roxanne era sempre stato fuoco puro, fin da quell’istante in cui l’avevo rivista tornare da Santa Barbara insieme a suo padre. In quei pochi mesi di assenza da Mystic Falls era cambiata, era semplicemente perfetta… ai miei occhi.

Improvvisamente, quando mi era passata davanti  ed era corsa ad abbracciare Matt Donovan, il suo migliore amico fin dall’infanzia, avevo provato un sentimento che mai, prima di allora, mi aveva  lontanamente sfiorato: era la gelosia. Fredda e tagliente gelosia.

Avevo cercato di reprimerla in tutti i modi, dopotutto ero pur sempre Damon Salvatore; avrei potuto avere qualunque ragazza volessi, ma non so per quale assurdo motivo, Roxanne mi faceva quell’effetto.

Frequentai molte ragazze nel tentativo di soffocare quei sentimenti, che mai avevo provato prima, ma non ce la facevo.

Così, cominciai ad avvicinarmi a lei. Comunque, mi comportavo sempre come un donnaiolo e le mandavo un sacco di frecciatine alle quali lei mi rispondeva accalorandosi. Adoravo quando si infiammava, mi divertivo, ma quella biondina non era dello stesso avviso a quanto pare, perché c’erano giorni in cui davvero mi guardava con disprezzo o mi ignorava e in quei momenti io avrei fatto di tutto per sapere cosa le passava per la mente, cosa pensava.

Più il tempo trascorreva, più diventava bella e qualunque idiota palestrato della scuola le chiedeva di uscire.

Lei, Elena Gilbert, che da poco aveva fatto coppia fissa con il mio fratellino Stefan; Caroline Forbes, la figlia dello sceriffo, e Bonnie Bennett, erano inseparabili, così cominciai a pensare a qualche modo per portare la situazione a mio favore.

Dunque, spingevo mio fratello ad invitare Elena a cena e molte volte si organizzavano delle serate tutti insieme in cui naturalmente, Roxanne, Bonnie e Caroline non mancavano.

Un giorno però, l’oggetto del mio desiderio, iniziò a frequentare un ragazzo. Io pensavo che si sarebbero lasciati in poco tempo, ma quando le cose iniziarono a farsi serie, cominciai a preoccuparmi.

Così, una sera, mentre l’autoritario padre di Rox non era in casa e lei aveva invitato di nascosto il suo ragazzo, mi presentai e lo minacciai probabilmente di morte, se non se ne fosse andato da lì immediatamente, ora non ricordo con chiarezza; sono passati un bel po’ di anni.

All’epoca io ero già in polizia, quindi quel disgraziato non se lo fece ripetere due volte. Roxanne era furiosa come mai l’avevo vista prima di allora. Cominciò ad urlarmi contro di sparire da casa sua; non era la prima volta che facevo una cosa del genere dicendo che i ragazzi che vedeva non erano alla sua altezza e lei mi rispondeva che sembravo suo padre.

Probabilmente pensava che fosse una cosa che facevo per puro sfizio, non aveva capito che in realtà, ogni giorno che passava, mi stavo inesorabilmente innamorando di lei. Fu quella sera, mentre litigavamo in camera sua urlandoci contro come dannati, che la baciai per la prima volta.

Come prima reazione mi diede uno schiaffo in pieno volto come mai ne avevo ricevuti prima di allora, neanche da mia madre quando, a sei anni, avevo infilato un ragno enorme nel lettino di Stefan, che all’epoca ne aveva solo due.

Per un momento nella stanza era aleggiato un silenzio sepolcrale, poi avevo ricominciato a baciarla quasi disperatamente, come se fossi stato rinchiuso per settimane in una bara sotto terra e lei fosse la mia unica fonte di ossigeno.

Così cominciò la nostra storia. La più travolgente e passionale di tutta la mia vita. Ed ora ero qui, quasi dieci anni dopo, al suo fianco a guardarla dormire, il giorno del matrimonio di mio fratello e con un anello di fidanzamento nella tasca dello smoking pronto a chiedere la mano della donna che amavo davanti a tutti gli invitati, per far sapere al mondo che Roxanne Stevenson era tutta la mia vita.

Non avrei certo immaginato cosa sarebbe accaduto da lì a poche ore.

Mi alzai piano dal letto, cercando di non svegliare Rox, poi le posai un lieve bacio a fior di labbra e mi avviai in bagno per fare una doccia prima di andare al vecchio pensionato che apparteneva a me e a mio fratello e nel quale lui avrebbe trascorso, tra qualche ora e per sempre, la sua vita al fianco di Elena.

