Anime & Manga > Pokemon
Ricorda la storia  |      
Autore: SHUN DI ANDROMEDA    13/02/2013    0 recensioni
[Isshushipping]
Due anni dopo, durante gli eventi di BW2, Kyohei, il protagonista, arriva infine a sfidare la Campionessa di Isshu. Ma non tutto è come sembra.
Ho un po' romanzato talune parti del gioco, spero di non essermi presa eccessive libertà. I nomi sono quelli originali giapponesi.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Iris, N, Touya
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
- Questa storia fa parte della serie 'Life of Heroes'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fandom: Pokèmon Nero2/Bianco2
Rating:
Per tutti
Personaggi/Pairing:
Isshushipping (NxTouya), Kyohei, Iris
Tipologia:
Flashfic
Genere:
Sentimentale, Fluff, Shonen-ai, Malinconico
Disclaimer:
Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Satoshi Tajiri e Nintendo, che ne detengono tutti i diritti.
Note:
Ispirata da questa immaginehttp://sphotos-h.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-prn1/72564_320814801362563_385250958_n.jpg Ho un po' romanzato talune parti del gioco, spero di non essermi presa eccessive libertà... I nomi sono quelli originali giapponesi.

RITROVARSI

"Jalorda non è più in grado di combattere. Per 3 Pokèmon sconfitti a 2, la vittoria va' alla Campionessa Iris.”

Per parecchi istanti dall'annuncio, Kyohei restò immobile, guardando con espressione triste e rabbuiata il suo Jalorda, che faticava per rimettersi in piedi dopo la brutta batosta ricevuta contro il Crimgan dell'avversaria: sentiva di aver deluso i propri e sopratutto gli sforzi del proprio starter, non sapeva cosa dire, cosa fare, semplicemente sentiva di dover, e voler, restare immobile, con lo sguardo puntato a terra.

Fu solo quando le condizioni del suo inseparabile compagno, e l'orgoglio che quest'ultimo aveva negli occhi, lo spinsero a riprendersi, ad allontanare almeno momentaneamente quella sensazione di malessere per la più pressante priorità di far curare le sue ferite , che finalmente si riscosse ma ciò che vide fu unicamente una barella, spinta frettolosamente da alcuni infermieri, allontanarsi e una mano tesa.

Sportivamente, malgrado la sconfitta gli bruciasse e non poco, Kyohei allungò la propria per stringerla: “E' stata una bella lotta.” ammise il nuovo arrivato, lanciandogli una bottiglietta d'acqua, “Scommetto che sarai stanco.” aggiunse.

Ma Kyohei non rispose, il suo sguardo era fisso sulle ombre che avevano inghiottito Jalorda.

Non preoccuparti, qui abbiamo un ottimo ospedale interno. E' in buone mani.” lo rassicurò questi con un sorriso mentre, con la mano, lo invitava a sedersi sui gradoni che delimitavano l'arena in cui si era svolto lo scontro, qualche calcinaccio in giro mostrava la potenza che ambedue le parti avevano sfoderato senza risparmiarsi.

Era il tramonto, il combattimento era durato tutto il pomeriggio e anche lui doveva ammettere di risentire dello stress accumulato durante la lunga giornata, al punto che, disposto il proprio borsone su di uno scalino, semplicemente ci poggiò su la testa come se fosse stato un cuscino e si sdraiò comodamente, osservando il cielo e i ciuffi castano scuro che sbucavano dal cappellino a visiera che l'altro indossava.

Chi sei?” chiese Kyohei all'improvviso, sbadigliando vistosamente.

Diciamo che sono il protettore dei poveri sconfitti da Iris.” sogghignò questi, levandosi il copricapo e mostrando un sorriso allegro: “Il mio nome è Touya, piacere di conoscerti, Kyohei-kun.”

Non fare il modesto e presentati in modo adeguato alle nuove generazioni. Non vorrai venire dimenticato!”

