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Autore: Night Fury96    11/02/2013    3 recensioni
(dal capitolo 1)
- Oh, è tutto il giorno che si comporta come se ci fosse qualcuno che ci segue, ma non c’è nessuno! Ammetto che un po’ mi sta preoccupando..- disse il ragazzo guardando l’amico drago con preoccupazione, mentre questo continuava a spostare lo sguardo da Hic alla creatura invisibile davanti a loro.
- Chi lo sa, magari è Jack Frost!- disse per scherzare l’Immenso tornando ad abbuffarsi.
- Chi?- chiese Hiccup.
- Come, non lo sai? è l’ultima uscita di Skaracchio! Ne parla da quando è tornato dalla Norvegia. Dice che è lo spirito del gelo e che è lui a portare le tormente di neve e le bufere... Bah... per me i fumi del suo Ruba Ossa gli hanno confuso un po’ le idee...- disse l’Immenso ridendo.
Hiccup si voltò nuovamente verso il drago per poi guardare il punto dove esso stava guardando... Rimase un momento a fissare il vuoto... Lo spirito del gelo che perseguitava il suo drago?
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Sdentato, Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 2: Lo spirito del Gelo

Era notte fonda, la luna era alta nel cielo e tutti i Vichinghi del villaggio di Berk erano immersi in un sonno profondo, compreso Hiccup che dormiva beato nel suo letto... ma qualcosa non andava...
Quella sera il letto era stranamente freddo e la cosa sembrava disturbare il sonno di Hiccup che iniziò a tremare convulsamente nel sonno.
-         S-sdentato...- balbettò ancora tra le braccia di Morfeo.
In quel momento un enorme botto lo ridestò ed Hiccup si alzò immediatamente urlando –SDENTATO!-
Il drago non era in camera sua... ecco perché aveva così freddo. Solitamente l’animale dormiva nel letto con lui a tenergli compagnia e caldo in serate così fredde... ma in quel momento non c’era... però Hic ebbe un’idea su dove potesse essere. Difatti dal tetto continuavano ad arrivare botti e colpi, sicuramente dovuti dal camminare del drago.
Cosa ci faceva sul tetto a quell’ora così tarda?
Hic s’infilò sedutastante lo stivale nel piede destro e corse giù per le scale ringraziando che il padre avesse il sonno pesante.
Arraffò il pellicciotto e se lo infilò mentre ancora correva fuori dalla casa.
Uscì dall’abitazione e corse verso il lato della casa dove meglio si vedeva il tetto e lo vide... lassù, intento a saltare ed a ruggire felice rivolto nuovamente a qualcosa che Hic non riusciva a vedere.
-         Sdentato!- lo rimproverò il ragazzo. Il drago si voltò verso il giovane e gli regalò un ruggito gioioso ed innocente, ma lo sguardo preoccupato di Hiccup smorzò quasi subito il buon umore dell’animale.
-         Che cosa stai facendo?! Scendi subito è tardissimo! Vuoi svegliare tutto il vicinato?-  disse Hiccup severo.
Sdentato lo guardò confuso, ma scese obbediente.
Arrivò di fronte all’amico umano con lo sguardo basso che sembrava gli chiedesse che cosa avesse fatto di male.
Quell’espressione da cane bastonato fece sciogliere il cuore di Hiccup che iniziò ad accarezzare la testa del drago.
-         Sdentato... ma che cosa ti prende? Con chi è che giochi tutto il giorno? Sul serio, mi stai preoccupando...-  disse.
Il drago alzò gli occhioni verdi verso Hic per poi spostarli verso il tetto. Hic seguì il suo sguardo, ma come tutte le altre volte non vide nulla...
-         Sdentato, io... non vedo nessuno...- disse Hic.
Il drago gli reagalò un mugolio di supplica come se gli stesse dicendo che non era pazzo, che lo vedeva d’avvero.
Hic scosse il capo e spostò la mano ad accarezzargli il muso.
-         Domani parliamo con Skaracchio, ok?- disse Hic.
Il drago lanciò un’altra breve occhiata al tetto e poi annuì. Hic sorrise lievemente ed insieme si diressero verso la porta di casa.