Sapevo che loro sarebbero stati insieme per il resto della vita. Era una cosa che non poteva andare diversamente, proprio come sentivo che per me e Rox sarebbe stato lo stesso.

Io avevo fatto una scelta sbagliata sposando Sage; avevo preso una sbandata durante il percorso. Senza la mia Rox mi sentivo perso nel mondo. Era soltanto grazie a lei se mi ero messo la testa a posto in quegli anni e quando l’avevo rivista a casa di Rick, improvvisamente il mio mondo era cambiato per la seconda volta.

La vita mi stava dando una seconda opportunità e se avessi sprecato anche quella, non ero certo che ne avrei avuta una terza.

Adesso era tutto così perfetto da sembrare irreale.

Continuai a pensare a lei per tutta la mattina, anche quando alle otto arrivai al pensionato vestito di tutto punto.

Io e Jeremy eravamo i testimoni di Stefan, e Bonnie, Caroline e Rox, naturalmente, le damigelle di Elena.

Quest’ultima, quella notte, era andata a dormire a casa di Bonnie perché lei e Stefan non si sarebbero visti dalla sera prima del matrimonio fino all’arrivo in chiesa della sposa. Più che altro era stata Caroline ad imporlo alla coppia e quella ragazza quando si fissava su una cosa era irremovibile, lo avevo imparato a mie spese.

Venne ad aprirmi un sorridente Stefan come solo poche altre volte lo avevo visto in vita mia.

«Come mai così sorridente? Succede qualcosa oggi?», gli chiedi prendendolo in giro. 

Prendermi gioco del mio fratellino era sempre stato il mio passatempo preferito da che io avessi memoria, ma dopotutto… avrei ucciso chiunque avesse minacciato lui o la sua felicità. Avevo fatto una promessa a mia madre, prima che morisse; le avevo giurato che mi sarei sempre preso cura di Stefan, a prescindere da qualunque litigio o situazione potesse mai metterci l’uno contro l’altro. Per fortuna non eravamo mai arrivati a nulla di irreparabile.

«Divertente Damon, davvero divertente», rispose infatti lui continuando a sorridere come uno scolaretto alla prima cotta.

 

*Dieci anni prima…

«Stefan, vuoi dirmi perché diavolo hai quel sorriso ebete in faccia?»

«Oggi mi ha parlato per la prima volta…»

«Ma chi, la Gilbert?»

Il mio fratellino quindicenne era completamente in preda agli ormoni. Erano passati cinque anni ormai da quando ci eravamo trasferiti a Mystic Falls e, dal primo momento in cui Stefan aveva visto Elena Gilbert, non aveva fatto altro che parlare di lei; era una cosa disgustosa.

Ad ogni ora del giorno e della notte sentivi "Elena di qua, Elena di là"; non pensavo che mio fratello potesse essere tanto sdolcinato, ma a quanto pare non avevo capito nulla di lui.

E dopotutto… chi ero io per capire certe cose? Io che, fino a pochi mesi prima, non avevo mai provato un vero sentimento per una ragazza? Fino a quel momento mi ero semplicemente limitato a portarmi a letto quelle che me la davano, ed erano tante dato che ero uno dei più gettonati di tutta Mystic Falls.

Il sesso era il mio passatempo preferito e qualunque ragazza o donna, perché sì, fin dai diciassette anni avevo cominciato a fare colpo anche su donne ben più mature di me, che fosse abbastanza carina,  mi andava bene.

Non volevo impegnarmi con nessuna, quindi le storielle da una botta e via per me andavano benissimo.

Il danno era avvenuto pochi mesi prima, quando quella ragazzina dagli occhi blu e i capelli d’oro era tornata dalle vacanze estive.

Lì, avevo sentito veramente qualcosa per la prima volta nella mia vita e così avevo cominciato a preoccuparmi. Perché era successo ora e perché con lei? Cosa aveva di speciale rispetto alle altre con cui ero stato? Io non riuscivo a spiegarmelo, ma l’unica cosa che sapevo con certezza era che quella Roxanne non mi avrebbe portato a nulla di buono.*

 

«Roxy è ancora a casa?», mi chiese Stefan.

 «Sì, l’ho lasciata che dormiva; ho preferito non svegliarla».

«Sono orgoglioso di te, sai Damon…?».

Alzai un sopracciglio con aria interrogativa in una di quelle espressioni che Rox era solita chiamare “La tipica faccia da Damon Salvatore”.

