Libri > Twilight
Ricorda la storia  |       
Autore: bells swan    14/02/2013    9 recensioni
Bella, ragazza di 19 anni. Edward, un uomo di 39 anni. È vero, c’è una grande differenza d’età, ma alla fine sono entrambi adulti e vaccinati. C’è solo un piccolo ostacolo: Rosalie, la migliore amica di lei, e la figlia di lui.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, James, Rosalie Hale | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Avevo cancellato questa storia in un momento di pazzia ma voglio ripubblicarla. Spero ci sia qualcuno che abbia già letto che sia ancora affezionata ad essa e magari qualche nuovo lettore che mi faccia sapere che cosa penserà di una trama così… insolita.
La storia era nata in un momento di noia e quasi per sfida e divertimento, anche. Ma più andavo avanti più mi riscoprivo ad amarla. Ci tengo, forse più delle altre pubblicate in questo account.
Comunque, per chi ha già letto la storia ci sarà una piccola sorpresina: un epilogo nuovo. Dico solo questo :)
 
 
 
 
2007
 
“Grazie mille, Rose, ma no. Devo rifiutare...” mormoro senza troppa convinzione.
È meglio così. Vorrei cenare a casa Cullen, ma ci sarebbe stato giustamente anche Edward ed è meglio evitare. Non voglio ritrovarmi imbarazzata come ogni altra sera, la testa sul piatto, e le guance arrossate.
Sono convinta che Edward sappia che sono cotta di lui. Insomma, un uomo come lui non può non accorgersi dei gesti di una quattordicenne con sbalzi ormonali il cui unico pensiero è la muscolatura di un uomo. Un uomo affascinante, carismatico, attraente, maturo e gentile. Praticamente l’uomo perfetto.
Lo sapeva, avrei scommesso qualsiasi cosa.
Capitava a volte che io rimanessi a dormire da Rosalie, e la mattina ci svegliassimo tutte e due per scendere a fare colazione. Rose, senza immaginare di mettermi in imbarazzo, ci lasciava da soli per preparare lo zaino, andare in bagno, o quant’altro, e io mi ritrovavo rossa in volto senza spiaccicare parola.
“Isabella, vuoi ancora un po’ di latte?” mi chiedeva Edward gentilmente.
Io annuivo senza pronunciare nemmeno un ‘grazie’. Era davvero difficile riuscire a parlare con lui.
La mamma di Rosalie è morta, cosa che non aiuta affatto. Rimaniamo soli nel vero senso della parola.
A Rose manca una figura materna, anche se purtroppo è morta di parto. Edward... non ho idea di cosa pensi, immagino che le manchi molto.
Sta di fatto, comunque, che vedo chiaramente, anche se ho solo quattordici anni, quanto si impegna per non far mancare nulla a sua figlia.
“Ma perché no? Sai che a mio padre non dispiacerà” riprende la mia amica, insistendo.
È proprio questo il punto. Non voglio approfittare della loro ospitalità, passo più tempo con lui che con la mia famiglia anche se loro non ne risentono più di tanto a causa del loro lavoro.
“Rose...” Mi interrompo sussultando quando sento la porta principale aprirsi.
Casa Cullen è molto piccola e accogliente, ed è impregnata del suo odore. Mi piace da impazzire.
Rosalie salta giù dal letto, uscendo di corsa fuori dalla sua stanza. “Papà!” esclama saltandogli addosso.
L’ho seguita controvoglia, e sempre con imbarazzo.
Edward, con un grande sorriso sul viso, lascia cadere a terra le buste della spesa prendendo in braccio Rosalie con grande slancio. Geme di dolore, riabbassandola per terra ridendo. “Va bene. Sei troppo grande adesso per farti prendere in braccio, e io sono troppo vecchio per farlo” scherza.
Non credo che Edward sia vecchio. Ha solo trentaquattro anni, ha avuto Rosalie da giovanissimo ed è anche molto ‘moderno’. No, non penso sia vecchio, tutt’altro.
“Papà, Bella mangia da noi.” Rosalie se ne esce in quel modo, facendomi gelare il sangue nelle vene.
“Veramente...” Non voglio che Edward si stanchi della mia presenza in casa sua, non voglio che si lamenti, e quindi sono pronta a dire di no.
Edward si accorge solo in quel momento della mia presenza. Il sorriso che spunta sul suo volto mi fa sentire molto più leggera. “Perfetto. Hai già chiamato mamma e papà?” domanda.
Mi infastidisce quella frase. ‘Hai già chiamato mamma e papà?’ è una frase che mi fa sentire molto più piccola di quanto già non sono. Insomma, sono ormai una signorinella, mamma me lo ripete in continuazione! Ho il ciclo, ergo sono una donna!
“No, in realtà con Rosalie ne stavamo solo parlando, ha fatto tutto lei” mi giustifico, sentendone il bisogno.
Edward sorride ancora di più, Rosalie attaccata al suo busto. Adoro il rapporto che c’è fra lui e lei. Edward è un avvocato di successo e benché non è impegnato quanto i miei con il lavoro di medico, si vede che pesa quella situazione. Ma senza lavoro non si mangia, e quindi non può evitare.
“Puoi chiamare adesso.” Lancia un’occhiata all’orologio da polso che ha con sé. “Direi che abbiamo ancora un paio d’ore per preparare la cena. Visto che con me ci sono due donne e io sono solo un semplice maschio, mi aiutate?” domanda, alzando le sopracciglia in modo eloquente.
Eccolo l’Edward gentile e affascinante, quello che fa ridere Rosalie con una semplice battuta. E anche me.
Sono cotta a puntino, e spero solo che la cosa migliori invece di peggiorare.
 
