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Autore: Night Fury96    11/02/2013    4 recensioni
(dal capitolo 1)
- Oh, è tutto il giorno che si comporta come se ci fosse qualcuno che ci segue, ma non c’è nessuno! Ammetto che un po’ mi sta preoccupando..- disse il ragazzo guardando l’amico drago con preoccupazione, mentre questo continuava a spostare lo sguardo da Hic alla creatura invisibile davanti a loro.
- Chi lo sa, magari è Jack Frost!- disse per scherzare l’Immenso tornando ad abbuffarsi.
- Chi?- chiese Hiccup.
- Come, non lo sai? è l’ultima uscita di Skaracchio! Ne parla da quando è tornato dalla Norvegia. Dice che è lo spirito del gelo e che è lui a portare le tormente di neve e le bufere... Bah... per me i fumi del suo Ruba Ossa gli hanno confuso un po’ le idee...- disse l’Immenso ridendo.
Hiccup si voltò nuovamente verso il drago per poi guardare il punto dove esso stava guardando... Rimase un momento a fissare il vuoto... Lo spirito del gelo che perseguitava il suo drago?
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Sdentato, Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 1: Una strana presenza


“Non posso più continuare a stare con te....” quelle parole, quelle poche parole continuavano a riecheggiargli nella mente e come coltelli s’inficcavano nel suo giovane cuore.
“ Ho capito che non sei il ragazzo giusto per me” continuava a ricordargli il cervello sofferente a causa della tremenda delusione ricevuta...
Camminava tra le strade innevate del villaggio, il giovane Hiccup, a testa bassa e con gli occhi stanchi per il troppo piangere.
Erano tre anni che stava con Astrid e mai avrebbe pensato che la giovane vichinga lo lasciasse per un altro ragazzo.
Ad accompagnare il giovane nella sua triste passeggiata vi era il fidato drago nominato da Hiccup stesso “Sdentato” in onore dei suoi denti retrattili. Era un meraviglioso esemplare di Furia Buia, più unico che raro, le squame erano di un bellissimo nero obsidiana e gli occhi erano di un ipnotico giallo-verde, molto similari a quelli di un gatto. Le ali da pipistrello e le orecchie lunghe simili a quelle di un coniglio.
I due amici camminavano verso la foresta di Berk ed ogni qualvolta incrociassero un compaesano venivano gentilmente salutati con rispetto.
Buffo, pensava Hiccup. Solo qualche anno fa, ogni volta incrociasse dei Vichinghi questi lo ignoravano senza degnarlo di uno sguardo, almeno che non fossero sotto attacco, allora lo avrebbero rimproverato per non essere a casa o in bottega.  Grazie alla sua importantissima scoperta, riguardo alla docilità dei draghi, la guerra era finita e i Vichinghi avevano trovato degli utilissimi alleati, oltre che dei fedeli amici.
La diversità del giovane ragazzo aveva portato un po’ di luce nel mondo oscuro e cruento dei vichinghi e pensava di aver fatto lo stesso con Astrid... invece con lei la sua diversità semplicemente non la soddisfava. Aveva bisogno di un vichingo più forte, con il quale lei si potesse sentire a suo agio e non temesse di fargli del male con una stretta troppo poderosa o con una pacca sulla spalla troppo potente.
Il fisico gracile di Hiccup, la sua statura, la sua sensibilità e la sua curiosità lo rendeva debole in quella relazione ed Astrid aveva bisgno di un compagno forte... quelle erano state le motivazioni che avevano spinto Astrid a cercarsi un altro Vichingo e lasciare Hiccup con il cuore spezzato.
Da quel giorno il giovane vichingo non aveva più il coraggio di guardare in faccia nessuno e si rifugiava tristemente nella foresta bianca di neve isolandosi dal mondo... se non fosse per Sdentato che lo seguiva come un’ombra, preoccupato per lo stato d’animo dell’amico umano, che improvvisamente da qualche giorno aveva perso la voglia di giocare con la neve con lui e se ne stava mogio, mogio a testa bassa, seduto su di un masso disegnando forme inesistenti con un bastoncino sulla neve.
Hiccup e Sdentato arrivarono nella loro solita raduna, nel bel mezzo della fitta foresta di Berk... Il laghetto ora era ghiacciato e l’erba tutta intorno era coperta da un fitto velo di neve.
