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Autore: Nicolessa    11/02/2013    1 recensioni
Questa storia è principalmente incentrata sulla strana relazione tra Dean e Jo.
Dean, avendo stipulato il patto con un demone per la vita di Sam, trascorre i suoi ultimi mesi di vita vivendo una strana battaglia interiore. Stessa battaglia è costretta a combatterla Jo, ammutolendo la sua minuziosa razionalità degna di ogni Harvelle pur di capirci qualcosa riguardo i suoi sentimenti. E, visto che al peggio non c'è mai fine, la presenza di Bela non farà che spargere un po' di pepe sulla già complessa situazione tra i due cacciatori. Un evolversi di sentimenti che li porterà inevitabilmente a confrontarsi con i propri desideri ed i propri limiti.
Questa fanfiction è la quarta parte della saga (?) che potrete trovare sempre sul mio profilo. Nonostante ciò però, non è altro che la puntata 3x06 con delle piccole variazioni.
Allora, ce li vedete o no Dean e Jo, vestiti come due damerini, mentre rubano una preziosa mano indispensabile per il loro caso?
~ Dangerous Hunt
~ Dangerous Feelings
~ Dangerous Secrets
• Dangerous Couples
Genere: Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Dean Winchester, Jo, Sam Winchester
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
Capitoli:
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6
  • Capitolo 6 - La vendetta dei familiari.









    Una volta fuori da quel museo, ognuno si recò alla propria postazione. Dean e Sam nell'Impala e Jo e Miles nel loro nido d'amore elegante su quattro ruote. Bleah. 

    «L'hai presa, vero? Ti prego, dimmi che non sono stato con Cupido da Ladirago per niente.» Borbotto Sam nervosamente, sciogliendosi il fiocco attorno al colletto dello smoking. 
    «L'ho presa, tra... con chi?» Fece Dean, stranito, inarcando un sopracciglio.
    «Lascia perdere! Fammela vedere.» 
    Sam era ormai spazientato. 
    Dean andò alla ricerca della mano della gloria all'interno della giacca, ma al suo posto trovò, avvolta nel fazzoletto, una statuetta di marmo che rappresentava una macchina d'epoca.
    Dean sgranò gli occhi e Sam allargò le narici pensando al tempo che aveva perso passandolo con quella vecchia pazza. 

    «Io la uccido.» Mormorò Dean. 

    Un'ora dopo...

    «Sai, hai ragione. Credo che non la ucciderò, è molto meglio una tortura lenta!» 
    Miles, Jo e Sam lo guardavano camminare su e giù per tutta la stanza della casa occupata clandestinamente dai tre cacciatori... ora quattro. 
    «Dean, senti... devi calmarti.» Lo invitò Sam, ragionevole. 
    «Calmarmi? Oh, no Sam! Non dirmi di calmarmi. Non posso credere che ci abbia fregato ancora.» 
    «TI.» Lo corresse il fratellino, ingenuamente. 
    Dean si bloccò nel suo marciare nervoso e lo guardò. 
    «Come scusa?» 
    «Beh... lei TI ha fregato, non CI.» 
    Ci fu un momento di pausa, durante la quale Dean si sentì un vero idiota.
    «Grazie, Sam! Mi aiuti molto!» Disse ironico, quando all'improvviso qualcuno bussò alla porta. 
    Dean si precipitò a scoprire chi fosse e chissà perché non provò a trattenere la pistola dietro la schiena quando di fronte a lui apparì il volto di Bela.
  • Quella scenetta, benché fosse molto divertente, fece ridere soltanto Miles, ora seduto su una piccola poltroncina del nuovo motel in cui i cacciatori si erano rifugiati per pensare ad un piano.
    Certo, anche Dean, a modo, suo stava architettando il piano in un certo senso lato della frase... dopotutto stava pianificando la morte di Bela. 
    «Fatto sta che dobbiamo trovarla!» Sbottò seccata Jo da dietro il tavolo ricoperto di armi.
    Quando qualcuno bussò alla porta, nessuno poté immaginare che dietro ci fosse proprio la ladra tanto odiata.
    «Trovata.» Rispose altrettanto seccamente Dean spalancando la porta e lasciandola entrare nella stanza poco arredata. «Io ti uccido.» Le diede il benvenuto riducendo gli occhi in due fessure, come a volerla fulminare con lo sguardo.
    «Non sono venuta qui per litigare. Ho bisogno d'aiuto.» Confessò senza vergogna Bela sfilando verso una vecchia sedia in legno più o meno al centro della stanza per potercisi poi sedere.
    Aveva una strana espressione, come se fosse sul serio preoccupata.
    Lei, una ragazza così indipendente ed invulnerabile che chiedeva aiuto a dei cacciatori che, per di più, aveva anche truffato? Sì, era decisamente una questione seria.

