“Corro. Corro a perdifiato, lo sento, sento l’odore del sangue! Sangue
umano! Che buon profumo! Un profumo davvero inebriante…ma devo resistere, devo!
Io non voglio essere un mostro! Non voglio divorare gli esseri umani, ma non ci
riesco, è più forte di me! Devo fermarmi, devo correre lontano!”
All’improvviso Jasper si fermò, ma non perché la sua mente aveva avuto il
sopravvento sui suoi istinti, no. Si era fermato perché davanti a lui c’era una
ragazza seduta sotto un albero nei pressi di un fiume. Era una ragazza molto
graziosa: dei lunghi, lucenti e lisci capelli castano chiaro, degli splendidi
occhi verde scuro, un nasino sottile, delle carnose labbra rosse, la pelle
rosea e le guance erano di una tonalità di rosa lievemente più scura rispetto
al resto del viso. Davvero graziosa. Poi una ventata fece arrivare sotto il
naso del vampiro l’odore del sangue di quella ragazza…davvero buono. Un sangue
davvero dolce…chissà com’era buono, aveva già l’acquolina alla bocca! Ormai era
il crepuscolo, poteva benissimo uscire allo scoperto senza rischiare di
rivelare il proprio segreto. Jasper ghignò e scostò i rami che lo tenevano
nascosto dalla visuale della ragazza.
-Buonasera signorina…
-Oh! Buonasera a lei!
Il cuore della ragazza cominciò a battere più velocemente alla vista del
ragazzo. Era proprio un bel giovane: splendidi capelli biondo miele e profondi
occhi neri, neri come la pece.
Grazie al suo fine udito sentì il cuore della ragazza accelerare, il suo
respiro farsi più affannoso, notò le sue guance imporporarsi.
Eccitamento.
Si, sentire il cuore che pompava sangue sempre più rapidamente lo eccitava.
Sete.
Voleva bere quel sangue. A tutti i costi.
NO! O SARAI UN MOSTRO!
Eccola di ritorno: la sua ragione. Quella che gli intimava sempre di non
bere il sangue degli umani.
Ma come fare?
La ragazza si alzò con un movimento rapido e si avvicinò ulteriormente a
lui. Il vento spostò i capelli della ragazza permettendo a Jasper di vedere il
suo collo, la sua giugulare…e l’arteria principale che pompava sangue. Jasper
inspirò profondamente il suo profumo.
Non ucciderla! Non farlo…
La voce della sua ragione era sempre più flebile.
Chiuse gli occhi come per scacciare quella voce fastidiosa nella sua mente,
scosse leggermente la testa.
Quando li riaprì incrociò il suo sguardo smeraldino, poi le sussurrò di
chiudere gli occhi. Lei obbedì. Jasper, sempre più eccitato, si trattenne dal
saltare addosso alla ragazza e morderla.
“Fare le cose più lentamente rende il tutto più…allettante.”
Accarezzò con due dita il collo e le spalle nude della ragazza. A tale
contatto ella fremette leggermente. Jasper sorrise, afferrò saldamente, ma
comunque con gentilezza, le spalle della ragazza e accostò il proprio naso al
collo roseo della fanciulla, la quale per non cedere si aggrappò al petto di
Jasper. Egli inspirò molte volte il suo profumo, poi, dopo un tempo che parve
infinito, scostò i suoi capelli sull’altra spalle a affondò i denti nel collo.
La ragazza spalancò gli occhi e cercò di urlare, ma dalla sua bocca non uscì
alcun suono. Copiose lacrime cominciarono a scendere dai suoi occhi verdi che
stavano pian piano perdendo la loro lucentezza. Cercò senza successo di
sciogliersi dalla presa del suo assalitore, cercò di dimenarsi, ma la presa
ferrea che la teneva imprigionata le impediva qualunque movimento.
Dal suo canto Jasper non poteva che sentirsi felice. Da quant’era che non
beveva sangue umano? Troppo, troppo tempo. La sua preda si stava ribellando,
oh, si! Gli piaceva quando la sua vittima cercava di liberarsi senza successo.
Quando ebbe finito di bere il suo sangue lasciò che la sua vittima cadesse al
suolo con un tonfo. Sulle sue labbra un sorriso pieno di soddisfazione. Si, era
sazio! Guardò la ragazza stesa a terra, guardò il suo volto, su di esso vi era
un’espressione di puro terrore e angoscia: gli occhi vitrei, tracce di lacrime
lungo le sue guance non più rosee, ma bianche, la bocca spalancata. Il ritratto
del terrore. Subito in lui si fece strada qualcosa, sentì all’altezza del cuore
come un masso, un masso enorme…eccolo! Come ogni volta era arrivato il senso di
colpa. Continuò a contemplare il cadavere ai suoi piedi finchè in lontananza
non sentì delle voci:
-Christine! Christine! Sorella mia, dove sei?
“Una bambina! A quanto pare tua sorella è venuta a cercarti.”
Si allontanò lentamente. Dietro di lui solo la voce preoccupata della
bambina che urlava il nome della sorella. Poi il silenzio. Jasper si arrestò.
Ancora silenzio, poi un urlo. La bambina aveva appena visto il cadavere della
sorella.
Jasper strinse i pugni e cominciò a ringhiare sommessamente.
“Devo imparare a controllarmi! Maledizione! Questa cosa non dovrà ripetersi
mai più!!”
Purtroppo questa cosa la ripeteva già da molto tempo, eppure alla fine era
sempre la stessa storia.
Vi prego ragazze (e ragazzi se ce ne sono ^^), dato che siete riuscite ad
arrivare sin qui lasciatemi un commentino! Così mi direte se sia il caso di
continuarla oppure no ^^
Gaccie!!! =D