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Autore: Mystique    01/09/2007    10 recensioni
"25 Dicembre. E' Natale. Sono passati esattamente 6 mesi da quel terribile giorno, ed io non l'ho ancora superato... Sono sola, sola col mio dolore. Ed è solo colpa mia, di Sharpay Evans. Questo è ciò che è successo quando ho dato troppa importanza al teatro, e quando il mio orgoglio mi ha impedito di ammettere i miei errori e perdonare..." Ciao a tutti! questa è la mia prima fan-fiction...La dedico a Titty90, Herm90 e _Pinkgirl_, che scrivono benissimo e mi fanno sognare! siete i miei idoli, ragazze!!! ...lasciate tanti commenti, accetto soprattutto le critiche!!! Bacioni a tutti
Genere: Malinconico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sharpay Evans, Zeke Baylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HURT

HURT

Ferita

 

Testo canzone

Pensieri di Sharpay

Ricordi di Sharpay

 

 

 

Seems like it was yesterday

when I saw your face

You told me how proud you were

but I walked away

If only I knew

what I know today

 

E pensare che sembra ieri, quando ho visto il tuo viso, il tuo meraviglioso sorriso. Quell’ultima volta, prima che... no, non riesco neanche a dirlo, a pensarlo. E dire che sono passati già 6 mesi... Non ce la faccio. Non riesco ad andare avanti, a superare questa situazione senza via d’uscita, a dimenticare. Ogni notte, ogni singola notte sogno di quel giorno, quel terribile giorno in cui ho rovinato tutto, in cui la mia vita è andata in pezzi... Il 25 Agosto.

 

Era il “gran giorno”: il debutto nel mio primo musical a Broadway. Proprio così, dopo tanta fatica e tanto lavoro, ho realizzato il mio sogno di recitare lì, dove si diventa famosi. Ma quel giorno, che doveva essere il più bello della mia vita, non andò come speravo.

La mattina litigai con te: non ti piaceva che io recitassi, lo trovavi inutile e ridicolo. Certo... come potevi tu, campione del basket, capire quanto fosse importante per me ciò che a te non sembrava altro che uno stupido “passatempo”?

 

- PERCHÉ, PERCHÉ NON RIESCI A CAPIRE, ZEKE? OGGI È IL MIO GRANDE GIORNO! PERCHÉ NON PUOI ESSERE FELICE PER ME, PER UNA VOLTA? -

- Sharpay, io sono felice per te, e non sai quanto... Ma... -

- “MA” COSA? PERCHÉ DEVE ESSERCI UN MA? ... La sai una cosa? Io speravo con tutto il mio cuore che tu oggi mi avresti appoggiata, e mi saresti venuta a vedere, ma ho capito che è inutile anche solo chiedertelo, ormai... Mi hai delusa, Zeke... -

- Sharpay, aspetta... IO TI AMO! -

- Se mi ami, dovresti capirmi... -

 

E con quest’ultima frase, me ne andai. Ti lasciai.

Rabbia, confusione, tristezza, paura, dubbio, riempivano la mia mente.

Ma non potevo lasciarmi distrarre. Così, quella sera, recitai con tutta me stessa, meglio di come avessi mai fatto, cercando di no pensare a te... Anche se speravo con tutto il mio cuore che tu fossi lì, fra il pubblico, ad applaudirmi.

Fu alla fine dello spettacolo che ti vidi. Eri venuto dietro le quinte, avevi un mazzo di rose bianche in mano. I miei fiori preferiti... E sorridevi, guardandomi mentre mi avvicinavo a te, senza sapere cosa dire.

Ero ancora arrabbiata. Anzi, furiosa...

Ricordo ancora perfettamente le tue parole:

- Sharpay, ti ho vista stasera e... Sono stato uno stupido, davvero, io non sapevo... Ora ho capito cosa significhi per te recitare...-

Mi guardasti negli occhi, con i tuoi occhi scuri e dolci. Poi, continuasti:

- Sono orgoglioso di te, Sharpay. -

Capii che volevi fare pace, rimettere tutto a posto. Sapevo che eri sincero. E io, io ero solo una stupida egoista, troppo orgogliosa per rendersi conto di sbagliare. Ancora furiosa, non ti perdonai. Anzi, feci qualcosa di peggio: ti delusi. Ti voltai le spalle, e, senza dire una parola, me ne andai.

Fu il più grosso errore della mia vita, e fu l’ultima volta che vidi il tuo sorriso. Se solo avessi saputo...

