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Autore: Artemis Black    12/02/2013    2 recensioni
[SERIE FURIA ROSSA][SEGUITO DI EACH WORD GET LOST IN THE ECHO]
“Basta con questa farsa.” Dissi stanca. I miei occhi cambiarono colore e la donna si spaventò tanto che mi puntò l’arma contro. Con una sfera d’energia bloccai una pallottola che mi aveva sparato e con una sfera di fuoco gli tolsi l’arma dalle mani. Solo che l’arma colpì l’agente ad un polpaccio e la mia sfera si schiantò sulla parete piena di liquori e alcool. La donna corse via dal locale gridando, mentre io sbuffai.
“Ci mancava anche questa.” Dissi. Presi al volo l’agente e lo portai fuori dal negozio prima che si incendiasse del tutto. Era una struttura vecchia e marcia, con una fiammella di fuoco cedette ed esplose.
Atterrai con i piedi sul cofano dell’altro agente che mi guardò sorpreso. Lasciai il suo compare sopra l’auto e gli puntai un dito.
“Dì a Fury che mi deve lasciare in pace.” Gli ringhiai contro.
Nel frattempo il locale alle mie spalle era una pira di fuoco e fumo nero.
(dal primo capitolo)
ALICE E' TORNATA... PIU' INCAZZATA CHE MAI ED E' PRONTA A DARE LA VITA PER SALVARE LOKI.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Loki, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Furia Rossa'
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Chapter 6: Black Dragon.


“Alice!” tuonò il potente dio del fulmine.
“Per tutti i bulbi oculari…” Clint rimase impietrito di fronte alla figura di quell’animale così disumano.
Era alto quanto un palazzo di tre piani, robusto e le ali erano possenti ed enormi. Le scaglie nere come la pece ricoprivano il dorso e le zampe, mentre il ventre era di un colore più chiaro come la nebbia mattutina. Artigli forti e ricurvi erano posti alla fine delle sue zampe e delle corna spaventosamente lunghe ed affusolate si estendevano sopra la sua testa lunga e robusta. Le fauci spalancate mostravano i denti acuminati e taglienti, mentre dalle narici fuoriusciva del fumo. Gli occhi erano la parte più terrificante: due rubini rosso fuoco completavano la sua figura dannatamente bella.
Clint scosse la testa e cercò di rimanere lucido, mentre con lo sguardo cercava Alice. La trovò ai piedi del drago, mentre tentava di rialzarsi. I vestiti erano bruciati e la sua pelle era annerita dal fumo.
“Alice, non ti muovere!” gli urlò.
 