 
Il giorno seguente Hiccup si svegliò con Sdentato insieme a lui sul letto.
Diede il buongiorno all’amico animale che felice di vederlo gli leccò il volto, sebbene contrariato da Hiccup che non apprezzava il bagno di bava... non del tutto almeno.
I due scesero e fecero colazione per poi uscire e dirigersi subito verso la bottega di Skaracchio.
L’anziano tutore di Hiccup era come sempre sommerso dalle faccende da fabbro. I Vichinghi erano tipi abbastanza violenti e la richiesta di nuove armi era all’ordine del giorno, così quando Hic arrivò dalla finestrella dove Skaracchio era solito servire i clienti, lo trovò nell’angolo più remoto della bottega intento a cercare qualcosa, mentre le cose che non gli interessavano le lanciava senza esitazione, imprecando in tutti i modi per il fatto di non riuscire a trovare quel qualcosa.
Hiccup si schiarì la voce attirando l’attenzione di Skaracchio che si sporse lievemente per poi salutare Hic con un sonoro – Ehi Hiccup! Da quanto tempo! In cosa ti posso aiutare?- e poi tornare alla ricerca.
Hiccup s’issò fino a scavalcare la finestrella ed entrare nella bottega. Un tempo anche lui ci aveva lavorato come assistente di Skaracchio.
-         Volevo chiederti di... Jack Frost...- disse Hiccup con imbarazzo.
-         Ah! Lo spirito del gelo! Fammi indovinare, Stoick ti ha parlato di lui come il mio ultimo delirio, vero?- disse l’anziano Vichingo con sarcasmo, spostandosi da un’altro lato della bottega e continuando con la stessa attività.
-         No... – disse Hic, ma lo sguardo severo di Skaracchio lo fece confessare – Sì... d’accordo, lo ha fatto...-
Sharacchio sorrise e tornò a cercare – Non avevo dubbi al riguardo! Buon vecchio Stoick, sempre troppo razionale per i miei gusti... Comunque! Che vuoi sapere di Jack?-
-         Beh.. un po’ di tutto!- disse Hic appoggiandosi al muro e stando in ascolto.
-         Uhm... beh! Ho sentito parlare di lui mentre ero giù in Norvegia quest’estate. Dicevano di aver trovato il suo nome scritto nelle nuvole del cielo durante una tormenta e allora si è sparsa la voce riguardo allo spirito del gelo “Jack Frost”! Personalmente è piuttosto interessante come leggenda. Ho sempre pensato che i fenomeni naturali come le tormente e le bufere fossero dovute a qualcosa, ma non parlo di Dei, ma proprio dello spirito!- disse Skaracchio come catturato dal suo stesso racconto. Hiccup ascoltava interessato.
-         E... tu lo hai... visto?-  domandò Hiccup. In quel momento Skaracchio si alzò e si voltò verso Hic.
-         Sì! Insomma.. l’ho intravisto!- disse avvicinandosi a lui – e devo dire che sono rimasto abbastanza deluso dal suo aspetto. Io mi aspettavo un uomo enorme e potente, con la barba bianca, vestito di ghiaccio  e pieno di armi strane e potenti... Invece...e molto... così-  disse indicando Hic per poi appoggiarsi su un tavolo davanti al giovane con uno sguardo deluso.
-         Ma scusa... hai appena indicato tutto me!- disse Hiccup indignato.
-         Appunto...- disse Skaracchio tornando poi alla sua precedente attività.
-         Stai dicendo che mi somiglia?-
-         Sì... sembra un ragazzino, basso, magretto, gracile... Una delusione...come te!-
-         Oh! Grazie di questa sintesi illuminante...-
-         Beh, sei tu che me lo hai chiesto!-
-         Sì, hai ragione...-
-         Ed ora che mi ci fai pensare... perché me lo hai chiesto?-
La domanda di Skaracchio fece ricordare ad Hiccup il vero motivo della sua visita... ovvero lo strano comportamento di Sdentato.
-         Si tratta di Sdentato... vedi è da ieri pomeriggio che si comporta come se ci fosse qualcuno con lui e “ci gioca” e “si fa accarezzare”, ma non c’è nessuno!- Spiegò il giovane.
