PRIMO CAPITOLO
Il cielo azzurro, il bosco, poi il buio improvviso.
Quando riaprii gli occhi la luce mi accecò, non sentivo le gambe e avevo la gola secca.
Vedevo tutto appannato ma capii che mi trovavo in una stanza bianca, in un letto che non era il mio.
Iniziai ad agitarmi, quella non era casa mia, dove mi trovavo? Iniziai subito a formulare milioni di pensieri, e non riuscivo a muovermi.
Quando finalmente i miei occhi si abituarono alla luce della stanza capii dove mi trovavo, ero in un ospedale, regnava il silenzio e quando mi voltai verso la porta della stanza vidi qualcuno seduto su una poltroncina, mia zia.
"Zia?" Dissi con voce tremante, mi sentivo talmente debole da non riuscire neanche a parlare, e per di più avevo la testa che scoppiava e non sapevo neanche per quale motivo mi trovassi in quel posto.
Facevo fatica a muovermi ma riuscii a mettere comunque un piede fuori dal letto ma non riuscendo a reggermi caddi.
Di nuovo per terra, sentire il pavimento freddo sotto le mani mi fece tornare in mente un'immagine, l'immagine di un bosco e poi più niente, di nuovo il vuoto.
Mia zia sobbalzò e vedendomi per terra si alzò dalla poltroncina rossa su cui stava riposando e corse verso di me gridando "Evelyn! Evelyn! Tesoro mio, sei sveglia!!".
Subito un medico sentendo le ura di mia zia entrò nella stanza e prendendomi in braccio mi sollevò da terra e mi rimise a letto rimboccandomi le coperte, poi prese il mio polso tra due mani e ascoltò il battito tastandolo con le dita.
Il medico mi sorrise e mi disse "Ben tornata tra noi Evelyn Horan!", poi uscì dalla stanza e fece cenno a qualcuno, al di fuori della camera, di entrare.
Niall,mio cugino, corse verso di me con le lacrime agli occhi e mi abbracciò fortissimo, aveva il viso rigato di lacrime e singhiozzava. Il suo comportamento mi sembrava strano così chiesi con timidezza: "Qualcuno mi spiega che ci faccio qui?"
Mia zia e Niall si guardarono e Niall stringedomi il viso tra le mani disse:"Non ricordi niente? Hai, hai perso la memoria?"
Io ancora non capivo, poi il medico si avvicinò a mia zia sussurrandole qualcosa nell'orecchio, lei si avvicinò, poi, a me e mi accarezzò i capelli mentre mi baciava la fronte:"Tranquilla, si sistemerà tutto."
In quel momento una ragazzo alto, riccio, occhi verdi e qualche brufoletto sulla fronte si fermò sulla porta della stanza, accanto a lui c'era una donna sulla quarantina, lo teneva per mano.
Niall fece cenno al ragazzo di avvicinarsi, che lasciò la mano della donna e si avvicinò a me, si abbassò verso di me quasi per baciarmi ma qualcosa lo fermò, la donna disse:"Harry, no...Non è il momento."