    «Hai bisogno del nostro aiuto? Stai scherzando?» Domandò retorico Dean alzando gradualmente il volume della sua voce che rispecchiava perfettamente il livello di incazzatura del momento.
    «Ho combinato un casino, va bene? E ora voi dovete aiutarmi.» Dettò legge lei come se le fosse dovuto per diritto.
    «Dobbiamo? Dopo tutto quello che ci hai fatto?» Esclamò Sam rubando quelle parole alla bocca del fratello maggiore, ancora sui nervi mentre consumava il pavimento.
    «Voi siete cacciatori, è il vostro lavoro aiutare le persone.» Si difese Bela come se fosse in un tribunale.
    A quanto pareva era anche un avvocato delle cause perse... nonostante avesse ragione.

    «Le persone che generalmente salviamo hanno un cuore.» Si incluse nel discorso Miles, avendo capito (o almeno avendo più o meno immaginato) il carattere egoista della ladra.
    «Bravo Miles! Per una volta siamo d'accordo su qualcosa!» Esclamò con sorpresa Dean ormai troppo concentrato sul desiderio di uccidere Bela per accorgersi di aver effettivamente avuto una "conversazione piacevole" con il cacciatore/intruso.
    Sempre che quelle poche parole potessero essere considerate come una vera e propria conversazione.

    «Andiamo ragazzi! Sapete che solo una questione di affa-»
    «Che cosa hai fatto, Bela?» Chiese in tono gelido Jo ormai al limite della sua pazienza.
    Durante quel lungo battibecco era rimasta in silenzio, rinchiusa nella sua mente per poter decifrare determinate frasi o espressioni di Bela.
    Quando si sentiva minacciata era questo che faceva: studiava. Studiava ogni cosa, arrivando poi ad un punto debole che avrebbe sfruttato a suo vantaggio.
    La maggior parte delle volte funzionava.
    «Ho visto la nave.» Ruppe il silenzio creato precedentemente da Jo con la sua domanda.
    Non c'era poi da stupirsi... o almeno, non per Jo.
    A quanto pareva dalle facce dei cacciatori, loro erano stati colti alla sprovvista.
    «Non credevo fossi -così- stronza.» Sottolineò Miles ricollegando tutti i dati che Jo gli aveva dato sul caso.
    La nave, i presagi di morte, la mano, il collegamento con la morte di un parente.
    Per Dean quelle quattro parole furono praticamente un invito a sommergerla di domande personali ed insulti non tra i più leggeri.
    La domanda sorgeva spontanea: per quale motivo Bela Talbot aveva ucciso un suo familiare?
  • «L'ho venduta. C'era già un compratore prima che l'avessi.» Confessò la ladra non appena prese posto sulla sedia, in una posizione perfettamente rigida ed impostata. 
    La collera di Dean, in quel preciso momento, non poté che peggiorare. Per non parlare del desiderio di liberarsi di lei... 
    «Ci hai portati al ballo di beneficenza per?» Domandò Sam guardandola con un sorriso ironico e un'espressione di disprezzo nei suoi confronti. 
    «Mi serviva una copertura.» Rispose tranquillamente, senza avere la più pallida idea di stare rischiando la vita in quel determinato secondo. 
    Ma quando poi fece la confessione più importante di tutte, quando disse di aver visto la nave, Dean sembrò come rallegrarsi non appena si accorse di avere una nuova opportunità per poterla insultare più pesantemente, un'opportunità che colse al volo. 
    «Che cosa?» Fece quest'ultimo sorpreso e con un mezzo sorriso nervoso stampato sulla faccia. 
    I Winchester si scambiarono un'occhiata, mentre Bela continuava a tenere lo sguardo basso. 
    «Sapevo che eri immorale, ladra, imbrogliona. Ma non pensavo che la mia opinione potesse peggiorare.» 
    «Ma di che parli?» Chiese lei stranita, ma per niente irritata per le "dolci parole" che le aveva rivolto il cacciatore. 
    «Sappiamo il movente dello spirito.» Intervenne Sam avvicinandosi a lei con una foto che posò proprio sotto il suo naso. «Questo è il capitano della nave, quello che ha impiccato il ragazzo.» 
    «E allora?» 
    «Allora erano fratelli! Tipo Caino e Abele. Quindi il nostro spirito è a caccia di un bersaglio preciso: gente che ha ucciso un famigliare.» 
    Alla breve ma efficace spiegazione di Sam, il viso di Bela si trasformò in un'espressione colpevole. 
    Per un lungo momento calò il silenzio, durante il quale la ladra sembrò tornare indietro con la mente e i ricordi.
    Dean sorrideva ironico e davvero orripilato anche solo nel guardarla. 