Sbattei più volte gli occhi e mi resi conto che Thor e Clint mi avevano trovata.
“State indietro!” gli urlai. Il fuoco non mi aveva ferito ovviamente, ma se il drago avesse attaccato loro, sarebbero potuti morire.
Alzai la testa e mi ritrovai il muso del drago a pochi palmi dal naso. Mi ruggì contro e tentò di schiacciarmi con una zampa. Scartai velocemente di lato ed evitai il colpo. Poi mi rialzai in piedi e in un secondo creai una sfera di energia e fuoco, gliela scagliai dritta sul muso. L’animale indietreggiò, poi tornò all’attacco.
“Un aiuto sarebbe comunque ben accetto!” urlai ai quei due che mi guardavano imbambolati.
Clint afferrò una freccia dalla faretra e studiò il corpo del drago per trovare il punto debole.
Thor Sollevò in alto il martello e lo caricò con la forza dei fulmini.
“Dritto al petto, Thor!” gli urlai, mentre schivavo un colpo.
Ma malauguratamente non vidi l’ala del drago, che mi batté in pieno e mi fece sbattere contro una parete rocciosa. Sentii un rivolo di sangue scendermi dalle tempie e bagnarmi le labbra, con quel suo sapore metallico. La testa mi doleva parecchio, ma decisi di ignorarla e mi alzai, con il risultato che caddi in avanti. Sentii la voce di Clint gridarmi qualcosa, ma non riuscii a capire nulla.
“Tenetelo occupato!” gli dissi con fatica.
Le mie energie erano al minimo e la botta alla testa non aiutava molto.
Un dragopensai, assurdo.
Sapevo a chi chiedere soccorso, anche se con riluttanza avrei voluto evitare.
-Ti serve il mio aiuto.- disse la Furia. Apparve al mio fianco, accarezzandomi la schiena e spostandomi i capelli dalle tempie.
“E sia…” dissi con un filo di voce. Era l’ora di liberare la mia bestia interiore.
Le sue dita accarezzarono la mia colonna vertebrale, instillando energia pura nel mio corpo già scosso da brividi di adrenalina. Inarcai la schiena e affondai le unghie nella terra. La mia mente fu azzerata da qualsiasi pensiero superfluo, l’unica cosa che contava adesso era la sopravvivenza.
Sentii il ruggito del drago e localizzai la sua posizione anche ad occhi chiusi. Mi alzai in piedi e mi preparai a combattere. Nei miei occhi ardeva il suo stesso fuoco, forse anche più potente perché quando li aprii, l’animale indietreggiò quasi spaventato. Ma il suo orgoglio gli fece gonfiare il petto, per poi dirigersi verso di me e spalancare le sue fauci.
Il calore mi investii, ma non mi fece alcun male: la bolla d’energia mi proteggeva da qualsiasi cosa e quando il drago ritrasse la mascella, gli scagliai una raffica di sfere d’energia.
Quello si ritrasse più volte, ringhiando e ruggendo.
Mi serviva un’arma per finirlo e sapevo dove trovarla. Pensai intensamente a ciò che dovevo prendere e riuscii per un attimo a fare breccia nelle barriere difensive sorrette dalla Furia.
Schivai alcuni colpi e strisciai sotto la pancia dell’animale. Vidi Vaken a poco distanza da me: si era rifugiato nella foresta ed era salito su di un albero.
