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Autore: chocolat_16    12/02/2013    1 recensioni
"ho sempre sperato in qualcosa che mi cambiasse la vita, che mi faccia pensare che vale la pena di viverla. Quel qualcosa, sei tu Ocean. Sei la mia felicità, la mia ancora di salvezza, la luce che è riuscita a penetrare nel buio più totale riportandomi alla realtà, sei il mio sogno, il mio futuro e se per restare al tuo fianco dovrò tirare fuori i denti, diventare forte e lottare, allora lotterò. Per cambiare il nostro destino, per il nostro amore, io lotterò!".
Questa storia parla del destino avverso di due ragazzi: Ocean e Acqua.
Lei perde i suoi ricordi, riguardanti i momenti passati con lui e la grande e imminente guerra che aveva cominciato a combattere.
Così con l'aiuto di Ocean, Acqua comincia a riottenere i suoi ricordi, riscoprendo un mondo che aveva dimenticato e preparandosi per la battaglia finale.
il crudele destino ha scelto per loro un amore senza lieto fine, riusciranno ad essere così forti da cambiarlo e superare tutti gli ostacoli? ..
ps: forse non è una trama avvincente ma non sapevo cosa scrivere !!! xd per favore recensite e ditemi cosa ne pensate, grazie a tutti, bye bye :)
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dopo quella confessione Ocean si alzò e se ne andò in camera.
il suo corpo così imponente e forte sembrava essere diventato fragile e piccolo, ogni parte del suo fisico tremava come se l'accaduto fosse appena successo.
Non sembrava un ricordo lontano a cui aveva appena ripensato, ma piuttosto un ricordo che era rimasto così impresso nella sua mente da fargli riprovare le stesse identiche sensazioni come se stesse compiendo quell'atto in quel momento.
Acqua non lo fermò, pensava fosse giusto lasciarlo da solo, non sapeva cosa aveva passato e non sapeva quali parole usare, dopotutto non poteva capire nemmeno cosa intendesse dire con quella frase, lui aveva lasciato tutto nel mistero più totale andandosene in quel modo.
Non voleva costringerlo a parlarne, non si sentiva nemmeno curiosa, anzi aveva paura di ascoltare quella storia, infondo nel profondo del suo cuore sentiva una forte stretta, la conosceva già e non se la ricordava per un motivo ben preciso.
Così il tempo che passava rimanendo seduta in quella cucina ad aspettare che lui tornasse sembrava infinito.
Nella casa non c'era il minimo rumore, sembrava così triste e vuota senza il suo sorriso.
Non poteva più aspettare, doveva sapere che non stava facendo nessuna pazzia così si diresse con decisione nella stanza di lui.
La porta era aperta, Ocean era rannicchiato nel letto sotto le bianche coperte.
Acqua si avvicinò lentamente con passo leggero, alzò appena la coperta; Ocean dormiva.
Sembrava così indifeso e fragile, i suoi bellissimi capelli neri lucenti le scivolano sugli occhi coprendogli il viso. 
Gli spostò i pochi capelli che non le permettevano di vedere quel misterioso ma affascinante viso elegante, gli accarezzò la guancia.
Era persa nelle sue fantasie più egoiste e imbarazzanti, avrebbe voluto rubargli un bacio, ma come poteva pensare di farlo in un momento così difficile per lui ?.
Appoggiò con dolcezza e insicurezza le sue calde e tremanti labbra sulla sua fronte sussurrando << va tutto bene, ci sono io >>.
Era un'incantesimo, Katy con Acqua quando aveva paura lo faceva sempre, la rassicurava non la faceva sentire sola.
Il viso di Ocean si rilassò e il groppo che Acqua aveva in gola sparì.
Acqua se ne andò dalla stanza, chiuse la porta e si mise a dormire sul divano.
La mattina seguente a svegliarla fu la voce di Ocean, non accennò niente al giorno precedente come se si fosse dimenticato nuovamente di tutto.
