Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: _fix    12/02/2013    9 recensioni
Emma sbattè la porta di casa furiosamente e puntò un dito contro il petto di Zayn,ancora rosso in viso.
«Perchè lo hai fatto?» Era visibilmente fuori di sè in quel momento,e niente e nessuno l’avrebbe fermata.
«Non sono affari tuoi!» sbottò il moro. Emma sbarrò gli occhi e gli diede uno schiaffo. Le lacrime partirono incontrollate,iniziando a rigare le guancie.
«Io ti odio Zayn Malik. Ti odio per ogni cosa che fai. Ti odio per avermi rovinato questa serata. Ti odio perchè sei entrato nella mia vita senza preavviso. Ti odio perchè riesci a trafiggermi ogni volta che incateni il tuo sguardo al mio. Ti odio perchè mi fai sentire debole. Perchè mi fai sentire uno schifo. Ma soprattutto ti odio perchè dal primo giorno che ci siamo incontrati hai capito tutto. Ti odio perchè sono innamorata di te»
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



XXVI
 

Gli occhi di Emma si aprirono lentamente,mettendo pian piano a fuoco ciò che la circondava. La sua mente cercava di vagare attraverso i ricordi,tentando di riportare a galla il resto della serata precedente dopo il sesto mojito. Aveva rischiato seriamente di svenire in mezzo alla pista quando Jacob si era presentato con l'alcolico tra le mani. Ricordava solo di aver ballato con qualche persona conosciuta sul posto o completamente estranea,presa dalla mischia sudata e accaldata che componeva il pubblico di quella festa.
Poi .. nero totale. Non riusciva a mettere insieme i pezzi,né a formare un ricordo preciso. La testa le pulsava insistentemente ancora adesso che cercava di tenerla insieme con la pressione delle mani sulle tempie.
Era completamente distrutta. Aveva spesso sentito parlare dei postumi della sbornia,non riuscendo mai a capire quanto dolore potessero causare. E invece adesso,che li viveva in prima persona,non poteva far altro che ammettere che in effetti avevano ragione. Anzi,erano stati fin troppo cauti nel parlarne.
Sentiva la testa bollirle,scoppiarle per poi ricomporsi di nuovo. La gola secca e la lingua asciutta,come se non avesse più saliva a disposizione. Gli occhi le facevano un male assurdo e scontrarsi con la luce bianca che traspariva dalle tende cremisi,non era stata poi un'idea geniale.
Poi quasi come un lampo a ciel sereno,si rese conto che quella non era la sua stanza.
Del suo arrivo a New York ricordava tutto e sapeva bene che la sua suite non aveva quel colore di tende.
Quasi di scatto,si alzò dal letto,cadendo rovinosamente sul pavimento.
Non riusciva ancora a coordinare i comandi del cervello con il movimento delle braccia e delle gambe. Insomma,era una bambola di pezza spaesata in un posto che le faceva paura.
Aveva fatto qualcosa di sbagliato,se lo sentiva.
Il tonfo della caduta appena presa,aveva fatto svegliare l'altra figura che le dormiva accanto. Jacob,grattandosi platealmente l'ascella con fare disinvolto,senza quasi accusare nessun dolore o fastidio della sbornia,si era issato sulle ginocchia e piano si era messo in piedi.
L'aveva guardata e le aveva sorriso «Ciao tesoro»
La sua voce fu un tuffo al cuore. Sentì qualcosa sprofondare nel suo stomaco e cadere rovinosamente giù nella sua pancia,nel suo stomaco,aggrovigliandosi pericolosamente e strappandole  i polmoni,togliendole così la capacità di respirare.
Si sentiva distrutta al pensiero di aver passato la notte fuori casa. Di aver donato il suo corpo ad una persona che non potesse avere il suo cuore. Si sentiva stupida. Stupida .
Con gli occhi sbarrati,girò il viso,scontrandosi con il riflesso dello specchio a muro poco lontano. Il suo riflesso le faceva ribrezzo. Il suo corpo era nudo,coperto solo da una maglietta e un paio di slip. Ma nudo.
Non si sentiva Emma. Non riusciva a riprendere in mano la sua vita. Non la sentiva più sua adesso che concepiva ciò che aveva fatto.
Andare a letto con uno sconosciuto.
Jacob guardava la sua espressione stralunata,preoccupato. Si avvicinò,guadagnando uno sguardo vacuo e spento. Pieno di paura.
«Tutto bene?» chiese poi,sperando che l'espressione svanisse di colpo. Ma quando Emma si accorse che anche lui portava solo un paio di boxer,il suo cuore andò in frantumi.
Come se qualcuno l'avesse colpita nel profondo. Scoppiò in lacrime,scatenando un pianto isterico. Urlò talmente forte e a lungo,che temette di aver perso la voce per sempre.
Ma doveva rovinarsi. Ormai aveva rovinato tutto. Si faceva schifo.
Non si sarebbe mai perdonata.
Prese frettolosamente il vestito dal pavimento e senza guardare il ragazzo ancora preoccupato,sfrecciò fuori da quella stanza. Quella maledetta stanza.
 
