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Autore: sososisu    01/09/2007    18 recensioni
La storia di una Normalissima ragazza tedesca, che vive in un Normalissimo paesino, frequenta un Normalissimo liceo, con Normalissimi professori e Normalissimi compagni...
Una storia dove I Tokio Hotel non esistono. Dove Tom Kaulitz è un Normalissimo studente, ossessionato da qualcosa, o forse da qualcuno...o forse da tutti e due.
Au e OOC.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Solitamente come si inizia un racconto?
Normalmente si parte descrivendo il protagonista. Beh il personaggio principale della mia storia è una Normalissima ragazza tedesca, che vive in un Normalissimo paesino, in una Normalissima famiglia protestante. Il suo nome? Fanny Krantz. Nata il 10 novembre del 1989. Frequenta un Normalissimo liceo, in una Normalissima classe, con Normalissimi professori e Normalissimi compagni.
E allora, vi chiederete voi, perché cavolo ti sei messa a scriverla questa storia se è tutto cosi dannatamente Normale?
La verità? Calcolando che i sei libri di letteratura e i venticinque esercizi di matematica mi aspettavano feroci sulla scrivania, le alternative erano due: Mal di testa e una secchiata di Aspirina per le prossime 47 ore oppure la Normalissima storia di Fanny. Beh, ho Decisamente scelto la seconda.

Bene, a che punto ero? Ah si…la mia ragazza.
Era un Normalissimo giorno di ottobre. Il 18 precisamente. Le sei e trenta del mattino. La sveglia suonò.
Un essere non identificabile fuoriuscì dall’ammasso di coperte blu. i capelli arruffati come un gomitolo di lana e gli occhi gonfi di sonno.
Cannella, un piccolo ed innocente micio arancione, spiccò un salto di quattro metri vedendo la padrona-zombie.
Bene, vi presento Fanny.
Con la stessa camminata di un cammello assetato si diresse in bagno e aprì il getto caldo della doccia. Il pigiamone taglia XXL (perché cosi è più stylish) nero con degli ‘adorabili’ teschietti bianchi, venne ‘gentilmente’ scaraventato per terra insieme alle mutandone da nonna.
Nonostante la goffaggine post-sveglia, la mia Fanny ha sempre il suo bel corpicino magro e sinuoso. Seno non troppo abbondante, sederino sodo e gambe non alte ma nemmeno corte.
Il getto d’acqua tiepida portò via con sé il sonno. Una sciacquata al viso e al collo ed uscì dalla doccia. E poi un’occhiata all’orologio…
-Scheiße-
…Come sempre, in ritardo.
Aprì l’armadio e infilò le prime cose che trovò. Un saluto Mamma, un bacio e poi giù in garage. Ma improvvisamente Cannella spuntò dal nulla e emise un tenero Mew
-MAMA!
Un urlo con la speranza che Georgina potesse sentirla, ma non fu cosi. Sbraitò contro il micio che, ancora una volta, era uscito dalla finestra e si era intrufolato dove non doveva. Lo prese in braccio e salì le scale cinque alla volta mentre il dolce animaletto piantò le sue ‘poco accuminate’ unghie nella schiena della ragazza.
-Mama, Cannella è uscita di nuovo! Chiudi le finestre per favore!
-Ok ok, tut mir Leid.
-Danke. Ci vediamo stasera!
Per la decima volta nell’arco di dieci minuti scese in garage e raccolse quel poco che rimaneva della sua mitica biciclettina modello tremila avanti Cristo.