Quell’Inverno Berk era divenuta molto più fredda del solito, ma Hiccup non ci faceva caso. Semplicemente si infilava un cappotto di pelliccia più pesante ed avvolgeva il potente collo del suo drago con una morbida sciarpa rossa tessuta da lui stesso.
Come tutte le mattine da ormai quattro giorni, Hic si sedette sul solito masso mentre guardava la neve che delicata scendeva poggiandosi sul solido ghiaccio del lago.
I capelli castano-ramati gli ricadevano sulla fronte, sino a sfiorargli i grandi occhi verdi-foresta. Le guance lentigginose erano più rosse del solito a causa del freddo e lo stesso valeva per la punta del naso a patata, mentre il resto della pelle quasi si mimetizzava con la neve da quanto era pallida.
Sempre vestito con la tunica verde pistacchio e i pantaloni verde bosco, uno stivale marrone pelliccioso ed un cappotto a maniche lunghe coperto di pelliccia d’orso, mentre nelle stagioni più “calde” ne teneva uno molto simile, ma senza maniche. Alle mani portava dei guanti dello stesso colore dei pantaloni.
Era un ragazzo abbastanza carino, non un adone tutto muscoli, ma comunque un bel ragazzino di sedici anni... l’unica cosa che stonava in lui era la gamba sinistra che gli era stata amputata fin sotto al ginocchio... una menomazione piuttosto vistosa con la quale convivere, ma grazie alla protesi di Skaracchio riusciva a camminare, correre e saltare quasi come quando aveva entrambe le gambe. Era l’ennesima cosa che lo accomunava all’amico drago, privo dell’aletta sinistra della coda.
Come era solito fare da quattro giorni, Hiccup rimase in silenzio, su quel masso... e com’era solito fare da quattro giorni, Sdentato se ne stette sdraiato a pochi metri dal padroncino, con gli occhi socchiusi, le orecchie basse, le ali leggermente spiegate e lo sguardo che sembrava dicesse “ma chi me l’ha fatto fare di continuare a stare con un umano depresso?”
Rimasero così, in silenzio e immobili per qualche ora, fino a quando Sdentato non si annoiò ed iniziò a “volare” da una parte all’altra della radura. Naturalmente, senza l’aletta della coda, più in alto di un tot di metri non riusciva ad andare, così più che un volo sembrava un saltellare ed ogni volta che riatterrava, alzava una nube di neve, dove poi passava in mezzo per giocare e lasciare, come una scia bianca, una volta nuovamente in aria.
Ma farlo da solo era terribilmente noioso, così cercò di richiamare Hiccup con ruggiti e mugolii di supplica... ma il ragazzo rispondeva sempre nello stesso modo.
-         Ora non ne ho voglia...-  e con uno sbuffo il drago tornava a saltellare.
Dopo un po’ che continuava così, Sdentato iniziò a sentirsi leggermente stupido a saltellare ed alzare neve senza che ci fosse qualcuno da sommergere o da spingere per terra. Così se ne tornò seduto guardando Hiccup con odio.
Lui voleva molto bene al suo amico umano, ma quando faceva così proprio non lo sopportava.
In quel momento però, l’attenzione del povero drago annoiato, venne catturata da qualcosa di tondo e bianco che si muoveva ad una folle velocità verso Hiccup fino a colpirlo proprio sul collo.
Il ragazzo sobbalzò e si voltò verso Sdentato.
-         Ehi! Sdentato, ti avevo detto che non sono in vena!- sbraitò, ma venne zittito da un’altra palla che lo colpì in pieno volto.
All’inizio il giovane rimase immobile e con lo sguardo furioso e per un momento il drago ebbe paura per la propria incolumità... ma come per magia le labbra di Hiccup si piegarono improvvisamente in un sorriso e scoppiò a ridere.
-         Ah! È così che la metti?- esclamò il giovane prendendo un po’ di neve ed appallottolandola per poi lanciarla contro il drago che felice, ma confuso, si alzò ed iniziò a giocare con il proprio padrone.
I due si rincorsero per la radura, si lanciarono la neve, Sdentato sommerse Hiccup più e più volte, ma il giovane si vendicava con un numero equivalente di palle.
Hiccup rideva e il drago ringhiava gioioso e continuarono così fino a quando il ragazzo non si coricò a terra, sfinito e tenendosi la pancia per il troppo ridere.
