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Autore: micRobs    14/02/2013    5 recensioni
Sebastian/Thad | FlashFic, What if?, Non sense | Seguito naturale della "Requiem" di Alchbel
Dal testo: "«Sì, passeggiavo per il campus e ti ho visto e avevi una borsa ridicola e sembravi davvero stressato e allora ho pensato» fece una pausa, sollevando un po’ le spalle. «Ho pensato a te e mi sono chiesto… ma poi, perché non ci siamo più sentiti?»"
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Sebastian/Thad
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Pairing: Sebastian/Thad
Genere: Sentimentale, Romantico, Fluff, Generale.
Avvertimenti: What if?, Flash Fic, Non sense, happy ending.
Rating: Verde
Parole: 496 (secondo Word)
Note d’Autore: Volevo postare una shot di San Valentino sulla mia OTP, ma domani ho un esame e non sono ancora riuscita ad ultimarla. Tutto ciò che avevo pronto era questa flash scritta in appena venti minuti, perché Chiara – che voi conoscete come Alchbel – ha deciso di essere cattiva cattiva e scrivere Requiem ed io non potevo permettere che i miei bimbi non avessero il loro lieto fine e quindi ho prodotto questa cosina, seguito naturale della sua flash. Appunto per questo motivo, è abbastanza necessario leggere e amare Requiem per capire completamente il perché di tutto questo non-sense a palla. Un bacio enorme a Chiara a cui è quindi dedicata questa flash e a tutti coloro che si fermeranno eventualmente a leggere. Stavolta sono poche parole, sono stata brava!
Note di betaggio: La storia non è stata betata, perché colgo l’occasione per regalare queste 500 parole alla mia metà per il suo compleanno – che è domani. Consideralo un anticipo per farmi perdonare del ritardo con cui sicuramente giungerà ciò che mi hai chiesto <3





Words unspoken
 

“Nel silenzio, il battito del cuore era il requiem di quel sogno appena infranto.”

 
Non si accorse di essersi addormentato, fino a quando un paio di colpi secchi e sommessi non risuonarono alla porta. Non aveva molta voglia di litigare con il suo coinquilino – che sicuramente aveva dimenticato le chiavi dell’alloggio – così fece forza su se stesso e si alzò, trascinando i piedi fino a raggiungere in pochi passi la fredda maniglia di ottone.

Fu come trovarsi in una specie di limbo, nell’attimo in cui sentì la consistenza del metallo sotto le dita, fino a quando la porta non fu completamente aperta. Forse, dentro di sé sapeva che Louis non era tipo da dimenticare le chiavi, forse una parte di lui ricordava anche che il ragazzo gli aveva comunicato che avrebbe trascorso il fine settimana a casa: in quel momento, mentre l’aria gli lasciava i polmoni e le palpebre sbattevano più volte, Thad sperò solo di non stare ancora dormendo. Sognando.

Perché lui era lì. E sorrideva. Ed era bellissimo, ma quello non era importante. Lui era lì e, sebbene numerose domande gli si accavallassero nella testa, Thad non trovava la voglia o la forza di parlare e dargli voce. Si limitò a rispondere al suo sussurrato “ciao” con un altro “ciao”, altrettanto senza fiato.

«Ieri mattina, passeggiavo per il campus» iniziò a raccontare Sebastian e Thad trattenne il respiro, perché era lì, era bellissimo e parlava con lui. «Frequento anche io la UCLA, non te l’ho mai detto – non ne abbiamo parlato, chissà poi perché» sorrise, «dicevo… cosa dicevo?»

Ma Thad non ebbe il coraggio di rispondere alcunché, perché Sebastian sembrava parlare con se stesso e lui si sentiva così rapito dalla sua voce che non aveva la minima voglia di interrompere quella sorta di incantesimo che lo teneva lì sulla sua porta.

«Sì, passeggiavo per il campus e ti ho visto e avevi una borsa ridicola e sembravi davvero stressato e allora ho pensato» fece una pausa, sollevando un po’ le spalle. «Ho pensato a te e mi sono chiesto… ma poi, perché non ci siamo più sentiti?»

Il cuore di Thad fece una capriola all’indietro e la sua mano perse un po’ la presa sulla maniglia, aprì la bocca per ribattere, ma tutto ciò che ottenne fu un nuovo fiume in piena. Parole non dette che trovavano il loro spazio in quel momento. Il loro tempo, in quel momento.

«E ho fatto un po’ di ricerche, è stato facile, non ti sai nascondere poi così bene tu» sorrise di nuovo, sinceramente, i suoi occhi che brillavano nella luce tenue dei corridoi malamente illuminati. «E sono venuto a dirti ciao.»

Thad sorrise, un sorriso nuovo, forse un po’ incerto e tremolante, ma vero e sentito. «Ciao, Sebastian» mormorò, automaticamente.

E poteva farlo, Thad, recuperare il tempo perso e prendersi ciò che non era mai riuscito a chiedere di avere.

«Ti va di…?»

Restare? Amarmi? Ricominciare? Amarmi?

«…entrare?»

Lo aveva deciso lui stavolta. Avrebbe avuto il suo lieto fine. Lo avrebbero deciso insieme.

«Volentieri.»

Niente più parole non dette.
 



 
The End.





Fate in modo che il vostro lieto fine esista.

Buon San Valentino
,

Robs

   
 
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