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Autore: sososisu    03/09/2007    9 recensioni
La storia di una Normalissima ragazza tedesca, che vive in un Normalissimo paesino, frequenta un Normalissimo liceo, con Normalissimi professori e Normalissimi compagni...
Una storia dove I Tokio Hotel non esistono. Dove Tom Kaulitz è un Normalissimo studente, ossessionato da qualcosa, o forse da qualcuno...o forse da tutti e due.
Au e OOC.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Guardava il soffitto, improvvisamente diventato così interessante. Strane ombre si muovevano sulla parete bianca, probabilmente il riflesso delle foglie degli alberi al di là della finestra.
Non sapeva perché ma l’espressione del suo viso l’aveva irritato, e parecchio anche.
Cosi, nell’oscurità della notte, con un paio di boxer a quadretti e un lenzuolo sulle gambe, Tom iniziò a sparare una lunga serie di cazzate, una più falsa dell’altra.

[Perché aveva quella fottutissima espressione ebete sul viso? Insomma, che ci sarà poi di strano a beccare una persona in atteggiamenti amorosi con una ragazza?]

Cazzata numero uno, lo sapeva benissimo cosa non andava…

[…E poi scusa, se l’avessi trovata IO in una situazione simile, avrei avuto le mie buone ragioni per arrabbiarmi…quello che la sogna di notte senza vestiti sono io…purtroppo]

Cazzata numero due, la cosa non gli dispiaceva per niente, anzi, gli dava un’immensa felicità sognare Fanny.

[…Ahhh, fanculo…non riesco nemmeno a prendere sonno]

Velocemente si alzò e si infilò un paio di pantaloni e una maglietta. Scese le scale senza fare rumore e uscì di casa. Alle 4 del mattino. I dread disordinatamente raccolti con un laccio nero. Detestava non mettersi il cappello, ma non ne aveva avuto tempo.
Le mani affondate maleducatamente nelle tasche, una camminata un po’ barcollante per non far crollare i jeans taglia XXL fino alle caviglie, sguardo fisso sull’asfalto umido e il piede sinistro che continuava imperterrito a prendere a calci un povero ed innocuo sassolino.
Non sapeva dove andare, anzi a dir la verità non sapeva nemmeno dove fosse finito. Si guardò un attimo intorno e riconobbe la chiesa nella piazza principale del paese. Si trovava vicino a casa di Fanny.
Senza nemmeno pensarci si mise a correre fino a che non si ritrovò sotto la finestra della ragazza.
…Scena molto simile a Romeo e Giulietta
[Che schifo!]
…E dopo questo romantico commento Tom sputò per terra come Cusco, o come cazzo si scrive, insomma come il Lama delle follie dell’Imperatore…
Il paragone lo fece sorridere, mordicchiò il piercing e si chinò per raccogliere un manciata di ghiaia dalla stradina che portava alla porta della casa di Fanny.
Rimase una buona mezzora a giocare con un sassolino. Una cosa molto triste e al quanto demente.
Lanciava la pietruzza in aria e la faceva ricadere sul palmo della mano. E poi di nuovo, e ancora…una, due, tre, cento, mille volte.
Non sapeva perché fosse lì.
Andiamo Tom, come sei caduto in basso…
[…Lo so]
Chiuse gli occhi e lanciò quel che rimaneva del sassolino contro la finestra della camera della ragazza.
Niente.
Ancora, un altro tentativo.
Niente.
Aprì la mano e fece ricadere per terra la manciata di ghiaia che aveva poco prima raccolto.
Voleva tornare a casa, ma i piedi avevano messo le radici nel giardino Krantz.
Crollò a sedere, esausto. Erano le 5 e mezzo del mattino.
Si sdraiò sull’erba soffice e fissò il cielo. Inquinamento del cazzo, paese del cazzo, lampioni del cazzo che con la loro luce offuscavano le stelle. Chiuse gli occhi, li riaprì, li richiuse…

-Kaulitz!
-Uhmm…
-Svegliati!
Una secchiata d’acqua gelata gli fece fare un salto di quindici metri. Record mondiale!
-MA CHE CAZZO…???
-Alleluja!
Aveva completamente perso l’orientamento, si guardò attorno. Era completamente fradicio, con i vestiti appiccicati al corpo a causa della ‘dolce’ cascata provocatagli dalla tizia che aveva osato svegliarlo. Che strano, quella non gli sembrava la sua stanza…
[Erba, verde, casa, alberi, cielo…MERDA]
-Mi sono…mi sono addormentato-
-L’avevo notato!-
Una voce familiare, alzò un sopracciglio e fissò quegli occhi neri che conosceva come le sue tasche.
-Scopino?-
…Si pentì presto di quello che aveva appena detto a causa di un forte dolore al cranio…
-Ma sei scema?-
-Chiamami ancora una volta cosi e la prossima volta te ne do duecento, e metto anche due anelli per dito…-
Detestava i pugni di Fanny…quella strega era meglio di Eddy Guerrero e Undertaker messi insieme! Però…ora che ci pensava, Eddy La Raza era morto di overdose…o di infarto…non se lo ricordava…insomma, avete capito!
-Dimmi un po’ Kaulitz…che ci fai qui?
Gli occhi della ragazza lo fissarono con sguardo inquisitore e sarcastico. Non sapeva cosa rispondere. Tentò di formare una frase di senso compiuto che contenesse anche una valida scusa…uhmm…il gatto era scappato di casa e lui lo stava cercando ma, preso da un improvviso attacco di sonno, si era addormentato in un giardino che, casualmente, era quello di Fanny.
No, direi proprio di no.
-Allora mi vuoi rispondere??-
-Niente!-
La ragazza inarcò il sopracciglio destro con aria sospettosa.
-Niente?-
-Niente! Ci vediamo a scuola Scopino…-
Era in procinto di prenderlo ancora a pugni ma si era resa conto di essere ancora in “pigiama” alle sette. Così senza nemmeno salutarlo, si mise a correre verso la porta di casa ma, in un nanosecondo, senti uno scatto provenire dal prato.

