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Autore: Aven90    13/02/2013    1 recensioni
A di Aven, naturalmente! La storia si articola calcando un po' quello che è stato il manga, e conterà di tre saghe complessivamente, e in questa long verrà trattata la prima, la più lunga! A causa di varie esigenze, ci saranno personaggi OOC, ma spero che gradiate ugualmente!
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball A'
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Piccolo e Ub si rialzarono, seppur a fatica.

“Maledetto” lo apostrofò ancora Piccolo. “Aspetta… e vedrai”

Kolom ghignò. “Vedrai cosa, di preciso? Come ti pulisci il sangue? Quanto piagnucoli?”

Piccolo scaricò la rabbia tutta in una volta e distrusse la piccola caverna, liberando il gruppo dalla montagna e tornando a cielo aperto.

Mystic Piccolo era tornato, esattamente quello che si era visto sul pianeta dei Kaiohshin.

“Adesso ne vedremo delle belle!” esultò Kaiobith.

“Mah…” Il Sommo invece era più prudente, pertanto decise di non quotarlo.

La potenza devastante di Piccolo andava al di là di ogni fervida immaginazione che i due dei avevano su di lui, eppure il Sommo non era così convinto che il namecciano ce l’avrebbe fatta.

Ciononostante, puntò il suo dito indice contro Kolom e dichiarò “Sono qui per sconfiggerti!”

Kolom si mise allora in guardia e spiccò il volo, che come detto gli fu possibile solo grazie alla distruzione della grotta.

Anche Piccolo spiccò il volo, ma non era l’inseguimento il suo obiettivo, piuttosto decise di usare subito le maniere forti creando un Makankosappo, il suo colpo migliore, sperando di perforare il corpo del Gi’isa.

“Makankosap…” non ebbe però il tempo di scagliarlo perché Kolom, intuito il pericolo, si lanciò verso di lui che era ancora qualche metro più in basso e con un colpo a due mani lo spedì a terra, schiantandosi nel mare.

“Mi sembri più forte di Vegeta” dichiarò Kolom, quasi giustificando il colpo inferto.

Piccolo si rialzò senza troppi problemi e si rialzò all’attacco, e, evitando un primo pugno, si portò dietro il nemico per colpirlo con un doppio calcio alle spalle, tuttavia Kolom si girò di scatto aiutato dai suoi riflessi e colpì il namecciano con una sfera di energia che lo colpì in pieno volto.

La situazione sembrava dunque nelle mani del Gi’isa, ma la sfida non era finita: il Namecciano sembrava incassare i colpi meglio del principe dei Saiyan.

Infatti, anche il colpo in faccia ricevuto non sembrava aver recato grossi danni all’ex maestro di Gohan, Goten e Trunks, a parte forse qualche bruciatura che sparì grazie alle cellule rigenerative proprie della razza.

“Ah!” esclamò meravigliato Kolom. “A rigor di logica, se dovessi spezzarti un braccio…”

“Si rigenererebbe, esatto” ghignò Piccolo, divertito dall’effetto sorpresa. “Sono curioso di vedere fino a che punto mi costringerai…”

“Non sei nella posizione di provocare, stolto!” rispose secco Kolom, tuttavia si mosse in avanti, facendo bene attenzione a dove colpire: sulle braccia, sulle gambe, sull’addome, in modo da non dargli tempo per rigenerarsi, tuttavia Piccolo aveva capito le sue intenzioni e fece di tutto per parare tutti i suoi colpi, guardando anche la coda dietro che minaccioso si ergeva pronta a bloccare uno qualsiasi dei quattro arti.

All’improvviso Kolom si ricoprì di fuoco e cominciò a  vorticare.

“Tornado de fuego!” annunciò e subito dopo si lanciò come una vite senza fine verso il muso verde, che però rispose con una Chobakuretsumaha che andò a collidere come previsto, ma il figlio del Grande Mago Piccolo non si aspettava certo che il suo colpo venisse fagocitato. Il tornado aveva proprio aperto la bocca per poterlo assimilare e nutrirsi della sua potenza devastante.

Piccolo non aveva bisogno di avere delucidazioni, anche perché il tornado si ingrandì a vista d’occhio e ormai era vicinissimo a colpire, perciò la cosa migliore da fare era seminarlo.

“Dovremmo dargli una mano!” disse Gohan al gruppo, ma tutti lo ignorarono concentrati dalla battaglia.

“Insomma!” infierì Gohan. “Mio padre è in semi coma, Piccolo è in palese difficoltà! non capite che la situazione ci sta sfuggendo di mano?”