-         E credi che si tratti di Jack Frost?- chiese Skaracchio mentre lanciava per aria tutto il ciarpame.
-         Non lo so... probabile...-
-         Beh... bisogna anche prendere in considerazione il fatto che parliamo di un drago, che comunque è un animale molto territoriale. Magari a casa vostra c’è un topo o qualcos’altro la quale presenza lo disturba e fa così per cercare di scacciarlo o intimorirlo.-  disse l’anziano guardando momentaneamente Hiccup prima di tornare al suo lavoro.
-         Non saprei... non sembra affatto volerlo intimorire, anzi...-
-         Non so cosa dirti Hic. Prova a farmelo vedere e se percaso al suo fianco vedo Jack Frost allora vuol dire che i tuoi sospetti erano corretti.- disse il vichingo alzandosi e voltandosi verso Hiccup.
Il ragazzo si staccò dal muro e si avviò verso la porta
-         A dire il vero te l’ho già portato... – disse per poi aprire la porta ed uscire. Skaracchio lo seguì sospendendo la sua attività.
Una volta fuori Sdentato era comodamente sdraiato per terra mentre osservava gli altri draghi volare.
-         Però adesso non mi sembra che abbia problemi...- aggiunse Hic incrociando le braccia al petto e guardando Skaracchio come un parente di un malato guarda il dottore che lo ha in cura.
-         Infatti io non vedo nulla di strano nelle sue vicinanze... – disse Skaraccio.
Rimasero a guardare Sdentato per qualche secondo, dopodiché l’anziano Vichingo tirò una pacca sulla schiena ad Hic talmente forte da fargli uscire tutto l’ossigeno che aveva nei polmoni.
-         Va beh campione! Ora devo andare, ho un mucchio di roba da fare...- e s’incamminò verso l’entrata della bottega – Se per caso si comporta nuovamente in modo strano portalo pure da me!- aggiunse prima di sparire dentro alla bottega.
Hiccup cercò di riprendere il respiro e si massaggiò la schiena.
-         G-grazie Skaracchio...- disse per poi avvicinarsi al suo amico drago che aveva assistito al loro ultimo scambio di battute.
L’animale guardò Hiccup come se gli chiedesse la prognosi, così Hiccup gli sorrise e dandogli un beffetto sul collo gli disse
-         Non ti preoccupare, non hai nulla che non va...-
Sdentato fece come un sospiro di sollievo e tornò ad osservare i draghi che volavano felici sopra le loro teste.
Hiccup capì subito l’antifona, così lanciò un sorrisetto furbo all’amico drago e disse – che ne dici di un bel volo?-
Sdentato drizzò le orecchie e si alzò immediatamente a quattro zampe, chinandosi lievemente in avanti come per invitare Hiccup a salire, che ridendo obbedì subito.
-         Lo prendo come un sì...- disse una volta salito e facendo combaciare la sua protesi all’apposita staffa.
Mosse lievemente la gamba, guardando l’aletta finta di Sdentato che si mosse esattamente come Hic aveva comandato.
Il ragazzo sorrise e prese le “redini”.
-         Pronto amico?- domandò. Il drago annuì e così i due si librarono in aria.
Iniziarono a fare il giro del villaggio passando tra i sostegni dei ponti  e sopra ai tetti per poi dirigersi verso la scogliera dalle rocce contorte, un luogo perfetto per gli slalom e i giri della morte.
Entrambi erano due spiriti spericolati.
Ogni tanto Hiccup saltava via da Sdentato, volendo provare l’ebrezza della caduta libera, e proprio quando stava per toccare terra, veniva raggiunto dall’amico drago, e ricollegando la protesi alla staffa volavano verso altri pericoli.
Giri della morte, giravolte, scese in picchiata, cadute libere... questo era il loro solito modo di divertirsi.
Robetta da niente proprio...
Ridendo ed urlando, Hiccup si godette l’ebrezza del vento tra i capelli e dell’adrenalina. Da quando Astrid lo aveva mollato lui aveva rinunciato ad ogni tipo di divertimento e solo in quel momento si rese conto di aver privato persino Sdentato di quella meravigliosa sensazione di libertà... che idiota... forse quel suo recente comportamento era dovuto alla noia con la quale era stato costretto a convivere a causa della depressione di Hiccup...
