Libri > Il diario del vampiro
Segui la storia  |       
Autore: Gloria Bennet    14/02/2013    8 recensioni
Bonnie si ritrovó a pensare a Damon, quello vero e, per puro caso o forse per destino, i suoi occhi si posarono sull'alta e stretta libreria a destra del camino. Tenendo in braccio il gatto si avvicinó e vide incise nel legno, all'altezza dei suoi occhi delle lettere. Formavano una parola, un nome. "DAMON"
In quel momento la serratura scattò...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


9. La schiusa della farfalla

 

Arrivarono al parco che era già ora di pranzo. Scelsero un luogo appartato e accogliente, lontano da sguardi indiscreti. Bonnie prese il cestino delle provviste (un barattolo di marmellata di pesche di Theophilia, una torta di fragola fatta da lei, panini al tonno e prosciutto, bottigliette d'acqua e tè). Damon si sdraiò su una coperta e la guardò sistemare la tovaglia per terra.

«Guardare in effetti si può rivelare un grande aiuto alla la distrazione» Damon ridacchiò.

«Mi sto godendo lo spettacolo della natura. Anche questo è importante»

«Ne sono certa»

La rossa guardò intensamente il moro e, con il solo sguardo (e incantesimo non verbale) gli tolse la coperta.

«Ehy! Questo è un affronto»

«Noooo! Cosa te lo fa pensare?»

Damon si alzò per prenderla, ma Bonnie, prevedendo la sua mossa, fu più veloce.

«Comunque non avrei mai pensato potessi farti un taglio alla Nick Carter*»

Damon si fermò. «Che cosa? E tu come fai a saperlo? È stato il momento più imbarazzante della mia intera esistenza»

Bonnie scoppiò a ridere, mentre continuava a correre.

«Puoi dirlo forte. Pensavo fossi tu a diffondere le mode. Non pensavo potessi arrivare a copiare qualcuno»

Damon si stava innervosendo. «Non scherzare col fuoco, streghetta»

Ma Bonnie non era per nulla intimorita e continuava a correre. I suoi capelli danzavano al ritmo dei suoi passi come delle lingue di fuoco incandescente. In un attimo Damon la raggiunse e coltala di sprovvista, la spinse a terra per cadere sopra di lei. Bonnie sgranò gli occhi, sentendo il corpo del vampiro addosso al suo. «Damon» sussurrò
«Sì, pettirosso»

«Non potresti spostarti?»

«No perché se lo facessi, tu scapperesti»

«E perché dovrei?»

«Perché non vorresti vedere quello che sto per fare»

Bonnie non aveva paura, però Damon riusciva sempre a intimorirla coi suoi enigmi.

«E cosa stai per fare?» chiese lei.

«Sto per farti rimangiare quello che hai detto» le prese il viso tra le mani e avvicinò la sua bocca a quella di Bonnie.

«Mai sfidare Damon Francesco Salvatore» la ragazza spinse il viso contro il palmo della sua mano. «Mai sfidare Damon taglio da frate Salvatore» disse, guardandolo oltre gli occhi.

Damon le prese ancora il volto tra le mani e avvicinò la sua bocca a quella di Bonnie.

«Mi dispiace, ma é solo colpa tua» le si avvicinò ancora e lasciò che il suo peso sovrastasse il corpo della ragazza.

«Damon, piantala»

«Non dirlo» le mise l'indice sulle labbra e Bonnie provò a morsicarglielo, ma fu preceduta dallo sguardo magnetico di Damon che la legò a sé, fermandole il respiro. Damon si avvicinò ancora e sostituì l'indice che poco prima era sulla bocca rosea di Bonnie con le sue labbra.

«Ti voglio davvero tanto» le sussurrò tra un respiro e l'altro. Bonnie si lasciò travolgere dalle emozioni e seguì i movimenti delle sue labbra. Forti e decisi. Delicati e dolci.