 
 
«Emma sei un irresponsabile. Mi hai fatto penare stamattina. Ho chiamato la discoteca,sperando di non trovarti lì in condizioni penose. E mi hanno detto che non c'eri. Dove diavolo eri finita? Anzi sai cosa,non voglio nemmeno saperlo. Non uscire di casa stamattina o per te ci saranno duri provvedimenti,signorina. Intesi?»
Emma rispose flebilmente il suo ''si'' strozzato,con la poca forza rimasta e riagganciò tremolante. Si richiuse nuovamente nel suo pigiamone di lana,sperando che il respiro andasse via per sempre e che morisse fra quella morbidezza rosa.
Accese pigramente la radio,sperando che la musica potesse distrarla. Dopo tutto era quella sera sarebbe finito l'anno.
-Proprio in bellezza- pensò,chiudendo gli occhi e bloccando le lacrime fredde. La radio trasmetteva solo canzoni d'amore,così la spense con uno scatto della mano.
Si sentiva vuota. Inutile.
Aveva messo piede in quel continente sperando che potesse cambiare vita,abitudini e persone. Sperando che il suo cuore potesse trovare qualcun altro e dimenticare così Zayn.
Ma tutto ciò che era riuscita a fare era stata ubriacarsi e rovinare tutto.
Sentiva che la sua vita stava andando a rotoli con quella stupida vacanza. Sentiva i sensi di colpa mangiarle lo stomaco,la pancia e gli organi,fino al suo cuore già martoriato.
Non aveva più lacrime da versare. Parole da urlare. Pensieri da formulare.
Era vuota. Inutile.
Il telefonò squillò,facendola sobbalzare violentemente. Non aveva voglia di parlare con nessuno. Tantomeno di sentire la sua voce biascicare qualcosa di incomprensibile e riagganciare.
E soprattutto le lamentele più che giuste di suo padre,che l'aveva vista rientrare ad un orario indecente quella mattina.
Ma il rumore era troppo fastidioso per essere ignorato. Si portò pigramente verso il cordless,afferrandolo e portandolo all'orecchio.
«Pronto?»
«Emma,sono Ed.»
Una voce. Casa.
«Zayn è tornato a Bradford»





Yeah!
i'm back. sembrerà strano ma sono tornata.
e sono anche di poche parole oggi.
quindi preparate gli ombrelli che verrà a piovere. sono super stanca,ho scritto un capitolo misero ma era da troppo che non pubblicavo.
quindi eccovi il colpo di scena che spiegherò nel prossimo capitolo.
Emma ha fatto un pò la badgirl a new york.. :P
in ogni caso,spero che vi farete sentire con le recensioni anche se vi lascio questa merdina qui :S
Ringrazio tutte le ragazze che lo hanno fatto nello scorso capitolo ( undici recensioni,vi amo! ) e mi scuso con le lettrici di '' Maybe i'll be drunk again''.
Sono a corto di tempo e spazio per scrivere. E anche di idee.
perdonatemi!
un bacio enorme :*

 

   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: _fix