Hiccup si maledì per essere stato così egoista e così decise di far divertire un bel po’ Sdentato, per farsi perdonare!
Proprio quel momento una brezza fredda ma potente li investi... Hiccup ebbe un’idea.
-         Ehi Sdentato! Che ne dici, sfruttiamo la corrente e ci divertiamo un po’?- suggerì il ragazzo al drago che ruggì di gioia.
Hiccup rise e così guidò Sdentato verso il punto dove la corrente era più potente e ben presto i due presero velocità.
Sdentato sbatteva le ali sfruttando la forza del vento fino a prendere la velocità di un nostro attuale missile, quella stessa velocità che utilizzava per gli attacchi e che gli conferiva quel rumore acuto che tanto spaventava i Vichinghi quando erano nemici.
Hiccup d’istinto urlò divertito e lo stesso valse per Sdentato che ruggì felice.
Continuarono a sfruttare la corrente con giravolte ed altre acrobazie da capogiri, quando ad un tratto Hiccup si accorse che Sdentato iniziò a seguire un percorso tutto suo e il vento divenne molto più freddo, quasi gelato, per non parlare del fatto che si stavano allontanando pericolosamente dalla cara isola di Berk, perciò cercò di fermare l’amico che però non gli ubbidì, troppo preso da un qualcosa che sembrava li stesse accompagnando.
-         Sdentato!- lo chiamò Hiccup
-         Sdentato!- ripeté più forte. L’animale finalmente lo ascoltò e rallentò.
La corrente continuava ad essere forte e fredda, inoltre dal cielo iniziarono a scendere fiocchi di neve.
Hic fissò perplesso l’animale.
-         È successo di nuovo...- disse Hic. Sdentato lo guardò tristemente, lui d’avvero non se ne acorgeva.
-         È il caso di tornare indietro, ci siamo allontanati troppo ed è sceso un freddo glaciale. Dai andiamo.- Disse Hic gentile. Sdentato obbedì e insieme tornarono vero l’isola di Berk.
 
Con il vento a loro sfavore, tornare indietro richiese un po’ più di tempo. Sembrava quasi che questo non volesse lasciarli andare, anzi che li invitasse a continuare a divertirsi ed anche Sdentato sembrava d’accordo con questo strano invito, ma il sole stava ormai per tramontare ed Hiccup sapeva che era meglio stare nei confini dell’isola quando faceva buio, non si sapeva mai che cosa si poteva incontrare...
Dopo un po’ tornarono al villaggio e finalmente Sdentato poggiò nuovamente le zampre a terra.
Hiccup scese dal drago per poi avvicinarsi al muso e dire.
-         Però! Che folata! Non si vedeva una bufera simile da non so quanto!- disse Hic contento comunque di essere ritornato a casa.
-         Ti sei divertito comunque?- chiese all amico che annuì tutto contento.
Hiccup rise e gli fece segno di seguirlo quando una risata conosciuta lo bloccò.
Poco più distante da loro vi era una ragazza, dai capelli dorati, raccolti in una treccia, un ciuffo che le copriva in parte l’occhio sinistro, mentre l’occhio destro, del color del cielo era perfettamente visibile.
Hiccup si bloccò con il cuore in gola... Astrid... ma la cosa che più gli fece male... fu vederla in compagnia di... quello!
Alto, forte e robusto, capelli biondi e lunghi, occhi castani, fisico scolpito.... Hic digrignò i denti e strinse i pugni.
“NO!” pensò “Mi rifiuto categoricamente di pensare che si sia messa con quello!!!” per un attimo gli venne l’impulso di mettersi tra i due e tirare giù il finimondo... ma lui cosa ne poteva contro un bell’imbusto come lui?
Hiccup ricacciò indietro la rabbia e s’incamminò a passo svelto a casa.
-         Andiamocene bello.- disse all’amico drago che lanciò una breve occhiata alla vichinga che notando i due allontanarsi mutò il suo sguardo, da felice a dispiaciuto.
Non avrebbe mai voluto far soffrire Hiccup, lei gli voleva molto bene... ma al cuor non si comanda ed Hic doveva farci l’abitudine.
  
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