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Autore: Tersicore    07/08/2004    2 recensioni
Sabrina è una semplice ragazza che parte per una vacanza sbagliando aereo. E’ così che si trova ad essere testimone di un omicidio, con la conseguenza che tutto il suo semplice mondo verrà stravolto. In compagnia di un poliziotto Apache si troverà ad affrontare situazioni che non avrebbe mai immaginato e a dare atto ad una rocambolesca fuga per sfuggire a chi vuole eliminare uno scomodo testimone.
Genere: Avventura, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 10

 

Il tragitto fino alla casa del nonno di Chino non fu poi così lungo come Sabrina pensava ed in fondo la roulotte non era così scomoda come le era sembrato la sera prima. Chino le aveva detto che il nonno, John Dalton, preferiva farsi chiamare con il suo nome indiano ,Orso Furbo, come la maggior parte degli abitanti della riserva e che quindi lei, per rispetto, si sarebbe dovuta riferire a lui solo con quel nome.

La casa d’Orso Furbo non aveva nulla a che fare con la roulotte del nipote. Era situata al centro di un piccolo paesino ed era una casetta di legno. Un vero gioiello per gli occhi di Sabrina, che appena scesa dal furgone, rivolgendosi al compagno, commentò “Non è che potrei restare ad abitare con tuo nonno vero? Lui sarà pure un vecchio apache ma a prima vista mi sembra molto più evoluto di te!”

“Per caso hai qualcosa da ridire sulla mia roulotte? Devi sapere che nel suo genere è il meglio del meglio!” rispose sarcastico Chino, trascinandola per un braccio verso l’uscio.

Non fecero in tempo a bussare alla porta che questa si aprì di colpo e la ragazza si ritrovò sotto l’esame attento di Orso Furbo.

Questi era un uomo anziano che portava molto bene i suoi anni. Nonostante l’età avanzata era ancora dritto e piazzato come un giovanotto. Leggermente più basso del nipote, portava i capelli, oramai completamente bianchi, sciolti sulle spalle ed al suo lobo destro pendeva un orecchino simile all’amuleto che indossava il nipote al collo ma con l’aggiunta di due piccole piume. I suoi occhi, neri come il carbone, spiccavano fra le rughe che ricoprivano interamente il viso bruciato dal sole rendendolo molto espressivo e la sua bocca era stesa in una piega concentrata come per valutare la persona che aveva davanti.. Il vecchio rimase silenzioso e meditabondo ad osservare la ragazza per un tempo interminabile, tanto che lei cominciò a sospettare di avere qualche sbaffo sul viso.

Fortunatamente l’esame fu, con gran sollievo di Sabrina, interrotto improvvisamente da Chino che sbuffò “Allora nonno ci fai entrare o no? Qui fuori fa un caldo infernale”.

Orso Furbo finalmente si decise e scontandosi fece segno, con una mano, ai due nuovi arrivati di seguirlo all’interno.

La casetta era un misto di tradizione e modernità. Ai divani di pelle ed ai vari oggetti della tradizione indiana appesi al muro, si accostavano cose come un enorme televisore a schermo ultrapiatto corredato di dvd.

Il vecchio fece cenno ai due di accomodarsi sul divano, poi si eclissò in cucina. Quando ritornò appoggiò sul tavolino di fronte un vassoio con della limonata fresca e dei bicchieri pieni di ghiaccio. Si sedette sulla poltrona di fronte ai due e riprese imperturbabile l’esame della ragazza. Chino servì entrambi di un bel bicchiere di limonata poi esordì “Nonno, questa è Sabrina la ragazza di cui ti ho parlato stamattina”.

Orso Furbo si limitò ad annuire poi, scrutando l’espressione dubbiosa che Sabrina riservava al liquido nel suo bicchiere, le chiese “Forse non ti piace la limonata?”.

Sabrina arrossì violentemente e rispose annaspando “No, no mi piace ma……………..

Chino con un ghigno continuò per lei indicando il liquido nella caraffa “Ha paura che tu ci abbia messo dentro………………..”.

Una gomitata nello stomaco da parte della ragazza lo zittì improvvisamente facendolo tossire convulsamente per riprendere fiato, poi Sabrina continuò per lui “……...lo zucchero. Ho paura che lei ci abbia messo lo zucchero. Sa sono a dieta in quest’ultimo periodo”.