In uno sbuffo di tulle rosato e sfumato di bianco, Iris balzò su Touya, colpendolo sulla testa con una manata: “Io sono la Campionessa della Lega di Unova,” disse lei, voltandosi verso Kyohei, alzatosi nel frattempo, “Ma sostituisco temporaneamente Touya che, per motivi personali, non può svolgere il proprio compito e i propri doveri come capo di questa Lega.” spiegò lei, afferrando poi il giovane per il colletto e sbatacchiandolo poco gentilmente: “E tu, ti ho detto tante volte che questo titolo è solo temporaneo, e che non vedo l'ora di tornare nella mia Palestra di Soryu City.”

Lo so, lo so!” sbottò lui, divincolandosi e spostando lo sguardo verso il cielo con espressione colpevole: “So che sto creando un sacco di problemi a tutti voi, me ne rendo conto...”

La Campionessa sbuffò, rivolgendosi poi a un Kyohei che, rimasto a bocca aperta, osservava il battibecco con espressione confusa e un poco incuriosita: “E tu, chiudi quella bocca prima che ci entri qualche moscerino...”

S-Scusate!” gridò lo sfidante, alzandosi di scatto in piedi: “Non volevo che discuteste per colpa mia... Io... Io non sapevo... Non volevo mancare di rispetto...”

Basta, non è colpa tua. La colpa, se di colpa si può parlare, è solo di Touya. Avrebbe dovuto essere lui il tuo sfidante.”

E io che c'entro ora?!”

Se solo non fossi stato così stupido, ora non saresti in queste condizioni! Quante volte ti ho detto che la situazione non si era per nulla normalizzata, che aveva ancora bisogno di aiuto? Ma tu ovviamente non mi sei stato a sentire, e ora eccoti qui! Hai ottenuto il titolo di Campione, sei imbattuto in ogni competizione e i rapporti con gli alti vertici della Lega non sono mai stati così buoni eppure rinunceresti a tutto senza pensarci un attimo. E tutto, solo per rivederlo!”

Per parecchi minuti, il Campione restò in silenzio, con gli occhi bassi e le spalle lievemente scosse da tremiti, poi, con un sospiro, conscia di avere forse esagerato, Iris gli andò accanto, abbracciandolo fraternamente: “Scusami, non volevo... E' che sto male quanto te a saperlo là fuori, da solo...”

No, hai ragione... Se solo mi fossi accorto del suo disagio...”

Posso aiutare in qualche modo?” timidamente, Kyohei aveva alzato la voce per palesare la propria momentaneamente dimenticata presenza: “Davvero, non sarò granchè come allenatore però sono bravo ad ascoltare, posso fare qualcosa.”

Solo a patto di rimangiarti ciò che hai appena detto. L'unico che è riuscito a battermi sia in Palestra che sul campo della Lega è stato Touya, e tu hai ottenuto un risultato non lontano dal suo. Hai talento. E comunque, sei pur sempre l'eroe che ha sconfitto da solo il Team Plasma. Se mio nonno ti ha affidato un compito così importante, allora tanto di cappello.” lo rimproverò Iris, giocherellando con il pendaglio che aveva al collo.

Ha ragione... E comunque, non c'è molto da dire...”

Stupidaggini! Che ne sai? Abbiamo cercato N ovunque, per cielo e per mare ma senza successo! Kyohei-kun è un allenatore capace, magari nei suoi viaggi ne ha sentito parlare, magari l'ha visto, non ci hai pensato?!

N...?!

Quell'N?!”

I due Campioni si guardarono negli occhi per un attimo, stupefatti, poi Iris annuì, scendendo di un gradino per avvicinarsi a lui: “Non ci sono molte persone di nome N a Isshu, sai? Lo conosci?” chiese speranzosa lei.