<< Acqua senti io, beh ecco, ho fame.. >> Acqua lo fissò, ma il silenzio venne cancellato dal rumore del suo stomaco che brontolava << a quanto pare anche tu hai fame >> Acqua arrossì e poi rispose <<  è da ieri che non mangio ! >> Ocean la prese per mano e la tirò su dal letto << ok, allora mangiamo, però preparo io ! voglio sorprenderti >> tutto emozionato corse verso la cucina.
Non poteva credere che il solo fatto che lui la tenesse per mano la rendeva così agitata.
La fece sedere con attenzione, ogni volta che qualcuno stava con lei la trattava sempre con premura, quasi come se fosse fatta di porcellana. 
Sembrava davvero così fragile? beh, se era seriamente così, allora doveva impegnarsi a cambiare, perchè quello che la aspettava era una guerra difficile da combattere. Una guerra dove la debolezza non era permessa, dove l’amore e basta non poteva vincere, ma questo, lei ancora non lo poteva sapere. 
Ocean apparecchiò e si sedette con lei << scusa, ma non dovevi cucinare ? >> le fece un sorriso a trentadue denti, un altro mistero stava per essere svelato << beh, cara mia, vedo che questo non te lo sei ancora ricordata, vorrà dire che te lo dirò io, vedi io non ho bisogno di cucinare per mangiare, perchè ho del cibo.. mmmh.. diciamo speciale >>.
Acqua cominciò a incuriosirsi, così la prima idea che le venne in mente la buttò fuori << in che senso? Non dirmi che mangi cose come insetti… >> Ocean scoppiò a ridere e rideva davvero di gusto! c’è da dire che quel ragazzo era abbastanza lunatico, un momento prima lo vedevi triste con occhi malinconici, oppure arrabbiato senza un motivo in particolare e un momento dopo lo vedevi che rideva come non mai << no!! insetti ? no, che stupida vedi io mangio come te solo che .. non so come spiegarti .. la differenza, aspetta >> beh almeno non mangia insetti, pensò Acqua, dopotutto i fatti che erano accaduti ultimamente erano così strani che non c’era da sorprendersi più di niente.
Il segno, i ricordi che riaffioravano, poteri magici, questo per Acqua era un mondo completamente nuovo, quindi non sapendo cosa aspettarsi, per lei tutto era possibile.
Ocean tirò fuori dalla tasca dei pantaloni, della polverina blu, aveva lo stesso colore dello zaffiro, prese un bicchiere d’acqua e un piatto vuoto << ok adesso guarda >> Ocean bevve un po’ d’acqua  poi  mise la polverina nel piatto, mettendoci la mano sopra << ok, cosa vorresti da mangiare? >> Acqua ci pensò su poi rispose << vorrei delle patatine fritte e delle lasagne >> Ocean chiuse gli occhi e quando alzò la mano la polverina sul piatto venne rivestita da una luce luminosa, calda e apparvero delle patatine fritte e delle lasagne, quando Ocean aprì gli occhi, il suo colore era cambiato da quel blu oltremare che ti catturava togliendoti il fiato, erano passati a marrone dorato, con riflessi ambrati e i suoi capelli erano diventati argentei.
Era la stessa cosa che era successa a lei quella notte quando disintegrò il lucchetto, perchè accadeva ? avrebbe dovuto chiedere, ma qualcosa la fermò e la lasciò senza parole, il suo principe era diverso da lei, aveva un aspetto mostruoso. 
Gli occhi e i capelli non erano l’unica cosa a cambiare purtroppo, la sua pelle era diventata squamosa, ed era avvolto da un’intensa luce blu con sfumature biancastre che si dissolveva lentamente verso l’alto, più usava la magia più sembrava diverso e terrificante. 
Acqua era come ipnotizzata da quell’aspetto, ma non in modo negativo, perchè lo considerava sempre così affascinante, era misterioso ed era diverso, così lo fissava in silenzio tenendo ciò che pensava per sè.