 

...Quella sera guidavi troppo veloce tornando a casa, Zeke...

 

Un’ora dopo. Una chiamata dall’ospedale. Ero così confusa che capii solo alcune parole di quelle che mi diceva l’infermiera al telefono: “Fidanzato... incidente d’auto... vuole vederti... pericolo di morte”.

Quelle ultime tre parole non si cancelleranno mai dai miei ricordi. Con quelle parole che rimbombavano nella mia testa come un triste presagio, un avvertimento del destino, corsi, come non avevo mai corso prima.

Arrivai all’ospedale, entrai nella tua stanza, mi sedetti accanto al tuo letto.

Guardai i tuoi occhi: chiusi. La tua camicia: bagnata dal sangue ancora fresco. Poi il tuo torace: fermo...

E allora capii. Era troppo tardi...

Scoppiai in lacrime all’istante: quelle gocce di dolore, di rabbia, di disperazione, bagnavano il mio viso annebbiandomi la vista e la mente. Roventi fiumi d’acqua sulle mie guance arrossate. Gli occhi gonfi e la mia bocca aperta in deboli singhiozzi, le mani tremanti. Mi appoggiai sul tuo forte petto, e, inghiottendo il groppo che avevo in gola, con la voce ancora rotta dai singhiozzi, riuscii solo a gridare:

- Zeke... mi dispiace io... IO TI AMO! -

Quelle parole mi tolsero il fiato, mi lacerarono la gola, e il cuore. Ma quelle parole sofferte, dette quando tutto era ormai finito, tu non avevi potuto udirle. Alzai lo sguardo sul tuo viso, sperando e illudendomi di leggervi un’espressione serena. Ma non fu così.

Eri morto con la convinzione che io non ti amassi più. E questo, questo non me lo perdonerò mai...

Disperatamente, con movimenti vani, inutili ma desiderati, dettati solo dal cuore, con le ultime forze rimaste, alzai la testa, posai delicatamente le mie labbra bagnate dalle lacrime, sulle tue, fredde e ormai prive di vita. Un ultimo, inutile, disperato bacio, che solo io ricorderò...

E ricominciai a piangere copiosamente, più di prima, sul tuo petto immobile e freddo. Restai tutta la notte così, senza dormire, continuando a versare tutte le lacrime che avevo in corpo, tremando, sussurrando debolmente il tuo nome fra i singhiozzi, come sperando che tu potessi rispondere.

Fu la notte peggiore della mia vita...

 

La mattina presto, arrivarono Troy, Chad, Gabriella e Taylor.

E quanto ti videro, quando CI videro, scoppiarono anche loro a piangere.

Vennero ad abbracciarmi, a sussurrarmi parole di conforto... Non provai nulla. Ero svuotata di qualsiasi emozione o sentimento, se non quel grande, immenso dolore che mi opprimeva e mi opprime ancora oggi.

Poi arrivarono gli infermieri, per portare via il tuo corpo, ma non riuscirono a farmi staccare da te. Ti stringevo con tutte le mie forze, farfugliando:

-No! Non... portatemi... via... Zeke! -

Furono Troy e Chad che, a malincuore, dovettero separarmi da te, mentre Gabry e Tay cercavano di farmi calmare con parole di conforto. Ma non udii nulla... Continuavo a singhiozzare piano, ero scossa dai brividi, tremavo da capo a piedi e mi girava la testa.

E, quando vidi la tua camicia bianca, macchiata dal sangue, ancora zuppa per le mie lacrime, non potei non ricominciare a piangere...

 

Le ore successive furono terribili. I miei quattro amici mi stettero sempre accanto, cercando di consolarmi, ma per me era come se non ci fossero.

Ero sola. Sola col mio dolore...

 

Il giorno dopo, il funerale. Al tuo funerale, Zeke, piansero tutti.

Piansero i tuoi familiari.

Piansero tutti i nostri ex-compagni di scuola, compresi i Wildcats, il Club delle Scienze e il Drama Club.

Piansero Troy e Chad, i tuoi migliori amici di sempre.

Piansero Taylor e Gabriella, sulle spalle dei loro ragazzi.

Già, loro avevano una spalla su cui piangere... ed io? Io non avevo più nessuno. Stavo in piedi, in disparte, piangendo silenziosamente. SOLA.

 

Dopo la tua morte, Zeke, nessuno è stato più lo stesso. Hai lasciato un grande vuoto nel cuore di ognuno di noi. Tu, un ragazzo semplice, simpatico, generoso, con la passione per il basket e per la cucina. Già, facevi dei dolci buonissimi... E pensare che la nostra storia insieme è cominciata quando mi hai regalato i tuoi biscotti con gocce di cioccolato...