Pedala pedala che la mamma ha fatto gli gnocchi, tanto sei comunque in ritardo. Altre scale da fare e poi eccola, la porta della sua classe. Bussò.
-Signorina Krantz…come mai questo ritardo?
-Mi…mi dispiace, la sveglia non ha suonato…e…
-Si sieda e non disturbi gli altri alunni.
Con passi decisi si avvicinò al banco. Poi cercò qualcuno con lo sguardo, e lo trovò. Due occhi castani si fissarono nei suoi neri. Un audace sorrisetto laterale colorò il volto di entrambi.
[Stavolta vinco io] (I Pensieri sono in parentesi quadre nda)
Soddisfatta si accomodò e seguì la lezione. Ma la voglia di combattere era troppo forte, occhi pieni di liquido velenoso…sfida, vittoria, piacere.
Si attorcigliò una ciocca nera fra le dita. Che belli i tuoi capelli Fanny, così neri e mossi…misteriosi come i tuoi occhi. Misteriosi come te.
Era persa nei suoi pensieri quando improvvisamente un nome catturò la sua attenzione.
-Kaulitz, alla cattedra.
Si alzò strafottente e camminò verso il professore di fisica. Interrogato. E chi se ne fotte. Tanto quello stronzo prende sempre dieci*.
Lo fulminò con lo sguardo e lui mostrò i suoi denti in un sorriso compiaciuto.
Fanny è una persona tollerante. Si si, assolutamente, ma se c’è una persona in grado di farle perdere in un secondo tutto il suo autocontrollo, beh, quello è Tom Kaulitz. Odioso moccioso, narcisista, viziato e anche bulletto. Un coglione che si è fatto il piercing al labbro quando ancora si faceva la pipì a letto, come il fratello gemello d’altronde.
Le venne in mente una delle loro tante litigate, quando avevano 14 anni:
-Sei una cacasotto, scommetto che non le hai le palle di farti bucare da un ago…
-E’ una sfida Kaulitz?
-Esattamente.
…E naturalmente Fanny non poteva rinunciare ad un ennesimo testa a testa con quel demente, era parte del suo dna…cosi il giorno dopo venne a scuola con una strana pallina argentea in bocca.

Istintivamente tirò fuori la lingua e strinse il piercing fra i denti, era un gesto che la rilassava.
…e che non passò inosservato agli occhi dell’interrogato, il quale, mentre rispondeva ad un’assurda domanda del prof, iniziò a fantasticare. Non se lo sapeva spiegare, ma ogni volta che vedeva Fanny fare quel gesto gli venivano in mente pensieri non proprio casti. Chissà, forse una volta sarebbe finito a letto con lei. Se lo sentiva, l’attrazione fra i due c’era, anche se litigavano sempre, anche se lei lo picchiava a sangue, anche se lui la sfotteva 24 ore su 24.
Peccato che Fanny non la pensasse esattamente cosi. Lei detestava Tom. La notte sognava di ammazzarlo. Si lo so, è un po’ strano per una Normalissima ragazza di 17 anni, però, insomma cercate di capirla, i sogni non si possono decidere!

-Bene, vada pure a posto Kaulitz. Il voto lo sa-
Non si era resa conto del tempo che passava. Era già finita la lezione. Era in astinenza di litigate.
-Allora, Secchia, cosa hai preso questa volta? 11?-
-Brutta cosa l’invidia, non ti si addice Scopino-
Colpita ed affondata. Lei detestava quell’assurdo soprannome che le aveva affibbiato. Chissà perché poi?
-Tu…razza di marmocchio demente! Non osare mai più chiamarmi con quel nome…-
La rabbia cresceva, sulla fronte una vena pulsava sangue, una gocciolina di sudore imperlava il collo…come una pentola a pressione, tra pochi secondi Fanny sarebbe scoppiata.
-…O che paura. E dimmi un po’, Scopino, cosa vorresti farmi?-
Adorava vederla arrabbiata, gli provocava un piacere immenso. Anche perché il loro era un odio a senso unico, in fondo Tom non aveva nulla contro di lei. Era la ragazza che non poteva sopportarlo, lui la stuzzicava solo per divertimento, niente di più, anzi, come vi ho già detto, ci sarebbe andato volentieri anche a letto.
I pensieri di lui vennero scacciati da un improvviso dolore al petto. Fanny lo aveva letteralmente scaraventato contro il muro. Il gomito premuto contro la gola. Nove anni di karate le erano serviti a qualcosa.
-Ti conviene…-
Stava per sputare in faccia a Tom una serie infinita di insulti quando senti una mano afferrarla.
[Cazzo]
Beccata in pieno dalla preside. Ma che bello! E la cosa che la irritava ancora di più era il fatto che il signorino Kaulitz continuasse a guardarla con occhi strafottenti e superiori.
-Vaffanculo-