“For sverdet!” urlai a Vaken. Quellotese le orecchie verso di me e poi sparì dall’albero. Nel frattempo sferravo colpi di fuoco alla pancia del drago, mentre Clint lo colpiva al collo con le frecce e Thor lo tempestava di martellate sul petto e sulle ali.
Mentre stavo schivando una zampa del mostro, vidi Vaken con in bocca una fodera nera lucida. La poggiò a terra, poi spaventato scappò via.
Con una capriola arrivai vicino alla fodera e la presi al volo. Sguainai la spada che c’era dentro, poi con un salto arrivai alla spalla del drago, infilzandolo per aiutarmi a salirgli in groppa.
I suoi lamenti riecheggiarono tutt’intorno a noi, facendo spaventare gli uccelli  che volarono via in massa dagli alberi.
“Clint!” ringhiai.
Il falco era sparito dalla mia vista e non riuscivo a localizzarlo: mi serviva il suo aiuto.
Qualcosa piombò alle mie spalle, sulla schiena del drago. Mi girai di scatto e lo vidi, con quella sua espressione perennemente seria.
“Mi hai chiamato?” disse sbuffando. Mi porse un mantello per coprirmi, visto che i miei vestiti erano stati quasi bruciati del tutto.
Il drago sotto di noi continuava a muoversi e a ringhiarci contro, mentre Thor lo teneva occupato.
“Devi trafiggerlo in quel punto: la dove le scaglie finiscono e inizia la pelle dura. Fallo quando lo dico io!” gli dissi con fatica.
La Furia non amava essere interrotta durante il suo turno nel mio corpo.
Persi l’equilibrio a causa di un movimento burrascoso dell’animale e caddi su una delle sue ali. Il drago mosse l’arto e cominciò a dibattersi per togliersi di mezzo gli intrusi sul suo corpo. Riuscii a scivolare via, rovinando a terra di schiena.
Il fiato mi mancò per un attimo e la schiena mi sembrò spezzarsi in due. Ma il drago stava per attaccarmi e se non fosse stato per Thor che mi prese appena in tempo, ci sarei rimasta secca.
“Tutto ok?” mi chiese.
Non risposi, mi alzai in piedi e scattai verso il drago, dimenticando il dolore che pervadeva il mio corpo.
Mi stagliai davanti al suo muso e cominciai a scagliargli contro valanghe di sfere di fuoco. Poiché il mio corpo cominciava a cedere, i colpi erano veramente deboli.
Quando il Drago ormai quasi privo di forze, si lanciò a bocca aperta su di me, attivai lo scudo d’energia. Gli bloccai la mandibola e puntai i piedi a terra per contrastare la sua forza.
Il drago spingeva con il corpo e tentava di serrare la bocca, senza riuscirci però.
“Ora!” urlai a Clint.
“Ora!” continuai.
Lo scudo si incrinò terribilmente: cominciava a spaccarsi. Se Clint non fosse intervenuto, io sarei stata inghiottita dalle fauci del mostro.
“Clint!” urlai a squarciagola.
L’urlò disperato del drago mi colpì in pieno e fece sbriciolare lo scudo.
I suoi denti erano a pochi centimetri da me, quando una figura possente mi trascinò via e il drago chiuse la bocca nell’aria. Un ultimo sbuffo dalle narici, poi la carcassa cadde al suolo.
Sbattei gli occhi più volte e riconobbi lo sguardo sollevato di Thor.
Poi le forze mi abbandonarono e tutto intorno a me divenne buio.
 