 

A questo pensiero, per la prima volta dopo tanto tempo, sorrido. Fra le lacrime... E’ notte. E io piango per te ogni notte, Zeke.

 

I would hold you with my arms

I would take the pain away

Thank you for all you’ve done

Forgive all your mistakes

There’s nothing I wouldn’t do

to hear your voice again

Sometimes I wanna call you

but I know you won’t be there

 

E ogni notte, stringo forte il mio cuscino, proprio come vorrei stringere te. Vorrei abbracciarti, accarezzarti, baciarti. Ma non posso, e soffro terribilmente. E in questo momento vorrei solo trovare un modo per liberarmi di tutto questo dolore, che da 6 mesi non mi ha abbandonata per un secondo. Come si può vivere così? Lo giuro, non c’è niente che non farei per poter sentire di nuovo la tua voce... La tua voce calda e profonda, che sussurra la mio orecchioTi amo, Sharpay” , e che, dolce, si insinua nella mia testa. E invece, tutto ciò che posso fare è urlare il tuo nome fra i singhiozzi, chiamandoti, come sperando che così tu tornerai da me. Ma non succederà. Non tornerai mai più...

E ti ringrazio, Zeke, per tutto ciò che hai fatto per me: i sacrifici, le tue dolci parole, i tuoi abbracci, i tuoi baci, le rose bianche....

Anche se è tardi, perdono tutti i tuoi errori. Ormai non importa più...

 

I’m sorry for

blaming you,

for everything

I just couldn’t do

And I’ve hurt myself,

by hurting you

 

Tu non sai quanto mi dispiace, quanto mi faccia male averti biasimato, criticato, incolpato di non capirmi, quando in realtà eri l’unico a riuscirci davvero. Ma la cosa che mi dispiace di più, è averti voltato le spalle senza perdonarti, quella sera. É l’unica cosa che non riuscii a fare, per colpa del mio stupido orgoglio. Per questo ti ho ferito... E ferendo te, Zeke, ho ferito anche me stessa. La cicatrice che la tua morte ha lasciato in me non si rimarginerà mai.

 

Some days I feel broke inside,

but I won’t admit

Sometimes I just wanna hide,

cause it’s too I miss

And it’s so hard to say goodbye,

when it comes to this

 

C’è una cosa che devi sapere, Zeke: la tua morte mi ha sconvolta e cambiata profondamente. Sono tornata ad essere la Regina di Ghiaccio. So che tu non lo vorresti, ma io ero cambiata, aprendomi di più, soltanto per te, perché ti amavo. Ora che non ci sei più, è tutto inutile. Mi sono chiusa in me stessa, fingo di essere felice e spensierata, quando in realtà dentro sono devastata, distrutta, disperata. Quella che mostro agli altri, è solo una maschera di freddezza e di egoismo. Ma dietro quella maschera, si nasconde la vera Sharpay. Una Sharpay debole, fragile, triste. E sola. Se tu mi vedessi così... di certo non mi riconosceresti. Stento a riconoscermi persino io stessa... E anche i miei amici. Per fortuna però, con loro cerco di essere la Sharpay di sempre, per non farli preoccupare inutilmente per me, facendogli credere che ho dimenticato. So che questo è mentire, e specialmente con gli amici non si dovrebbe, ma lo faccio a fin di bene, e solo per loro... Perché sono gli affetti più cari che mi sono rimasti.

A lavoro, invece, sono proprio un’altra persona, Regina di Ghiaccio in tutto e per tutto. Sai, ho continuato a recitare... The show must go on, no? Lo spettacolo deve continuare. Ora, sono anche migliorata come attrice, perché recito, e fingo, e mento sulla mia felicità da 6 mesi ormai.

... No, questa non sono io. A volte mi chiedo: “Che fine ha fatto la grintosa, solare, determinata e testarda Sharpay?”. E allora, sai cosa mi rispondo? “E’ morta con Zeke”. Ed è così. So bene che dovrei farmi una nuova vita, una famiglia magari, come sicuramente vorresti tu, ma... non ce la faccio. Perché ricominciare significherebbe dirti addio. E, arrivati a questo punto, è troppo difficile... se non impossibile.

 

Would you tell me I was wrong?

Would you help me understand?

Are you looking down upon me?

Are you proud of who I am?