Trascinata in presidenza sapeva già cosa l’aspettava: una settimana intera nella quale sarebbe rimasta a scuola anche nel pomeriggio per fare alcuni lavoretti.
-Buona fortuna Krantz!-
…Ma soprattutto una settimana intera di prese per il culo da parte di Tom.

Sfortunatamente però, la vera sfiga doveva ancora venire…
Era il primo di sette lunghissimi giorni. La bidella le aveva amorevolmente scaraventato in mano un orrendo mocho Vileda che puzzava di marcio e un secchio pieno di acqua putrida, dopo di che aveva detto solo tre parole:
-Pulisci il bagno-
A quel punto Fanny stava già per avere una crisi isterica, ma il peggio avvenne quando si trovò di fronte Tom Kaulitz in persona.
-CHE CAZZO CI FAI TU QUI?-
-Ciao anche a te Scopino-
-Vaffanculo rispondi alla mia domanda!-
-Devo darti questa bellissima notizia, saremo in due a passare i prossimi giorni rinchiusi qua dentro-
-NO. Ditemi che è un incubo. Per favore Mamma svegliami.-
A quel punto il ragazzo alzò gli occhi al cielo e se ne andò verso la palestra.
-Ehi? Dove vai?-
-Lontano da te…io me ne frego, non mi metto mica a pulire come te. Me ne sto sette pomeriggi a fare un beneamato cazzo-
-Ma sentilo! Guarda che se ti becca la preside ti sospende…e poi cos’hai fatto per finire anche tu qui?-
-Per prima cosa chi sene fotte se mi sospendono, meglio un po’ di vacanza. Comunque la Stronza mi ha beccato mentre picchiavo un nanetto del ’90 che mi aveva superato nella fila del bar-
-Che schifo-
Senza nemmeno ascoltare la risposta del ragazzo, Fanny se ne andò spedita verso il bagno col mitico mocho Vileda e il secchio di melma.
A quel punto anche lui si dileguò con un bel sorriso stampato in faccia. Aveva sentito da qualche parte che il Lunedì in palestra si allenavano certe tizie del club di danza. Bene, aveva trovato il modo di passare il suo pomeriggio…

[Non lo sopporto, non lo sopporto]
Sbatteva lo straccio sul pavimento con più forza che poteva, immaginando che le piastrelle fossero la faccia di Tom. Ci mise talmente tanta energia che finì in poco più di venti minuti. Guardò l’orologio, doveva raggiungere la bidella per renderle scopa e affini.
Girò la scuola in lungo e in largo ma della bidella neanche l’ombra. Effettivamente erano le sei di sera, probabilmente se n’era andata a casa. SIMPATICA! L’aveva mollata là senza nemmeno avvertirla!
Pazienza, a questo punto avrebbe mollato gli attrezzi nel ripostiglio vicino alla palestra e poi sarebbe tornata a casa. Che bello, non aveva incrociato Tom nemmeno una volta!
Velocemente raggiunse la stanza, aprì la porta ma si trovò davanti uno spettacolo a dir poco disgustoso (Almeno ai suoi occhi…).
Un insieme tra una vacca e una puttana di ultima categoria a gambe aperte, e fin qui, la scena era anche accettabile, la cosa veramente orripilante era che tra le cosce della tizia c’era Tom Kaulitz. Quel Tom Kaulitz. Il Tom Kaulitz che lei detestava.
Rimase un ‘attimo’ sconvolta. Immobile con la maglietta sporca e i pantaloni stropicciati, una rigaccia nera sulla guancia (Aveva impiegato 5 minuti buoni a mandare via quell’orrenda macchia scura dal pavimento), il mocho Vileda e il secchio in mano e la bocca mezza aperta.
Un ‘attimo’ esageratamente lungo, durante il quale lo sguardo di Fanny seguì la gocciolina di sudore che scendeva lungo il collo di Tom, fino al petto, per poi morire sull’elastico dei boxer, che, per fortuna, non aveva abbassato ma solamente aperto per permettere al suo ‘amico’ di andare a trovare l’’amica’ della vacca. L’idea di vederlo completamente nudo era al quando rivoltante per lei.
Dopo aver squadrato per bene il ragazzo, fece cadere per terra tutto ciò che aveva in mano e, in una frazione di secondo, si voltò e corse via.

