La prima parte di questo capitolo è stata scritta da Me91 e la seconda parte da Sweetgirl91. Buona lettura!
Il risveglio
“Bene... ora riaprirò
lentamente gli occhi... sì... e sarò nella mia
stanza... Ma io non ho una
radiosveglia che canta annunciando l’ora! ... Trunks!
Calmati! Andrà tutto
bene... tutto bene...”
Il ragazzo aprì lentamente
gli occhi. Una coperta rosa, un lenzuolo fucsia... un pigiama giallo
con dei
gattini blu. Si costrinse a richiudere di scatto gli occhi.
“Calmati! Un incubo! Un
incubo!” ma in realtà sapeva non era
così. Era ancora nel corpo di Bra. E
riaprendo gli occhi di scatto, rizzandosi a sedere nel letto,
confermò il suo
timore: era ancora nel corpo di Bra.
«No... no!» si lamentò
cadendo pesantemente giù con la schiena sul letto e volgendo
lo sguardo al
soffitto. E allora non si era sognata tutto. Era ancora nei guai fino
al collo.
«Bleah, questa è proprio
orribile!» commentò osservandola.
«Braaaaaaaa!» l’urlò di
Trunks fece sobbalzare la ragazza, alla quale volò via la
maglia.
«BRA!» ripeté Trunks
entrando nella stanza dove si trovava la sorella, tra l’altro
la camera di lui.
«Trunks, ma che ti
prende?!» esclamò Bra voltandosi verso di lui... e
così notò la cosa che il
ragazzo teneva inorridito in mano.
«Bra... non mi dirai...
non mi dirai che...» balbettava il fratello tremante,
mostrandole cosa teneva
in mano.
«Trunks, perché tieni in
mano i miei... assorbenti?» e Bra indicò il pacco
viola che gli mostrava il
fratello.
«Non mi dirai che ti viene
in questi giorni!» esclamò Trunks tutto di un
fiato.
Bra si portò un dito al
mento e alzò gli occhi in alto.
«Uhm... fammi pensare...
Già, mi dovrebbe venire... oggi!»
«CHE COSA?!» urlò Trunks in
preda al panico.
«Calmati, Trunks! Lo so,
la prima volta è un po’... uno... beh, come posso
chiamarlo?»
«UNO SHOCK! E’ UN VERO
SHOCK, ECCO COS’E’!» sbraitò
Trunks agitato.
«Oh, suvvia, Trunks! Fai
meno il maschio! Immedesimati in me!» Bra incrociò
le braccia spazientita.
«E mi dici come si fa?!»
ringhiò Trunks, poi impallidì tutto di un colpo.
Si chinò su se stesso
tenendosi forte la pancia.
«Aaaah! Che dolore
insopportabile!» gridò strizzando forte gli occhi.
Bra scosse il capo.
«Ti conviene correre in
bagno e mettertene uno.» e indicò il pacco che
Trunks aveva in mano «Penso che
stia per venire...»
«Ahi... Ohi...» Trunks
iniziò a strascinarsi verso il bagno, continuando a rimanere
piegato su sé
stesso e camminando a gambe larghe e lentamente «Uhi...
dannate le donne...
Ahi... e i loro dolori maledetti...!»
Il ragazzo passò una buona
mezz’ora chiuso in bagno a lamentarsi, nel frattempo Bra si
era vestita con
degli abiti a suo parere “decenti” e poi si era
diretta alla sua vera stanza
per scegliere dei vestiti per Trunks.
«Allora? Come stai
adesso?» domandò Bra alzando gli occhi da un
vestito che teneva in mano.
Trunks, nel corpo di lei,
completamente sbiancato e con un’espressione stravolta,
entrò lentamente in
camera e appoggiò una spalla contro il muro per reggersi in
piedi.
«Sta... sta passando...» mormorò
con poca voce «E... oh, mi viene ancora da
vomitare...»
«Non mi dirai che hai
vomitato!» esclamò Bra stupita.
«Sì... forse due o...
quattro volte... non saprei...» rispose lui portandosi una
mano allo stomaco.
Bra sospirò incredula.
«E io che ti credevo un
ragazzo forte! Non ti preoccupare, il dolore passa subito. In genere mi
viene
solo per poco, poi se ne va. Spero comunque che ora mi crederai tutte
le volte
che ti dirò che la pancia mi fa veramente male!»