“Come è andata oggi a scuola?” chiede Edward, versandosi un bicchiere di coca cola e bevendone un sorso.
“Ah!” esclama allegra Rosalie. “Indovina? Ho preso nove al compito di matematica e invece quell’antipatica di Irina ha preso quattro. Ti giuro, papà, non puoi immaginare quanto fossi felice!”
Edward la fissa con una smorfia di severità sul bel volto. “Non mi piace questo tuo comportamento, signorinella.”
Sul volto di Rose si dipinge un’espressione delusa. “Va bene...”
Edward sospira, voltandosi verso di me e facendomi arrossire. Maledizione.
“E tu invece quanto hai preso?” chiede, di nuovo allegro e gentile.
“Uhm... ho preso otto” rispondo, portando alla bocca la forchetta, osservando il piatto.
“Un bel voto, complimenti” si congratula.
“Perché a Bella che ha preso meno di me fai i complimenti e invece a me mi rimproveri?” obbietta Rosalie, imbronciandosi.
“Perché Bella non l’ha detto vantandosi rispetto a un’altra compagna, Rosalie” chiarisce Edward, osservandola severamente.
Rosalie sospira ancora, riprendendo a mangiare.
“Bella, dormi anche stasera da noi?” domanda poi Edward, mentre versa della coca cola anche a sua figlia. E poi a me. È così gentile...
“Oh no, meglio se...”
“E dai Bella, non farti pregare. Ci guardiamo ‘Titanic’” propone contenta Rosalie.
Edward sorride vedendo la mia espressione afflitta. Odio dire di no a Rosalie perché poi è capace di avercela con me per una settimana intera. “Andrò a chiamare i tuoi dopo cena, allora” dice Edward, prendendo un boccone dal suo piatto.
Mi sforzo di sorridere per gratitudine, abbassando lo sguardo. Che qualcuno mi aiuti.
 