«Anche io» sussurrò lei «Ma quello che voglio più di tutto adesso é un po' di cibo»

Damon la guardò con sguardo di rimprovero.

«Non riesci a resistere a del cibo, ma resisti a me»

«Forse perché il cibo è più invitante di te»

Damon alzò gli occhi al cielo e alzò da lei.

«Se la metti così ti lascio nutrire, ma per me che hai preparato?»

Bonnie lasciò che i suoi occhi si perdessero negli abissi scuri e invitanti di Damon.

«Non ti ho portato cibo a base di sangue, ma ho già pensato a come nutrirti»

Ora fu Damon a sgranare gli occhi, seguendo la rossa verso il loro angolo privato.

«E cosa sarebbe?»

«Guardati intorno e dimmi quante persone sarebbero liete di darti un po' del loro sangue»

Damon la guardò, sorpreso. Era seria. Bonnie voleva dargli il suo sangue, senza che nemmeno lui l'avesse implorata. Ormai per lui resistere al sangue umano era diventata un'abitudine, ma non per questo era facile resistere all'impulso di assaggiare il sangue di qualche umano, specialmente se si trattava di una ragazza come Bonnie il cui squisito sapore si sentiva anche a lunga distanza. Aveva un profumo così invitante, ma lui riusciva a controllarsi e a non badarci. Bastava pensare che quel profumo fosse un vero profumo e non il sapore del sangue che le ribolliva nel corpo. E poi bastava pensare a quanto ci tenesse a lei per riuscire a fermare i suoi impulsi bestiali. Ma, in quel momento, quando Bonnie lo guardò fino in fondo all'anima e gli disse con sincerità che era disposta a dargli il suo sangue, lui capì di amarla. L'aveva sempre saputo, ma adesso ne era certo. Per questo la guardò e le sorrise. Per la prima volta, in tutta la sua esistenza, era certo di amare e, pur sapendo che Bonnie ricambiava i suoi sentimenti, non gliene importava. Perché, anche se lei non l'avesse amato, lui avrebbe continuato a farlo. Ora capiva che il vero amore non chiede niente in cambio. E' talmente generoso e forte da bastare per sé.

 


 

L'amore non vuole avere, vuole soltanto amare

[Herman Hesse]
 


 

Prese Bonnie tra le braccia e la portò in un angolo, tra le piante. Si sentiva profumo di melissa e salvia. Una quercia li proteggeva, con le sue fronde, tenendoli lontano da occhi indiscreti. Sembrava un giardino nel parco. Come se quel luogo fosse stato concepito apposta per loro. C'erano camelie di ogni colore e foglie di melissa e salvia color smeraldo che facevano risaltare ancora di più le tonalità vivaci dei fiori. Bonnie guardò Damon nei suoi occhi di ematite e il suo cuore batté più forte non appena il suo sguardo si posò su di lei. Il moro la adagiò sull'erba e, prima che se ne rendesse conto, era sparito per poi tornare alla velocità della luce con il cesto delle provviste e tutto ciò che Bonnie aveva portato. Lei lo guardò teneramente.

«Grazie»

«Figurati, pettirosso»

«Direi che puoi iniziare a nutrirti»

«Sicura?» il suo sguardo era serio.

«Non sei costretta se non vuoi»

Le mani calde di Bonnie presero quelle ghiacciate di Damon e le strinsero.

«Non sono mai stata più sicura» Gli occhi scuri del vampiro erano più eloquenti della sua bocca.

In quel momento brillavano di intensità ed erano ancora sorpresi e commossi dalla scelta della ragazza.