Gli occhi acuti e stupiti di Orso Furbo scivolarono alternativamente sui due giovani. Normalmente il nipote non si sarebbe lasciato trattare così da nessuno e a dire il vero non sarebbe stato neanche così dispettoso. Non aveva inteso bene cosa era successo fra i due un attimo prima ma era più che evidente che il nipote si divertiva a stuzzicare la ragazza.

Effettivamente l’italiana era carina e guardandola bene, i suoi occhi esprimevano una forza non comune. La storia si faceva molto, ma molto interessante e si annunciava anche parecchio divertente. Quella piccola ragazza aveva carattere da vendere. Aveva già dimostrato di avere un cuore coraggioso solo prestandosi a testimoniare contro quel delinquente, se poi riusciva anche a scuotere un po’ il suo ragazzo, sarebbe stata una vera e propria benedizione.

Orso Furbo era preoccupato per Lupo Grigio. Era sempre stato il suo nipote preferito, perché tanto simile ad un vero guerriero Apache, ma era anche chiuso come un riccio. Non aveva mai permesso a nessuna donna di arrivare al suo cuore, nonostante le sue facili conquiste, e Orso Furbo voleva dei nipoti da poter coccolare. Certo c’erano già i due figli di sua nipote Luce del Mattino ma non voleva morire senza stringere fra le braccia il nuovo discendente della stirpe di Geronimo.

Per il momento mise da parte questi pensieri e le disse “Lupo Grigio mi ha già spiegato il tuo problema. Se continueremo a farti passare per la sua ragazza nessuno qui sospetterà la verità! Certo dovrai rassegnarti all’ostilità delle mie due figlie, le zie di Lupo Grigio, ma di certo il fatto che tu stia sempre insieme a lui o a me non desterà sospetti”.

“Chiedo scusa, ma perché dovrei stare antipatica alle zie di Chino? E’ già la seconda volta che sento quest’avvertimento, ma loro non mi conoscono neanche!” chiese Sabrina preoccupata.

Questa volta fu Chino a rispondere “Il problema non è se sei antipatica o simpatica ma semplicemente il fatto che non sei indiana. Loro vorrebbero che io sposassi una ragazza apache!”

“Questo non è giusto! E’ vera e propria discriminazione razziale!” affermò indignata Sabrina.

Orso Furbo commentò con il primo sorriso da quando erano arrivati “Strano non dovresti prendertela tanto, in fondo questo fidanzamento non è reale”.

Sabrina imbarazzatissima rispose “E’ solo una questione di principio. Siamo nel 2000 e ormai non si può più ragionare così”

“Bene” disse Orso Furbo alzandosi per congedarli “avrai modo di sostenere le tue ragioni questa sera!”

Chino intervenne perplesso“Questa sera cosa?”.

“Le tue zie hanno organizzato una cena. La famiglia è ansiosa di conoscere la tua fidanzata” disse Orso Furbo con aria soddisfatta.

Sabrina improvvisamente perse tutto il suo coraggio ed agitata rispose “Una cena ufficiale? Ma siamo matti?” si voltò verso il compagno poi con le mani giunte e due lacrimoni all’angolo degli occhi invocò “per favore, per favore, non ci andiamo.

Chino alzò lo sguardo verso il nonno implorante. Anche lui non aveva nessuna voglia di ritrovarsi sotto esame, ma questi categorico ordinò “Niente da fare la cena di stasera ufficializzerà il vostro fidanzamento. Sarebbe troppo strano non parteciparvi, quindi alle nove fatevi trovare al Ranch di Zia Piccola donnola” poi li sbatté letteralmente fuori di casa senza lasciare ai due diritto di replica.

Si appoggiò alla porta e si sfregò le mani con aria soddisfatta. La cena per il fidanzamento era stata un’idea che gli era balzata in mente nel preciso istante in cui aveva visto i due ragazzi accapigliarsi e non avrebbe faticato a convincere il resto della parentela ad attuarla. In fondo lui era ancora il capo famiglia no? Si avvicinò al telefono e spulciando nella sua rubrica telefonica si mise all’opera. Nessuno si sarebbe perso l’occasione di quella sera. Chi per curiosità, chi per mettere i bastoni fra le ruote ai due piccioncini, cosa che le sue figlie avrebbero sicuramente fatto, e chi per sondare la nuova arrivata, tutti avrebbero partecipato con piacere.

  
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