Edward’s pov
 
“Papà, ma sono solo le dieci e mezza” obbietta mia figlia, facendomi sospirare.
“Rosalie, sai perfettamente che l’ora di andare a letto sono le dieci di sera. Ti ho fatto rimanere sveglia ancora mezz’ora perché c’è Bella ma adesso è giunta l’ora di dormire. Su, sotto le coperte” ordino, aspettando che mia figlia esegua l’ordine.
Avevamo finito di cenare verso le otto e Rosalie e Bella erano salite in camera loro per andare a vedere il film. Dopo essermi assicurato che avessero fatto entrambe i compiti ed essere andate in bagno per lavarsi i denti ed indossare il pigiama, come ogni sera che in casa rimane a dormire la sua migliore amica mia figlia fa i capricci di un bambino di dieci anni.
La osservo obbedirmi con disappunto, infilandosi dentro le coperte con il suo pigiama rosa. Sorrido istintivamente.
“Buonanotte” mormora, lasciandomi un veloce bacio prima di infilarsi sotto le coperte.
“Buonanotte, amore mio” sussurro, girandomi poi verso la parte del letto dove avrebbe dormito Bella. “Buonanotte anche a te, Isabella.”
“’Notte.”
Come sempre, mi risponde con un tono di voce quasi timoroso, come se avesse paura di me. All’inizio non ne ho capito il senso, visto che con lei mi sono sempre comportato bene, ero sempre gentile e disponibile, poi ho iniziato a collegare certe cose: il suo rossore quando la guardavo, il fatto che non mi guardasse mai negli occhi per più di tre secondi, la sua voce flebile, il suo costante imbarazzo anche solo se entravo nella stessa stanza dove si trovava lei...
Non mi piace vantarmi ma so bene l’effetto che provoco alle donne della mia stessa età, quindi figuriamoci se non posso affascinare delle bambine.
Era chiaro che Bella avesse una cotta per me ma non mi preoccupavo più di tanto. Col tempo, sarebbe svanita. Anche io alla sua età mi ero preso una cotta per l’amica di mia madre. Era una donna affascinante e bellissima, ma col tempo avevo iniziato ad interessarmi a molto altro, le ragazze avevano cominciato ad essere attratte da me e io mi sentivo sempre più lusingato...
Anche Bella si sarebbe interessata ai ragazzi della sua età. Forse adesso è troppo presto, visto che probabilmente mette a confronto me e i suoi compagni e li paragona a dei bambini.
Ma anche lei è una bambina, solo non se ne rende conto.
Ricordo benissimo il voler correggere tutti coloro che mi chiamavano ‘bambino’ quando avevo la sua età, la voglia di strozzarli era tanta. “Non sono un bambino!” volevo gridare sempre, ma mi stavo zitto e imprecavo nella mia mente.
Sospiro, andando in bagno a darmi una veloce rinfrescata e indossando poi un pigiama. Quando vado a letto, incrocio le braccia sotto la testa e rimango a fissare il soffitto.
Mi manca una donna, una che mi riscaldi il letto. Quando Tanya è morta dando alla luce mia figlia, mi ero sentito in colpa per molto tempo. Rosalie è stato un ‘errore’. Io e Tanya avevamo solo diciotto anni. Un preservativo rotto è stato la causa di tutte le nostre sofferenze, i nostri litigi. Ovviamente, avrei commesso quell’’errore’ un milione di volte, e anche Tanya, lo so. Lei non mi amava, io non amavo lei, però amavamo la bambina.
Mia moglie è stata la mia spina nel fianco per anni prima che io iniziassi a sentirmi attratto da lei. Non la odiavo, però mi infastidiva con i suoi comportamenti. Stessa cosa lei. Però andavamo a scuola insieme, frequentavamo anche un po’ di corsi insieme, ed eravamo stati a contatto contro il nostro volere. Pian piano, avevo iniziato a stimarla, anche a volerle bene, e infine a sentirmi attratto da lei. Da lì in poi, ci siamo trovati con un test di gravidanza nelle mani, positivo.
Non ho avuto altre donne durante la mia relazione con Tanya. Dopo la sua morte nemmeno. Nessuna donna fissa. Il pensiero di mia figlia che magari si ingelosisce di una donna che a suo confronto non è niente, meno di zero, non riesco a sopportarlo.
Però ho avuto qualche relazione alla ‘una-notte-e-via’. Ne ho avuto bisogno quando anche la mia mano non mi basta più.
Sento un rumore che mi fa sussultare nel mio letto, strappandomi ai miei pensieri. Sospettando che mia figlia si sia alzata per andare a prendere qualcosa in cucina perché non riesce a dormire, come spesso accade, mi alzo anche io.
Con sorpresa noto che è Bella. Si sta versando un bicchiere di latte senza nemmeno riscaldarlo. Si accorge di me nel momento esatto in cui poggio il secondo piede in cucina e per poco non sputa tutto il latte.
Mi avvicino subito, pronto ad aiutarla ma si sente subito bene.
“Mi scusi, io non...” Tenta di giustificarsi ma non ce n’è motivo.
Più volte le ho detto di comportarsi come se fosse a casa sua, e anche se agli inizi le ho anche detto di darmi del ‘tu’ lei insisteva ancora con quella formalità. Ho lasciato correre quando avevo capito che aveva una cotta per me: farmi dare del ‘lei’ avrebbe messo in chiaro le ‘posizioni’ che occupiamo.
“Va tutto bene, Isabella, ti ho già detto di fare come se fossi a casa tua” le rammento sedendomi vicino a lei. Non troppo vicino, l’ultima cosa che voglio fare è illuderla. “Non riuscivi a dormire?”
Scuote la testa. “Domani c’è un compito in classe e sono un po’ preoccupata.”
“Non hai studiato?” domando confuso. Bella non è il tipo.
“Ho studiato, solo che mi sembra di dimenticarmi tutto non appena chiudo gli occhi.”
“Be’, ma così facendo sarà peggio. Domani entrerai in classe e non ricorderai nulla a prescindere perché avrai troppo sonno. Al momento ti sembra di non ricordare nulla ma vedrai che quando domani ti metteranno il foglio davanti ricordarti le cose ti verrà spontaneo” le spiego.
“Speriamo...” sussurra.
Come al solito, non mi fissa, e quelle poche volte che lo fa arrossisce ancora di più e riabbassa la testa.
Per renderle le cose più facili, mi alzo.
“Su, adesso vai a letto. A meno che tu non voglia del latte” continuo, pensando abbia fame.
“No, me ne vado a letto. Grazie, signor Cullen” dice, alzandosi dalla sedia e posando il bicchiere nel lavello. “Buonanotte.” Corre letteralmente via.
Sospirando frustrato, passo la mano fra i capelli. Spero davvero che questa cotta le passi alla svelta.
 
 
 
   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: bells swan