«Ti farà male all'inizio, molto male... E poi potresti perdere i sensi se non riuscissi a controllarmi» «Damon, non riuscirai a farmi cambiare idea» il vampiro la guardò senza dire niente. Il suo sguardo incatenò a sé quello di Bonnie che, vittima di quell'incantesimo, non riuscì a distogliere gli occhi dai suoi. Presto si avvicinarono. Il volto di Damon si avvicinò al suo. La sua bocca. Damon la schiuse, mostrando le sue zanne mentre apparivano le vene violacee sotto agli occhi. Non riuscì a controllarsi. Lui riusciva a farlo, ma lei non poteva. Non quando lo amava a tal punto da non riuscire a restare impassibile di fronte a un gesto che avrebbe dovuto suscitare disgusto nella maggior parte delle persone e che invece, a lei, provocava puro piacere. Prese tra le mani il suo volto perfetto, accarezzò le vene che si erano dilatate e lo baciò. Damon la strinse a sé e lasciò che Bonnie facesse danzare la sua bocca insieme alla sua, fusa in un unico attimo. Sentiva i canini appuntiti minacciare di perforarle la lingua, ma non li temeva. Voleva solo sentire Damon nella sua vera essenza.


 

Niente è più intimo di due pensieri che si toccano


 

«Bonnie» ansimò lui, senza fiato. Più affamato che mai. Si staccò, con difficoltà dalle sue labbra e adagiò le sue sulla gola della ragazza. Il suo profumo era inebriante. Delizioso. E, non appena, i suoi canini perforarono la carne, ne ebbe la certezza. Bonnie era fresca e deliziosa, proprio come il suo profumo. Anzi, era persino meglio. Le prese il collo tra le mani e continuò ad assaporare quel dolce nettare rigenerante. Bonnie, intanto teneva le mani sulle spalle di Damon, appoggiandosi a lui. Non appena i canini le avevano perforato la pelle, aveva sentito dolore. Ma, quando avevano iniziato ad assaporare il suo sangue, rendendolo proprio, il dolore se n'era andato, lasciando spazio a una piacevole sensazione di solletico proprio nel punto in cui Damon stava bevendo il suo sangue. O meglio, un solletico che coinvolgeva ogni parte di lei, rendendola in quel momento parte di Damon. Sembrò trascorrere un'eternità in cui Damon non fece che gustarla, suscitandole scariche di energia lungo tutto il corpo, finché, la sua bocca non si staccò da lei, lasciandole un grande senso di vuoto e smarrimento. Il vampiro si leccò i rimasugli di sangue intorno alla bocca e diede un bacio a fior di labbra alla strega.

«Che ottimo pranzo» esclamò.

«Fingerò di non offendermi per avermi considerato alla stregua di un pasto» sussurrò lei.

Damon pensò che poteva anche perdere sangue, ma il suo sarcasmo non l'avrebbe mai perso. Questa era Bonnie. «Se ti considerassi solo un pasto, non ti darei il mio sangue»

La ragazza sgranò gli occhi. «Damon, guarirò. Non c'è bisogno del tuo sangue»

«Invece sì. Voglio che tu guarisca. È il minimo» Bonnie lo guardò, affettuosamente.

«Agli ordini capo» I canini erano ancora allungati. Damon si morse il polso e lo mise davanti alla bocca di Bonnie. La rossa lo prese tra le sue mani ed, esitante, aprì la bocca e iniziò a berlo. Avrebbe dovuto sentirsi ridicola, invece si sentiva potente. Incredibilmente potente. Il sangue di Damon aveva un sapore unico e vellutato. Le diffondeva calore lungo tutto il corpo, offrendole energia e una grinta che l'avrebbe fatta saltare fino al cielo. Damon la guardava mentre beveva il suo sangue. Era così semplice, eppure così sensuale. Indossava una camicetta dello stesso colore del suo sangue e dei suoi capelli. Aveva qualche bottone slacciato e Damon poteva scorgere il suo petto alzarsi e abbassarsi al ritmo dei respiri del suo cuore che acquisiva sempre più vigore, sempre più velocità. Era bellissima.
«A quanto pare sei tu a non riuscirti a controllare» Bonnie distolse lo sguardo e anche la bocca dal polso di Damon.

