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Autore: AlphaBot85    14/02/2013    0 recensioni
Questa è la storia di due ragazzi: Richard e Clare che si odieranno per gran parte della storia. Tra di loro ci sarà un'intesa potentissima. In ogni modo cercheranno di contraddirsi l'un l'altra nonostante una ragazza di nome Nicole che proverà ad ostacolare i piani di Clare, aprofittandosi del povero ragazzo. Nulla potrà sminuire quell'odio. Nulla, ad eccezione dell'amore.
Protagonisti: Clare e Richard
Rating: Verde
Completa: No
Avvertenze: storia basata su una specie di triangolo
Serie: Nessuna
Coppie: Nessuna
Genere: Romantico, Fluff, Sentimentale (Roba da romanzo rosa con attimi comici)
Contesto: Vago- Campo estivo
Capitoli: Mentre scrivo siamo a 3
Round Robin: No, non so cosa significa ma si non è disponibile, quindi per forza No
Narrazione: Prima persona con passaggi da Clare a Richard non frequenti
Aggiunte: Piccole immagini a fine del primo capitolo
Sezione: Romantica, anche se ci saranno capitoli introspettivi di pure riflessioni
Scrittore: Vegeta_85 con la sua storia più bella dopo "La battaglia"
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Cap 2- La sera tanto attesa

Andai a dormire verso le 10 di sera, ma mi svegliai alle 3 di notte dopo aver sentito un urlo implorante d'aiuto di una ragazza. Mi precipitai nel luogo da cui proveniva l'urlo e sentii poco distante da me una voce. Ci misi qualche secondo per cercare di capire chi fosse. Sembrava Clare. Mi feci forza e senza altri indugi scagliai un pugno in faccia al molestatore, stordendolo. << Grazie mille! Come potrò mai ripagarti? >> In un istante mi passò davanti a me l'intera saga di Zorro, che sentivo da piccolo, quindi dissi stile superman: << Non c'è bisogno, che mi ringrazi >> E me ne andai. Anche la mattina dopo, appena sveglio sentii un altro urlo, ma di un ragazzo. “Salvare un uomo?! Ma che scherzi sono mai questi?!” Mi chiesi. Scossi la testa: Non ero mica spider-man! Decisi comunque, di andare a “vedere” (si fa per dire) cosa stava accadendo. Era la ragazza di ieri accompagnata dalla folle risata del pazzo di ieri, ma con i rinforzi. Erano 5, o di più. Individuai le loro posizioni e attaccai. Con un calcio stesi il primo, da quella posizione, con una sola gamba d'appoggio, saltai e diedi un calcio rotante (Visto che roba?) agli altri tre. Era rimasto solo il tizio dalla folle risata. Si avvicinò con uno scatto e mi diede un pugno. Lo parai all'ultimo istante e gli stortai il braccio, girando la sua mano stretta nella mia morsa di ferro. Mi implorò di lasciarlo, ma io non avevo pietà. Gli diedi una ginocchiata nel duodeno piegandolo in due, una gomitata nei reni e infine mi girai e gli presi il collo circondandolo, per poi stortarlo. Cadde a terra e mi afferrò la caviglia, sperando di farmi cadere ma rimasi immobile. Era una presa da principiante, e anche debole ma non riuscivo a liberarmi. Non mi ricordavo come mi avevano insegnato, quindi gli diedi l'ultimo calcio dritto sul naso. Fortunatamente la violenza in quel campo era accettata. << Richard?! Grazie per avermi salvata... Di nuovo >> Percepii il suo imbarazzo. Era Clare, chi l'avrebbe mai detto? << Chi erano quelli? >> << Ehm... Non lo so, speravo che me lo dicessi tu... >> Improvvisamente si azzittii, probabilmente perché stavo passando la mano sopra i loro cartellini. Tutti all'entrata del campo ricevono dei cartellini bianchi senza nessuna scritta, con il loro nome e cognome in rilievo. È d'obbligo portarli tutti i giorni, anche la notte. Dietro ogni cartellino c'è un codice a barre, che identifica l'identità della persona, stando alle parole di mio padre. << Sono dei cretini >> Dissi << Questo è Michelle, era il mio vecchio compagno di classe >> Lei si avvicinò e mi mise una mano sulla spalla << Ti dava fastidio? Anche nella mia scuola ci sono i bulli, sai? >> Risi << Al massimo sono io un bullo per loro >> Silenzio. L'unica cosa che incombeva in quella stanza, accompagnato da un imbarazzo totale. Sentii dei passi. Quell'inconfondibile leggerezza e precisione, che da l'impressione di un saltellio era l'indistinguibile passo di Nicole. Mi voltai nello stesso istante in cui mi abbracciò, e io ricambiai. << Cos'è successo? Stai bene? E tu Clare? >> sorrisi e le presi una mano, girandomi anche verso Clare << Si, tutto bene >> Tornammo nelle cucine, e questa volta non mi dispiacque affatto che Clare si sedette con noi. << E poi ha dato un calcio stile Chuck Norris, che sembrava di stare in un film! >> Disse Clare eccitatissima. Nicole continuò a ridere per tutto il tempo ma io non dissi niente << Cos'hai Rich? >> Mi chiese Nicole << Rich? Tu lo chiami Rich? >> e scoppiò in una rumorosa risata. Troppo umiliante. << Niente. Vorrei solo stare in silenzio >> ed entrambe emisero un lieve << Ah... ok... >> mi alzai e me ne andai. Non sapevo dove stavo andando, ma di sicuro non sarei tornato in mezzo a quel casino.

