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Autore: AnnieLeto22    12/02/2013    1 recensioni
La nostra Annie, per inseguire il suo sogno di attrice, si trasferisce a Los Angeles con la sorellina Sophie, amante di una band, i 30 Seconds to Mars, che Annie non conosce. Ma quando sua sorella la convincerà ad andare un giorno in montagna a sciare, un incontro cambierà la sua vita....Prima in peggio, ma poi decisamente in meglio ;D ... Ricco di colpi di scena, alternanza di momenti felici e tristi, vi consiglio di leggerla ;) Spero vi piaccia!!! :D
Queste sono alcune frasi che ritroverete nella mia prima FF che abbia mai scritto.
*- Però ricorda…Segui i tuoi sogni, non importa cosa, puoi fare tutto se lo vuoi. Buona fortuna Annie -
*…Quando si voltò, il mio cuore saltò un battito. Era lui. Era proprio lui.
*- Scusate, mia sorella Sophie è una vostra grandissima fan e…-
- Echelon, non fan…Siamo una famiglia -
*- Ecco, Annie, io ti ho invitato a ballare ma devo ammettere che…sono una frana -
- Non importa, lascia che la musica ti guidi -
*- Quando vi ho ascoltato…Ho provato delle emozioni forti…Non so come spiegartelo…-
- Così? - e appoggiò le sue morbide labbra sulle mie.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CHAPTER 29 – UNA VISITA TUTTA ALL’ITALIANA

 

Mi svegliai verso le tre del pomeriggio. Sophie era sulla sedia affianco al lettino. Aprii la bocca per chiederle se era rimasta lì tutta il tempo, ma quando non ne uscì che un sibilo leggero mi ricordai con orrore cosa mi era successo.
-Ehi, sorellona! Come ti senti? – mi chiese lei. Adesso sembrava decisamente più calma rispetto a quella mattina. Mi passò un foglio da una pila sul comodino lì vicino.
“Un po’ meglio…E tu, stellina?”
-Io…Sto bene… - disse, poi parve rattristarsi improvvisamente e fissò il muro di fronte a lei.
“Lo so, Sophie, non è facile. Ma voi dovete essere i primi a essere forti”
-Ci proverò…E’ che mi dispiace per te…Hai molte costole rotte e hai perso la voce… -
“Ce la farò, stellina”
-Hai intenzione di fare l’intervento? -
“Non lo so…Ci penserò”
Tra di noi calò il silenzio per qualche secondo. Alla fine le feci cenno di passarmi un altro foglio e le scrissi:
“Comunque grazie di starmi vicina, ti voglio bene”
-Di niente…Però per tutta la notte scorsa c’è stato qualcun altro al posto mio –
Mi si strinse la gola.

Jared.
“E’ stato qui tutto il tempo?”
Mentre Sophie leggeva il messaggio, non sapevo se volessi che la sua risposta fosse affermativa o no.
-Sì - disse - E’ rimasto a guardarti fino a notte fonda, poi ci ha convinti a tornare a casa e lui ha dormito qui –
Abbozzò un sorriso.
Non scrissi più niente sul foglio per un po’. Il fatto era che Jared mi mancava moltissimo…Ma mi aveva tradita. Non l’avrei mai potuto perdonare per quello che aveva fatto, o almeno per ora.
-Ti vuole tanto bene, Annie…E si sente tremendamente in colpa –
“Vi ha raccontato tutto?”
Lei annuì lentamente.
Guardai verso la finestra e fissai i piccoli corpuscoli di luce che entravano dalle persiane semichiuse.
-Vuoi che ti apra le finestre? –
Scossi la testa. Preferivo rimanere nella semioscurità che guardare fuori. Los Angeles, quella città che forse non mi avrebbe più offerto la possibilità di realizzare il mio sogno.
Mi venne ancora in mente Jared. Perché non voleva andarsene dalla mia testa?!
“Dov’è ora Jared?”
Sophie si morse il labbro, dubbiosa.
-Non lo sappiamo – disse infine – Quando siamo tornati all’ospedale stamattina, lui era di fianco a te, con la mano sul tuo letto e ti osservava preoccupato mentre dormivi…Poi all’improvviso si è alzato, come se avesse preso una decisione, e ci ha informati che sarebbe tornato a casa. A Shannon il suo comportamento sembrava strano, quindi l’ha seguito e l’ha visto fare i bagagli. Ha provato a farlo ragionare, ma Jared, lo sai, è testardo, e non c’è stato nulla da fare. E’ partito, non sappiamo dove sia andato… -
Rimasi in silenzio, non seppi cosa pensare. Si era offeso per la mia brusca reazione e non voleva più vedermi? O forse si sentiva in colpa e se ne era andato per riflettere un po’? Quando sarebbe ritornato? Se fosse ritornato…
Avevo bisogno di vederlo, ma nello stesso tempo ero ferita. Tuttavia l’unica cosa di cui ero completamente certa era che dovevo andare da lui, sempre se non fosse tornato prima, per chiarire tutto. Il problema era che ero bloccata in quel letto d’ospedale, se provavo a muovermi i miei muscoli mi lanciavano fitte terribili. Avrei dovuto avere tanta pazienza e aspettare di guarire.