<< Hai paura ? sono un mostro vero ? mi dispiace, se ti da fastidio guardarmi puoi andare via >> Acqua non rispose ma piu semplicemente sorrise, alzò il braccio e appoggiò la mano sulla sua guancia, poi con l’altra mano prese la sua e l’appoggiò sul suo petto .
<< lo senti? è calmo. Il battito del mio cuore è calmo. Non batte nè troppo piano nè troppo forte, è un battito regolare, perchè non sei un mostro, tu sei tu, sei Ocean, il mio dolce principe. Quindi non pensare più cose tristi, quella depressa che ha bisogno di essere confortata sono io >>.
Acqua si mise a ridere mentre Ocean la guardava sorpreso e felice per ciò che aveva detto, le persone che l’avevano visto in quella forma l’avevano sempre demoralizzato chiamandolo mostro ma lei no, lei era speciale, aveva qualcosa di diverso, che la distingueva da tutti gli altri.
La storia di Katy le aveva insegnato a non giudicare un libro dalla copertina, lei quel’insegamento l’aveva sempre seguito con fierezza, anche in quel momento, che importava di quell’aspetto ? se i suoi occhi oltremare potevano mostrare tutta la bellezza che era stata eclissata, lei gli aveva visti, lei sapeva quanto era bello, quell’aspetto faceva parte del suo mistero, della sua storia, era parte di lui e lei l’avrebbe accettato, come qualsiasi altro suo difetto.
Era sorpresa, ovvio, anche se un po’ si aspettava qualcosa di magico << sei davvero.. fantastica.. se solo ti ricordassi la nostra storia, forse adesso potrei baciarti..  ma non posso farlo.. per te sarebbe come se fossi un conoscente.. >> Acqua si sentì mancare al pensiero di un vero bacio, al pensiero delle sue così tanto desiderate labbra che la sfioravano, era un conoscente, avevano passato insieme solo qualche giorno, nonostante questo, lei sentiva di essergli legata profondamente. 
<< tu non sei un conoscente.. Ocean vedi.. io ho avuto un flash, penso di aver visto noi due e la tua famiglia.. è per questo che ti avevo fatto quella domanda, so che abbiamo deciso di non parlare di quello che mi hai detto, però, beh .. vorrei sapere qualcosa in più.. su quel ragazzino .. ho la sensazioni di avergli voluto bene, ovviamente se non riesci a parlarne adesso.. possiamo evitare >> Ocean con grande sorpresa di Acqua prese il portafoglio dalla sua tasca, lo aprì e tirò fuori delle foto, il suo volto non aveva espressione, sembrava aver cancellato ogni sentimento riguardande l’accaduto, sospirò passando le foto ad Acqua.
Sembrava una persona diversa dal giorno precedente, più forte, più sicuro ma sempre con quel dolore negli occhi << come hai detto e visto, avevo un fratellino, si chiamava James, è il ragazzo biondo nella foto, tu e lui andavate molto d’accordo, lo aiutavi sempre nel momento del bisogno e ogni volta che lui ti vedeva ti correva in contro per abbracciarti >> Ocean strinse un pugno sul tavolo, il suo tentativo di rimanere impassibile non funzionava.
Acqua appoggiò la mano sul suo pugno << sono qui Ocean, puoi parlarmene, non ti giudicherò, non tenerti tutto dentro >> Ocean fece un respiro profondo << io.. ho perso il controllo, e l’ho ucciso .. quando iniziamo ad usare il nostro potere, non lo sappiamo ancora controllare, il desiderio di avere la forza, alla fine si impazzisce, ho perso la testa, ero fuori di me .. stavo per rimanere intrappolato in quella forma demoniaca e James ha provato a salvarmi ma non ci è riuscito, ha messo in pericolo la sua vita, queste sono state le conseguenze .. l’ho ucciso .. ho ucciso il mio fratellino >>.