    Non avrebbe mai immaginato che Bela, oltre ad essere quello che era, era anche un'assassina. 
    «Prima Shila che ha ucciso il cugino in un incidente d'auto, poi i fratelli Franklyn che hanno ucciso i genitori per l'eredità e ora tu...» concluse il fratellino, osservandola accigliato. 
    «Oh mio Dio...» sussurrò lei, tirando un sospiro di terrore. 
    «Allora che cos'hai fatto?» Domandò Dean accostandola da un lato, avvicinandosi appena al suo orecchio per potersi sentire molto più appagato nel sapere che le sue parole le avrebbero risuonato nella testa. «Chi hai ucciso? Tuo padre? O magari la tua sorellina?» 
    «Non ti riguarda.» 
    «No, ma certo. Beh, ti auguro una bella vita! Almeno quello che ne rimane.» 
    E le diede una pacca sulla spalla. 
    «Sam, ragazzi, andiamo via. Il caso è chiuso.» Annunciò tornato improvvisamente serio. 
    Bela si alzò in uno scatto. Sembrava essere sul punto di piangere, ma non si lasciò andare.
    Piangere per lei era qualcosa di troppo umano da fare in pubblico. 

    «Non potete lasciarmi qui!»
    «Perché no?» 
    «Vi prego, ho bisogno del vostro aiuto.» Disse guardando Dean negli occhi. 
    «Ah davvero? E come possono aiutarti una coppia di ossessionati serial killer, mh?» Chiese retorico Dean, ricordando le parole della ladra che rivolse ai Winchester nel loro ultimo incontro. 
    «Sono stata dura, lo ammetto, ma non merito una condanna a morte!» 
    «Non è per questo che morirai.» Si intromise ancora Sam. «Che cos'hai fatto?» 
    Bela lo guardò e sorrise appena con amarezza. 
    «Tu non capiresti. Nessuno ha capito.» 
    Di nuovo si creò uno strano silenzio.
    Tutti guardavano Bela e lei nessuno in particolare. 

    «Non importa, farò quello che ho sempre fatto, me la vedrò da sola.» 
    Prese le sue cose e fece per andare verso l'uscita. 
    «Lo sai che hai venduto l'unica cosa che poteva salvarti, vero?» Fece Dean, sprezzante più di prima. 
    «L'ho capito e me ne pento.» 
    «Forse non è l'unica cosa...» 
    E con quella frase, Sam mise fine alle gioie interiori del fratello maggiore.
  • Ecco che Sam aveva estratto un bianco e soffice piano B dal suo cilindro magico.
    In realtà questo non sorprese affatto né Dean né tanto meno Jo: conoscevano bene l'intelligenza del piccolo Winchester, non per niente avrebbe dovuto studiare legge e diventare di conseguenza un avvocato coi fiocchi. Sembrava che difendere la gente fosse il suo scopo, la sua unica ragione di vita... benchè, in quel caso, Bela non lo meritasse affatto.
    Se l'era cercata, insomma. E in più vagava in bilico tra vita e presagi di morte con una così detestabile arroganza che tutti i cacciatori avrebbero volentieri fatto a meno di sforzarsi per provare a salvargli il culo che raffinatamente poggiava su quella sedia al centro della cucina con altezzosità. 