Kyohei annuì mentre Touya, con presa ferrea sul suo polso e con gli occhi sgranati, lo faceva voltare verso di sé: “Lui ci credeva veramente in un mondo diverso, dove Pokèmon e umani vivessero separati... Fin da piccolo è stato... plagiato da Ghetsis, dal Team Plasma, gli hanno sempre fatto credere che gli umani ferissero i Pokèmon, facessero loro del male... Credevo di essere riuscito a fargli capire che invece era tutto il contrario, che esistono sì persone del genere ma che non tutti sono così. E invece... Ti prego... L'hai davvero visto?! Dimmelo!”

L-L'ho visto... Lo conosco... Rot-dono me ne ha parlato... Tutti nel Team Plasma lo conoscono...” bofonchiò debolmente Kyohei: “Touya-dono, mi fai male...”

La voce, bassa e incerta, del più giovane, riscosse all'improvviso Touya, che mollò la presa con un singhiozzo a stento trattenuto.

Cosa intendi con l'ho visto, esattamente? E chi te ne avrebbe parlato?!” Iris aveva gli occhi sgranati, sembrava fuori di sé: “Vedi che avevo ragione?!” sbottò, rivolta ad un Touya che sembrava aver perso tutto il colore sul proprio viso.

Intendo dire che l'ho visto. Più volte. E l' ultima è stata due giorni fa: era ai piedi della Via Vittoria. La prima volta che ci siamo visti è stato al Giant Hole, mi ha salvato la vita!” Kyohei s'alzò in piedi di scatto: “Ghetsis stava per uccidermi usando Kyurem! E lui, con Reshiram...”

E' intervenuto, esatto?”

Il ragazzo annuì alle parole gentili di Iris, s'asciugò furtivamente gli occhi con la manica poi riprese, puntando gli occhi lucidi in quelli pieni di aspettativa di Touya: “C'è stato uno scontro violentissimo... Ho temuto di non farcela... Eppure lui è rimasto con me fino alla fine, poi se n'è andato. Mi ha detto lui di venire alla Lega.”

Sbalordita, Iris rimase in silenzio.

Kyohei ispirò profondamente, socchiuse gli occhi – ricordando, per un attimo, in un caleidoscopio di flash ed esplosioni, le lacrime nascoste di N, la violenza del combattimento e il dolore che portava con sé quel ragazzino – poi, riaprendoli, fissò con intensità Touya: “Mentre eravamo sulla Plasma Frigate, ho parlato con molte persone... Tutti ricordavano N come un traditore, come un Re che ha abbandonato il suo popolo, ma invece lui ha capito, non ha dimenticato quello che gli insegnasti due anni fa... Lui non vuole che i Pokèmon soffrano, eppure non vuole separarli dai loro compagni umani. Sa che è questa la vera Armonia perché è questo che gli insegnarono un “certo allenatore” e Adeku-dono.” ora capiva cos'era quella sensazione di malinconia che emanava, quel bagliore che sapeva di mancanza e di parole non dette nel suo sguardo.

Ora sapeva.

Ora so che quell'allenatore sei tu.” disse il più giovane con tono trionfante mentre gli stringeva con forza la mano: “Probabilmente vi siete inseguiti per tutto il mondo senza mai riuscire a trovarvi. A ritrovarvi. Ha viaggiato a lungo, mi ha detto, ha detto di aver visto il mondo, di aver imparato tante cose. Sono certo di poterlo ritrovare, di potervi aiutare a ritrovarvi. E questa volta, per sempre.”

§§§

E finalmente era tornato nella civiltà.

Non importava non essere riuscito a sconfiggere Iris, non era nulla a paragone della scoperta che aveva fatto.

Era passata una settimana da quando aveva lasciato lei e Touya, promettendo loro di farsi vivo appena avuta qualche notizia riguardo ad N, e doveva ammettere che ormai stava perdendo la speranza.

D'accordo, stava cercando una persona particolarmente tranquilla e riservata, ma diamine! Un tipo con quei vistosi capelli verdi non doveva passare proprio inosservato!