Ocean non piangeva, aveva gli occhi lucidi, sofferenti, ma dal suo volto non scendeva nemmeno una lacrima, era convinto che non essendo la vittima, ma il carnefice, non aveva il diritto di stare male, lui era un assassino, aveva provato piacere quando con tutto quel potere aveva tolto la vita a suo fratello, la sua punizione sarebbe stata quella di vivere ogni giorno, ricordando quel momento.
Acqua non aveva la minima idea di cosa dire, non lo odiava, non poteva odiarlo, non riusciva nemmeno a dargli la colpa.
“Non è stata colpa sua, lui non voleva, è stata colpa del potere, lui lo amava, non era in sè, non devo, anzi non posso spaventarmi, ha bisogno di me” queste erano le uniche cose che continuavano a rieccheggiare nella sua testa.
Con fermezza guardò Ocean << non è stata colpa tua ! non eri in te, hai gia pagato abbastanza, lui non vorrebbe che tu ti sentissi così .. quindi sorridi, smettila di avere quegli occhi così tristi, tutti abbiamo un lato nascosto, un lato oscuro.. >> Ocean sorrise, era un sorriso di rassegnazione, nessuna parola l’avrebbe aiutato, nemmeno se a pronunciarla fosse stata lei << sono le stesse parole che mi hai detto quel giorno.. Acqua tu eri presente, solo che non hai assistito alla scena perchè ti eri nascosta con mia madre.. sei stata l’ultima a parlare con lei e sei stata l’ultima ad andargli incontro cercando di soccorrerla >> a quelle parole il respiro di Acqua si fermò.
A quella cena c’era anche una donna, era sua madre ? ma perchè non si ricordava il suo volto ? Acqua si sforzò, tentò di ricordasi la faccia di quella donna, si aspettava un viso elegante come quello di Ocean e James, ma un’immagine che durò qualche secondo le attraversò la mente facendola rabbrividire; era il viso dela madre, aveva la faccia sfigurata, piena di ustioni, si riuscivano a intravedere gli occhi viola come l’ametista, i pochi, corti, capelli neri che le restavano erano rovinati e secchi, le labbra perfette si erano gonfiate.
L’immagine si intensificò, era in quel palazzo con la donna, che  emetteva dei soffocanti gemiti, sdraiata sul freddo pavimento, il suo corpo spoglio, anch’esso pieno di ustioni, le mani erano sul petto sporche di sangue, stringevano il pugnale con cui lei si era suicidata.
<< Mi dispiace.. adesso ricordo tua madre.. però non riesco a ricordami la morte di James >> Ocean la fissò sogghignando << vuoi vedere ? vuoi vedere come gli ho tolto la vita ? però ti avviso, potrebbe essere pericoloso >> Acqua stava cominciando a spaventarsi, sembrava impazzito, aveva gia vissuto quella scena, riviverla un’altra volta non l’avrebbe uccisa, voleva sapere, voleva che Ocean condivesse quel dolore con lei, si fece coraggio, degluttì e annuì.
La luce blu illuminò il dito di Ocean che appena entrò in contatto con la fronte di Acqua, la fece svenire sul tavolo.
Il ricordo di quel giorno le tornò in mente, come in un sogno, solo che quella era la realtà.

<< Ciao, cari, vi ho trovati ! >> disse Tina, la stessa grande strega nera, che l’aveva separata dal suo papà, era vestita con dei jeans scuri, un top rosso e un mantello bordò, aveva gli occhi neri, come l’oscurità, senza emozioni, solo crudeli e senza pietà, i capelli rossi ramati, legati in una corta coda.
Erano tutti a tavola quando apparve Tina,  Ocean si era alzato ringhiandoli contro. 
James, la madre, avevano tutti uno sguardo di sfida, pronti a combattere, nesssuno dei tre indietreggiava, l’unica a nascondersi dietro la grande protettiva schiena di Ocean  era Acqua, il segno ancora non le era apparso e i suoi poteri non si erano ancora rivelati, non sapeva nè come combattere nè come difendersi.