    Ma in realtà il voler salvare tutti da parte di Sam non era altro che un velato messaggio che avrebbe voluto però urlare all'intero mondo.
    Bisognava provarci. Provare a salvare le vite, a non arrendersi.
    L'idea di poter perdere suo fratello lo faceva impazzire e sapere che lui, al contrario, non provava nemmeno a salvarsi lo faceva incazzare come le belve.
    A dire il vero anche a Jo iniziava a scoprirsi più di qualche nervo... e non era sicuramente colpa unicamente di Bela e la sua avidità che l'aveva portata a vendere la sua unica e sicura via di salvezza.
    Ad ogni modo, venti minuti dopo l'esposizione nel nuovo e del tutto sperimentale piano di Sam, i cacciatori si diedero da fare, uniti da quella caccia che era tramutata più in una missione di difesa che di attacco.
    Venti minuti per procurarsi l'occorrente e per fare le ultime ricerche utili: non c'era tempo da perdere, non ce n'era mai.
    Il cacciatore era perennemente in corsa contro il tempo. Non poteva dedicarsi a sé stesso, non poteva dormire per più di sei ore: le minacce non aspettavano ad attaccare e le persone non poteva aspettare di essere salvate.
    Ma in fondo gli andava bene così. Infondo.
    Poi il cimitero.
    Ah, che bel posto, quello! Non poteva avere proprio nulla a che fare con lussuose feste e scomodi smoking: quello era il loro ambiente naturale! 
    In realtà per Jo quel posto trasmetteva molta più sicurezza e serenità di quanto lo facesse un buffet pieno di tartine al granchio.
    Questo probabilmente perché quando aveva circa quattordici anni andava a leggere il diario di suo padre rannicchiata sotto un albero mentre il silenzio forzato di quel posto le rinnovava le orecchie.
    Ecco un altro episodio per il quale era stata marchiata come "bambina strana". Non bastava avere una collezione di coltelli sotto il letto e un sacco di sale grosso dietro la porta.
    «Tu controlla l'ingresso.» Disse una volta uscita dal tunnel dei suoi ricordi rivolgendosi a Miles senza un vero tono di comando nella voce. Diciamo che lo fece più come a volergli chiedere una specie di favore. «Tu sei ancora convinto che funzionerà?» Domandò poi a Sam mentre preparata il tutto su una tomba ben precisa.
    Nulla era un caso quando si parlava di spiriti.
    «No, ma... che scelta abbiamo?» Rispose leggermente abbattuto dalla poca fiducia di Jo.
    «Lasciarla cuocersi nel suo stesso brodo non mi dispiacerebbe come scelta.» Ricordò di aver pensato mentre teneva ben cucita la sua adorabile boccuccia.
  • «Funzionerà?» Domandò Bela a Dean, abbracciandosi da sola nel freddo della notte. 
    «Probabilmente no.» Rispose schietto il ragazzo mentre preparava candele e strani simboli sulla tomba del loro caro e vecchio amico spirito incazzato. 
    Il cimitero era davvero inquietante di notte, ma chissà perché i Winchester e il resto della banda non erano affatto intimoriti da quel posto così tetro e buio.
    Bela invece continuava a guardarsi attorno, preoccupata. Sembrava come se si sentisse in pericolo. Sicuramente se fossero stati in una situazione diversa non avrebbe avuto quell'atteggiamento da santarellina innocente. 

    «E' tutto pronto.» Annunciò infine Sam, alzandosi la cerniera del giubbotto. 
    Era davvero fredda quella notte e non era il momento perfetto per fare un rituale, ma... dovevano. 
    Miles e Jo si avvicinarono alla tomba, Dean accanto a Bela le gettava sguardi rassicuranti -anche se pensava non fosse degna di essere salvata-, Sam davanti alla lapide aprì il libro delle antiche invocazioni e cominciò a recitarne una lunga versione in latino. 
    Un improvvisa ondata di vento e pioggia li invase.
    Si ritrovarono completamente bagnati sotto il cielo nero e nuvoloso.
    Sam trovò alcune difficoltà a leggere sotto quell'atmosfera, ma non si fermò per nessuna ragione al mondo.
    Bela si aggrappò al collo di Dean, lui la strinse tra le braccia. Miles sembrò essere intenzionato a fare la stessa cosa con la sua adorata Jo, cercava in tutti i modi di avvicinarla a sé come per proteggerla.
    Bleah. 

    «Dietro di te!!» Gridò Bela indicando qualcosa alle spalle del cacciatore. 
    A quanto pareva lo spirito l'aveva trovata ed era venuto per mettere fine ai giorni della ladra.
    Dean gli puntò contro il fucile caricato a sale ma lo spirito lo catapultò a qualche metro di distanza.
    Si vide soccorso da Jo mentre Miles disarmato incitava Sam a muoversi con la lettura.

    «Sammy leggi più in fretta!» Urlò Dean con la speranza che tutto quel baccano potesse finire presto. 
    Lo spirito si avvicinò a Bela, le mise una mano sulla guancia e lei cominciò a tossire e a vomitare acqua.
    Dean subito tornò in piedi e corse verso di lei sperando di poterla salvare nei modi più "umani" esistenti, ma era tutto inutile. 