 
Passarono i giorni, lenti, lunghi, monotoni, noiosi. Il dottore veniva più volte al giorno per controllarmi e darmi farmaci e ricevevo visite di Sophie, Shan, Tomo e Vicki quasi tutte le mattine o pomeriggi. Mia sorella dormiva a casa dei Milicevic per non restare da sola e loro la accompagnavano a scuola, poi da me; inoltre mi portavano libri e riviste per passare il tempo. Nonostante tutto ciò, le giornate mi sembravano non passare mai e sentivo la mancanza di Jared sempre più, decisi però di non dirlo a nessuno.
Una domenica mattina mi capitò di controllare il cellulare e vidi che mi aveva chiamato Roxy, la mia migliore amica. Probabilmente non avevo sentito la suoneria perché stavo dormendo. Stavo per inviarle un messaggio quando Sophie entrò nella stanza con un gran sorriso sul volto.
-Annie, qualcuno sta per farti una sorpresa – mi annunciò.
“Chi?”
-Se te lo dico che sorpresa è?! – ribatté. – Arriveranno stasera! – gridò poi piena di gioia.
“Dai, dimmi di chi stai parlando, lo sai che sono curiosa!”
-No, è un segreto! – esclamò e saltellò fuori dalla stanza, entusiasta.
Mandai un messaggio a Roxy. Ricordai di non averla ancora informata della mia situazione, ma decisi di chiederle semplicemente se stesse bene. Mi rispose poco dopo: “Ehi Annie! Sì, sto bene grazie, sono qui sul divano a leggere un libro, tu che fai? Come sta andando?”
Meno male che non mi aveva chiesto niente riguardo a Jared. Gliene avevo parlato quando io e lui ci eravamo ufficialmente fidanzati, sembravano essere successe così tante cose da allora…
Le scrissi un semplice “Qui nessuna novità, ti farò sapere se verrò presa a qualche provino. Mi manchi tanto!” per non farla preoccupare, tanto non avrebbe potuto fare niente da Milano.
Infine attesi con ansia quella sera.

 

Stavo leggendo un libro quando sentii delle voci nel corridoio adiacente alla mia stanza.
-Oh, finalmente ci conosciamo! - esclamò Tomo - Piacere, Tomo Milicevic –
- E io Vicki Bosanko – aggiunse sua moglie.
- Piacere, Roxy. Lui è Marco, il mio ragazzo. Annie ci ha parlato molto di voi nelle e-mail – disse una voce familiare.
Roxy?! Era davvero qui a Los Angeles? Mentre ci pensavo, convinta di aver sentito male, lei entrò nella stanza, bella come sempre, i capelli castani, mossi ma in ordine, un giubbotto di pelle e un jeans casual. Teneva la mano al suo fidanzato, Marco, capelli e occhi scuri, un viso da bravo ragazzo.
-Annie!!! – esclamò la mia amica, lasciandosi sfuggire un gridolino quando mi vide. Sembrava felice di vedermi, ma nello stesso tempo capivo che era molto preoccupata per me.
Volevo dirle e chiederle tante di quelle cose, però non potevo, mi serviva per forza un foglio e una penna. Mi lasciai sfuggire una lacrima, un po’ per questo fatto un po’ per la felicità nel vederla dopo circa quattro mesi.
Lei mi venne ad abbracciare, attenta a non farmi male, e mormorò: - Sophie mi ha raccontato tutto, non sforzarti, ok? – e passandomi i miei nuovi compagni con i quali riuscivo a comunicare, aggiunse: - Mi dispiace così tanto, tesoro –
“Non ti preoccupare, resisterò. Ma che ci fai qui?”
-Ecco, ti ho provato a chiamare e non rispondevi, così ho chiamato Sophie e mi ha raccontato ogni cosa… - I suoi occhi diventarono lucidi ma si trattenne. – Così siamo venuti, volevamo farti una sorpresa venendo qui a Los Angeles fra qualche giorno e farci anche una piccola vacanza, però abbiamo anticipato e abbiamo preso il primo volo –
“Non so come ringraziarvi, siete stati gentilissimi. Ma quindi non eri sul tuo divano a leggere un libro…Mi hai detto una bugia –
-A fin di bene però. Sappiamo che ami le sorprese –
Sorridemmo entrambe.
-Anche tu non ci avevi raccontato niente di quello che era successo! – continuò lei.
“L’ho fatto per non farvi preoccupare...Cosa avreste potuto fare a 12000 km di distanza?”
-Saremmo venuti lo stesso –
“Grazie, sorellina…Era da tanto che non ti chiamavo così!...Quanto avete intenzione di rimanere qui a Los Angeles?”
-Pensavamo un paio di settimane –
“Magari faccio in tempo a riprendermi, guarire dalle fratture intendo”
-Ne siamo sicuri, vero Marco? –
-Certo!! – rispose lui. – Ti rimetterai in fretta e organizzeremo una bella festa –
-Proprio come desideri tu! – concluse Roxy sorridendo.
E fortunatamente, aveva ragione.

 

  
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