«Scusami, non pensavo potessi piacermi così tanto...»

«Cioè potesse» arrossì lei. «Mi riferivo al sangue»

«So che non ci sono doppi sensi, piccola bevitrice di sangue»

Bonnie gli sorrise e, ancora una volta, si lasciò cullare dal suo sguardo fino a lasciarsi andare al godimento completo di quella rigenerante contemplazione.

In quel momento, una vanessa io dalle ali rosse e nere si adagiò sul dorso della mano di Bonnie, stretta a quella di Damon. Sembrò guardarli per un po' prima di schiudere le ali e volare, sopra di loro, verso l'azzurro del cielo.


 


 

La felicità è come una farfalla: se l'insegui non riesci mai a prenderla,

ma se ti metti tranquillo può anche posarsi su di te.

[Anonimo]


 

 

Quando tornarono al pensionato, era il tramonto. Damon non voleva più nascondersi da Teophilia, così, come se nulla fosse, entrò insieme a Bonnie. La vecchia strega non si stupì neppure. Era certa che il suo incantesimo, come al solito, non avrebbe funzionato. L'unico motivo per cui l'aveva fatto era per vedere a che punto i sentimenti di Bonnie per lui si spingevano. Era stato un gesto puerile, ma, era certa che da quel momento Bonnie si fosse resa conto di quanto fosse importante per lei il vampiro. Più di quanto potesse ammettere a voce alta. Perciò, non appena li vide entrare, sorrise a entrambi.

«Buonasera, ragazzi»

«Sera Teophilia» le rispose Damon, facendole l'occhiolino.

«Ciao Teo» le disse Bonnie e le porse un mazzo di camelie che aveva raccolto al parco. La vecchina la ringraziò, felice e li stupì, porgendo loro due foto.

«Questa ve l'ho scattata prima. Non sono riuscita a trattenermi e perdonatemi se é sfocata, ma io e la tecnologia non andiamo molto d'accordo» Bonnie la guardò con affetto. Era una foto bellissima. Li aveva ritratti quando erano sulla quercia, quella mattina e li aveva colti mentre si stavano guardando amorevolmente. Il cielo brillava dietro di loro mentre i loro occhi erano legati da un filo invisibile che li teneva uniti.

Ora che poteva guardarlo da un altro punto di vista, Damon la guardava veramente così? Arrossì al pensiero. Avere i suoi occhi puntati addosso era qualcosa di inspiegabile e meraviglioso, ma non pensava che le potesse riservate uno sguardo così magnifico. Sorrise di cuore all'anziana strega.

«Grazie mille. É bellissima»

Damon diede un bacio alla vecchietta che, rimase senza parole, riflettendo la reazione di Bonnie. La sua bocca era ancora spalancata dallo stupore. Era stato un gesto così sincero e gentile da parte sua. Ancora sorpresa si lasciò guidare in camera. Damon non avrebbe mai smesso di stupirla.


 

Le fotografie possono raggiungere l'eternità attraverso il momento.

[Henri Cartier Bresson]


 


«Hai baciato, Teophilia. Ora posso dirmi gelosa» esclamò la strega.
Il vampiro la guardò, maliziosamente.

«Comprendo la tua sana gelosia. E' per questo che voglio aiutarti a dissiparla» così dicendo, Damon la baciò con passione. La strinse a sé e lasciò che le sue labbra potessero suggellare quel legame talmente forte da non poter essere più negato. «Bonnie, io...» sapeva che stava per dirlo per la terza volta nella sua esistenza. Stava per dirle qualcosa che non aveva mai detto a nessuno, a parte Katherine e Elena. Ma, in entrambi i casi, ora lo riconosceva, quei sentimenti non erano sorti istintivamente, come una farfalla che sorge dentro al proprio cuore e da quel momento in poi é destinata a volare verso il suo fiore per accompagnarlo sempre, librando e volteggiando intorno a lui, senza poterla arrestare. Era stato qualcosa che aveva fatto nascere lui. Qualcosa che, anche se l'aveva travolto all'inizio, era stato solo temporaneo e dettato da una vita di solitudine. Ora sapeva che non si era trattato di amore. Perché, quello che aveva davanti agli occhi era amore.