«Oh, sì! Non ti prenderò
più in giro! ... Questo è sicuro!»
esclamò Trunks incominciando a riprendere
colore.
«Oh, beh, lasciamo
perdere!» Bra posò il vestito che aveva in mano e
ne studiò un altro
«Soprattutto non voglio sapere come tu sia riuscito a
metterti l’assorbente...
mah, questo pensiero posso pure risparmiarmelo!»
«Sì, và, che forse è
meglio!» le garantì Trunks in imbarazzo, poi
notò che la sorella stava
effettivamente scegliendo un vestito... per lui.
«Ehm, Bra? Si può sapere
che stai combinando?» domandò anche se
già conosceva la risposta.
«Ovvio, no? Oggi dovrai
uscire con delle mie amiche... poi, più tardi, dovrai
incontrare Jess...»
«E... chi è Jess? Aspetta,
fammi indovinare! Quell’idiota della scuola? Quello di
diciannove anni?
Diciannove anni buttati al vento, inoltre, visto che è il
ragazzo più stupido
che abbia mai visto, nonostante frequenti la prestigiosa scuola dove,
fra
l’altro, vai anche tu... per questo credevo che almeno tu,
Bra, fossi in grado
di riconoscere gli idioti!»
Bra fulminò il fratello
con lo sguardo. Poi lanciò una gonnellina nera, anche
abbastanza corta, sul
letto, accompagnata da una magliettina attillata bianca e un paio di
stivali.
«Vedi di metterti in
fretta queste cose.» gli ordinò Bra con calma,
tentando di nascondere in ogni
modo la sua rabbia «Inoltre ti ricordo che tu ora sei me.
Perciò la vera Bra
non parla in quel modo. Vedi quindi di tenere a bada la lingua, scendi
di
sotto, fai colazione, e dirigiti in centro alle nove in punto, dove
incontrerai
le mie amiche (le riconoscerai visto che sono spesso venute qui a
casa). Poi
farai shopping con loro cercando di comportarti il più
possibile come me, dopo
a mezzogiorno preciso andrai di fronte la fontana in centro dove
incontrerai
Jess. Poi andrai con lui a pranzo e farai di tutto per mostrarti carina
con lui. Se quindi intenderà baciarti... beh, tu
lascialo fare! Vedrai, ti
piacerà!»
«Io farmi baciare da
questo Jess?!» strillò Trunks «Ma sei
uscita completamente di senno!»
Bra sembrò rifletterci un
attimo.
«Già, forse hai ragione...
meglio di no. Se tenterà di baciarti tu digli che sei un
po’ raffreddata
e quindi noi puoi.»
«Raffreddato,
magari!» si arrabbiò Trunks.
«Ma non è lo stesso!
Immedesimati in me, ricorda! Immedesimati...» dopo di che
uscì dalla stanza per
andare a fare colazione.
«Mmmm! Che rabbia!»
ringhiò Trunks e si sbrigò a vestirsi.
Forse
fu per miracolo che
riuscì ad allacciarsi il reggiseno e riuscì a
fare le scale con i tacchi degli
stivali, fortunatamente bassi, comunque poi Trunks scese di sotto dove
trovò
Bra a fare colazione da sola.
«Mamma e papà non sono
ancora scesi.» spiegò lei «Dopotutto
è domenica, magari vogliono dormire un po’
di più.»
«Ah, prima che mi scordo!
Anche tu dovresti fare qualcosa!» e Trunks la
indicò.
«E sarebbe?» domandò
confusa Bra.
«Logico, no? Continua a
costruire la macchina per farci tornare nei nostri rispettivi
corpi!» poi
Trunks addentò un biscotto.
«Certo!» lo rassicurò Bra,
poi notò che il fratello non si era truccato
«Trunks! Non vorrai uscire così,
spero!»
«E perché?» Trunks si
guardò disorientato i vestiti, verificando che era tutto a
posto «Me l’hai data
tu questa roba!»
«No! Sei senza trucco!»
così Bra lo trascinò di sopra, lo
truccò per bene e poi gli ordinò di uscire di
casa perché già in ritardo.
«Ricordati! Comportati
come faccio io!» gli urlò dietro Bra.
«Lo stesso vale per te! E
pensa ad andare avanti con la costruzione del macchinario!»
le gridò Trunks,
poi volò via verso la città.
In quel momento suonò il
telefono. Bra corse a rispondere.
«Pronto, chi è? ...