-         Ok.. ok Sdentato... hai vinto te! Wow!- disse il giovane sempre sorridente e con lo sguardo perso nel cielo. Nonostante la sua frase, il drago non aveva smesso di saltellare e di ringhiare, ma il problema era che, non lo stava facendo con lui...
Hiccup alzò il capo per vedere che cosa stesse facendo il drago e rimase decisamente perplesso quando lo vide alzare neve e rincorrere qualcosa che... in verità non c’era...
-         Sdentato! Che stai facendo?- chiese preoccupato il giovane, ma il drago lo ignorava e continuava a rincorrere quel qualcosa, come un animale impazzito.
Hic iniziò a preoccuparsi d’avvero per l’amico, così si alzò ed andò da Sdentato per fermarlo.
Si posizionò davanti al drago, con le mani alzate cercando di calmarlo.
-         Sdentato! Ehi! Calmati adesso, ok? Non c’è nessuno qui.- disse il giovane.
Sdentato allora si calmò e guardò con fare innocente il ragazzo, come se gli stesse chiedendo che cosa avesse fatto di male.
Hiccup iniziò ad accarezzare il muso dell’animale come per rassicurarlo, ed anche rassicurare se stesso.
-         Scusami amico, è che mi hai spaventato, sembrava stessi delirando... forse il freddo non ci fa così bene...- disse Hic per poi guardare il cielo e constatare che si era anche fatto tardi
-         Tra poco il sole tramonterà.. vieni, andiamo a casa.- disse e con un buffetto al collo del drago, lo fece incamminare al suo fianco.
Non si accorse però del volto del drago che voltatosi a guardare qualcosa alle loro spalle, regalò un sorriso senza denti ad un essere invisibile...
 
Ben presto la foresta si diradò, e i due amici arrivarono al villaggio.
Il sole ormai era per metà nascosto dall' orizzonte. D’inverno le giornate tendevano sempre ad essere più corte e quindi il buio arrivava presto.
Hiccup aprì la porta di casa con la stessa energia di uno zombie, in contrapposizione con Sdentato che invece entrò saltellando come un matto.
-         ok Sdentato, ho capito che sei contento...- disse Hic richiudendosi la porta alle spalle.
Al centro della sala, il padre di Hiccup, Stoick l’Immenso, l’onorevole capo villaggio e rispettabilissimo eroe di guerra, stava cuocendo della carne sul fuoco.
-         Ehi Hiccup! Sei tornato presto.- disse l’Immenso con il vocione profondo.
Hiccup si sfilò il pellicciotto e l’ appese sull' appendiabiti nell' ingresso della casa.
-         già, ma è un po’ di giorni che arrivo abbastanza presto...- precisò Hiccup con disinteresse.
Stoick prese l’enorme pentola dove stava cucinando e la posò con un tonfo assordante sull' imponente tavola a pochi passi più distante dalla sezione dedicata alla preparazione del cibo.
-         eh sì... ho notato!- disse spolverandosi la barba rossiccia. Finalmente il padre si voltò verso Hiccup.
-         sempre giù di morale per Astrid?- domandò.
Hic alzò lievemente il capo ed annuì.
Rimasero in silenzio per qualche secondo.
Sebbene le cose tra loro fossero migliorate dopo l‘impresa eroica di Hiccup, c’erano sempre delle difficoltà nel esporre i propri sentimenti e le proprie idee all' altro. Proprio per questo motivo l’Immenso batté le mani energicamente per poi esclamare -beh! Consolati Hiccup! Questa sera ho preparato il mio famoso Gulash! Quello che ti piace tanto!- e si lasciò cadere pesantemente a capo tavola versandosi buona parte delle vivande che erano presenti, sul piatto.
Hic sbuffò e si sedette dall' altro capo del tavolo, servendosi con riluttanza il gulash del padre sul piatto.
In verità Hiccup aveva sempre detestato quel misto di frattaglie che gli serviva il padre, ma non avrebbe mai trovato il coraggio di dirglielo.
Al contrario, Sdentato sembrava apprezzare la sua cena a base di Salmone, Merluzzo Islandese e Stoccafisso Scandinavo.
I due Haddock iniziarono a mangiare, sebbene la roba nel piatto di Hiccup non fosse neanche un quarto in confronto a quella nel piatto di Stoick, ma Hic non aveva mai avuto una passione per il cibo come quella del padre.
-         Allora... oggi com’è andata?- tentò di instaurare una conversazione Hiccup.