La madre si avvicinò ad Acqua, prendendola con se, le due si allontanarono << forza, Acqua vieni con me, lasciamo che ad occuparsene siano Ocean e James >> disse sorridendo estremamente calma, Acqua la seguì, si nascosero in una delle stanze del palazzo.
Quello era un ricordo di Ocean e Acqua cominciava a vedere le cose dalla sua prospettiva. 
<< beh, Tina anche si ci hai trovati, non riuscirai a prenderla, non sei più forte come nella tua vecchia vita, ti sei trovata un corpo troppo debole >>. 
Ocean e James camminavano uno di fianco all’altro, erano davvero belli, potenti, due cavalieri nobili: quello dagli occhi oltremare e quello dagli occhi smeraldo.
<< hai ragione, sono debole ! ma qui c’è qualcuno ancora più debole di me! riuscirai a difenderlo? >> la strega alzò le mani, fece uscire un flusso di energia scuro, era rivoltante, orribile, quella era magia nera; si mosse velocemente verso James, lo afferrò stringendolo al collo, era così veloce che non si riuscivano a distinguere i movimenti.
James tossì, stava soffocando << James ! lascialo strega ! >> Ocean si scagliò velocemente contro Tina, per interrompere l’incantesimo, ma la strega lanciò lo stesso flusso su di lui, bloccandolo.
Aveva usato una mossa scorretta, mettendo alle strette Ocean, che si dimenava a più non posso.
Doveva salvare il suo fratellino, così tentò di scatenare la sua magia, un intenso potere, che non aveva mai sentito prima, alimentato dall’odio, si sprigionò dal suo corpo, ormai non ragionava più, era una macchina assassina che sentiva il forte desiderio di vederla morta, di trafiggerla di strappargli il cuore dal petto.
Il suo volto era lo stesso di un demone, uno sguardo che conosceva solo odio e divertimento gli si era piazzato in faccia.
James ormai aveva perso i sensi, il flusso era troppo potente per lui, così appena Ocean riuscì a indebolire i poteri della strega, la stretta si allentì e James cadde  a terra.
Alla vista del fratello svenuto Ocean si infuriò ancora di più, il suo sguardo divenne più feroce il potere aumentò, non c’era più quel colore chiaro e limpido, si era oscurato era lo stesso rivoltante potere della strega.
Cominciò a sogghignare, non aveva più l’aspetto di un cavaliere, sembrava mostruosamente crudele.
Con il braccio retto, avvolto da quel flusso, Ocean trafisse la spalla della strega, ma sembrò non farle niente << che debole potere oscuro ! sei patetico, stai per caso perdendo il controllo ? ti consiglio di stare attento, potresti .. >> la strega tolse il braccio dalla spalla, si avvicinò a lui tenendolo per il mento e gli sussurrò all’orecchio << potresti.. fare del male a qualcuno a cui tieni, vuoi diventare ancora piu forte? vuoi piu potere per difendere il tuo fratellino? guardalo, è così debole e patetico >> Ocean gridò, ormai non aveva più un aspetto umano, era solo un demone senza controllo, continuava ad attaccare e sferrare colpi, più lottava ,più la colpiva, più voleva potere, ormai era insaziabile avrebbe ucciso chiunque si fosse intromesso in quella lotta.
James riprese conoscenze, Acqua e la madre uscirono dalla stanza per controllare la situazione << tornate immediatamente dentro la stanza ! se non volete essere d’intralcio >> disse James a entrambe, che con lo sguardo abbassato, vedendo la battaglia obbedirono senza ribattere.
James continuava a osservare quella scena, la strega evitava tutti i colpi, Ocean era irriconoscibile, il potere oscuro l’aveva sopraffatto, stava sorridendo, ogni attacco che sferrara lo portava nell’oblio.
Doveva fare qualcosa, così James corse verso la lotta, urlando il nome di suo fratello, chiuse gli occhi e lo abbracciò da dietro << Ocean ! io sto bene, adesso torna in te ! non devi perdere il controllo in questo modo >> Ocean si fermò, aveva smesso di attaccare, o meglio, aveva cambiato preda.