Sesso.
Questa parola le era completamente estranea, aveva paura del sesso. Lei non era come Tom…Tom, Tom, Tom…tutto nella sua vita girava intorno a Tom. Anche il sesso, per l’appunto.
Fanny non era vergine. Per colpa di Tom.
No, no, non fraintendete. Non è lui il “fortunato”. Lui è solo colui che ha provocato tutto.
Altra litigata. Due anni prima. Quando avevano 15 anni.
-Scopino verginello-
-Cosa c’è di male ad essere vergine eh?-
-Sei una bamboccia, sei ancora cosi perché nessuno ti vuole!-
E si mise a ridere. Questo è il VERO motivo per cui Fanny detesta Tom. Lui ha un flusso negativo su di lei, la spinge a fare cose che non vorrebbe, colpa sua e dei LORO stupidi orgogli. Perché lei non può mai perdere contro di lui…e viceversa.
Fu cosi che la dolce bimba perse il suo dono più prezioso. La sera stessa con un certo Leuner che la trovava carina. Un bastardo che non ebbe il minimo rispetto e le fece un male porco. Fatto sta che il giorno dopo venne a scuola camminando come un pinguino. Al che Tom la prese come al solito in giro chiedendole il motivo di quella camminata ridicola. Lei rispose semplicemente: -Non sono più vergine-. Il ragazzo rimase tutto il giorno senza proferire parola.
Quella volta aveva veramente vinto lei. Ma non era di certo una Bella vittoria. Anzi…
Quella volta Tom Kaulitz si era sentito veramente uno stronzo.
Da quella volta aveva iniziato a vedere Fanny con occhi diversi…
…e da quella volta, il gesto che lei faceva con il piercing alla lingua era diventato un’ossessione…La Sua ossessione.
Ma non lo avrebbe mai ammesso.
Perché Tom Kaulitz rimane sempre e comunque Tom Kaulitz.

*****

Note Dell’Autrice: Eccomi qui, con questa fanfiction AU sui TH. Oltre che AU anche OOC. Beh comunque sia…è incentrata soprattutto su Tom, Bill non so nemmeno se comparirà.
In questa storia i Tokio Hotel non esistono…nessuno è famoso, ricco e impegnato. Sono tutti dei normalissimi ragazzi… :-D
Spero di avervi incuriosito!
Al prossimo capitolooo!

Le recensioni sono ben accette^^

Danke!
Giuls!

*Allora, preciso che non sono mai riuscita a capire i giudizi tedeschi, credo sia da 1 a 6 e che il migliore sia 1 tuttavia ho preferito usare quelli ‘italiani’. Inoltre, come avrete notato dagli ‘avvertimenti’ questa fanfic è anche un po’ OOC, quindi, considerando che nessuno dei due Kaulitz era un genio della scuola…ho preferito sottolineare questo aspetto della ff. Grazie per l’ascolto, scusate l’interruzione :D

  
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