Goten?!» il suo volto avvampò. Da sempre aveva
avuto una cotta per quel bel
ragazzo.
«Oh, ciao Goten!» continuò
Bra quasi emozionata «Ehm... perché mi hai
chiamato? Ah... dovevo venire da te
ieri? ... Sì, è vero! Me n’ero
dimenticata... dimenticato! Eh, eh! Scusa... Non
ti preoccupare, passo subito da te!» Bra
riagganciò e corse alla porta. Si
udirono dei rumori al piano di sopra, segno che i suoi genitori si
erano
svegliati, poi uscì all’esterno e partì
rapida in volo verso casa Son, mentre
qualcuno atterrava davanti la porta di casa sua.
«Vegeta,
sei arrivato!» esclamò Goku vedendo l'amico
«Stavo per venire io da te!»
«Kakaroth!
Veniamo subito al dunque! Hai fatto l’amore con
Bulma?» domandò schietto
Vegeta.
«Se
è per questo stavo per chiederti la stessa cosa!»
lo seccò Goku.
I
due fecero un lungo respiro per mandare via l’imbarazzo e
Vegeta disse:
«Ti
devo dare delle spiegazioni…»
«Anch’io…»
“Che
devo fare adesso? Questa donna non ne vuole proprio sapere di non fare
l’amore…
perciò, se veramente mi lasciassi andare e ci facessi sesso?
No! Sesso con la
moglie di Kakaroth, mai! Forse c’è una
soluzione… almeno devo provarci, tanto
lei penserà che è vero e soprattutto che
è successo a Kakaroth… mi dispiace,
amico, ma è per il tuo e il mio bene… e per il
bene delle nostre mogli!”
«Chichi…
ehm… questa notte proprio non… mi si
eccita!» affermò Vegeta provando veramente
un po’ di vergogna nel dire quella frase. Non
l’aveva mai detta in vita sua,
infatti non ce n’era mai stato bisogno.
«Come
Goku? Ma… non ti era successo mai prima
d’ora!» esclamò Chichi delusa.
“Lo
immaginavo… neanche Kakaroth ha mai fallito con la sua
donna…”
«Non
ti preoccupare, Goku…» lo consolò
Chichi.
“Finalmente
ha capito!”
«…ci
penso io!» e gli si avvicinò un po’ di
più.
«Che...
che hai intenzione di fare?» chiese Vegeta avendo capito le
intenzioni della
donna.
«Beh…
faccio come le altre volte, stavolta però ci
metterò più impegno… per
drizzartelo…»
Chichi
cercò di togliergli anche i boxer, ma Vegeta si
allontanò di scatto
impedendoglielo. Chichi, però, non si arrese e, con un'abile
mossa, gli tolse i
boxer e li gettò a terra. Vegeta rimase nudo, Chichi si
tolse velocemente la
canottiera e rimase in mutandine e reggiseno. Lo abbracciò e
lo incitò:
«Dai,
Goku, slacciami il reggiseno…»
Vegeta
sentiva il suo corpo caldo, che lo eccitava sempre di più.
Chichi si distese
sopra il Sayan, quando ad un certo punto, sentì una
sporgenza sotto di lei.
«Goku…
e dicevi anche che non ti eccitavi…»
“Oh,
no… questa proprio non ci voleva…”
Vegeta
non riusciva e non dirle di no e, dopo averla afferrata per i fianchi,
la portò
sotto di lui. Non riusciva a resistere a quell'attrazione,
però doveva farcela.
“Vegeta,
che fai? E' la moglie di Kakaroth… è la moglie di
Kakaroth…”
Vegeta
tolse le mutandine a Chichi e, stava per farlo, quando:
«No!»
esclamò Vegeta.
Quell'atmosfera
si ruppe.
«No…
cosa?»
«Ehm…
scusa Chichi… ma devo andare in bagno…»
si sbrigò a dire Vegeta e, raccolti i boxer
da terra, corse in bagno.
«Per
fortuna… stavo per farlo con la moglie di
Kakaroth!» si disse osservandosi allo
specchio «Cosa starà facendo Kakaroth con il mio
corpo? Se si azzarda a fare
sesso con Bulma…» poi, guardò in basso.
Ancora non si era messo i boxer e, a
quella vista, commentò:
«Però…
non ce l'hai tanto piccolo… è come il
mio!»