«Ti stai comportando bene con lei. Molto bene».

«L’ho sempre fatto. L’ho sempre amata».

«Beh, non ti comportavi molto bene quando ti prendevi gioco di lei a scuola oppure quando irrompevi come un maniaco a casa sua e cacciavi qualunque forma di vita umana di sesso maschile al di sotto dei vent’anni».

«Erano tutti imbecilli; lei meritava di meglio».

«Ed il meglio saresti tu?».

Solita ironia pessima di mio fratello.

«Hai forse qualcosa da ridire?».

Lui si mise a ridere, poi per qualche attimo aleggiò il silenzio.

«Lo hai preso?»; Stefan aveva cambiato argomento, ora si stava riferendo all’anello di fidanzamento che avevo comprato per Roxy; naturalmente lui ed Elena erano a conoscenza di tutto, dato che le avrei fatto la proposta al ricevimento delle loro nozze.

«Certo che l’ho preso; sono giorni che è nella tasca dello smoking».

Mio fratello sorrise, poi, dopo un paio di minuti, fummo raggiunti da Jeremy, anche lui vestito nel suo smoking impeccabile.

 

[…]

 

*21 Marzo, 10.30… *

Quel giorno continuavo a rivivere un ricordo dietro l’altro riguardo al mio passato con Rox; erano forse quelli gli effetti che precedevano una proposta di matrimonio? Rivedere tutta la nostra vita insieme? Prima di  chiederlo a Sage non era successo nulla del genere, ma come ultimamente mi ripetevo spesso, le due relazioni che avevo avuto, non avevano nulla a che fare l'una con l'altra.

In quel momento stavo guidando verso casa per passare a prendere la mia bellissima donna. Già me la immaginavo avvolta in quell’abito rosso così meravigliosa e perfetta come solo lei sapeva essere.

Parcheggiai la macchina nel vialetto della piccola villa e spensi il motore, poi scesi dall’auto e percorsi la breve distanza che mi separava dalla porta d’ingresso.

Quando entrai però, vidi subito per terra la maniglia che si trovava all’interno e capii che qualcosa non andava.

«Rox!», chiamai subito. Un terribile presentimento si stava impadronendo di me.

Silenzio.

Non ebbi nessuna risposta.

Mi avviai verso la cucina; il cassetto dei coltelli era aperto e per terra e sul tavolo c’erano delle impronte di sangue.

«No, no, no… », sussurrai a bassa voce.

Corsi nuovamente fuori dalla stanza e ai piedi delle scale vidi i frammenti di un vaso rotto e altro sangue, così mi precipitai al piano di sopra e lì, in fondo al corridoio, vidi la porta della sua stanza aperta; della nostra stanza.

La scena che mi si presentò davanti agli occhi fu la più spaventosa della mia vita: Rox era inerme, coperta di sangue dalla testa fino all’addome e, poco distante da lei, quel figlio di puttana giaceva morto, con un proiettile conficcato nella testa, riverso in una pozza del suo stesso sangue.

In un momento fui vicino a Roxy e, con mio sollievo, constatai che respirava ancora, ma non c’era tempo da perdere ad aspettare l’autoambulanza, così la presi in braccio e la caricai nella mia macchina, non m’importava niente se sporcava i sedili di pelle ai quali di solito ero tanto attento o se il mio abito da cerimonia era rovinato ormai.

Guidavo come un forsennato, ricevendo molti insulti e  colpi di clacson dalle altre vetture, ma non m’interessava niente. Pensavo solo a quella donna che giaceva sui sedili posteriori che, se non mi fossi sbrigato, avrebbe abbandonato la vita per sempre ed io stavolta non mi sarei più ripreso. Immaginare il resto della mia esistenza senza di lei al mio fianco era impossibile.

Quando arrivai in pronto soccorso, un’équipe di medici e infermieri mi venne incontro e quando videro la gravità della situazione, cominciarono subito a mettersi al lavoro e portarono, senza perdere tanto tempo, Rox in sala operatoria.

Io restai fermo come un idiota in sala d’attesa per diversi minuti; poi, tirai fuori il telefono dalla tasca e vidi che erano le undici e un quarto, inoltre trovai una chiamata persa da Rick.

Erano le undici e un quarto del 21 Marzo 2011 e solo in quel momento ricordai… il matrimonio.

 

ALARIC’S POV

 

Alle undici e dieci la gente cominciò a guardarsi intorno. Gli sposi  erano arrivati, ma dove diavolo erano finiti il testimone e la damigella?!