“Taci, Gohan!” imperò Vegeta, un po’ strabico in quanto non voleva perdere secondi di azione per rispondere al figlio di Kakaroth, ma voleva anche fissarlo negli occhi. “Se proprio vuoi essere d’aiuto, va’ a svegliare quel buono a nulla di Kakaroth!”

Gohan assunse una smorfia offesa. “Buono a nulla che però ti ha superato…” borbottò.

Bel frattempo, Piccolo cercò di intrappolare quel Tornado con una serie di sfere come aveva fatto con C17 ai tempo in cui erano avversari, tuttavia puntualmente l’azione di Kolom si comportò come poco prima e inglobò tutte le singole sfere, per poi ingigantirsi.

Piccolo sospirò. “Bene! Allora, dovrò tentare un colpo fisico!” e caricò un pugno, per poi allungare il braccio per donargli un altro po’ di forza.

Era da tempo che non lo faceva, pertanto tutti si meravigliarono da quella capacità del namecciano, celata dai tempi del Torneo Tenkaichi, del quale solo Goku avrebbe potuto essere testimone fra i presenti.

In ogni caso, il pugno ebbe il suo buon effetto: centrò esattamente il cranio del Gi’isa, che dovette fermarsi e subirlo in pieno, massaggiandosi il punto dolente.

“Non sei nemmeno caduto…” commentò Piccolo, amareggiato.

“E tu puoi dare pugni più violenti di questo” rispose di rimando il braccio destro di Lothar.

“Però poi non lamentarti da mammina se ti faccio male” ironizzò pungente il suo interlocutore, ed insieme sparirono nell’aurora.

Inframmezzati da violenti scossoni di terremoto che interessarono molti chilometri quadrati, causati dall’onda d’urto dei colpi, la squadra Z assisteva a quello scontro invisibile in silenzio, come se fosse un film pieno d’azione; quando invece un normale terrestre avrebbe chiamato il manicomio e prenotato una cella per sette persone che stavano guardando il vuoto e non pensavano a salvarsi da tutte quelle vibrazioni.

Ma in ogni caso, i due non accennavano a diminuire il ritmo, grazie anche al fatto che Piccolo sopperiva alla leggera differenza di forza un po’ più d’astuzia; dovuta anche all’esperienza maturata in tante battaglie ed allenamenti personali.

A volte gli serviva combattere con qualcuno più esperto di lui, ma solo per poter migliorarsi come combattente: aveva smesso di cercare il dominio mondiale da tempo.

Occorreva proteggere il pianeta a qualunque costo, anche a dover reggere un incontro dove sapeva in precedenza che avrebbe perso, seppur la differenza di abilità non era grande.

Dall’altra parte, Kolom osservava tutte le strategie e le minuzie dell’avversario con estremo interesse. Come detto, non aveva mai esercitato appieno il suo ruolo di Generale, quindi gli mancava molta esperienza che invece aveva Lothar; tuttavia sapeva di poter vincere quell’incontro, come d’altra parte era sempre successo. Persino su Metamor, l’unica missione extraplanetaria alla quale aveva partecipato come missione di pace, finì in un bagno di sangue nonostante l’allora sua giovane età e l’allora superiorità degli alieni inventori della Danza della Fusion.

Dopo aver subito la giusta punizione, teneva a quella missione: voleva far vedere ai Capi che sapeva condurre una missione anche seguendo il protocollo, o perlomeno all’inizio erano quelle le sue intenzioni; tuttavia il suo carattere ribelle e l’elevata forza dei nemici terrestri lo hanno invogliato a combattere.

Animati da quelle motivazioni, Piccolo e Kolom continuarono a combattere a distanza ravvicinata. Ad un occhio meno esperto lo scontro avrebbe potuto anche essere alla pari, ma alla lunga il namecciano stava perdendo tempo e forze, nonostante il surplus donato da Kaioshin in Sommo.

Se ne rese conto anche lui, così con un violento strattone si allontanò dal nemico, interrompendo l’alta velocità e tornando palesi alla vista.

Piccolo aveva il fiatone, e un po’ di bava viola non raccolta gli penzolava fra i denti aguzzi.

Kolom si sentiva indolenzito: non aveva fatto ginnastica ed impegnarsi seriamente dopo tutto quel tempo gli aveva precluso la possibilità di sferrare il colpo decisivo, altro fattore che aveva fino a quel momento giocato a favore del muso verde.

“Allora, muso verde” cominciò, apostrofandolo proprio in quel modo. “Ti è parso scadente?”