Bonnie posò l'indice sulle sue labbra per zittirlo. «Damon, c'è qualcosa dietro di te» gli sussurrò. Solo in quel momento Damon si accorse di quell'ombra dietro di sé. Si voltò, pronto a maledire qualunque cosa fosse. Si trattava del gatto.

«Ti ammazzerò, gattaccio. Giuro che lo farò»

Bonnie lo prese per il braccio e lo spinse a sé. «Non fa niente, Damon. Pensavo fosse chissà quale creatura. Comunque cosa stavi dicendo?»

Lui la guardò e, come sempre, trovò quella luce che si rifletteva negli occhi di lei solo quando guardava lui. Avrebbe voluto ripetere quelle parole, ma il momento in cui si era sentito più pronto per dirle, era stato interrotto. Non era più sicuro fosse la scelta migliore. Forse l'arrivo del gatto era avvenuto proprio perché non doveva dirglielo. Insomma, era davvero sicuro che dichiarare i suoi sentimenti fosse la scelta migliore? E poi erano davvero sentimenti degni di essere considerati? E se, una volta pronunciati a voce alta, si fossero affievoliti? Accarezzò il viso della sua amata e disse «Non era niente di importante. Esco un attimo per schiarirmi le idee»

Bonnie lo capì. «D'accordo, allora ci vediamo dopo»

«Sì» disse lui e le diede un ultimo bacio.


 

Bonnie si sedette sul divano. Era impregnato del profumo di Damon. Prese il libro che le aveva regalato per Natale dalla libreria. Non vedeva l'ora di iniziarlo. Il suo sguardo si posò un attimo sulla scritta incisa nel legno e sul libro dalla copertina rossa. Scoprire il segreto di Damon non era più una priorità. Lo voleva sapere, ma adesso voleva solo godersi il suo tempo insieme a Damon. Era diventato la sua priorità. Per questo, senza troppi indugi, lasciò che il suo sguardo tornasse al fuoco incandescente del camino.
I suoi occhi, prima di iniziare a leggere, si posarono sulla dedica di Damon. Non poté trattenersi dal sorridere. Quelle poesie la deliziarono. Avevano una sincerità d'espressione, un linguaggio dolce e melodioso. E trasmettevano dei sentimenti e delle emozioni vere. In particolare fu una a colpirla:


 

-Se tu mi dimentichi-

Voglio che tu sappia
una cosa.

Tu sai com'è questa cosa:
se guardo
la luna di cristallo, il ramo rosso
del lento autunno alla mia finestra,
se tocco
vicino al fuoco
l'impalpabile cenere
o il rugoso corpo della legna,
tutto mi conduce a te,
come se ciò che esiste,
aromi, luce, metalli,
fossero piccole navi che vanno
verso le tue isole che m'attendono.

Orbene,
se a poco a poco cessi di amarmi
cesserò d'amarti a poco a poco.
Se d'improvviso
mi dimentichi,
non cercarmi,
ché già ti avrò dimenticata.

Se consideri lungo e pazzo
il vento di bandiere
che passa per la mia vita
e ti decidi
a lasciarmi alla riva
del cuore in cui ho le radici,
pensa
che in quel giorno,
in quell'ora,
leverò in alto le braccia
e le mie radici usciranno
a cercare altra terra.

Ma
se ogni giorno,
ogni ora
senti che a me sei destinata
con dolcezza implacabile.
Se ogni giorno sale
alle tue labbra un fiore a cercarmi,
ahi, amor mio, ahi mia,
in me tutto quel fuoco si ripete,
in me nulla si spegne né si dimentica,
il mio amore si nutre del tuo amore, amata,
e finché tu vivrai starà tra le tue braccia
senza uscire dalle mie.