«Adesso
mi metto i boxer e tra poco vado in camera… i boxer! Non
posso mettermi questi
boxer… arancioni!» sbottò Vegeta appena
vide il colore dei boxer di Goku «Domani
mattina li metterò di un altro colore… sperando
che ce l'abbia di un altro
colore!»
Vegeta
decise di tornare in camera da letto, aspettandosi di trovare Chichi
alzata ad
attenderlo, ma si sbagliò: lei si era addormentata.
“Per
fortuna…” pensò Vegeta e, dopo essersi
infilato il pigiama, si addormentò
dall'altro capo del letto.
“Ti pareva…”
Bulma
gli si mise sopra e gli incominciò a tirare giù i
boxer lentamente.
«Vegeta,
che aspetti? Non mi togli le mutandine come fai sempre?»
Goku
istintivamente la afferrò per i fianchi nel tentativo di
fare quello che gli
aveva chiesto.
“Che…
che sto facendo? Non posso farlo con Bulma, non posso tradire
Chichi… Vegeta se
lo sa mi ammazza! E chissà che anche lui adesso…
solo il pensiero mi
innervosisce! Però anch’io ho voglia e, essendo
nel corpo di Vegeta, è come se
adesso le stesse facendo lui queste cose… no, Goku, che vai
a pensare! Devo
pensare a qualcosa per risolvere questa strana situazione…
uhm… idea! Farò come
Mr.Satan!”
Goku
tolse velocemente le mani dalle mutandine di Bulma ormai tolte per
metà e finse
di avere mal di stomaco.
«Aaahia!»
urlò Goku cercando di essere il più credibile
possibile.
«Che
c’è, amore?» chiese Bulma allarmandosi e
avvicinandosi a Vegeta.
«Ahia
ahiaaa… che dolore!» gridò ancora Goku
stringendosi le mani attorno alla pancia
«Bulma… mi fa male lo stomaco!»
«Vegeta…»
si tranquillizzò Bulma «Stasera hai cenato ben due
volte! Va bene che sei un
Sayan… però ti ho cucinato due cene
abbondanti!»
«Mi
dispiace, ma in queste condizioni dobbiamo rimandare la notte
d’amore!»
«Vegeta…
non ti preoccupare, so che ci tieni a fare l’amore con me,
quindi adesso ti
vado a prendere i digestivi, così ti si passa tutto e
finalmente…» Bulma si
tirò su le mutandine e si apprestò ad andare in
cucina.
“I
digestivi no!”
«Ferma
Bulma! Mi si è passato il dolore!» la
bloccò Goku.
«Bene…
allora continuiamo!» affermò felice Bulma e
saltò addosso al Sayan più vogliosa
che mai.
Goku
non riuscì a resistere alla bellezza e alla
sensualità della donna e, dopo aver
slacciato con facilità il reggiseno, le sfilò le
mutandine. Erano entrambi
nudi, sopra il letto, carichi di passione. Goku la portò
sotto di lui e non
riuscì a resistere. Ormai stava per farlo, questione di
poco, quando…
«Bulma…
ho fame!»
«Vegeta!
Che cavolo stai dicendo?» sbottò Bulma alla
richiesta del Sayan.
«Ho
detto che ho fame!» ripeté Goku.
«Ma
se prima ti faceva male lo stomaco perché avevi mangiato
troppo!»
«Adesso
mi è venuta fame… non va bene?»
cercò di dire Goku il più duramente possibile.
«Uffa,
Vegeta! Mi hai stancata! Vai a mangiare quello che cavolo ti
pare!»
Goku
afferrò i boxer e scese in cucina velocemente. Anche se
quello era un pretesto
per non fare l'amore con la sua migliore amica, aveva fame davvero.
«C'è
mancato poco… stavo per farlo con Bulma!»
affermò Goku e prese qualche frutto
dentro un cestino «Devo stare più attento,
altrimenti potrei anche… andare a
letto con la mia migliore amica! E poi Vegeta chi lo sente? Spero che
adesso
lui… non ci voglio pensare, se solo ci
prova…» poi guardò in basso
«Vegeta…
immaginavo che ce l'avessi un po’ più piccolo,
invece è come il mio… adesso
però devo mettermi i boxer, se scendessero Trunks e Bra che
figura ci farebbe
Vegeta?»
Goku
si mise i boxer e, osservandoli, non poté fare a meno di
commentare:
«Ah,
ah… questi boxer te li ha sicuramente comprati
Bulma… però, sono carini! Neri
con i fiori rosa…!»