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Autore: KidStardust    13/02/2013    1 recensioni
Sono le 9.43, la mia testa è già collassata all’ultimo banco, il professore spiega ma nessuno lo ascolta, c’è chi parla con il compagno di banco, chi gioca con il telefono e chi, come me, attende il lento scorrere del tempo… il guaio è che lo faccio solo io.
Il mio nome è Francesco, ho 18 anni e questo è il mio ultimo anno scolastico. Sono tutti agitati per la maturità e al contempo tristi perché non si rivedranno mai più fra loro. La falsità della gente, per 5 anni siete usciti insieme nei modi più assurdi e disparati, adesso improvvisamente si interromperanno tutti i contatti, che belle amicizie! Forse è per questo che non ne ho mai avute, sono altamente asociale, depresso per i comuni mortali, ma la verità è che questo mondo non è all’altezza delle mie aspettative e non mi da ciò che vorrei, anche se in parte questa è colpa mia visto che sono pessimista e arrendevole. Ecco io chi sono, ed ecco la mia storia…
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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E’ buio, fuori solo gli insetti infrangono questo silenzio assordante, solo quel suono rompe la monotonia di una vita piatta, solo tu mi ricordi che sono vivo. Il tuo pensiero è come lo scorrere del fiume, lento e inesorabile, pensarti la notte ormai è diventata quasi routine, i tuoi occhi sono l’ottava meraviglia del mondo e il tuo sorriso è un ricordo marchiato a fuoco nella carne. Fa freddo, anche sotto le coperte, non averti mi ghiaccia l’anima e non parlarti è come un’enorme mazza che, con un colpo, distrugge tutto. Sono afflitto, il tempo sta per scadere e io sto perdendo il treno, che faccio? Ho mille domande e zero risposte, così tanti pensieri mi angosciano, talmente tanti che per riuscire a dormire devo mettermi le cuffie e seppellire le voci sotto la musica. Cos’ho? TU! Senza accorgermene mi sono innamorato di te e disprezzante del poco tempo rimasto non faccio nulla per cambiare le cose. Che stupido, ho incontrato i tuoi occhi e sono rimasto allibito come di fronte all’infinita superficie dell’oceano, vorrei tanto esplorare sotto la superficie ma prima che me ne accorga, i miei polmoni stanno già soffocando pieni di speranze e illusioni, questo è da me! Perché non ti ho mai rivolto la parola? Neanch’io lo so, sono quelle domande alle quali neanche con il cervello di Einstein riusciresti a rispondere, a tu per tu con lei ho sempre avuto paura di rendermi ridicolo, di dire qualche sciocchezza, di farle pensare: “ma questo è stupido”, e stupido sono nel non aver tentato mai di sfatare questi finti miti creati nella mia mente. Sono timido e insicuro, sono quello che all’asilo si faceva accompagnare mano per mano dalla mamma fino all’uscio della porta, sono un miserabile, anche i vermi strisciando hanno più dignità di me, sono un povero mentecatto, sono uno specchio d’acqua, fuori piatto e calmo, dentro di me invece vive la follia, sono Francesco e non so dire “ciao” alla ragazza che amo. Sto male ma rifiuto di pensarci, la mia mente omette il dolore, l’unica cosa a cui riesco a pensare è il tuo viso, e con esso mi addormento con il cuore che piange delusione.
  
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