-         uhm... normale. Stiamo pianificando gli sbarchi per i prossimi scambi commerciali, l’Islanda non è male...- iniziò a spiegare l’Immenso sebbene il figlio non fosse realmente interessato all’economia del villaggio, ma lo chiese solamente perché il silenzio lo deprimeva ulteriormente.
Intanto il giovane drago era sdraiato a pochi passi dalla tavola, accanto al fuoco, intento a sbranarsi i pesci che Stoick aveva lasciato per lui nell' apposita cesta, quando qualcosa catturò la sua attenzione...
Sdentato alzò lo sguardo dalla sua delizia pesciosa, e lo fissò su un punto indefinito della stanza. A prima vista sembrava guardasse la scala, ma se guardavi bene era come se guardasse qualcosa POGGIATO alla scala.
Sdentato si alzò a quattro zampe continuando a guardare quel punto, muovendo la coda in un modo molto simile allo scondinzolare dei cani.
Hic non si fece sfuggire quella strana reazione e si sporse dal tavolo guardando stranito l’animale, mentre Stoick continuava il suo racconto rimpinzandosi contemporaneamente come se non mangiasse da giorni.
Il drago si avvicinò al punto dove stava guardando ed iniziò ad annusare l’aria in un modo molto curioso, come se realmente ci fosse qualcosa davanti a lui.
Hiccup inarcò un sopracciglio mentre cercava di capire che cosa avesse quel giorno il suo amico drago.
In quel momento Sdentato inclinò lievemente il capo come se stesse prendendo delle carezze da qualcosa. Dopo poco tempo iniziò a muovere il corpo come deliziato da dei grattini e si sdraiò supino muovendo le zampe in modo convulso.
In quel momento la preoccupazione di Hiccup venne a galla e il ragazzo si alzò interrompendo bruscamente il racconto di Stoick.
-         Sdentato!- lo richiamò il giovane vichingo.
Il drago alzò il capo verso di lui, mentre Hic si avvicinava confuso.
-         si può sapere che stai facendo?- chiese Hiccup.
Sdentato si alzò sulle quattro zampe ed indicò con la testa un punto di fronte a loro. Hic iniziò ad accarezzare il collo dell’amico con fare preoccupato.
-         Sdentato non c’è nessuno lì.- disse. Sdentato allora iniziò a ruggire ed a muguluare come se gli dicesse che invece si sbagliava, che c’era veramente qualcuno.
-         Ehm.. Hic, va tutto bene?- chiese Stoick che aveva osservato la scena confuso. Hic sbuffò.
-         Oh, è tutto il giorno che si comporta come se ci fosse qualcuno che ci segue, ma non c’è nessuno! Ammetto che un po’ mi sta preoccupando..- disse il ragazzo guardando l’amico drago con preoccupazione, mentre questo continuava a spostare lo sguardo da Hic alla creatura invisibile davanti a loro.
-         Chi lo sa, magari è Jack Frost!- disse per scherzare l’Immenso tornando ad abbuffarsi.
-         Chi?- chiese Hiccup.
-         Come, non lo sai?- domandò Stoick con la bocca piena. Ingoiò il boccone e continuò il discorso – è l’ultima uscita di Skaracchio! Ne parla da quando è tornato dalla Norvegia. Dice che è lo spirito del gelo e che è lui a portare le tormente di neve e le bufere...- spiegò il padre alzando gli occhi al cielo –Bah... per me i fumi del suo Ruba Ossa gli hanno confuso un po’ le idee...- disse l’Immenso ridendo.
-         Sarà...però dicevi lo stesso riguardo alla leggenda del drago Ruba Ossa, ed ora guarda chi è il suo drago da compagnia?- disse Hiccup non escludendo del tutto quella stramba ipotesi.
-         Hai ragione... però andiamo Hic! Lo spirito del gelo? Come se fosse possibile che esista  un omino invisibile, con un bastone che governa i venti e il ghiaccio! Finché si tratta di Draghi ok, ma di spiriti del gelo... – disse Stoick scettico bevendo un sorso di birra dall’enorme boccale.
Hiccup si voltò nuovamente verso il drago per poi guardare il punto dove esso stava guardando... Rimase un momento a fissare il vuoto... Lo spirito del gelo che perseguitava il suo drago?
Alla fine scosse il capo e disse – sì... hai ragione papà...- e tornò a mangiare, mentre Sdentato alzò gli occhi la cielo e tornò sdraiato a mangiare i suoi deliziosi pesci...
  
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