Sbuffando, Kyohei si allungò disteso sul prato dinanzi alla Ruota Panoramica di Raimon City, con Jalorda acciambellato a fargli da cuscino, e alzò la mano verso il cielo sfumato di rosso.

Di nuovo il tramonto.

Di nuovo un'altra giornata infruttuosa.

E lui non voleva vedere Touya-san perdere di nuovo la speranza, non dopo tutto quel tempo.

Che dobbiamo fare...?” borbottò tra sé e sé: “Accidenti! Dove s'è andato a cacciare?!” sbottò infine, saltando su e gridando tutto il suo disappunto.

Un paio di teste si voltarono, curiose e confuse, verso di lui, e tra la folla, per un secondo, gli parve di vedere una faccia familiare.

Molto familiare.

Nella fattispecie, la stessa faccia che stava inseguendo come un fantasma.

Agguantare lo zaino e far rientrare Jalorda fu questione di un attimo, ancora meno gli ci volle per districarsi tra la gente in coda per salire sulla Ruota e, dopo aver dribblato una coppietta di fidanzati, ebbe appena il tempo di notare la sagoma di N sparire tra i bambini che affollavano le montagne russe prima di perderlo di vista.

Non mi sfuggirai.” bofonchiò tra sé e sé, balzando in sella alla propria bicicletta e sfrecciando fuori dal Luna Park.

Nelle viuzze di Raimon ormai immerse nella penombra del crepuscolo, Kyohei pareva sperduto.

Dannazione!” strillò, gettando per terra il cappellino a visiera con stizza: “Non scappare! Voglio solo parlarti! Non voglio farti del male!” gridò al nulla.

Ragazzo, tutto bene...?”

Un poliziotto si avvicinò a lui titubante, emergendo dalle ombre di un vicolo adiacente al punto dove si trovava, ed esibì il distintivo: “Stavi gridando, è successo qualcosa?”

Imbarazzato, l'allenatore scosse sbrigativamente il capo: “M-Mi scusi...” borbottò, abbassando lo sguardo, “Stavo...inseguendo una persona...”

E che ha fatto questa persona? Ti ha derubato?”

No! No, non ha fatto nulla... E' una cosa difficile da spiegare ma le assicuro che va tutto bene. Davvero.”

E' qualcosa che ha a che fare con la Lega?”

Maledicendosi sottovoce per aver dimenticato di celare il distintivo che Touya gli aveva fatto avere “in misura cautelativa”, di modo da permettergli di muoversi come meglio credeva.

Non era proprio certo che un comportamento del genere fosse consono: dopotutto stava, in un certo senso, sfruttando l'influenza del proprio titolo per motivi personali...

Diciamo di sì.” affermò sbrigativo il ragazzo, tirando un sospiro di sollievo nel vedere il poliziotto allontanarsi.

E un problema era stato risolto.

Purtroppo, il secondo pareva non essere di così facile risoluzione.

E oramai era troppo buio per sperare di ottenere qualcosa.

Stizzito, Kyohei tirò su la bicicletta da terra, ci risalì e, nell'esatto momento in cui il suo piede s'era poggiato sul pedale, pronto a darsi la spinta necessaria per ripartire, un verso basso, animalesco, attirò la sua attenzione da un punto imprecisato sulla sua destra.

Poi, una saetta scura gli si parò dinanzi, aggrappandosi coi denti alla cinghia del bagaglio mentre la debole luce del lampione sopra la sua testa illuminava il musetto birichino di quello che, senza alcun dubbio, era un Eevee .

Un Eevee che pareva molto interessato a strappargli a morsi la borsa di dosso, a giudicare dalla forza che ci stava mettendo nel tirarlo.

Ti sei perso?” chiese lui, guardandosi attorno: “Non dovresti essere qui...” disse con evidente confusione nella voce; questo, prima di notare il bigliettino che il piccolo teneva tra i denti.