[Pablo Neruda]


 

La sua lettura fu interrotta dall'arrivo di Damon, che iniziò a strusciarsi e fare le fusa intorno alle sue gambe. Bonnie lo accarezzò dolcemente e lo guardò nei suoi vivaci occhi scuri. Senza neppure accorgersene, lo fece. Instaurò il legame. E, prima di poterlo fermare, i suoi piedi riatterrarono in quella stessa stanza. Ma lei non ci sarebbe dovuta essere. C'era solo Damon. L'umano e il gatto. Damon teneva in mano il libro che gli aveva regalato e si stava avvicinando alla libreria. Il suo sguardo era fisso, concentrato su un punto. Si abbassò. Ora era all'altezza della scritta. Bonnie fece la stessa cosa. Vide che Damon posava la mano su di essa. Volle provare a toccare la sua mano per scoprire cosa sentisse. Non era reale. Era una visione. Eppure poteva giurare di essere arrossita non appena la sua mano aveva sfiorato quella del vampiro. Lui non poteva vederla. Non sapeva neanche che ci fosse in quel momento. Ma Bonnie poteva farlo. Poteva guardarlo e toccarlo. Questo la faceva emozionare e, si ritrovò a fissarlo finché un rumore non la ridestò. Damon stava infilando l'unghia nella scritta incisa nella libreria. Più precisamente nella "D". Bonnie sgranò gli occhi. Che cosa stava facendo? Lo vide infilare la punta dell'indice e, poi, ritrovarsi con una chiave minuscola in mano. I contorni della figura divennero più sfocati finché quell'immagine non sparì dalla sua vista.
La ragazza si ritrovò sul divano con Damon acciambellato sulle sue gambe che la stava fissando. Il cuore le batteva a mille. Sapeva a cosa sarebbe servita quella chiave. Si alzò, lasciando Damon solo che la guardava. Si chinò sulla scritta e infilò il suo indice affusolato in corrispondenza della "D"di Damon. All'iniziò non sentì niente. Poi, infilandolo un po' più a fondo, la sentì. Era piccola. Lunga all'incirca la metà del suo mignolo. La prese tra le mani, con un eccitazione dirompente. Prese il libro rilegato di pelle rossa e, esitando, infilò la chiave all'interno della serratura. Ci entrava perfettamente. La serratura scattò.

 

Non so esattamente cosa spinga due persone a legarsi.

Forse la sintonia, forse le risate, forse le parole.

Probabilmente l'incominciare a condividere qualcosa in più,

a parlare un po' di sé,

a scoprire pian piano quel che il cuore cela.

Imparare a volersi bene.

O forse accade perché doveva accadere.

Perché le anime son destinate a trovarsi.

[Paulo Coehlo]

 

 

 

*Nick Carter (cantante dei Backstreet Boys) aveva un taglio adorabile negli anni '90.

Io l'ho sempre definito “a scodella” o “da frate”, ma non essendo una parrucchiera non credo sia la corretta definizione. In ogni caso immaginare Damon con quel taglio mi stava facendo avere un attacco di risate isteriche.

 

 

 

A/N

 

Ed eccomi, ancora qui, ad aggiornare (in ritardo).

Questo capitolo è stato abbastanza denso pur essendo solo di passaggio, nel prossimo invece scoprirete il contenuto del “libro segreto”.

Spero di essere riuscita a mantenere vivo il vostro interesse!

Non ho mai scritto una fiction così lunga e potrebbe rivelarsi un totale disastro, quindi non esitate a criticare e farmi sapere che ne pensate ;)

Nel frattempo, vi ringrazio immensamente per il continuo sostegno <3

Siete meravigliosi e io, Vi voglio bene!
- Gloria

   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il diario del vampiro / Vai alla pagina dell'autore: Gloria Bennet