 

Entrai in una stanza desolata quanto nuova. Mi feci largo tra oggetti vari, fino ad arrivare ad un morbido divano. MI sedetti e misi le braccia lungo lo schienale, accavallando le gambe. Chiusi gli occhi (non che ne avessi bisogno) e mi abbandonai al silenzio. Mi raggiunsero delle risate. Aprii gli occhi senza un motivo preciso, sperando di poter riottenere quella vista. Sentii vari commenti. Mi schematizzai le possibili posizioni: 2 oche sul divano davanti a me, tre o quattro pettegole alla mia destra e una psicopatica sulla poltroncina accanto al divano dov'ero io. Una di loro ebbe il coraggio di parlarmi. Era una delle due oche << Come mai te ne stai qui tutto solo? >> Risero tutte in coro << Volevo stare solo, ma a quanto pare non posso >> Alcune fecero un eco << Ooooh >> << E come mai vorresti stare solo? >> Continuò con la sua insopportabile vocina da insolente << Non ti riguarda >> Risposi << E perché guardi quel vaso? Non la conosci l'educazione? >> Mi alzai e me andai. Appena fuori aspettai un secondo e sentii la sua vocina commentare << Quant'è permaloso! E poi quel vaso era pure brutto... >>”Tra poco non la penserete così” Ghignai, averi attuato qualcosa in giornata per farle abbassare le arie. Non sapendo che fare, andai dalla mia musa ispiratrice. << Ciao Nicole >> Le dissi, vedendola parlare con Clare in un salottino << Ciao Rich >> Disse Clare mentre rideva, contagiando anche Nicole << Ciao Rich, qual buon vento ti porta? >> Mi misi una mano nei capelli (stile Goku quando non sa che dire a Chichi) << Io... Ti vorrei chiedere una cosa >> Dissi tutto d'un fiato << Parla >> Mi rispose lei sorridendo (Quando ride respira più rumorosamente, come Clare del resto) << Ehm... Io... Vieni un secondo su >> Le dissi infine.

 

(Clare)

 