Con delicatezza, glielo sfilò e lui, con evidente soddisfazione per aver portato a termine il proprio compito, si accomodò sul suo grembo e lo scrutò con attenzione e vivacità, la piccola coda pareva muoversi ritmicamente con il battito del cuore.

Il messaggio, in verità, era molto breve.

Solo una frase.

Vieni alla Champion Road. Eevee ti guiderà.”

Sentendosi improvvisamente la gola secca per l'emozione, l'allenatore ripose in tutta fretta il messaggio nella tasca del gilet poi smontò dalla bicicletta e tirò fuori una PokèBall traslucida: “Andiamo.”

Il Kenhallow che ne uscì, dopo aver sfregato la testa contro quella del ragazzo in segno di affetto, osservò con disappunto l'espressione pacifica di Eevee, evidentemente incuriosito per la situazione.

Ora faremo un breve viaggio.” lo rassicurò a bassa voce, saltando sulla schiena del Pokèmon e accomodandosi come meglio poteva; per un attimo, soppesò l'idea di chiamare Touya, di avvertirlo ma, con sua enorme sorpresa, s'accorse che il suo Live Caster doveva avere le batterie scariche. Lo schermo era buio.

Strano...

Aveva chiamato Hue quel pomeriggio, e pure Ruri l'aveva tenuto a lungo a chiacchierare, e la batteria era perfettamente carica.

Strano a dir poco.

Scrollò le spalle, ripose il comunicatore e si preparò a partire.

Tieniti forte.” disse il ragazzo, stringendo protettivamente a sé il piccolo Pokèmon.

Nell'oscurità del crepuscolo, spiccarono il volo.

§§§

Da ormai parecchi minuti, Kyohei stava seguendo uno Zororak del tutto simile a quello che riposava tranquillo nella PokèBall agganciata alla sua cintura, lo stesso, con estrema pazienza, teneva con abilità sulle proprie spalle il piccolo Eevee che l'aveva guidato fin lì, al punto di incontro con quell'altro Pokèmon che, senza dubbio, doveva essere un suo compagno.

Era buio, lungo il viottolo sconnesso che stavano percorrendo, e più e più volte la marcia dovette essere interrotta per la sua incapacità a varcare i punti più difficili.

Non era una strada che aveva percorso la prima volta che aveva attraversato la Champion Road, era nascosta, quasi segreta, la stava percorrendo solo perchè le sue guide probabilmente erano a conoscenza del percorso da seguire, o perchè qualcuno voleva che la seguisse.

Quando entrarono in una grotta ancora più oscura, lasciandosi alle spalle il tepore di un Sole bellissimo, il cuore di Kyohei ebbe un tuffo nel ritrovarsi a fissare il vuoto di una voragine che sembrava infinita, dal cui fondo pareva provenire una debole luminescenza dorata che splendeva sulle pareti di quello che, a tutti gli effetti, era un palazzo, un vero e proprio castello scavato nella nuda roccia.

Lo stretto sentiero accidentato che si dipanava dinanzi a lui come una scala che veniva inghiotta era già stato percorso per metà da Zoroark mentre Eevee, rimasto indietro, tirava l'allenatore per la manica della giacca.

Arrivo, arrivo.” borbottò questi, raccogliendo da terra il piccolo e avviandosi cautamente dietro all'altro Pokèmon ormai lontano: se non si fosse sbrigato, probabilmente, l'avrebbe perso di vista.

Cosa che accadde.

Troppo impegnato a cercare di non precipitare nel burrone, Kyohei aveva raggiunto l'ingresso principale del complesso con un discreto ritardo rispetto alla sua guida, guida che era sparita, inghiottita dalle ombre che regnavano all'interno del palazzo.

Con un tremito di paura, il giovane allenatore controllò nuovamente il Live Caster senza troppa speranza.

E infatti, l'apparecchio non dava alcun segno di vita.