Il verde vestito che avevo indosso, era leggero e la brezza estiva lo faceva sventolare intorno a me come un velo.
I miei capelli erano raccolti in una morbida treccia e le mie mani stringevano forte l’elsa di una spada: la lama era nera come la notte, lunga ed affilata con su incise alcune rune, mentre l’elsa era affusolata e maneggevole. La guardia era lavorata a mano e rappresentava un serpente alato, inoltre era dello stesso colore della lama: nera come il carbone estratto dalla più remota miniera.
“Ti servirà.” Mi disse una voce esterna: era Odino.
“Perché?” chiesi.
“Non ti è dato sapere, Alice.” Continuò.
“Va bene sire.” Risposi intimorita.
“Maneggiala con cura: è una delle sacre spade che tengo custodite nell’armeria.” Disse “e vorrei poterla rimettere al suo posto un giorno.”
“La riporterò indietro intatta, mio re.” Risposi.
La feci mulinare in aria e provai qualche affondo. Poi la portai davanti a me, la lama rivolta alla mia fronte e l’impugnatura all’altezza del ventre.
“Salva mio figlio e riportalo a casa.” Disse con eco.
“Sarà fatto.” Risposi.
 
Aprii a fatica gli occhi e mi accorsi che era notte fonda, poiché le stelle brillavano alte in cielo.
Provai a guardarmi intorno, ma il mio corpo era un fascio di dolori.
“Ehi, ehi! Calma… devi rimanere sdraiata.” Mi disse Clint, poggiandomi una mano sulla spalla.
“La spada.” Sussurrai.
Lui si alzò e girò intorno al fuoco dove Thor stava arrostendo due lepri.
“Ben svegliata!” mi disse con un sorriso il dio del tuono.
Poggiai con forza i gomiti a terra e mi sollevai, cercando di ignorare il dolore alla schiena e alle braccia. Riuscii a mettermi seduta e solo allora notai i lividi che ricoprivano il mio corpo: erano per lo più violacei, ma molti erano già in via di guarigione.
“Dovevi rimanere sdraiata…” disse sbuffando Clint.
Mi posò la fodera sulle gambe. Sguainai la spada e ammirai la sua lucentezza: gli occhi del serpente sull’elsa erano verdi smeraldo e brillavano più che mai.
“L’hai pulita…” constatai, guardando la lama.
“Oltre all’arco so maneggiare diverse armi bianche per tua fortuna.” Mi rispose lui con un ghigno.
La riposi nella custodia e la poggiai accanto a me.
“Per quanto tempo sono rimasta svenuta?” chiesi.
“Per due giorni ed ora che tu metta qualcosa sotto i denti.” Disse Thor porgendomi una ciotola con del brodo.
La bevvi tutta d’un sorso per quanto ero affamata. Quando alzai gli occhi dalla ciotola, vidi che il braccio destro di Thor era segnato da un profondo taglio. Gli presi con delicatezza a mano e studiai la ferita.
“Non è niente, sto bene.” Disse ritraendosi.
“No, devi disinfettarla e curarla.” Dissi. Cercai di mettermi in piedi, ma le gambe erano quelle messe peggio e non riposero ai miei comandi. Fortuna che Clint mi prese per un braccio, prima che cadessi a terra.
Clint mi prese la borsa che era su Arrow e me la porse. Rovistai in cerca delle erbe mediche che mi ero portata dietro: le trovai, avvolte in un panno.
“Thor, siediti.” Gli dissi.
“Ma non c’è bisogno...” non finì la frase che si sedette accanto a me, dopo che lo ebbi fulminato con gli occhi.
Gli medicai la ferita e la fasciai con delle bende.
“Tu stai bene?” chiesi a Clint.
“Si. Ma ora riposa, che quella conciata male sei tu.” Mi disse ridendo.
Non potevo usare la mia energia curativa su di me perché ero troppo debole e non potevo neanche utilizzare qualche incantesimo. Così mi accovacciai a terra e mi coprii con un telo caldo.
L’indomani mattina già mi sentivo meglio.
Mi alzai in piedi, anche se la schiena faceva i capricci. Preparai la colazione mentre gli altri due ancora dormivano.
Vaken si accoccolò affianco a me, mentre cuocevo delle uova che mi ero portata dietro.
Poi ad un certo punto, lo vidi alzare le orecchie e tendere i sensi: era in allerta.
“Che succede?” gli chiesi preoccupata.
Mi guardai intorno e scrutai tra i cespugli e gli alberi che mi circondavano. Vidi una figura esile nascondersi dietro un tronco d’albero. Poi un’altra e un’altra ancora.
E quando scattai in piedi mi ritrovai circondata da uomini incappucciati con arco e freccia, pronti a colpirmi.
“Thor… Clint…” li svegliai, mentre alzavo lentamente le mani in segno di resa.
Quei due si alzarono, con le mani dietro la nuca, mentre vedevo la frustrazione e l’impotenza nei loro volti.
“Che volete?” gli urlò Thor.
Nessuno gli rispose. Poi uno degli incappucciati si rivolse a me, puntandomi un pugnale al petto.
“Sei stata tu a uccidere il drago?” mi chiese.
Eravamo nei guai.

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Buongiorno!
Quando aggiorno dopo mesi e quando dopo un giorno xD
Per la vostra gioia (almeno spero) eccovi un altro capitolo scritto in neanche un giorno! Esatto, la storia sta prendendo vita e nella mia testolina ho già tutto chiaro e pianificato.
Qualcuno pensava che il mostro fosse un drago: esatto, complimenti! (non ci voleva per capirlo xD)
Spero vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione (che mi farebbe comodo, per sapere come sto andando :S)

Ringrazio immensamente le persone che hanno messo la storia tra le categorie: Aletheia229 natalie_80 Nemesis_Kali Skylar87 SweetSmile cullen96 veronika87 _Lucrezia97_ alicetta96  Eruanne fan_harry_potter_twilight Flam92 Lady of the sea Mayaserana Soraya Ghilen yuuki_love :D
E vi lascio il link della mia pagina fb, per qualsiasi cosa Artemis Black efp

P.S: questo è il drago (immaginatelo nero e grigio però) http://gaius31duke.deviantart.com/art/Smaug-destroys-Esgaroth-163220691
A presto, 
Artemis Black
  
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