Stefan ed Elena sembravano nervosi, così come anche Bonnie, Caroline e Jeremy. Io speravo soltanto che il mio migliore amico non avesse deciso all’ultimo di dedicarsi a qualchepassatempo hard con la sua donna proprio il giorno delle nozze di suo fratello, così, quando la situazione si fece imbarazzante per tutti, dissi a Jenna che mi allontanavo per andare a telefonare a Damon.

La prima volta non mi rispose, ma alla seconda telefonata rispose dopo qualche squillo.

«Si può sapere dove accidenti vi siete cacciati?! La chiesa è piena; Elena è già arrivata e tutti mi sembrano abbastanza alterati…!», esclamai senza neanche dargli il tempo di dire una sola parola.

Seguì uno strano silenzio, come se Damon non sapesse che cosa dire e questo non era decisamente da lui perché Damon Salvatore aveva sempre una risposta pronta.

«È successo, Rick. Quell’uomo è tornato».

Nella mia testa in quel momento esplose il panico.

«Roxanne?!», chiesi immediatamente.

«È grave. È molto grave. Non hanno voluto dirmi niente perché non sono un parente stretto, ma non ci vuole molto a capirlo. Sono tornato a casa per passare a prenderla e ho trovato un disastro».

Ci fu un momento di pausa, poi…

«Rick… non so se questa volta ce la farà».

Damon parlò con un tono che mai gli avevo sentito usare prima d’ora; era puro terrore.

«Sto arrivando».

Tornai dentro e riferii velocemente a Jenna ciò che era accaduto; poi, lei disse che avrebbe informato Elena e Stefan e che io dovevo andare subito in ospedale dal mio amico.

 

STEFAN’S POV

 

Quando Jenna venne a riferire a me ed Elena ciò che era appena accaduto, la mia futura moglie volle interrompere immediatamente la cerimonia; non avrebbe lasciato la sua amica in quel momento e, naturalmente, io non ebbi nulla da obiettare.

Matt e Caroline stavano dando completamente di matto, tanto che Tyler e Jeremy dovettero portarli subito fuori dalla chiesa e noi ci scusammo con gli invitati per il disagio, dicendo che le nozze sarebbero state rimandate.

In poco tempo ci ritrovammo così ad affollare la sala d’attesa del reparto di chirurgia d’urgenza, aspettando notizie dai dottori che ci informassero sulle condizioni di Roxy; notizie che non arrivarono prima di altre otto ore, quando, il chirurgo che aveva eseguito l’intervento, ci  informò che la nostra amica era viva, ma non volle dirci di più.

Io potevo leggere chiaramente la disperazione negli occhi di mio fratello, una disperazione che solo altre due volte prima di allora gli avevo visto in volto: la prima, quando nostra madre era morta molto tempo fa e la seconda quando, sette anni prima, era arrivato a casa di quella stessa ragazza e aveva scoperto che qualcuno l’aveva portata via da lui e che probabilmente non si sarebbero rivisti mai più.

La vita però aveva dato loro un’altra possibilità e nessuno, tra i presenti, voleva credere che potesse essere distrutta in quel modo crudele.

Caroline piangeva silenziosamente; Tyler le circondava le spalle con una delle sue braccia e, ad un certo punto, accadde una cosa che mai, prima di allora, era successa: mio fratello si alzò e andò ad abbracciare la ragazza, sorpresa come tutti noi, se non di più, poi le sussurrò: «Lei ce la farà. È troppo forte per non farcela. È più forte di tutti noi».

 

NOTE:

Ed eccoci qui con il tredicesimo capitolo… questa volta non vi ho fatto aspettare tanto! (per fortuna mia, più che altro) XD

Beh, che dire… capitolo un po’ diverso rispetto agli altri, abbiamo visto qualche nuovo punto di vista, interamente al maschile.

Cosa ne dite? A me non ha convinto più di tanto, spero che voi ne siate rimasti più contenti.

Dalla prossima pubblicazione riprenderemo con il punto di vista di Rox dal momento in cui il dottore le avrà dato la notizia bomba che, ripeto, io  stessa in realtà non avevo programmato; mi è uscito tutto di getto mentre scrivevo.

Bene, il mio lavoro per oggi è finito, la prossima pubblicazione sarà entro la settimana prossima; essendo che questo capitolo è stato ideato all’ultimo, l’altro era già quasi pronto ancor prima che iniziassi la battitura di questo.

Buona settimana a tutti!

  
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