Si girò di scatto, togliendosi da quell’abbraccio e con un sorriso pazzo, trafisse il fratello, lo trafisse con quel braccio impregnato di potere oscuro, in quel momento Ocean non era dispiaciuto, non capiva, non era lucido, voleva solo divertirsi togliendo la vita a qualcuno.
<< Ocean .. io .. ti voglio bene >> disse James con il caldo e rosso sangue sul lato delle labbra.
Tina era immobile, a godersi la scena, voleva distruggere Ocean, non fisicamente ma mentalmente, in quel palazzo quella che si stava divertendo di più, quella che stava usando tutti, la stratega, era lei.
Ma il suo gioco non era finito, lei aveva il potere di far riprendere il controllo a Ocean e lo fece << Ti farò un regalo, ti farò tornare in te, così vedrai con i tuoi occhi, da lucido, chi ha tolto la vita al tuo adorabile, debole e patetico fratellino >>  mise la mano in faccia ad Ocean, stringendola, chiuse gli occhi e quando li riaprì Ocean era tornato normale e lei era sparita.
Era tutto finito, la battaglia, la prima di tante altre, era appena finita e il male aveva vinto.
Ocean quando ricordò ciò che era successo, ciò che aveva fatto, si chinò verso il corpo ormai senza vita del suo fratellino, lo abbracciò con le mani sporche del suo  stesso sangue, gli chiuse gli occhi e lo baciò in fronte continuandosi a scusare, le lacrime cominciarono a scendere, lacrime che non bastavano ad esprimere il dolore che stava provando.
Ormai Acqua e la madre di Ocean non sentivano più il rumore della guerra, sentivano solo il triste lamento di un ragazzo, così dalla porta della stanza uscì correndo la giovane donna che alla vista del suo amato figlio privo di vita, si lasciò cadere per terra. 
Acqua corse da Ocean << James .. >> pronunciò il nome del giovane scoppiando in lacrime, quella era diventata anche la sua famiglia, era come se fosse stato il suo fratellino, guardò con rabbia Ocean, ma non era rivolta a lui, era rivolta a se stessa, si sentiva responsabile, se non avesse avuto quel dono, nessuno avrebbe dovuto difenderla rischiando la propria vita, nessuno sarebbe stato in pericolo.
Voleva che Ocean le dicesse qualcosa ma l’unica cosa che riuscì a sentire fu << io l’ho ucciso >>.
Mentre Acqua tentava di calmarlo, cercando di calmarsi anche lei, la giovane donna con la magia del fuoco, si autolesionò, bruciandosi e come se non bastasse per far cessare quel’incredibile dolore dovuto alla perdita di James, si pugnalò al petto, era impazzita, perdere un figlio, era un dolore troppo forte da sopportare, ormai non aveva più pensieri, c’era solo l’immagine del suo freddo corpo sporco di sangue nella sua mente.
Erano tutti troppo traumatizzati per rendersi conto dei sentimenti degli altri, era gia difficile pensare ai propri.
Acqua si accorse della donna solo per pura coincidenza, girò un attimo lo sguardo e la vide in fiamme; corse verso di lei, in quel momento era l’unica in grado di avere un pò di lucidità.
Si sedette vicino alla donna, stringendole la mano, con le lacrime agli occhi, continuando a ripetere il suo nome << Savanna .. Savanna.. non dovevi farlo Savanna.. avremmo affrontato la situazione insieme .. >>.

Il macabro ricordo finì così , era la scena che aveva rivissuto l’altro giorno, in quei pochi secondi; la donna sdraiata per terra, senza vita, piena di ustioni.
Quella battaglia l’avevano persa e con conseguenze terribili, ma quello era solo l’inizio.. l’inizio di tante altre battaglie che non si sarebbero più permessi di perdere.
  
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