There’s nothing I wouldn’t do

to have just one more chance,

to look into your eyes

and see you lookin’ back

 

Fra le lacrime, riaffiora, prepotente, la rabbia.

Vorresti dirmi che ho sbagliato, che ho torto?

Vorresti forse aiutarmi a capire i miei errori?

Mi stai guardando dall’alto in basso, magari impietosito e compassionevole?

Sei orgoglioso di come sono ora, la Regina di Ghiaccio?

NO. La risposta a tutte queste domande, a tutti questi dubbi è no.

Non faresti niente del genere, perché... Perché tu mi ami. Ed è per questo, solo per questo che vorrei tanto un’altra chance, farei qualsiasi cosa per averla. Una chance per dirti - Ti amo Zeke, e ti ho perdonato... - per fartelo sapere, così da poter guardare nei tuoi occhi e vedere che ci ripensi, che ora, finalmente, puoi morire sereno.

Oh, Zeke, non sai quanto lo vorrei...

 

If I had just one more day

I would tell you how much that I’ve missed you

since you’ve been away

Oh, it’s dangerous,

it’s so out of line

to try to turn back time

 

Se avessi solo un altro giorno, o anche solo un’ora, un minuto, ti direi quanto mi sei mancato e quanto ho sofferto dal giorno in cui tu te ne sei andato via, via da me, abbandonandomi così a me stessa. Ma è pericoloso pensare queste cose. Perché se io davvero avessi la possibilità di rivivere quel momento in cui tu mi dicesti - Sono orgoglioso di te, Sharpay -, io... non credo che ce la farei.

E’ pericoloso, troppo pericoloso, cercare di far tornare indietro il tempo...

 

... And I’ve hurt myself

by hurting you...

 

Oggi sono passati esattamente 6 mesi da quel terribile giorno.

E’ Natale, ed io lo passo da sola. Da sola seduta sul mio letto, sorseggio una cioccolata, il mio sguardo si perde fuori dalla finestra... La neve scende bianca e pura, rendendo il paesaggio bianco nonostante il buio della notte. E’ raro che nevichi, qui ad Albuquerque. Ma tu, questo paesaggio così bello, che fa sognare e riflettere allo stesso tempo, non puoi vederlo...

 

Ti amo, Zeke. E mi manchi da morire.

É per questo che ti sto scrivendo, e cantando al vento, questa canzone.

Sai come l’ho intitolata?

Hurt. Ferita.

Perché ferendo te, Zeke, ho ferito anche me stessa...

Ferita...

 

 

 

 

 

 

Ho scritto questa fan-fiction in un momento di depressione (si vede, eh?), e ammetto che il mio intento era quello di far piangere, o anche solo commuovere, voi che leggete. Per me che scrivo, la parte più tragica e più “forte” è il flashback sulla morte di Zeke... ci ho messo tutta me stessa per farlo sembrare il più reale possibile. Avrei voluto rendere così anche le riflessioni di Sharpay, visto che, ora come ora, mi sembrano piatte e banali. Purtroppo, non ci sono riuscita... ammetto la mia colpa.

Forse, vi starete chiedendo come mai scrivo la mia prima fan-fiction sulla coppia Zeke/Sharpay (come chiamarla? Zekepay o Sharzeke? datemi un consiglio), beh, lo faccio perché questa coppia mi sembra molto poco presa in considerazione. Insomma, nella maggior parte delle ficcy Sharpay sta con Troy (coppia che personalmente non mi da alcun fastidio, ma non so immaginarla) o con un nuovo personaggio. Spero anche di spingervi, così, a scrivere di più di questa coppia, che a me, sinceramente, sembra perfetta.

Ah, quasi dimenticavo: la canzone è Hurt di Christina Aguilera, vi consiglio vivamente di metterla come sottofondo mentre leggete, io ci ho provato, e la storia rende molto di più così.

Sarei anche molto felice se mi lasciaste un commento, anche solo per farmi sapere che l’avete letta. Ovviamente, visto che sono una scrittrice 14enne alle prime armi, le critiche sono più che bene accette!

Le risposte ai commenti le scriverò nella mia nuova long-ficcy, che posterò in questi giorni e che si chiamerà “Tutto per una sola notte” (il titolo è provvisorio, ma sono quasi sicura che sarà così).

Spero tanto che la storia vi sia piaciuta, ora la smetto fare la chiacchierona e scrivere poemi, che sennò come minimo mi lanciate i pomodori attraverso lo schermo XD XD XD
Un bacione a tutti,

*AqUa PrInCeSs*

  
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