-Merda.-
…fu l’unica parola che riuscì a pronunciare, prima di essere travolta da spruzzi di acqua gelata. Se l’era dimenticato, di nuovo. Ma dove aveva lasciato la testa?? Era la terza volta in una settimana che si scordava di quegli odiosissimi aggeggi per l’irrigazione.
In meno di un minuto si era ritrovata fradicia da capo a piedi, con la sua pseudo-camicia-da-notte-XXL completamente appiccicata al corpo. La schiena percorsa da mille brividi e i capelli, già bagnati per la doccia che aveva fatto prima, incollati al viso e al petto.
OK, quella era la volta buona che uccideva qualcuno. E, “accidentalmente”, quel qualcuno era Tom che si stava rotolando per terra dalle risate.
-Ti…Ti…ti conviene scappare, KAULITZ!-
Al che lui, nonostante i crampi agli addominali per le troppe risate, si mise a camminare velocemente verso casa sua…effettivamente lei non era l’unica ed essere in ritardo quella mattina…

-Etchù!-
[Maledetto spruzzino…maledetto Kaulitz…maledetto Ottobre…maledetto Kaulitz…maledetto freddo…maledetto Kaulitz…maledetto starnuto…maledetto Kaulitz…maledetta scuola…maledetto Kaulitz!]
Ok, Fanny stava per scoppiare. Aveva bisogno di sfogarsi ma dato che quella “adorabile” preside le aveva “gentilmente” ordinato di passare i pomeriggi a scuola, doveva saltare anche gli allenamenti di karate, unica maniera per sbollire la sua rabbia.
Alla stessa velocità della luce si vestì, uscì di casa e con la mitica biciclettina raggiunse la scuola.

Tom sorrise osservando con attenzione i volti di tutti i suoi compagni di classe. Ogni alunno, tranne lui ovviamente, aveva le dita incrociate e il capo chino verso il libro di letteratura aperto a pagina 247: Goethe.
La Steichten, adorabile professoressa, faceva scorrere l’indice sul registro. Per lui quello non era un problema, qualunque cosa lei gli avesse chiesto lui l’avrebbe saputa senza problemi, ma non perché era secchione. Grandissima cazzata, lui non era cosi, lui era solo molto più intelligente degli altri…e anche molto più modesto, certamente.
Il resto della classe però non la pensava così. Specialmente la nostra cara Fanny, che quella mattina, “stranamente”, era arrivata a scuola impreparata. Non era una ragazza particolarmente studiosa…anzi…
[Ti prego…ti prego…ti prego]
-Kranz-
[C…cosa?? Ok…respira…uno, due, tre…MERDA]
-Professoressa…io…ecco…-
-Prego, venga alla cattedra con il libro e la tesi per oggi-
-Veramente…vede…ieri mi sono sentita male…e…-
-Non ha i compiti?-
-Insomma non è che non ho i compiti…li ho solo dimenticati e…ecco…-
Lei la guardò molto, molto, molto, male…
-Venga al dunque, per cortesia-
-…No, non ho i compiti-
Abbassò la testa, lo sguardo cadde su una faccina sorridente che il giorno prima Korin le aveva disegnato sul libro. Quanto avrebbe volute essere quel disegnino in quel momento. Sempre allegro, occhi vispi, niente letteratura…niente Goethe…
-Signorina Krantz lei lo sa che rischia la bocciatura, vero?-
-I…io…si, lo so…ma…-
-Niente ma, l’unica cosa che può fare è mettersi a studiare seriamente, la scuola è iniziata da appena due mesi, ha tutto il tempo di cui ha bisogno…ma già l’anno scorso è passata con non poche difficoltà…se ha bisogno di una mano sono disposta a dargliela…-
-No…no grazie professoressa-
Afflitta come un cane abbandonato dal suo padrone, si sedette e iniziò a scrivere una serie infinita di grandi, brutti e antipatici 3 su un foglio. Tre, che voto del cazzo. Altro che numero perfetto…lei lo detestava.