Era isolato.

Qualunque cosa gli sarebbe successa, non avrebbe potuto chiedere aiuto a nessuno.

Doveva affidarsi unicamente alle proprie forze.

Sospirando, lasciò andare lo scalpitante Eevee, che sparì a propria volta all'interno dopo avergli lanciato uno sguardo impaziente, poi tirò fuori dalla borsa una torcia elettrica.

Quando infine varcò quella soglia, il vento gelido che gli si insinuò sotto gli abiti lo fece rabbrividire ulteriormente mentre i suoi occhi, che a fatica si stavano abituando alla scarsa luce, distinguevano tutto attorno soltanto rovine e distruzione.

Doveva essere accaduto qualcosa di grosso lì, e neppure troppo tempo prima.

Due anni fa. Fino a due anni fa, questo posto aveva un aspetto molto diverso. Ora è tutto distrutto. Tutto abbandonato nell'oblio.”

La voce pacata e improvvisa fece sobbalzare letteralmente Kyohei, che cadde all'indietro per lo spavento e perse anche la propria torcia, che precipitò a terra con un tonfo sordo, ripiombandolo nell'oscurità.

Una vaga risata risuonò a pochi passi da lui mentre tanti piccoli Hitomoshi, col loro caratteristico verso, si ammassavano attorno a loro, illuminando tutto con una spettrale luce violacea: fu solo allora che Kyohei vide la mano tesa di N davanti a sé e il sorriso incoraggiante del suo proprietario che sembrava invitarlo ad afferrarla per alzarsi.

E così fece.

Rialzatosi e scrollatosi la polvere di dosso, finalmente l'allenatore poté osservare per bene la persona che così a lungo egli aveva cercato, frugando disperatamente tutta Isshu: N sembrava più sereno rispetto all'ultima volta che si erano visti.

Voglio ringraziarti per l'aiuto” disse lui senza la minima inflessione nella voce: “E poi, ho saputo che mi stavi cercando.”

Kyohei annuì impercettibilmente: adesso che lo aveva davanti a sé non sapeva cosa dire...

Non c'è bisogno che tu dica nulla... Quel distintivo... La Lega di Isshu di ha chiesto di trovarmi per arrestarmi, è logico...” disse, trattenendo un sorriso malinconico alla vista del distintivo dorato.

N-No! Nessuno vuole arrestarti!” sbottò Kyohei all'improvviso, trovando d'un tratto la forza che fino a poco prima gli mancava: “Se ti stanno cercando è perchè...”

Perchè?”

Oh al diavolo! Se solo questo aggeggio funzionasse!” il ragazzo era amareggiato, faceva fatica a spiegarsi e, se il Live Caster non avesse deciso di mollarlo, avrebbe potuto far spiegare tutto direttamente a Touya-dono...

Ti andrebbe di venire con me per un po'? Voglio farti vedere una cosa.”

La presa ferrea sulla sua mano da parte di N stupì non poco l'altro allenatore, che fu costretto a seguirlo di buon passo attraverso gli ampi corridoi in rovina.

Fu un percorso accidentato quello che seguirono, ovunque posasse i piedi vi trovava un ostacolo, ma riuscì, non seppe bene come, a raggiungere una bianca scalinata e ad ingegnarsi a salirla, arrancando dietro la sua guida.

Quando sbucarono al piano superiore, per poco il cuore di Kyohei non si fermò.

Sapeva cosa fosse quel posto.

Sapeva perché N l'avesse condotto lassù.

E sapeva che, di lì a pochi minuti, avrebbe dovuto combattere.

Oh beh, poco male...” si disse tra sé e sé: “Magari dopo riuscirò a parlargli e a spiegargli.”