“Il tuo modo di combattere?” chiese di rimando Piccolo. “Beh, forse!”

“Grr… fra poco non farai più lo spiritoso!”: il Gi’isa allargò le braccia per afferrare due spade che divennero visibili solo non appena afferrate del tutto.

“Light Sword! Vedremo se te la caverai anche con queste!” e si diresse verso il namecciano, il quale si rese ben presto, o forse troppo tardi, conto di come Kolom non stesse combattendo più con due braccia, ma con quattro: infatti i pugni arrivavano esattamente quanto i fendenti di spada, come se i palmi fossero liberi.

“Maledizione! È persino diventato più veloce!” pensò fra sé il guerriero Z.

“Oh no! È spacciato! Dovrebbero dargli una mano, ma non lo fanno! Mi chiedo come mai!” commentò Kaiobith, al sicuro nel suo pianeta ovattato.

Il Sommo, come al solito seduto con le gambe incrociate e a braccia conserte, sospirò “Forse si rendono conto che è un nemico da non sottovalutare, e poi l’orgoglio ritrovato di Piccolo non permetterebbe mai loro di dargli una mano”

Kaiobith non rispose nulla, limitandosi a deglutire.

“Allora? Hai capito o no?” incalzò il Sommo, irritato dal non essere sentito.

Kaiobith sgranò gli occhi e rispose ”C-certo, Sommo”

Quest’ultimo sospirò impaziente. “Questi dei di oggi…”

Nel frattempo, Piccolo, resosi conto della pericolosità di due spade estremamente affilate e di due braccia che comunque potevano sparare onde energetiche, decise di prendere un po’ di spazio di manovra: in quel modo avrebbe potuto aumentare la gittata delle spade e prendere tempo per una contromossa.

Per inciso, il suo colpo migliore: il Makankosappo che non aveva avuto modo di utilizzare all’inizio dello scontro.

Ma prima, creò un suo doppione com’era solito fare per gli allenamenti.

Kolom si bloccò e commentò quella nuova mossa del suo avversario “Ehi! Che cosa vuoi fare con due, visto che non riesci a fermarmi da solo? Non ti riduci la potenza?”

Piccolo ghignò. “Può succedere ad un allocco come Tenshinhan, ma non a me, il figlio della stirpe demoniaca! Il massimo che mi può succedere è raddoppiare! MAKANKOSAPPO!”

Entrambe le braccia si stesero dalla fronte, in modo da spedire il tipico raggio violaceo circondato da spirali proprio della tecnica.

“Oh, cazz…” il Gi’isa si accorse troppo tardi della veridicità delle parole pronunciate dall’avversario e fece giusto in tempo a coprirsi con le braccia, perché l’esplosione ci fu e fu devastante.

Piccolo non era uno sprovveduto.

Sapeva bene che non sarebbe bastato a mandarlo KO, così espanse la sua aura e cominciò a tempestare di pugni il suo avversario, che ancora non era uscito dalla coltre di fumo.

Con sua somma sorpresa, però, Kolom non si trovava nel fumo, bensì dietro la sua schiena.

Se ne rese conto troppo tardi, in quanto la coda del Gi’isa prese in ostaggio la caviglia sinistra del Namecciano col risultato che in quel momento era in netto svantaggio, a testa in giù.

“Maledetto! Hai solo finto di trovarti in difficoltà!” commentò Piccolo.

“Ti sbagli! Mi hai colto davvero di sorpresa, guarda che bruciature!” spiegò l’alieno, facendogli vedere gli avambracci bruciati. “Ma adesso è giunta davvero la tua fine!”

Piccolo sentì la testa girare.

“Proprio così” convenne Kolom. “la mia coda è in grado di rubare la Coscienza di Sé, facendo intontire la vittima, come se fosse ubriaca”

Piccolo provocò “Non credere che ti basti questo giochett…” ma un pugno gli arrivò puntuale.

“Zitto! Qui solo io ho il diritto di provocare!”

Goten e Trunks si guardarono.

Era il momento, per loro, di provare a loro stessi quanto erano forti.

Era il momento di Super Gotenks.

 

 

È il momento di Super Gotenks, e quindi sia! Lasciamo che sfoghino tutte le loro frustrazioni nel ritorno del guerriero di Metamor, ma nel frattempo gli spunti di riflessione sono molteplici: per esempio, quanti anni ha Kolom? In effetti, non ha importanza... grazie mille per le recensioni, soprattutto le critiche eventuali! 

   
 
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