Suonò la campanella della pausa pranzo. Velocemente affondò la mano nella sua borsa e raccolse i pochi spicci che le rimanevano della sua paghetta per andare a comprare un panino al bar della scuola.
Stava per uscire dalla classe quando si sentì afferrare per un braccio. Si voltò e si ritrovò davanti Tom.
Con uno strattone liberò il polso dalla presa del ragazzo.
-Che vuoi?-
Lui non rispose, semplicemente la fissò negli occhi.
-Senti non ho tempo da perdere, io. Ho fame, voglio andare a mangiare, se non ti dispiace-
-Lo sai che ti stanno per bocciare, vero?-
Spalancò la bocca stupita dalle sue parole. Dopo di che sul volto le si dipinse un sorriso compiaciuto.
-Grazie Mille Tesoro…me l’ero scordata come farò a ringraziarti!-
-Sono serio-
-Anche io sono seria…Razza di…di…Non ho bisogno che TU mi faccia la predica. Sono fatti miei se sarò o non sarò bocciata, tu vedi di strane fuor, capito?-
-Ti voglio solo aiutare deficiente-
Fanny scoppiò in una fragorosa risata, poi lo fissò negli occhi.
-Kaulitz come cadi in basso…mi fai pena.-
…Al che lui rispose “leggermente” alterato…
-Va bene Scopino del cazzo, scusami se per una volta ti volevo dare una mano al posto che sfotterti per il tuo ennesimo 3!-
Non sapeva cosa rispondere…da dove gli era venuto quell’attacco di gentilezza improvvisa! Eh??
-Vedi, è per questo che non ti sopporto! Perché sei un falso di merda! Lo so benissimo che lo fai apposta per farmi sentire un’idiota! E poi cosa vuoi da me? Eh? Tornatene dalla vacca di ieri ok? Ti odio Tom Kaulitz! Ti detesto…tu e il tuo culo del cazzo! Mi spieghi come cavolo fai a non aprire mai libro e sapere sempre tutto? Eh? Come fai ad avere in tutto 10? Io proprio non ti capisco…porca miseria! Non hai la faccia da secchione…hai 6 in condotta! Fai sesso con le mucche nel ripostiglio delle scope e sei sempre in punizione! Ti hanno sospeso 4 volte dall’inizio della scuola eppure…-
-…Eppure?-
-Eppure vai meglio di me, che passo le ore a studiare e non mi entra in testa un beneamato CAZZO! E con questo ho chiuso…buon pranzo-
-Aspetta!-
Ma lei era già scappata via.

Chiusa nel famoso ripostiglio mangiava un panino con maionese avariata e pollo marcio. Uno schifo assurdo. Immersa fra scope e stracci, pensava. Due lacrimoni le rigavano le guance. Il trucco pesante si era sciolto e colava. Tom aveva ragione, la Steichten aveva ragione…aveva bisogno di un aiuto. Non voleva essere bocciata. Era una cosa insopportabile perdere un anno. Il punto però era che lei non era capace di accettare consigli da qualcuno, lei doveva fare tutto da sola, con le sue uniche forze.
Senza rendersi conto del tempo che passava Fanny sentì la campanella che annunciava l’inizio delle lezioni pomeridiane che duravano fino alle 15. A quel punto lei doveva rimanere altre tre ore insieme a quel rompi palle di Kaulitz che tanto si sarebbe appartato con qualcuno…o meglio, qualcuna.

…Ed eccola qui, ore 15.30. In palestra, piegata con uno straccio in mano a pulire il pavimento. Le cuffie dell’Ipod nelle orecchie.
Ad un certo punto sentì qualcuno che la stava chiamando picchiettandole la spalla con due dita. Si girò e fece un salto di due metri.
-Ancora qui stai?? Ma oggi devi rompermi più del solito? Smamma Kaulitz, non ti voglio tra i piedi.-
-Che ascoltavi?-
-Ma mi hai sentito o cosa?-
Lui si sporse per leggere il titolo e l’autore della canzone sullo schermo dell’Ipod nero. Poi scoppiò a ridere.
-I Queen??-
-Qualcosa contro di loro? Sono la base della musica…-
-Oh!-
-Oh cosa?? E sentiamo…che musica ascolti tu?-
-Uhmm…Samy Deluxe!-
-Che schifo…sei peggio di tuo fratello che ascolta Nena!-
Lui le sorrise e aggiunse:
-No…lui è insuperabile…devi sentire poi, quando canta…-
-Immagino…ma dimmi un po’…a cosa devo l’onore di questa visita? Niente sveltina oggi?-
Lui aveva pronta una battutina niente male, ma decise di trattenersi…doveva parlarle. Ne aveva la necessita fisica e psicologica…se non l’avesse fatto non avrebbe preso sonno nemmeno quella notte.
Eppure non riusciva a dirglielo. Le parole gli rimanevano bloccate in fondo alla gola. Aprì la bocca ma quel che ne uscì fu un rumore sordo.
-Allora?-
Si leccò le labbra soffermandosi sulle due palline argentate sull’angolo sinistro.
-Mi passi la scopa?-

***

Note dell’Autrice: Eccomi qua. Vi ringrazio infinitamente per le recensioni! Ho aggiornato abbastanza presto! Spero di essere sempre cosi puntuale :-D
Commenti ben accetti!^^
Auf Wiedersehen!
Kuss

Giuls

  
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