E quando Reshiram, con un poderoso ruggito, entrò in combattimento, per un attimo sentì il respiro mancargli senza alcuna possibilità di ripresa, si sentiva schiacciato dall'imponente Dragone, ne sentiva il fiato bollente sul collo, ma un deciso colpo sul suo fianco col muso da parte di Daikenki, uscito all'improvviso dalla propria sfera e ritto in mezzo al campo di battaglia con orgoglio nello sguardo, lo convinse.

Avrebbe lottato e si sarebbe fatto valere.

E quando, nel cuore della battaglia, un potente Freezing Beam era riuscito a congelare sul posto il leggendario Dragone, decretando infine la vittoria di Kyohei, il sorriso sereno di N era stata la ricompensa migliore che potesse mai ricevere.

Con un inchino, l'ex sovrano del Team Plasma sfiorò con le dita il ghiaccio che lo ricopriva. Questi s'infranse, lasciando il gigante frastornato e confuso, rassicurato unicamente dallo scampanellio del pendaglio che N teneva al collo.

Ce l'hai fatta.” disse soltanto, sorridendo a Kyohei mentre gli faceva cenno di raggiungerlo e sedersi al suo fianco, sui gradini coperti dal tappeto polveroso e sdrucito che portava al cuore del piano stesso, quello dove sorgeva il suo trono, dove s'era incontrato con Touya-dono per la prima volta...

Il ragazzo conosceva a memoria la planimetria di quel luogo, l'aveva imparata se mai ci fosse stata la possibilità di ritrovarsi lì.

Ho saputo che mi stavi cercando.” ripeté infine N, dopo parecchi minuti di silenzio: “Se non su incarico del Campione per arrestarmi, allora perché?” domandò con aria tranquilla, non impassibile, forse un poco triste e malinconica.

T-Tecnicamente l'incarico mi è stato dato dal Campione!” chiarì Kyohei, non senza una punta di imbarazzo: “Ma Adeku-dono ha perso il titolo due anni fa, sfidando...”

Lo so, sfidando me. Lo battei e tecnicamente il Campione sarei stato io. Ma poi me ne andai, avrebbero dovuto sceglierne un altro, a quel punto.”

E invece no, Adeku-dono mantenne il titolo il tempo sufficiente per passarlo subito dopo la tua scomparsa...” mormorò a voce bassa, lasciando che il silenzio tutto attorno li assordasse.

Chi ereditò il titolo? Se ti ha chiesto di cercarmi, dovrei conoscerlo.”

Touya di Kanoko.”

Davanti ai suoi occhi, N sbiancò letteralmente.

T-Touya...?” chiese con un filo di voce, allungando la mano tremante verso quella di Kyohei, che gliela afferrò volentieri e con affetto: “S-Sì, Touya. E' diventato Campione, ha realizzato il suo sogno, ma non del tutto. Lui... Lui vuole che tu ritorni... Lui vuole...”

E' arrabbiato...?” chiese N in un sussurro, affossando il viso nelle ginocchia strette al petto e tenendo lo sguardo fisso verso il vuoto.

Forse un po'... Ma più che altro è preoccupato, triste. Molto triste. Non ha voluto dirmi molto ma... Io penso che tu gli manchi, tanto.”

Per lunghi minuti, N non rispose, nella sua mente e nel suo cuore si avvicendavano emozioni, ricordi sopiti, paura e aspettativa.

Ricordava il bacio che lui aveva posato sulle labbra di Touya al loro incontro sulla Ruota di Raimon, ricordava l'espressione confusa e un pochino ebete di questi una volta salutatisi davanti alla biglietteria...

Ricordava le lacrime che luccicavano orgogliose nei suoi occhi mentre si abbracciavano prima che, in groppa a Reshiram, lui stesso partisse nel cielo azzurro d'estate.

In quegli anni di viaggio, l'unica cosa che aveva sempre desiderato era stata ritrovarlo, riabbracciarlo.

Ora che, forse, aveva pagato per i suoi crimini salvando Kyohei e contribuendo a sconfiggere quel padre che aveva trasformato la sua infanzia felice in un purgatorio incomprensibile e aveva quasi ucciso un ragazzo innocente, magari gli sarebbe stata concessa questa piccolezza.