    «...PER OC NOMEN ET PER OC CONIURATIONEM, PRECIPIO FOBIS!» 
    Tutto si spense.
    Bela perse i sensi, la pioggia finì all'improvviso e il vento si calmò.
    Alle spalle dello spirito ne apparve un altro, una figura a quest'ultimo famigliare; il fratello che l'aveva impiccato. 

    «Tu...» mormorò "l'uomo" senza una mano. «Tu mi hai ucciso.» 
    «Mi dispiace...» fece l'altro mortificato, come se gli avesse versato una tazza di tè sulla camicia bianca. 
    «IL TUO STESSO FRATELLO!» Urlò correndogli incontro. 
    Non appena si toccarono, si udì un urlo straziante ed entrambi scomparvero nella penombra della notte.
    Dean gettò un'occhiata a Sam, poi abbassò lo sguardo su Bela e si assicurò che fosse ancora viva.
    La prese in braccio e con soddisfazione si recarono verso l'Impala. 

    «Bel lavoro, Sammy.» Disse con ammirazione Miles. 
    Lui gli sorrise e annuì, poi si voltò verso Dean incontrando il suo sguardo ed entrambi sospirarono.
    Si erano capiti.
  • Ed ecco che un altro caso era concluso.
    Si potevano definire soddisfatti del loro lavoro, infondo.

    Non importava chi avessero salvato o in quale modo "contorto", ci erano riusciti e gli bastava sapere questo.
    Proprio per questo lasciarono che Bela torn
    asse a casa (sempre se ne aveva realmente una), lasciandosi quella brutta storia alle spalle.
    Era vero, non la conoscevano. Avevano nella loro mente solo una sua impronta di ciò che era ma tutto quello che nascondeva dietro la sua maschera da ladra era un mistero, anche dopo averle salvato la vita.

    Quando arrivarono al motel, venti minuti dopo l'accaduto, ognuno lanciò un profondo sospiro nell'aria umida della stanza e mollò i borsoni un po' dove capitava, esausti tanto da non reggersi nemmeno in piedi.
    Jo si permise una benedizione verso qualcuno lì ai piani alti, Sam praticamente si precipitò al pc per controllare il prossimo lavoro di routine mentre Miles e Dean si tolsero la giacca quasi nello stesso momento e con lo stesso movimento svogliato delle braccia. Se non fosse stato per la stanchezza si sarebbero fatti tutti una bella risata notando la loro se pur vaga "somiglianza".
    «Credo che mi farò una doccia.» Avvertì la ragazza abbassando lo sguardo su quei suoi vestiti praticamente sudici per via della pioggia al cimitero.
    No, non era decisamente uno bello spettacolo, a suo avviso.

    In risposta i membri della allegra combriccola annuirono sovrappensiero, presi dai loro ragionamenti interiori. Roba a cui Jo non voleva far caso, lì per lì.
    «Sam, potresti cercarmi dei vestiti? Una maglia, una felpa, qualsiasi cosa andrà bene.» Chiese gentile Jo allargando le braccia come ulteriore supporto alle sue parole. Non poteva certo rimanere con quegli abiti addosso. Certo, nel suo borsone aveva camici e divise di ogni tipo ma nulla da mettersi per passare una notte in santa e meritata pace post-caccia.
    Solitamente quello era il momento in cui tornava o la trascinavano a casa. 

    Solo che ora un luogo da chiamare casa non lo aveva più. 
    La RoadHouse. 
    Ash. 
    Ahia, di nuovo male.
    «Certo!» Acconsentì lui staccandosi dallo schermo e dirigendosi verso l'armadio del motel, sperando di poterci trovare qualcosa di decente da rifilarle.
    Abbozzato un "grazie", sparì quindi dietro la porta del bagno, lasciandosi dietro una scia di pioggia sul pavimento.





    ------------------------------------------------------- Spazio dell'autrice-----------------------------------------------

    Un po' d'azione non guasta mai, vero? Io la adoro! >.<
    Ma saltiamo i commenti, non sono io quella che se ne deve occupare ;)
    (Avete colto la velata richiesta? Mi raccomando! :P) 
    Penultimo capitolo di questa storia. Mi domando se ci sarà mai una fine :/
    Tranquilli, c'è ancora molta strada da fare!
    Per ora posso anticiparvi che il finale di Dangerous Couples sarà con il botto! ♥
    Basta, non gongoliamoci troppo u.u
    A presto, bellezze! ;)
  
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