Dopo qualche minuto scesero e Nicole aveva l'aria decisamente abbattuta, mentre Rich...ard aveva uno sguardo inespressivo, anche se bellissimo (come sempre) ma erano mano nella mano. MI faceva sempre uno strano effetto vederli insieme. Come un pugnale conficcato nel petto. Malissimo. Sentivo qualche parola, mentre si avvicinavano a me << Non ti preoccupare, ci sono io con te >> Questa è l'unica frase che disse Nicole. Si sedettero vicini di fronte a me. Richard aveva lo sguardo perso, il che lo faceva sembrare uno di quei modelli che fanno le pubblicità dei profumi firmati, ma Nicole lo raddrizzò verso di me. Quella è la prima volta che mi diede l'impressione di guardarmi, e non potei fare a meno che fissarlo, mentre Nicole continuava a parlare. Poco dopo Lui si alzò e andò su, Nicole disse che sarebbe andata a prepararsi per una cena, di cui non avevo sentito nulla perché ero troppo impegnata nel fissare quella magica visione che mi era parsa davanti ai miei occhi, quindi seguii Richard per andare nella nostra stanza (Nostra! Non mi sembra ancora vero!). Gli chiesi una volta su: << Ma quale cena scusa? >> Lui rise. Era un angelo quando rideva, e lo ripeteva sempre anche Nicole (Purtroppo) << Il grande evento di stasera, solo noi tre. Abbiamo chiesto il permesso di mangiare un'ora prima >> Disse << E poi? >> Si girò << E poi tu te ne vai >> Disse. Mi arrabbiai moltissimo: Come si permetteva di dirmi cosa fare? << No, io voglio stare con voi, da sola mi annoio... >> Gli dissi << No. Ci ho messo tutta la giornata per organizzare questa sera e non voglio che nessuno la rovini. Non potrà più rimandare >> Mi incuriosii << Rimandare, cosa? >> Arrossì di colpo << Sei troppo piccola >> Adesso si era messo in testa di parlare con una di cinque anni? << Dai! Non lo dico a nessuno! >> Lui iniziò a spogliarsi. Che imbarazzo!!! Dovevo uscire? O restare a guardare? << Devo uscire? >> Si tolse la maglietta << Fai come credi >> Allora restai. Mi aspettavo chissà che, ma ci furono cinque secondi al massimo in cui rimase senza la canottiera. Poi mi chiese << Tu sai come si mette la cravatta per caso? >> La che? Allarme rosso! Non potevano fare sul serio, o si? Accidenti! << Si, faccio io >> Si avvicinò e me la mise in mano. Meno male che non ci vedeva, perché mi dovetti allungare per mettergli quella cosa. Fu un attimo che sentii il suo profumo. Si era messo il profumo! << Grazie >> Disse interrompendo i miei pensieri. La sua calda voce, con il suo dolce profumo e la sue eleganza, scatenarono in me una sensazione indescrivibile. Sarei voluta restare in quel momento per tutta la vita. All'improvviso mi venne un dubbio: << Ma sarete soli nelle cucine? >> Prese la giacca (Chi si porta giacca e cravatta in un campo estivo?) e disse << Siamo noi tre nella sala riservata al personale >> Poi aspettò un secondo << Non dirmi che sei gelosa >> Scoppiò a ridere. “Scoperta!” Pensai << Ah! Non pensare di essere chissà chi! Gelosa Ah! Ma chi, io? Non farmi ridere! >> Ok, 'sta volta si sentiva che ero gelosa, ma se la bevve fortunatamente. << Andiamo, su! E non pensare che sia stato io a volere anche te alla cena >> << Magari ha paura di te >> Dissi sarcasticamente per poi lasciare una risatina << Credo che tu abbia ragione >> Disse tristemente. Non l'avevo mai visto così e anche se sapevo che non era colpa mia mi sentivo terribilmente in colpa << Come vuoi, vi lascerò soli stasera >> Lui continuò << Però alla cena devi venire anche tu >> Aspettò un attimo, e emise una lieve risatina << Altrimenti capisce dove voglio arrivare >> Mi misi a ridere anche io. Improvvisamente mi venne un dubbio: cosa mi sarei messa? Decisi per un abito rosso scuro, molto elegante con uno spacco sulla gamba sinistra, un modello a sirena (Vorrei precisare che non ho idea di quello che ho appena scritto). Scendemmo giù, nel salone privato vicino al piano sotterraneo. Appena Nicole scese era bellissima: indossava un abito blu con le perline verdi acqua sul corpetto, un'ampia gonna con le balze, che si divide dal corpetto con un fiocco verde acqua, in tono con il trucco. “Ma perché si era vestita così se lui non la vedeva?” Mi chiesi. Non ci feci molto caso, così rimasi a guardarla: erano proprio una bella coppia quei due, ad eccezione che lei era solare e sociale, mentre lui no.

Parlammo molto durante la cena, poi Richard mi prese in diparte dicendo: << Stanotte mi devi lasciare la camera da letto >> Cosa?! E dove avrei dormito? << Ma io dove dormo? >> Lui si affrettò a rispondermi << In camera di Nicole con Gregory >> Concluse lui. “Gregory? Magari era anche più bello di Rich!” Pensai non sapendo che avrei dormito con un mostro (Senza offesa) << Adesso vai a letto >> Come si permetteva? << Non sono una bambina, in ogni caso d'accordo >> Mi alzai dicendo di essere stanca, ringraziai e me ne andai.


 

  
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