Aveva visto molto di Touya in lui, forse anche per quel motivo era intervenuto con tanto ardore in sua difesa.

Dov'è? Sta bene?”

Sta bene.” il più giovane lo rassicurò con un sorriso incoraggiante: “E starà ancora meglio quando saprà che sei a Isshu. Quando vi rivedrete.” aggiunse testardamente, tirandolo in piedi e sventolandogli sotto il naso il Live Caster al polso, “Qui non prende bene.” ammise depresso, “Ma appena fuori di qui, andremo difilato a Raimon e lì lo chiameremo. E non accetto scuse o rifiuti.” precisò, tirandoselo dietro lungo la navata.

Con un sospiro rassegnato, N lo lasciò fare.

Kyohei e Touya avevano MOLTO in comune. Decisamente troppo.

§§§

Era ormai il crepuscolo quando Touya, smontando dalla schiena di Warrgle, giunse nel bel mezzo del Luna Park.

Ignorando il brusio che aveva seguito il suo arrivo, fece rientrare il maestoso volatile e accarezzò bonariamente sulla testa il Darumakka che, nel corso del viaggio, si era schiuso dall'uovo che aveva avuto il suo Hihidaruma: assistere alla nascita di una nuova vita era sempre qualcosa di estremamente entusiasmante.

Con una certa agitazione, si guardò attorno, facendosi faticosamente strada tra la folla che sembrava pararsi davanti a lui come una muraglia umana: Kyohei l'aveva chiamato quel pomeriggio stesso, l'aveva sentito agitato mentre gli dava appuntamento proprio lì, nello stesso luogo che, in quegli anni, aveva evitato come la peste per paura dei ricordi.

Quegli stessi che, in forma di morbidi ciuffi verdi e profumati, gli solleticavano il naso nell'abbraccio soffocante ed inaspettatamente improvviso appena ricevuto nel bel mezzo di famigliole e coppiette in gita, facendogli salire il magone in gola mentre, con movimenti a dir poco goffi e incerti, cercava di ricambiare la stretta ricacciando indietro le lacrime senza troppo successo.

Mi dispiace...” balbettò il Campione, nascondendo il viso nella sua spalla: “Mi dispiace... Io... Io...”

N non disse nulla, lo teneva stretto a sé senza aprire bocca mentre Kyohei, qualche passo scostato rispetto a loro, li osservava commosso con Toto, il suo Bichuru, che gli mordicchiava insistentemente i capelli.

In quel momento, alle loro spalle, la Ruota s'illuminò, strappando un sorriso all'allenatore, che andò loro vicino, prendendogli le mani e facendo in modo che s'intrecciassero: “Non perdetevi mai più.” disse semplicemente, calcandosi il cappellino in testa e allontanandosi subito dopo con le mani in tasca.

Dall'ombra di un cespuglio, uscì Iris: anche lei aveva gli occhi lucidi.

Adeku-nii è stato informato.” esordì, prendendo sottobraccio il ragazzo: “Adesso cosa farai?” domandò.

Per qualche minuto, Kyohei restò immerso nei propri pensieri, poi scosse la testa con espressione malinconica: “Prima che io riprovi ad affrontare la Lega, passerà del tempo. Touya-dono ed N hanno bisogno di pace e io ho tutta l'intenzione di concedergliela. Probabilmente tornerò a casa e chiederò a Hue di accompagnarmi in un piccolo viaggio.” sorrise.

Allora segnati il mio numero! E se passi da Soryu, vieni a trovarmi!”

E mentre lei, in groppa al suo Crimgan, spiccava il volo, lui annuì, guardando un'ultima volta verso i due che ancora non avevano sciolto l'abbraccio.

Siate felici, ve lo meritate...”

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: SHUN DI ANDROMEDA